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questi cinque valori, si Ł determinata l attrattivit del settore considerato, espressa, a sua
volta, da un singolo valore numerico, compreso anch esso tra uno e cinque.
Entrando nel merito del lavoro di tesi, il primo capitolo si articola in 5 paragrafi,
ognuno dei quali presenta una panoramica generale della forza in oggetto alla quale
segue un attenta descrizione schematica dei fattori principali dai quali Ł costituita,
grazie all analisi delle piø importanti variabili che influenzano i fattori stessi.
In base a ci , nel secondo capitolo si procede con l’individuazione di criteri per la
valutazione e la misurazione di ogni singola variabile, anche grazie all utilizzo di
esempi reali, in modo da realizzare una metodologia quantitativa di analisi del settore
che possa essere utilizzata in modo pratico. Per ogni variabile verr scelta un’unit di
misura che riesca a rappresentarne la natura, e realizzata una scala che assegni il valore
minimo, se la presenza della variabile contribuisce a migliorare il posizionamento
competitivo e la redditivit dell impresa, quello m assimo se tale presenza peggiora
questi due aspetti. Al termine di ogni paragrafo, corrispondente all analisi di una forza,
sar presentata una tabella, sintesi schematica del l analisi condotta, la quale aspira ad
essere realmente utile secondo due prospettive. La tabella, infatti, pu essere sfruttata
dalle imprese gi appartenenti ad un settore, per f ocalizzare lo stato di salute del
mercato in cui si trovano a competere, individuando quali sono i punti da rafforzare,
quelli da conservare o da mutare per migliorare la redditivit ; in secondo luogo pu
essere adottata dalle nuove aziende, per capire se posseggono strumenti e competenze
necessari per inserirsi in un settore e capire se quest’ultimo non Ł saturo per accoglierle,
ma, al contrario, sufficientemente attrattivo.
Nel terzo capitolo la metodologia sviluppata viene testata procedendo all analisi di
due diversi settori, quello lattiero-caseario e quello alberghiero. La scelta di tali settori
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Ł stata fatta in base alla possibilit di reperimento dei dati necessari, correlata
all esigenza di mettere in evidenza la validit del la metodologia operativa sviluppata.
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CAPITOLO I
Modello di Porter
Con estrema chiarezza Michel Porter, accademico ed economista statunitense, nei primi
anni 80, fece una sintesi del pensiero di vari ricercatori, i quali dimostrarono un rapporto
tra la struttura del settore (o del mercato), le strategie delle imprese che operano in tale
settore e i risultati da esse ottenuti. Porter infatti propose un modello che, nonostante molti
punti deboli, Ł considerato come un passaggio obbligatorio per una prima analisi del
settore. Con il termine "settore", lo stesso Porter indica un gruppo di aziende che offrono
prodotti e servizi intercambiabili, per cui Ł necessario che siano delimitati i suoi confini.
L’analisi di settore e della concorrenza Ł un processo ordinato che mira ad individuare i
fattori strutturali che determinano le prospettive di redditivit nel lungo periodo di un dato
settore, nonchØ ad identificare e raffigurare il comportamento dei concorrenti piø
importanti.
Il quadro di riferimento di gran lunga piø diffuso ed influente per valutare il grado di
attrattivit del settore Ł appunto quello disegnato da Porter: il modello delle cinque forze
competitive.
Come si pu leggere dall’articolo pubblicato nel 1979 da Porter per l Harvard Business
Review, successivamente aggiornato e amplificato, egli focalizza l’attenzione
sull’ampliamento del concetto di concorrenza.
Secondo Porter quest ultima Ł gestita dai manager con una visione troppo ristretta. La
concorrenza, insomma, per conquistare i profitti va oltre quelli che sono i rivali gi
esistenti nel settore per includere anche altre forze competitive: clienti, fornitori, nuovi
entranti e prodotti sostitutivi. La concorrenza allargata , che risulta dalle cinque forze,
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definisce la struttura di un settore e determina la natura dell’interazione competitiva
all’interno di esso. Per quanto differenti tra loro i settori possano apparire a uno sguardo
superficiale, i sottostanti driver (le cinque forze) della redditivit sono gli stessi. Se le forze
sono molto intense quasi nessuna azienda Ł in grado di ottenere un significativo ritorno
sull’investimento; se invece sono relativamente benevole molte aziende risultano essere
profittevoli. E la struttura del settore a determinare la concorrenza e la profittabilit , non il
fatto che il settore produca beni o servizi, sia emergente o maturo, high-tech o low-tech,
regolato o non regolato.
Secondo Porter quindi, capire le forze competitive e le loro cause sottostanti, mette in
luce le basi della redditivit di un settore e cont emporaneamente fornisce un quadro di
riferimento che consente di anticipare e influenzare nel tempo sia la concorrenza che la
stessa redditivit . Egli continua con il sostenere che una sana struttura di settore dovrebbe
essere per lo stratega una preoccupazione di carattere competitivo altrettanto grande quanto
lo stesso posizionamento competitivo dell’azienda.
Porter conclude che, difendersi dalle forze competitive e plasmarle a favore dell’azienda
sono azioni cruciali ai fini della strategia.
Procediamo con l’analizzare ogni forza rispondendo a semplici domande:
- Secondo quali fattori la forza agisce sulla redditivit media di lungo periodo di un
settore ?
- Ogni fattore, da quali variabili pu dipendere?
