9  
INTRODUZIONE 
In un contesto competitivo affollato come quello attuale, le possibilit  di una forte 
differenziazione sono spesso assai ridotte. La promozione vendite ha assunto quindi 
un importante ruolo nel marketing aziendale, rappresentando una possibilit  efficace 
per rendere prodotti selezionati il pi  possibile salienti agli occhi del consumatore. 
Oltre che l evoluzione dei mercati di riferimento, anche alcune peculiarit  delle 
campagne promozionali, quali la facilit  di realizzazione e di misurazione della 
rispettiva performance, contribuiscono a rendere questo strumento particolarmente 
attraente. Influendo direttamente sul comportamento d acquisto, infatti, la 
promozione vendite viene solitamente progettata con obiettivi di vendita e di ricavo 
misurabili a breve termine. 
Dal punto di vista del consumatore, la promozione vendite   divenuta presenza 
costante e parte integrante del processo di acquisto. Ø una promozione vendite ogni 
happy hour offerto da un locale, ogni 3x2 sullo scaffale di un supermercato, ogni 
offerta ricevuta via mail dalla catena di alberghi di fiducia  Ci  ha reso anche 
l offerta di promozioni affollata, al punto da renderla talvolta invisibile e 
contravvenire cos  gli obiettivi di  salienza  ad essa affidati dall impresa. 
I dati complessivi sui livelli di redemption delle promozioni suggeriscono che ci sia 
un ampio margine di crescita nello sfruttamento di questo strumento da parte delle 
aziende, soprattutto in un contesto di rallentamento dell economia che ha reso i 
consumatori pi  sensibili alle opportunit  di risparmio. Il divario tra la quantit  di 
promozioni proposte e la quantit  di promozioni effettivamente sfruttate dal 
consumatore   ancora molto ampio, e questo afferma l esigenza per le imprese di 
elaborare campagne promozionali che risultino pi  attraenti dal punto di vista del 
consumatore. 
Sulla base di alcune teorie esistenti nell ambito della psicologia del consumatore, in 
questo lavoro si propone una tipologia di promozione, la promozione condizionata, 
che dovrebbe incrementare il coinvolgimento del consumatore e, di conseguenza, 
  
10  
indurre un maggiore riscatto. La promozione condizionata   definita come una 
promozione non universalmente disponibile, alla quale il consumatore ha accesso in 
virt  della realizzazione di determinate condizioni. Si   verificato con due 
esperimenti sul campo che tale tipologia di promozione   effettivamente pi  efficace 
di una promozione universalmente accessibile. 
La prospettiva di questo lavoro   sia teorica sia empirica. Le basi dell idea che una 
promozione condizionata sia pi  desiderata di una promozione universalmente 
accessibile risiedono nella letteratura sulla product scarcity, dove   documentato 
come ogni bene sia valutato nella misura in cui   scarsamente disponibile (Brock, 
1968). Molte teorie economiche, sociologiche, e soprattutto psicologiche hanno 
sviscerato i motivi per cui la desiderabilit  di un prodotto aumenta al diminuire della 
sua disponibilit  (per esempio Brehm, 1966, 1972; Fromkin e Snyder, 1977; Lynn, 
1992). Questo lavoro esplora l ipotesi che la scarsit , cos  come influisce 
positivamente sul desiderio per un prodotto, influisca altres  sulla volont  di 
riscuotere una promozione. Una promozione  scarsa  renderebbe quindi i 
consumatori pi  inclini ad usufruire dell opportunit  da essa posta in essere, e, 
potenzialmente, a percepire il vantaggio offerto come maggiore. Tali dinamiche 
porterebbero la promozione condizionata ad avere una redemption maggiore di una 
promozione universalmente disponibile. Questa ipotesi   stata verificata 
empiricamente in due studi, utilizzando il metodo del natural field experiment. 
Indagando direttamente il comportamento effettivo del consumatore piuttosto che le 
sue intenzioni dichiarate, ed osservando il consumatore operare nel suo ambiente 
naturale, questo tipo di studio   particolarmente adatto a fornire indicazioni valide e 
pi  facilmente generalizzabili. Si   strutturato il presente lavoro nel modo seguente. 
Nel primo capitolo, si   approfondita la letteratura sulla product scarcity in termini di 
ricerca e di implicazioni pratiche di questo fenomeno. Si sono illustrate la commodity 
theory, (Brock, 1968) e le successive prospettive sul tema di matrice economica, 
sociologica e psicologica. Infine, si   illustrata una classificazione delle varie 
tipologie di scarsit  del prodotto.  
Nel secondo capitolo, si   discusso lo strumento della promozione vendite da una 
prospettiva prettamente di marketing. Si   quindi introdotto il concetto di promotion 
    
