Infatti, nella societ contemporanea, caratterizzata dalla
circolazione immediata e su scala planetaria delle notizie, il
problema della comunicazione Ł divenuto uno dei maggiori
argomenti di dibattito culturale e perfino di conflittualit
economico-politica.
La consapevolezza che la gestione dei linguaggi di massa non Ł
per nulla un fatto asettico e neutrale, va assegnando
un’importanza prioritaria all’esigenza di salvaguardare il
pluralismo delle fonti di informazione e la stessa libert di
accesso alle comunicazioni, mentre il progresso scientifico e
tecnologico rende possibile enormi flussi di informazione.
Sociologi, economisti, massmediologi, analisti di mercato,
sono tutti d’accordo: siamo alle soglie di una nuova
rivoluzione industriale, prodotta dalla moderna convergenza di
informatica e telecomunicazioni.
Si profila all’orizzonte un nuovo tipo di societ : quella
dell’informazione.
Essa conoscer nuove modalit produttive, grazie alla
telematica e al telelavoro mobile; nuove forme di cultura, di
aggregazione sociale e di intrattenimento, grazie ai servizi
multimediali interattivi.
Le tecnologie della comunicazione potranno creare una
dimensione culturale nuova: la citt ed il pianeta del terzo
millennio saranno caratterizzati dall’integrazione fra lo
spazio materiale, biologico, e lo spazio dell’astratta
relazione immateriale, dell’elaborazione e della trasmissione
delle informazioni.
Questa tesi di laurea si propone di analizzare le
straordinarie possibilit di comunicazione offerte dalle
nuove tecnologie, con un particolare riferimento alle nuove
prospettive aperte dalla convergenza di informatica e
telecomunicazioni.
Il lavoro comprende una prima sezione dedicata alla storia del
telefono cellulare in Italia, dagli albori della telefonia
7
mobile fino al sistema radiomobile pubblico panaeuropeo GSM,
con un’attenzione particolare ai nuovi vantaggi che la
tecnologia digitale comporta, senza mancare di evidenziare che
il telefonino ha cambiato e continuer a cambiare il nostro
modo di organizzare il tempo libero e la vita lavorativa. A
questo proposito viene approfondito il tema del telelavoro
mobile, la cui fattibilit tecnica Ł consentita proprio dalla
sempre piø perfezionata integrazione delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione.
La sezione finale rappresenta un ulteriore approfondimento
della questione relativa al nuovo modo di comunicare
inaugurato dal GSM e comprende ampi spunti sulla
"globalizzazione delle comunicazioni", con un’attenzione al
"fenomeno Internet", l’ultimo punto d’arrivo di un itinerario
culturale e sociale che cambier il modo di considerare la
realt .
8
CAP.1 LA STORIA DEL TELEFONO CELLULARE IN
ITALIA.
La storia dell’uomo Ł anche la storia della sua capacit di
comunicare.
Forse i grandi progressi umani vanno accomunati ai progressi
nella comunicazione intesi come l’abilit a trasmettere le
proprie idee, sia nel tempo che nello spazio. Basti pensare
alla parola, alla scrittura, alla stampa, alla comunicazione a
distanza sia di parole che di scritti ed immagini.
Oggi una societ senza mezzi di comunicazione, senza telefono,
radio, televisione, giornali, ci sembra inconcepibile. Eppure
si tratta di conquiste quasi recenti. I primi giornali sono
del Settecento. Il telefono ha da poco compiuto un secolo di
vita (la prima telefonata in Italia fu effetuata il 30
dicembre 1877, dalla caserma dei vigili del fuoco di palazzo
Marino, al centro di Milano). Solo all’inizio del Novecento la
radiotelegrafia ha mosso i primi passi. E si sono dovuti
attendere gli anni ’50 perchŁ fosse posato il primo cavo
telefonico attraverso l’Atlantico. Quanto ai satelliti
artificiali che hanno rivoluzionato le comunicazioni
telefoniche e televisive, sono diventati di uso comune solo
nell’ultimo decennio, mentre gli esperimenti iniziali, ancora
di scarso interesse commerciale, sono cominciati circa venti
anni fa, con i lanci dei due satelliti Echo e Courier IB .
Le comunicazioni, da un lato, sono indice del livello di
sviluppo tecnologico raggiunto dagli uomini, dall’altro, con i
loro progressi, pongono le basi per uno sviluppo successivo. E
infatti gli strumenti di comunicazione stanno trasformando il
pianeta in un villaggio globale (1).
9
La possibilit di comunicare con il cellulare da un angolo
all’altro della terra Ł per noi un fatto cos normale e
scontato da lasciarci quasi indifferenti.
Certo sono state compiute molte conquiste da quando, agli
albori della telefonia, Alexander Graham Bell ed altri
pionieri profetizzarono radicali cambiamenti sociali e
geografici come risultato della diffusione del servizio
radiotelefonico. Allora, a cavallo tra l’Ottocento ed il
Novecento, alcuni attenti osservatori del costume sociale non
tardarono a cogliere le possibilit di comunicazione inedite e
straordinarie che il telefono andava offrendo. E non mancarono
quelli che, guardando con stupore alla nuova invenzione, si
spinsero a pensare che un giorno, forse, si sarebbe potuto
portare il telefono anche in tasca(2).
I telefoni oggi sono 20 milioni in Italia, 65 milioni in
Europa, piø di 400 milioni nel mondo. Ed Ł in crescita il
numero di allacci di telefonini. La Gran Bretagna Ł la nazione
con il maggior numero di utenti in Europa, mentre Ł l’Italia
ad aver avuto, nell’arco di un anno, il piø alto incremento di
utenza. A rivelarlo Ł la rivista "Financial Times" che ha
pubblicato i dati sui servizi cellulari dei maggiori paesi
europei (3).
