Zygmunt Bauman ha utilizzato la metafora della liquidità, per trattare i diversi aspetti della
nostra condizione esistenziale e della società nella quale viviamo.
I numerosi richiami alla forma liquida della nostra epoca, ci vengono proposti in particolare
in “Liquid Times – Living in a Age of Uncertainty” e nei testi disponibili anche nella traduzione
italiana “modernità "liquida"”, “Amore liquido”, “Paura liquida”, “Vita liquida”.
Bauman definisce l’epoca contemporanea l’epoca della “modernità "liquida"”, un'epoca
nella quale agli elementi che caratterizzano la società viene attribuita la condizione dello stato
liquido.
Aspetti come la paura, l'incertezza e la precarietà della condizione umana, sono temi
ricorrenti in Bauman e nella sua descrizione delle dinamiche sociologiche e politiche che
condizionano il nostro modo di essere e le nostre prospettive di cambiamento.
La dimostrazione di un cambiamento in atto nell'epoca contemporanea, ci consentirà di
proporre due fasi distinte della Modernità: una “solida”, “pesante”, figlia della rivoluzione
industriale, la seconda “liquida”, “fluida” e “leggera”, caratterizzata dall'avvento di un nuovo
sviluppo tecnologico.
Tornando ai personaggi della nostra storia, cominciamo il discorso definendo il concetto di
modernità. Cos’e? E’ l’ossessiva e compulsiva “modernizzazione”. Voglio enfatizzare questa
definizione perché nella comune vulgata, la modernizzazione viene pensata come un processo che
porta come esito, appunto, l’essere “moderni”, invece la modernità non ha esito, è il processo in
sé. Quando ci si ferma si cessa di essere moderni. E’ come un fiume che non è più tale se cessa di
scorrere, o il vento che non è più vento se cessa di soffiare. Modernizzare o modernizzarsi significa
cambiare continuamente, cioè non accettare le cose così come sono e cambiarle.2
Nel capitolo dedicato a Bauman, e al suo concetto di “modernità "liquida"”, ho voluto
sviluppare una mia interpretazione, che pone al centro della questione tre elementi decisivi per
questo lavoro:
• Tecnica;
• Individuo;
• Società.
Questi sono aspetti che ritengo essere prioritari, per la comprensione della modernità
"liquida" proposta da Bauman. Sono aspetti che ritroviamo nelle riflessioni di Lyotard, Magatti,
2
Z. BAUMAN, L’etica degli affari nella modernità liquida, Docenza di sabato 27 marzo 2004, da
http://docenti.lett.unisi.it/files/40/3/37/1/Zygmunt_Bauman_Etica.pdf.
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Augè, Giddens, e che pertanto dovrebbero facilitare la costruzione di un discorso per quanto
possibile coerente.
Di particolare rilevanza, a mio parere, è il fatto che gli stessi concetti di spazio e di tempo
sono oggi totalmente rimessi in discussione non solo da Bauman, ma anche e soprattutto dalla stessa
scienza che li ha originati e dalla fisica in particolare.
A tal proposito, propongo una riflessione sui nuovi orizzonti aperti dallo sviluppo della
fisica quantistica, in particolare analizzando le teorie di due fisici: Anton Zeilinger e Julian Barbour.
Julian Barbour propone addirittura una teoria, da me in parte condivisa, della “fine del
tempo”, o perlomeno della fine di un concetto di “tempo”, che ha condizionato le nostre esistenze
nel corso di tutta la storia.
Attraverso lo studio di autori come Jean-François Lyotard, Marc Augè, e Mauro Magatti,
analizzeremo rispettivamente i concetti di “post-modernità”, “sur-modernità” e di “capitalismo
tecno-nichilista”.
Ciò che accomuna tutte queste proposte di una fase successiva alla modernità, sembra essere
l’idea di vivere in un “dopo” non ancora ben definibile e comunque non ancora completamente
distinguibile dalla modernità stessa. Siamo consapevoli di partecipare ad una svolta, ad un
cambiamento epocale, e il problema sembra essere proprio quello di non riuscire a riconoscerlo o,
meglio, a definirlo.
Al centro del presente lavoro quindi, ho posto Z. Bauman e la sua concezione di “modernità
"liquida"”. Bauman, più degli altri autori proposti per questo lavoro, sembra aver colto, con estrema
lucidità e chiarezza, gli aspetti fondamentali della società in cui viviamo.
Fluidità e movimento sono le caratteristiche principali della nuova epoca liquida:
La “fluidità” è lo stato dei liquidi e dei gas. Ciò che distingue entrambi dai corpi solidi,
come l’Enciclopedia Britannica autorevolmente ci informa, è che “in condizioni di riposo non
possono sostenere una forza tangenziale o di taglio”, e quindi producono un “continuo mutamento
di forma se soggetti a tale pressione”.3
Un corpo solido, gettato in un corpo liquido, non può che galleggiare o sprofondare.
“Non si rompe” (al contrario di “non toccare” o di “chi rompe paga”): questo è scritto sulle
etichette che troviamo, oggi, esposte nella bottega della vita.
Le rivoluzioni del passato non trovano più un obbiettivo solido sul quale scagliare la propria
forza distruttiva. Una rivolta, anche la più dirompente, cadrebbe come una goccia in mezzo al mare.
3Z. BAUMAN, Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari 2007, p. III.
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Creerebbe delle onde circolari che andrebbero inevitabilmente a diminuire di intensità, sino alla
graduale scomparsa. E lo stato liquido assumerebbe nuovamente la sua forma originaria.