11  
scarcity e declinato lo stesso sulla base della classificazione proposta nel primo 
capitolo. Si   infine approfondita la promozione condizionata, proponendo due 
possibilit  concrete per renderla tale: con un accesso probabilistico, o vincolato a dei 
requisiti che il consumatore   in grado di soddisfare. 
Nel terzo capitolo si   descritta la parte empirica di questo lavoro, con un 
approfondimento del metodo dell esperimento sul campo e la descrizione dei due 
studi effettuati e dei rispettivi risultati.  
Nel quarto capitolo, infine, si   riflettuto sul ruolo della promozione condizionata 
nell ambito del marketing, alla luce di alcune nuove tendenze in questo ambito 
(marketing esperienziale e la partecipazione del consumatore). Si sono inoltre 
descritte delle modalit  pratiche di realizzazione della promozione condizionata. Si   
concluso il lavoro approfondendo il ruolo che il field experiment pu  assumere 
nell ambito delle ricerche di marketing.  
   
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
CAPITOLO 1 
LA PRODUCT SCARCITY  
Il primo capitolo   dedicato all approfondimento del valore della product scarcity e 
della teoria sottostante. Dopo una finestra iniziale sul fenomeno e sulle sue 
manifestazioni nella realt  quotidiana si illustrano i fondamenti teorici dell idea che la 
scarsit  influisca sul valore di un bene. La commodity theory, elaborata da Brock nel 
1968 in ambito psicologico,   la prima base rilevante degli studi sul valore della 
scarsit ; altri studi e teorizzazioni sono rintracciabili anche in ambito economico e 
sociologico. A conclusione del capitolo   proposta la classificazione delle tipologie 
scarsit  elaborata da Verhallen e Robben nel 2007.  
LA PRODUCT SCARCITY 
 
 
15 
1.1 Il panico da cabbage patch  
Nel 1983, la Coleco lanci  nel mercato i Cabbage Patch Kids, delle semplici 
bambole dalla testa in plastica dura e corpi morbidi di stoffa, con la peculiare 
caratteristica che ogni pezzo fosse un pezzo unico. Le bambole avevano ognuna un 
proprio nome, un certificato di nascita e di adozione. La domanda di questo giocattolo 
eccedette le aspettative e, gi  dopo poche settimane dalla messa in commercio, si 
sono verificate delle carenze nelle scorte. Questa scarsit  incendi  ancor pi  la 
domanda creando quello che poi si sarebbe stato definito  panico da Cabbage Patch  
(Langway et al. 1983). Si svilupp  presto un mercato nero, dove ogni pezzo costava 
fino a 150$; tuttavia anche a quelle condizioni i Cabbage Patch Kids rimanevano 
introvabili. Gi  popolare al suo lancio, la scarsit  del giocattolo e il suo costo elevato 
in termini di denaro, tempo e sforzo per ottenerlo hanno intensificato il desiderio dei 
consumatori (Lynn, 1992). Le persone erano disposte a qualsiasi cosa per procurarsi 
quello che era divenuto il regalo di Natale pi  popolare dell anno: aspettavano in 
coda anche per quattordici ore, graffiavano, spingevano, tiravano, dando vita a vere e 
proprie rivolte in cui molti negozi andarono distrutti. Fece molto notizia la storia di 
un postino di Kansas City che per far avere una di quelle bambole alla figlia vol  fino 
a Londra (Adler e al. 1983).  
Il caso descritto mette in luce la propensione naturale dell uomo di essere attratto da 
ci  che non   disponibile o ottenibile. Questo  panico da Cabbage Patch  esemplifica 
perfettamente il valore della scarsit . In questo caso la scarsit  del bene venduto and  
a fomentare la domanda al punto di creare un mercato parallelo e di indurre 
comportamenti esagerati rispetto all obiettivo di ottenere una bambola.  
Il valore della rarit    osservabile in molte situazioni della vita quotidiana: una festa 
esclusiva per cui non si ha un invito rischia di diventare un chiodo fisso, l ultimo 
biscotto rimasto sul piatto   il pi  desiderato, i  pezzi unici  si impongono dalla moda 
all arte portando le persone a pagare cifre spropositate esclusivamente in nome di 
questa unicit . Worchel (1992) suggerisce che se si dovesse osservare il 
comportamento umano con l obiettivo di scrivere un manuale di  psicologia 
popolare  una delle prime leggi che emergerebbero sarebbe proprio quella che le 
CAPITOLO 1 
 
