CAPITOLO 1. IL COMPARTO DEI BENI DI LUSSO
1.1 Etimologia del significante ed evoluzione nel
significato
Il termine “lusso” è comunemente usato nella vita quotidiana per riferirsi a
prodotti, servizi o ad un certo tipo di stile di vita, senza che esista una
reale comprensione del significato originario del termine e di come questo
si declini in forme differenti per persone differenti, a seconda dell’umore e
dell’esperienza dei consumatori (Cornwell 2002).
Etimologicamente, il termine deriva da un vecchia radice indo-europea,
lug-, che ha reso in latino luxatio, antenato del francese luxation,
traducibile in italiano col termine lussazione. Dal significato di quest’ultimo
è nata una biforcazione verso il sostantivo luxatio, «lussazione,
spostamento» e l’aggettivo luxus, «messo di traverso». È questo aggettivo
che in seguito ha preso il significato di «eccesso nella maniera di vivere,
fasto, dissolutezza (Corbellini e Saviolo, 2007).
Il lusso è dunque un disequilibrio, uno scostamento in rapporto ad una
norma, una regola, una legge. Di conseguenza, come queste ultime
cambiano con le società e le epoche, il concetto di lusso sarà sempre
relativo, impossibile da definire in astratto, senza una contestualizzazione
spaziale e temporale. Ogni società ha prodotto il suo, con i propri principi
e valori; addirittura all’interno dello stesso periodo storico è possibile
ritrovarne due letture discrepanti. La Francia del diciottesimo secolo, ad
esempio, opponeva ferventi favorevoli al lusso come Voltaire, per il quale
il superficiale era “cosa molto necessaria”, a critici convinti come Jean
1
Jacques Rousseau, che ne osteggiavano l’esistenza.
1
In Allerérès, Danielle (1990) “Luxe: Stratégies Marketing”.
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Seguendo una prospettiva storica, è possibile osservarne l’evoluzione del
significato attraverso varie tappe. A partire dall’antichità, durante la quale
il termine si ricollegava alle offerte f atte alle divinità per riceverne la
benevolenza, appare evidente l’esistenza di un legame imprescindibile con
quelli che sono i simboli del successo di un determinato periodo storico e
la contemporanea definizione del concetto di lusso. Con il Rinascimento,
esso assume una connotazione più profana, maggiormente ostentativa,
fino ad arrivare, nel 1 600 circa, ad una circoscrizione nell’ambito del
privato, limitandosi ad un’eleganza nella cura del particolare. Nei due
secoli successivi, invece, sono enfatizzati l’aspetto di non – necessarietà
ed il costo. Arrivando ai giorni nostri, osserviamo una discrepanza fra la
concezione di lusso diffusasi negli anni Ottanta e Novanta, che
considerava l’ostentazione un metodo efficace per definire la propria
identità sociale, e quella sviluppatasi a partire dal nuovo millennio, in cui
questi stessi connotati rimangono validi solo per i mercati emergenti,
mentre nel nostro Occidente ci si avvia verso una ridefinizione dell’identità
personale attraverso la ricerca di gratificazione, rassicurazione ed
emozionalità ( Lipovetsky 2003). Identità sociale ed identità personale si
definiscono sulla base di un orientamento sempre più intimista, che
ridimensiona l’importanza dell’aspetto sociale a favore di una dimensione
maggiormente individualista ed autoriferita (B. Dubois, G. Laurent, 2001).
1.2 Caratteristiche dei beni di lusso e classificazioni
Analizzando l’universo dei beni di lusso, si nota come ne facciano parte
elementi eterogenei, accomunati dal valore simbolico attribuito ad ogni
prodotto (presupposto per la sostenibilità di un premiun price rispetto ai
competitor) oltre che, dal punto di vista economico, da un’elevata
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elasticità della domanda rispetto al reddito. Besley (1989) ha inoltre
2
La domanda cresce in proporzione, o in maniera più che proporzionale, al reddito.