Secondo Bauman viviamo in una fase della storia nella quale gli elementi si presentano con
caratteristiche simili a quelle dei liquidi. Le “verità” solide del passato si sono lentamente liquefatte.
Al concetto di “modernità "liquida"”, Bauman contrappone il concetto di “modernità
"solida"”.
Le differenze tra lo stato solido e lo stato liquido di un corpo, vengono utilizzate da Bauman
come metafore per descrivere le condizioni nelle quali è destinato a vivere l’uomo moderno. Le
proprietà dei liquidi, come ad esempio la leggerezza, la fluidità … vengono associate a questa
nuova fase della storia, in contrapposizione ad una modernità "solida", “pesante”, ormai destinata a
sciogliersi nello stesso modo in cui il processo di liquefazione sta ridimensionando i ghiacciai del
globo terrestre. I corpi solidi vengono sostituiti da infinite configurazioni e modelli non più “dati”, e
tanto meno “assiomatici” che portano al conseguente dominio della individualità.
L’esperienza di entrare in un corpo liquido come l'acqua è una sensazione piacevole che ci
accingiamo a scoprire, già prima della nostra nascita nel ventre materno. L’inizio della vita per
ciascuno di noi avviene in un ambiente acquatico. Il liquido amniotico costituisce, per il feto, la
condizione principale e assoluta per vivere. L’acqua è un elemento prezioso sia per la madre che per
il bambino.
Con la crescita, l’acqua diventa un elemento fondamentale per sopravvivere. Ma crescere,
significa anche dover lottare per rimanere a galla, nella continua ricerca di un solido punto
d'appoggio. Si può tentare di rimanere fermi e farsi trascinare dalla corrente, oppure si può cercare
di nuotare, per seguire una determinata direzione.
Ma la liquidità non è la caratteristica solo dell'acqua. Liquido è lo stato anche della resina o
del catrame e di altre sostanze vischiose. Nelle sabbie mobili ogni minimo movimento ci trascina
nell'inevitabile sprofondamento e alla morte sicura. Basta poca sabbia per rendere melmosa una
sostanza liquida; e in quel caso il nostro corpo (solido) riuscirebbe difficilmente a sopravvivere.
Nella società in cui viviamo, ciascun individuo si ritrova immerso in uno stato liquido, che
può risultare vischioso, oppure limpido e fresco come lo scorrere dell'acqua di un torrente. Ma
anche un torrente può diventerà fonte di pericolo. L’eventuale nuotatore inesperto si troverà in
difficoltà nel tentativo di rimanere a galla e cercherà, in alcuni casi inutilmente, di non farsi
trascinare via dalla corrente.
All'essere umano spetta il compito di badare a se stesso, di rimanere a galla in un mondo nel
quale tutti i punti d'appoggio della modernità "solida" si sono liquefatti, e hanno dato origine ad una
società la cui sostanza non può più essere modellata a colpi di martello e scalpello.
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La principale caratteristica dei fluidi consiste nel continuo mutamento al quale sono
sottoposti una volta a contatto con una forza di percussione o di taglio. In uno stato di quiete,
riprendono la loro forma originaria.
Nei nostri tempi postmoderni, per motivi discussi altrove, i confini che tendono ad essere
allo stesso tempo più desiderati e di cui più acutamente si sente la mancanza, sono quelli di una
posizione sociale sicura e legittima, di uno spazio incontestabilmente personale, dove progettare la
propria vita con un minimo di interferenze, giocare un ruolo in un gioco le cui regole non mutano
all'improvviso e senza giustificazione, agire ragionevolmente e nutrire speranze per un domani
migliore.4
Una società liquida è tale se i contesti in cui agiscono gli uomini attuano un cambiamento
prima ancora che possano diventare abitudini o procedure, nelle quali l'individuo si trova
nell'impossibilità di concretizzare risultati e beni duraturi. La vita liquida è una vita precaria,
incerta, non in grado di conservare a lungo la propria forma. La sostanza liquida non ha forma se
non quella del solido che la contiene.
Allo scopo di dimostrare la validità della metafora utilizzata da Bauman, ho completato il
lavoro con altri importanti contributi che diano la possibilità di comprendere alcuni aspetti comuni
del cambiamento in atto. Attraverso lo studio:
1. della Condizione postmoderna in Jean-François Lyotard, per il quale, alla fine del XIX
secolo, assistiamo ad una rottura con la cultura della modernità, rappresentata dalle grandi
teorie filosofico-politiche del passato;
2. dei concetti di “sur-modernità” e di “nonluogo”, coniati da Marc Augè per descrivere il
passaggio dall'epoca moderna del XVII, XVIII e XIX secolo, ad una nuova epoca,
caratterizzata dall'accelerazione del tempo e dal ridimensionamento dello spazio;
3. del concetto di Capitalismo Tecno-Nichilista (CTN), ideato dal prof. M. Magatti, in
particolare nel testo di riferimento: Libertà immaginaria – Le illusioni del capitalismo
tecno-nichilista, che coincide con la fine delle ideologie del XX secolo, con il fenomeno che
definisce: “Capitalismo societario”;
ho cercato di dimostrare che siamo testimoni di un momento della nostra storia senza precedenti,
che rimette in discussione le fondamenta delle nostre convinzioni, compresa la stessa concezione di
essere umano.
4Z. BAUMAN, La società dell'incertezza, Il Mulino, Bologna 1999, p. 67.
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