 
  16  
persone sono attratte da ci  che   irraggiungibile. Genitori insegnano ai figli che una 
strada per la popolarit    il farsi desiderare; i pubblicitari cercano di convincere i 
consumatori con offerte limitate nel tempo; le persone sono stuzzicate 
quotidianamente con edizioni limitate di macchine, libri, addirittura di cereali per la 
colazione.  
L importanza della scarsit  raggiunge il suo apice nel mondo del collezionismo 
(Cialdini, 2007), determinando direttamente il valore di ogni pezzo da collezione. La 
regola, infatti,   che se un oggetto   raro o lo sta diventando, vale di pi  per il 
collezionista. A sottolineare ancora di pi  l importanza della scarsit    il fenomeno 
del cosiddetto  sbaglio prezioso : i pezzi difettosi sono spesso quelli di maggior 
valore, in quanto unici. Ad esempio, un francobollo con un George Washington 
dotato di tre occhi, sebbene sgradevole alla vista e anatomicamente sbagliato, sar  
estremamente desiderato e il suo prezzo di scambio andr  a livelli molto elevati. 
Nell ambito della numismatica nazionale   noto il caso delle 500 lire  Bandiere 
Rovesciate , del 1957, con le tre caravelle che navigano controvento, che sono state 
acquistate per 9.000 euro, mentre l esemplare senza errore   disponibile per una 
decina di euro circa (Fiorentino, 2003). 
Diversi esperimenti in ambito economico, psicologico e sociologico sono stati 
effettuati per studiare e provare questa attitudine generale. West (1975) ha studiato 
l effetto dell accessibilit  alla caffetteria universitaria sul livello di gradimento della 
stessa tra gli studenti della Florida State University. In un primo momento, interrogati 
sulla qualit  della caffetteria, questi la valutarono come assolutamente 
insoddisfacente. Dopo nove giorni si effettu  la stessa indagine, ma comunicando ai 
partecipanti che, a causa di un incendio, non si sarebbe potuto usufruire della 
caffetteria per le due settimane successive. Il giudizio sulla caffetteria cambi  
drasticamente per il meglio. Il cambiamento d opinione non era dovuto a modifiche 
nella qualit  del servizio, che era rimasto identico a prima, ma esclusivamente alla 
sua disponibilit  venuta meno. Worchel (1992) test  l effetto dell impossibilit  di 
avere accesso a un messaggio sulla voglia di sentire lo stesso. Nel suo studio egli 
indag  il desiderio di ascoltare una comunicazione, rilevando che questo aumentava 
di molto se al soggetto era comunicato che non avrebbe potuto ascoltarlo.  Wann, 
LA PRODUCT SCARCITY 
 