L’elasticità al reddito per i beni di lusso è dunque maggiore di uno.
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utilizzato il concetto di lusso nella contrapposizione fra beni necessari e
beni superflui.
Dal punto di vista sociologico, un tratto comune à rappresentato da
motivazioni ostentative del consumo legate al processo di stratificazione
sociale; dal punto di vista aziendale, invece, si tratta di industrie con
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un’elevata brand-intensity, che ricercano un vantaggio competitivo
attraverso il perseguimento di strategie di marca volte a creare valore
intangibile e aspirazionale. Come è possibile vedere dalla figura
successiva, passando da un marchio - prodotto ad un brand del lusso,
l’incidenza della componente emozionale aumenta spostando il core dalla
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convenienza all’emozionalità.
Figura 1.1 Valore emozionale e valore funzionale
Money for
emotion
Money for
quality &
Valore
Value for innovation
emozionale
money
Valore
Emozionale
Valore
Emozionale
Valore Valore
Valore
funzionale funzionale
funzionale
Private label Brand Brand di lusso
Fonte: Von der Gathen et al. - Simon Kutchers and Partner
Secondo Corbellini e Saviolo (2007), i marchi che fanno parte dell’universo
del lusso possono essere definiti come “un sistema coerente di
eccellenze”, vale a dire presentano un set di caratteristiche distintive che
si presenta unitario ed armonico al suo interno. Il primo di questi fattori è
3
Il peso del marchio rappresenta circa il 70% del totale degli asset aziendali.
4
In www.simon-kucher.com/ita04/local_whitepapers/whp_Il_valore_delle_emozioni
_Il_pricing_dei_beni_di_lusso.pdf.
11
comunemente noto come dream factor, un immaginario di marca che li
distingue dal mass market, conferendo ai beni in oggetto un’aura di
magicità, spesso grazie alla valorizzazione dell’heritage del brand.
Riferendosi al prodotto, caratteristiche imprescindibili devono essere la
qualità (sia in riferimento alla selezione delle materie prime per la sua
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produzione sia al processo di lavorazione) e l’originalità contenuta a
livello di innovazione e creatività, requisiti necessari alla definizione di una
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propria area di gusto e al lancio di nuove tendenze. Anche il prezzo
risulta fondamentale: grazie ad un premiun price nettamente più elevato
rispetto ai competitor nella categoria merceologica di riferimento, si
creano barriere all’acquisto che aggiungono ai prodotti un connotato di
esclusività. Conseguentemente al prezzo, ritroviamo le caratteristiche di
esclusività/selettività nella distribuzione e di qualificazione nel servizio,
resa possibile da una maggiore attenzione alla personalizzazione del
processo di scelta e d’acquisto, percepibile anche dal tono elitario della
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comunicazione.
Partendo da questa caratterizzazione di base, si possono compiere diverse
distinzioni all’interno del vasto insieme dei beni considerabili di lusso. La
più conosciuta in letteratura è quella illustrata nella piramide tripartita di
Danielle Allérès (1995), rivista anche da Corbellini e Saviolo.
Distinguiamo così tre diversi livelli (presentati nella figura 1.2): l’extra –
lusso, il lusso intermedio e il lusso accessibile.
L’extra-lusso è il lusso inaccessibile, invisibile, che non si vende ma si
riceve privatamente secondo un cerimoniale prestabilito. Prodotti e servizi
appartenenti a questa categoria mirano a soddisfare in modo unico e
personalizzato qualsiasi desiderio degli appartenenti alle classi più
5
Anche la qualità si ricollega molto spesso al concetto di heritage, attraverso il
mantenimento di metodi artigianali, anche legati a specifità territoriali, come per esempio
la valorizzazione del made in.
6
In Tartaglia, A. e Maritozzi, G. (2006) “Il lusso… Magia & Marketing. Presente e futuro
del superfluo indispensabile”.
7
Questo argomento verrà approfondito nel cap. 3.