Forse perchŁ l’immagine del cellulare richiama quella del
telefono; forse perchŁ siamo interessati piø all’uso pratico
che alla teoria, fatto sta che quasi mai pensiamo al
cellulare per ci che Ł: una sorta di apparato
ricetrasmittente che utilizza le onde radio, per ricevere e
trasmettere informazioni. Sono le onde radio che, modulate
opportunamente dai segnali prodotti dalla nostra voce, vengono
emesse dal nostro cellulare, captate dall’antenna della
Stazione radio Base, elaborate ed instradate fino al telefono
del nostro corrispondente. SicchŁ, a ben vedere, sono proprio
le onde radio-frequenza a contraddistinguere la telefonia
10
mobile rispetto ad altri sistemi di telecomunicazione in voce
e dati (4).
1.1 SISTEMA RADIOMOBILE PUBBLICO ITALIANO DI
PRIMA GENERAZIONE SRMC 160 MHz.
Negli anni ’70, in italia operava il servizio radiomobile di
avviso (SRMA) ed il servizio radiomobile di conversazione
(SRMC), gestito dalla SIP.
Il primo servizio di telefonia radiomobile fu lanciato in
Italia nel 1973 dalla Sip. Esso operava nella banda dei 160
MHz e copriva quasi tutta l'Italia con l'utilizzo di 32 canali
radio (16 dedicati alle grosse città e 16 alle vie di
comunicazione). La copertura era assicurata da stazioni radio
con antenne omnidirezionali, posizionate in luoghi strategici
con diametri delle celle molto grandi (oltre 40 Km). Il
servizio era automatico nella direzione da utente mobile a
rete fissa e tramite operatore in senso inverso.
Il servizio di radioavviso consentiva di far pervenire, in
buona parte del territorio nazionale, ad un utente dotato di
apposito ricevitore, installato in macchina, un massimo di
quattro chiamate, da parte di utenti della rete telefonica
pubblica (RTP), detti privilegiati , o attraverso operatrice.
Quando riceveva il segnale di avviso, l’utente poteva
richiamare il chiamante usando un normale apparecchio
telefonico della RTP; nel caso specifico della chiamata
proveniente da operatrice, doveva comporre il numero
telefonico 119 ed informarsi del numero da chiamare (5).
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Le possibilit che venivano offerte dal servizio radiomobile
di conversazione SRMC erano analoghe al servizio SRMA, con
l’aggiunta, attraverso un apposito apparecchio installato in
macchina, di poter effettuare una comunicazione con la RTP,
come un qualsiasi abbonato della stessa (6).
I sistemi radiomobili di prima generazione erano
caratterizzati da tre limitazioni:
1) il numero ridotto di canali radio di conversazione
(compreso tra 20 e 40) consentiva di servire un basso numero
di utenti;
2) se, nel corso della conversazione, l’utente mobile usciva
da un’area di servizio per entrare in un’altra, la
comunicazione si interrompeva;
3) per chiamare un utente mobile, era necessario conoscere
l’area di chiamate nella quale esso si trovava (8).
Dopo alcuni anni nelle due maggiori città italiane, Roma e
Milano, il sistema era saturo; queste due città infatti da
sole avevano la metà di tutti gli abbonati italiani (7).
1.2 SISTEMA RADIOMOBILE PUBBLICO ITALIANO DI
SECONDA GENERAZIONE RTMS 450 MHz.
Alla fine degli anni '70 cominciò la progettazione di un nuovo
network radiomobile nella banda dei 450 MHz da parte
dell'Italtel, che poi si occupò sia della realizzazione che
dell'installazione per conto della Sip.
Il nuovo network, chiamato RTMS (Radio Telephone Mobile
System), fu reso ufficialmente operativo nel 1985 nelle città
di Roma e di Milano (città in cui il sistema a 160 MHz era
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già saturo) e la copertura dell'intera nazione fu completata
nel 1989, anno in cui si contavano già più di 100.000 abbonati
al servizio.
Il sistema RTMS, ancora operativo per alcune migliaia di
fedelissimi abbonati, ma con ridotto numero di canali,
utilizza la copertura radio di tipo cellulare con la
possibilità di essere chiamati o chiamare in modo automatico
in qualunque zona all'interno dell'area di servizio.
Il sistema viene progettato e realizzato cos da rendere l’uso
di apparati radiotelefonici analogo a quello del classico
telefono. Qualsiasi utente radiomobile pu essere chiamato
senza che sia necessario conoscere a priori l’ubicazione. A
differenza del sistema di prima generazione, che non
consentiva di mantenere la conversazione telefonica nel
passaggio da un’area di conversazione all’altra, il sistema
RTMS 450 Ł provvisto della procedura di commutazione
automatica di hand-off (SRB); per questo, si pu dire che il
sistema RTMS 450 Ł di tipo cellulare.
Consente inoltre di effettuare l'handover ed il controllo di
potenza del terminale radiomobile su due livelli.
I terminali, disponibili in due versioni, veicolare e
trasportabile (valigetta), venivano costruiti da due grosse
aziende italiane: l'Italtel e l'Ote.
Il sistema RTMS è composto da 10 MSC (Mobile Switching Center)
e da 9 Sub-MSC disposti in posti strategici all'interno del
territorio nazionale in modo da assicurare la massima
copertura.
La rete a 450 MHz raggiunse ben presto la saturazione, sempre
nelle grosse città, così che fu necessario sviluppare delle
tecniche di copertura settoriale per aumentare la capacità
nelle località congestionate.
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