 
17 
Bayens e Driver (2004) studiarono l effetto della scarsit  dei biglietti per un evento 
sportivo sul desiderio di parteciparvi. Tutte le variabili analizzate (prezzo massimo 
che avrebbero pagato, volont  di perdere altri impegni importanti pur di partecipare 
all evento e probabilit  di prendervi effettivamente parte) confermarono l esistenza di 
un forte effetto della scarsit  sul campione: se il biglietto era percepito come raro, i 
partecipanti erano disposti a fare di pi  per ottenerlo e per andare alla partita.  
Dopo essersi focalizzati sulla rilevanza empirica del valore della scarsit , ci si 
soffermer  nel resto del capito sul background teorico sottostante. Il riconoscimento 
del valore della scarsit  pone le sue radici in ambito economico; tuttavia, pur essendo 
ampliamente riconosciuto il legame tra rarit  e valore nell economica neoclassica, la 
prima teoria pi  completa in merito a questo fenomeno   la commodity theory. 
Elaborata da Brock nel 1968 in ambito psicologico, questa teoria si distingue dai 
ragionamenti economici precedenti in quanto non si limita ad analizzare i legami di 
mercato tra prodotti scarsi e il loro prezzo, ma va a modellare in maniera pi  
approfondita la psicologia del consumatore, rivelando come questo prediliga un bene 
scarso rispetto a un bene universalmente accessibile. Il secondo paragrafo sar  
interamente dedicato all approfondimento della commodity theory e delle sue 
implicazioni. Nel paragrafo 1.3, poi, si approfondiranno le altre teorie coinvolte nella 
spiegazione del fenomeno, tratte dalla letteratura economica, psicologica e 
sociologica. Questi contributi giocano un ruolo importante nello spiegare i 
fondamenti su cui si basa il valore della scarsit  e la stessa commodity theory e i 
meccanismi psicologici che entrano in azione nel far preferire all individuo ci  che   
scarso. A chiusura del capitolo, infine, verr  illustrata una categorizzazione delle 
varie tipologie di scarsit  e dei meccanismi comportamentali attivati nelle diverse 
situazioni elaborata nel 2007 da Verhallen e Robben.  
1.2 Commodity theory e product scarcity 
La prima importante teorizzazione del rapporto tra scarsit  e valore di un bene   
rappresentata dalla commodity theory di Brock (1968). Il principio fondamentale di 
questa teoria   rinchiuso nell affermazione  Ogni bene sar  valutato nella misura in 
CAPITOLO 1 
 
 
  18  
cui   scarsamente disponibile
1
 . In altre parole, valore di un bene   direttamente 
proporzionale alla sua non disponibilit . Si analizzeranno di seguito i tre concetti 
principali coinvolti in questo principio, bene, valore e non disponibilit . 
∞  Bene , rappresenta ogni cosa che risponda a tre criteri: utilit , trasferibilit  e 
potenzialit  di essere posseduta. Innanzitutto, per essere tale, un bene deve 
essere in qualche modo utile per la persona considerata. In secondo luogo, un 
bene deve essere trasferibile da un individuo all altro: le cose che non sono 
trasferibili non vengono considerate beni. Infine, un bene deve poter essere 
verosimilmente posseduto dalla persona, non sar  definito tale ci  che non   
da questa potenzialmente ottenibile, per limiti economici, geografici, fisici, o 
di qualsiasi altro genere. Nello specifico, sono considerati beni per questa 
teoria oggetti, messaggi, esperienze.   
∞  Valore  si riferisce alla  capacit  [del bene] di influenzare gli atteggiamenti 
e il comportamento  (Brock, 1968). Il valore, pertanto,   quella caratteristica 
del bene che stimola il consumatore all acquisto: maggiore il valore, maggiore 
sar  il potere del bene di condizionare il comportamento del consumatore. 
Dato che i beni hanno utilit  positiva (per assunzione della teoria), ogni 
incremento del valore del bene aumenter  la sua utilit  percepita e render  il 
bene pi  desiderabile e richiesto. 
∞  Non disponibilit   si riferisce alla scarsit  e ad altri limiti nella possibilit  di 
ottenere il bene. Brock (1968) identifica questa non disponibilit  in alcune 
situazioni pratiche quali limiti nei fornitori o nel loro numero; costi di 
acquisizione o mantenimento; restrizioni che limitino il possesso; ritardi nella 
possibilit  di accesso al bene.  
Secondo Brock, un bene che subisca un processo di commodification, che diventi cio  
scarso, vedr  come conseguenza un aumento del suo valore. La commodity theory 
non spiega nel dettaglio i meccanismi sottostanti l effetto della scarsit  sul valore, ma 
si limita a suggerire che le persone ambiscano ad ottenere in maggior misura i beni 
                                                        