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privilegiate, oltre a svolgere la funzione di referenza sociale per gli stessi
“happy few” (poche migliaia al mondo). Esempi ne sono l’haute couture di
Chanel, i jet privati creati da Tag group e la Gianni Versace S.p.a, o
l’American Express Centurion, il cui slogan è “It may not be diamonds, but
it sure can get you some”, di cui è possibile entrare in possesso solo su
invito.
Il lusso intermedio è il territorio dei marchi contemporanei che producono
in serie, ma in numero limitato. Basilare è la notorietà del marchio, resa
possibile dall’imposizione dell’immagine attraverso un uso massiccio dei
media. Nella moda è rappresentato dal pret-à-porter,che marchi, tra cui
l’appena citato Versace, stanno riposizonamento strategicamente verso
l’alto al fine di bilanciare i processi di brand extension avviati.
Il lusso accessibile, a cui si fa sempre più riferimento con il termine
masstige, è rappresentato dall’incontro fra logiche di business di massa e
l’universo di valori propri del lusso. Si tratta di beni legati ad un concetto
di benessere, di gratificazione individuale, di emozioni accessibili e
ripetibili. I critici affermano però che il lusso accessibile è solo la
manifestazione più recente del consumismo e dell’abitudine a consumare
beni non necessari.
Figura 1.2 La classificazione del lusso
Extra-lusso: inacessibilità,
Elistismo
unicità, preziosità, rarefazione
Icona
distributiva, sperimentazione
Tradizione
creativa, personalizzazione.
Unicità
Lusso : qualità/ stile,
Aspirazione
designer, serie limitate, canale
Riconoscibilità
selettivo, reputazione del
Differenziazione
marchio, uso media e PR.
Lusso accessibile: contenuto moda, Accessibilità
qualità/prezzo, segmentazione della Appartenenza
domanda, ricerca di visibilità. Status
Fonte: Adattato da Corbellini e Saviolo (2007)
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All’interno del mercato del lusso, un'altra distinzione nota è quella
proposta dai consulenti di A.T. Kearney. Rompendo con la tradizionale
tripartizione, la griglia di lettura proposta scompone il settore tra lusso
"esclusivo" e lusso "inclusivo". Il primo è fatto d’eccezione e di rarità, i cui
presupposti sono una produzione integrata e una distribuzione altamente
selettiva, addirittura esclusiva. Per conservare l'esclusività dei prodotti, in
questo primo cerchio le politiche di licenza non sono praticate e, per la
stessa ragione, i premi di prezzo che è possibile applicare sui prodotti
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superano anche di dieci volte il valore funzionale del bene.
Il lusso inclusivo, invece, permette al cliente di affermare la sua
appartenenza ad un certo stile di vita. Qui la produzione può avvenire
attraverso accordi di sub-fornitura o essere completamente delocalizzata.
La distribuzione è realizzata attraverso una molteplicità di canali. L'utilizzo
di marche secondarie ed il ricorso alle licenze possono rappresentare, per
certi brand, fino al 40% del loro fatturato.
1.3 I settori del lusso
L’universo del lusso è composto di numerosi settori di attività tutti
differenti, come osservato precedentemente, per origine storica, scenario
competitivo e peso economico.
Nel 1990 Mc Kinsey ha individuato, all’interno di uno studio condotto per il
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Comité Colbert, 35 categorie di prodotti suscettibili di contenere al loro
interno marchi del lusso (vedi figura 1.3).
In primo luogo, s i tratta di beni riguardanti la persona, comprendenti
quindi l’abbigliamento, gli accessori di moda, le scarpe, i profumi e i
cosmetici, la pelletteria. Oltre a questi, vi sono i prodotti riguardanti la
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Addirittura, in casi estremi, l’esclusività di questo tipo di distribuzione può arrivare al
rifiuto di vendita e può suscitare dunque un importanti contenziosi.
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Associazione che riunisce in Francia 75 marchi eccellenti dell’industria del lusso, guidati
dalla passione per la creatività e l’eccellenza.