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1.1 Intensit della Concorrenza
La rivalit tra i concorrenti si colloca al centro delle cinque forze del modello di Porter.
Tale forza assume molte forme familiari a tutti, tra gli sconti sui prezzi, l’introduzione di
nuovi prodotti, le campagne pubblicitarie e i miglioramenti del servizio. E chiaro che un
elevato livello di rivalit limita la profittabilit di un settore.
Tra i fattori che influenzano in modo piø intenso il grado di incidenza della forza, degni
di nota sono:
• Grado di concentrazione del settore rapportato a dimensioni e capacit dei
concorrenti.
Vero Ł infatti che, una volta stabiliti i confini del settore, la rivalit tende ad essere piø
intensa quando i concorrenti sono molti e hanno dimensioni e capacit molto simili. In
situazioni di questo genere Ł difficile che i rivali riescano ad evitare di rodersi i margini a
vicenda. Se sono numerosi, come avviene per esempio nella distribuzione al dettaglio, le
strategie possono essere varie e innovative ed esiste un’ampia possibilit di imitazione.
Senza un leader di settore quest ultimo pu risulta re in uno stato di continua turbolenza in
quanto le azioni che potrebbero essere importanti per il suo equilibrio vengono nel
complesso trascurate a favore di una frenetica lotta tra i molti concorrenti. E quindi
senz’altro preferibile operare in un settore dove l’80% del mercato Ł gestito da poche
aziende che condividono la stessa filosofia di concorrenza (anche se non si appartiene
direttamente a questo gruppo) che in un settore dove operano centinaia di aziende piø o
meno simili rispetto a dimensioni e capacit ma con punti di vista completamente diversi
per quanto riguarda le strategie da seguire.
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Nel primo scenario, infatti, sono rari colpi di scena in quanto le regole del gioco risultano
chiare e nessun concorrente ha convenienza nel fare una mostra che, anche se consente di
migliorare la propria posizione nel breve periodo, innesca turbolenze imprevedibili e
difficili da gestire.
• Ritmo di sviluppo.
Tale fattore Ł sicuramente collegato alla variazione della domanda e alla prevedibilit di
evoluzione del settore stesso. Se lo sviluppo positivo della domanda Ł elevato, aumentano
le opportunit per le imprese in quanto si crea una fonte di prosperit ; viceversa, se lo
sviluppo Ł basso o addirittura negativo un’impresa pu crescere soltanto se sottrae quote di
mercato ad un concorrente. E in quest ultima situa zione, quindi, che aumentano
vertiginosamente i conflitti per accaparrarsi quote di mercato e si inasprisce la
concorrenza. La prevedibilit e il grado di turbole nza del settore, sono chiaramente mossi
dalle scelte strategiche delle imprese ma anche da fattori esterni appartenenti all’ambiente
come i gusti, le mode, il reddito degli utenti che sono quasi per nulla gestibili o prevedibili.
• Caratteristiche del prodotto.
Cruciale Ł la differenziazione dei prodotti offerti dall’azienda. Nociva per la redditivit del
settore Ł la presenza di "commodity", prodotti o servizi indifferenziati che basano la loro
competizione sul ribasso dei prezzi. Per risultare vincenti rispetto a questa strategia
competitiva infatti, si gioca a discapito della qualit , del prestigio e della soddisfazione
finale del cliente che non sceglier piø in base al le caratteristiche intrinseche del prodotto,
ma esclusivamente in base al prezzo piø conveniente.
Completamente opposto invece Ł lo scenario competitivo di settori che si trovano ad
ospitare aziende che offrono prodotti unici e difficilmente comparabili con quelli dei
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concorrenti. Anche l’atteggiamento del cliente Ł diverso in questo scenario, si soffermer
sulle reali caratteristiche del prodotto quali qualit , originalit , servizi pre e post-vendita
non ricercando necessariamente il risparmio economico. La concorrenza che si realizza su
dimensioni diverse da quella del prezzo (sulle caratteristiche del prodotto, sui servizi post-
vendita, sull’immagine di marca o sui tempi di consegna) ha meno probabilit di erodere la
profittabilit , dato che aumenta il valore per il c liente. La rivalit che si concentra su
dimensioni come la pubblicit e le caratteristiche del prodotto pu giustificare prezzi piø
alti e generare l’innalzamento di barriere d’ingreso al settore. Tuttavia, talvolta, anche la
rivalit su componenti diverse dal prezzo raggiunge livelli tali da mettere a repentaglio la
profittabilit del settore, ma non cos spesso come capita con la concorrenza di prezzo.
• Diversit strutturale.
Tale fattore sottolinea l importanza dell’organizzazione, della gestione dell’impresa e della
scelta delle strategie da seguire. La struttura fisica e amministrativa dell’impresa nasce
successivamente alla scelta degli obiettivi da raggiungere e della tipologia di strategia da
perseguire. Piø turbolento e meno prevedibile risulta lo scenario di settori composti da
imprese che si muovono realizzando obiettivi e investimenti di breve-medio periodo e che
scelgono di seguire strategie focalizzate sull’abbattimento dei costi rispetto allo scenario
dei settori composti da aziende che invece guardano al lungo periodo focalizzando le
strategie sulla diversificazione del prodotto-servizio offerto perchØ in questo modo si rende
piø difficoltosa l’entrata di nuovi concorrenti nel settore e si protegge e si accresce la
redditivit .