1
  Any commodity will be valued to the extent that it is unavailable , Brock, 1968. 
LA PRODUCT SCARCITY 
 
 
19 
scarsi per una sensazione di distinzione e unicit . Essa si focalizza sull effetto, non 
entrando pertanto nel merito dei meccanismi psicologici sottostanti, meccanismi che 
sono stati studiati in altre sede e verranno illustrati nel seguito del lavoro.  
Questa prima formulazione della teoria (una seconda formulazione sotto illustrata 
sar  elaborata da Brock e Brannon nel 1992) si rivela di grande importanza per le sue 
implicazioni aziendali. Lynn (1991) approfondisce le applicazioni al marketing dei tre 
concetti principali coinvolti. Nella categoria di  bene  rientrano tutti i prodotti e 
servizi offerti dall azienda, tipici oggetti dell attivit  di scambio di mercato. Inoltre, il 
concetto di valore   assimilabile a quelli di utilit  e desiderabilit , che rilevano per 
l azienda nel momento in cui voglia commercializzare il suo bene. Infine, la scarsit  
si pu  stimolare con specifiche azioni di marketing, quali la produzione di edizioni 
limitate, la distribuzione per canali esclusivi di determinati prodotti, la fissazione di 
limiti massimi per il singolo ordine  il funzionamento della commodity theory 
(figura 1.1), pertanto, suggerisce spunti di riflessione utili per il raggiungimento degli 
obiettivi aziendali.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CAPITOLO 1 
 
 
  20  
 
Figura 1.1: La commodity theory — prima formulazione 
 
LA PRODUCT SCARCITY 
 
 
21 
Brock e Brannon nel 1992 proposero una  liberalizzazione  della teoria, alla luce 
degli studi effettuati a partire dalla sua formulazione iniziale e che estesero il suo 
dominio ad un territorio pi  ampio. La nuova formulazione della commodity theory   
applicabile a situazioni anche esterne ai confini aziendali, considerando  beni  anche 
cose con utilit  negativa e non trasferibili esclusivamente in un contesto di mercato.  
Si spiegano di seguito le tre principali novit  introdotte nella nuova formulazione 
della teoria, come illustrate da Brock e Brannon (1992). 
∞ L estensione del concetto di bene a caratteristiche ed abilit . Sebbene lo 
spettro dei beni considerati nella prima formulazione fosse comunque ampio, 
questo comprendeva unicamente oggetti, messaggi, esperienze tangibili. Gli 
sviluppi nella ricerca hanno reso opportuno ampliare questa sfera a 
caratteristiche ed abilit , potendo le prime essere imitate e le seconde 
insegnate.  
∞ L estensione dell applicabilit  della teoria a elementi negativi. Nella 
formulazione iniziale della teoria si consideravano i  proprietari interessati  a 
un dato bene, cio  coloro per i quali il bene avesse una certa utilit  positiva, e 
che quindi desiderassero ottenerlo. In questa riformulazione si parla di 
 proprietari potenziali o reali , intendendo cio  tutti coloro che 
potenzialmente possono arrivare a possedere un bene, prescindendo dal 
personale interesse ad ottenerlo. Nella nuova formulazione della teoria, 
quindi, il bene pu  divenire propriet  altres  di coloro che non lo desiderano, 
non percependone alcuna utilit  o ritenendo che al bene sia associata utilit  
negativa. Si considerano in questo modo, oltre ai beni che l individuo desidera 
procurarsi, anche beni per i quali la persona potrebbe avere un avversione ma 
che si ritrova a possedere per forze esterne, come possono essere ad esempio 
le malattie. Di conseguenza, il  bene  non dovr  pi  essere necessariamente 
utile, per essere considerato tale, tuttavia dovr  comunque essere trasferibile e 
poter essere posseduto. 
∞ La scarsit  conduce ad una polarizzazione. Mentre nella formulazione iniziale 
la scarsit  portava a un aumento del valore, l inclusione di elementi negativi