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casa: oggetti in legno, arredamento, illuminazione. Un altro insieme è
rappresentato dalle uscite, dai viaggi e dalle feste, comprende perciò la
professione alberghiera, la ristorazione, i vini e gli alcolici. Infine, un
ultimo gruppo consiste nei mezzi di trasporto di lusso, ad esempio
automobili, barche ed aerei.
Questi beni, inseriti dall’American Marketing Association all’interno della
categoria dei beni speciali, possiedono caratteristiche uniche ed una
precisa identificazione di marca. La componente della marca nei beni
speciali è di fondamentale importanza non solo come indice di garanzia
della qualità e del pregio del prodotto stesso: il brand si rivela
fondamentale nel processo di identificazione del consumatore con il
prodotto, trasferendo assieme al bene tutto l’universo simbolico che la
marca ha costruito intorno a sé nel tempo.
Queste ragioni portano all’acquirente un rilevante sacrificio economico
rispetto al valore delle materie prime utilizzate, giustificato dal valore
soggettivo attribuito al prodotto ed al significato simbolico che è in grado
di esprimere, piuttosto che dalle caratteristiche funzionali che esso riesce
a svolgere. I prodotti di questo genere trasmettono all’acquirente valori
attraverso i quali identificarsi ed esprimere il proprio stile di vita e la
propria personalità.
Figura 1.3. Categorie del comparto dei beni di lusso
1 Accessori moda 13 Natanti 25 Alimentari
2 Valigeria e Pelletteria 14 Motocicli 26 Hotel
3 Scarpe e 15 Champagne 27 Ristoranti
4 Cosmetici 16 Superalcolici 28 Strumenti musicali
5 Pellicce 17 Vini 29 TV, HI -FI …
6 Abbigliamento 18 Cristalleria 30 Accessori per la scrittura
7 Orologi 19 Argenteria 31 Libri
8 Gioielli 20 Porcellane 32 Stampa
9 Abbigliamento Intimo 21 Arredi 33 Accessori per fumatori
10 Profumi 22 Biancheria per la casa 34 Fiori
11 Automobili 23 Lampade 35 Cura della persona
12 Aeromobili 24 Stoffe per arredi
Fonte: Mc Kinsey 1990
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Figura 1.4 Redditività di alcuni prodotti chiave per le categorie del lusso
Margine Margine
Lordo Operativo
Pelletteria & Scarpe 35%-80% 20%-50%
Pret-à-porter 50%-65% 5%-20%
Cognac & Champagne 30%-40% 35%-35%
Gioielleria & Orologeria 55%-70% 15%-20%
Accessori per la scrittura e illuminazione 10%-50% 0%-15%
Soprammobili 10%-50% 0%-10%
Fonte: stime Merill Lynch (2007)
E’ necessario in primo luogo precisare che, nella maggior parte dei casi,
parlando di lusso ci si riferisce a beni relativi alla persona dall’elevato
valore intrinseco. In generale, le categorie merceologiche considerate
sono principalmente quattro: abbigliamento, accessori, prodotti di
bellezza, gioielli e orologi (Corbellini e Saviolo, 2007). Altri settori, come
quello alimentare, la nautica o la tecnologia contengono al loro interno
segmenti e marche di lusso, ma questi ne rappresentano in ogni caso una
quota limitata del valore totale del loro mercato. In ogni caso, i confini di
ogni settore vanno definiti alla luce dei modelli esistenti nel paese a cui ci
si riferisce e, di conseguenza, al numero di imprese che vi partecipano.
Figura 1.5 I settori nel lusso
Settori
del
LUSSO
Abbigliamento Accessori Beauty Gioielli
in seta e pelle (fragranze, e orologi
(scarpe, borse, cosmetica,
piccola pelletteria) make up)
Fonte: Rielaborazione Corbellini e Saviolo (2007)
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La prima è l’abbigliamento, all’interno del quale definiamo lusso i segmenti
più alti dell’haute couture e del pret-à-porter, definiti sulla base della
variabile prezzo. L’haute couture è l’apice della personalizzazione: si tratta
di pezzi unici, confezionati su misura, destinati a poche centinaia di clienti
al mondo. Per quanto riguarda il pret–à–porter, questo identifica sia le
collezioni moda stagionali create dai designer a capo delle maison, sia il
gruppo delle imprese francesi come Hermès e Louis Vuitton, che
propongono un prodotto più classico e continuativo.
La seconda categoria è costituita dagli accessori, il settore maggiormente
in e spansione e che assicura i margini più elevati, funzionali alla
sostenibilità del più maturo business dell’abbigliamento. La tendenza
all’accessorisation, specie nella pelletteria, ha portato ad
un’ipersegmentazione di questo mercato.
Seguono i prodotti di bellezza, ambito nel quale i grandi marchi del lusso
si dimostrano particolarmente attivi nella messa in atto di rapporti di
licenza con le aziende del settore, preziose fornitrici di know-how
specialmente nella profumeria.
Chiudono questa classificazione gli orologi e i gioielli, merceologie di lusso
per antonomasia. Il mercato degli orologi è in crescita costante. L’Asia è il
primo mercato in espansione, con un tasso del 14%, e il terzo in valore
assoluto, grazie al fatto che gli orologi sono la prima categoria a
svilupparsi nei mercati emergenti. Il segmento “ fashion based” del
mercato presenta la percentuale di crescita più elevata con un tasso del
13% (contro il 9% dei watchmaker puri), nonostante rimanga in ogni caso
un mercato limitato (Monitor Altagamma 2007). Il mondo del gioiello sarà
inquadrato in modo dettagliato nel paragrafo 1.5.
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1.4 Le dimensioni del business
Il mercato del lusso presenta una componente di crescita stabile di lungo
periodo, mediamente attorno al 6 -7%, e una ciclicità di breve periodo
dovuta alle variazioni nello sviluppo economico dei diversi paesi acquirenti
10
e dall’andamento dei tassi di cambio (Deutsche Bank, 2000). Secondo
uno studio Eurostaf (2005), il mercato mondiale del lusso ha visto una
progressione di quasi il 14% annuo tra il 1996 e il 2000, che si è
accelerata fino a raggiungere il 16% nel biennio 1998-2000 grazie alla fine
della crisi asiatica e ad una congiuntura economica positiva. Dal 2001,
invece, la decelerazione in rapporto agli anni precedenti è netta: nel 2003
il mercato si attesta intorno a 95 miliardi di euro, subendo un
rallentamento storico del 5%. Tuttavia, l’evoluzione delle vendite mondiali
dei prodotti di lusso resta positiva e la crescita organica si stabilisce
intorno al 10%.
11
Uno studio, realizzato per la Direzione generale delle imprese (DGE)nel
2006, stimava il fatturato mondiale del lusso "tradizionale", intendendo
quindi i prodotti per la persona e la casa, i vini e gli alcolici (tutte le stime
nazionalità li accorpano), tra i 110 (Eurostaf) e i 170 (Bain/Altagamma),
miliardi di euro nel 2005. Applicando la propria classificazione, lo studio di
A.T. Kearney valuta il mercato del lusso per il 2005 compreso fra i 90
miliardi di euro del lusso esclusivo, e 140 miliardi di euro del lusso
inclusivo (che contiene al suo interno anche la quota riferita al lusso
12
esclusivo).
10
Proprio per queste ragioni, sia la crisi asiatica del 1996-98 sia il cambio dello yen
hanno notevolmente influito sull’andamento del mercato, essendo il Giappone uno dei
principali importatori di beni di lusso.
11
La DGE è il principale riferimento delle imprese francesi, svolge un ruolo centrale
nell’attuazione delle politiche di sviluppo e di innovazione industriale, monitorando la
realizzazione delle politiche a livello locale e la loro coerenza con le m isure adottate sul
piano nazionale.
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In Socquet-Clerc Lafont, J. (2008) “Le Luxe : Production Et Services”.
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