continuare questa strage continua e silenziosa? No, la guerra bianca deve finire, perché un
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economia che possa valere la vita di un operaio o di un qualsiasi altro lavoratore .
La sicurezza nei luoghi di lavoro, che è parte della tutela richiesta dalla Costituzione, è
un problema non nuovo ma più che mai scottante, che deve costituire oggetto di costante
impegno. , infatti, assurdo che si debba morire lavorando e lavorando. In nessun luogo, i
lavoratori possono essere trattati come numeri. Occorre un forte impegno civile al fine di
promuovere una comune operante cultura della sicurezza per garantire livelli sempre più
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alti di prevenzione e tutela. I progressi scientifici e tecnologici, infatti, non si traducono
automaticamente in un miglioramento delle condizioni di lavoro ed esiste un divario
notevole tra le possibilità di prevenzione e la situazione reale in materia. Ciò che occorre
o comportamentale.
Le persone, infatti, non cambiano il loro modo di fare se hanno la tecnologia a disposizione,
ma solo se hanno nel loro bagaglio culturale le conoscenze per saper affrontare le situazioni
che si presentano loro. Le direttive comunitarie, a tal proposito, hanno aiutato i vari Stati a
migliorare la legislazione nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro; tuttavia gli
avanzamenti raggiunti sono stati poco consistenti, minacciati dalla flessibilità del lavoro e
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dalla questione dell. Bisogna, però, ricordare che tutti lavoriamo e tutti
possiamo rimanere vittima del nostro lavoro, manuale o intellettuale che sia.
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Le morti sul lavoro sono morti della vergogna, omicidi di persone ed un imprenditore non
ha il diritto di chiedere quanto tempo ci vuole per portare a termine una riunione, se questa
riunione è la riunione annuale per la sicurezza, quella dove si discute di prevenzione, di
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S. DI PERSIO, Morti bianche. Diario dal mondo del lavoro: morti, infortuni, malattie, Lavis, 2008, p. 217.
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Discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del 1° maggio 2007.
5
C. SMURAGLIA, O. BONARDI, G. NATULLO, V. PASQUARELLA, P. CAMPANELLA, A. LUPI,
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in Riv. giur. lav. prev. soc. (Supplemento al n. 2/2007), Roma, 2007,
p. 225 ss.
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Dante Baldazzi, rappresentante sindacale e RLS.
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formazione, di rischi. Ma l purtroppo, tra tutti i tempi, conosce solo quelli di
produzione e non quelli di riposo, quelli di svago, i tempi di vita. Non bisogna dimenticare,
però, anche che il 90% degli incidenti avviene nelle imprese con meno di 16 dipendenti,
ianco e si espongono insieme
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ai rischi .
giurisprudenziale, in altri, hanno depotenziato, per lungo tempo, il messaggio di tutela
proveniente dai principi di tutela delle persone, fino a trasformare la funzione preventiva
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danno consumato, volto, prevalentemente, a ristorare le vittime della mancata protezione .
Le leggi ci sono, la società ci ha pensato, eppure queste leggi sono violate ogni giorno, nei
cantieri, nelle fabbriche, nelle industrie, sotto gli occhi di tutti. Ed anche se in questi ultimi
a superare, spesso,
una certa soglia di infortuni mortali e non viene intervistato mai un tecnico della
La cultura del lavoro dovrebbe essere fondata sul rispetto della vita, sul primato di chi
lavora, rispetto al prodotto del suo lavoro, sulle cose e sugli utili. Quando si affidano i
propri figli ai datori di lavoro, infatti, si pensa che questi continuino a proteggerli, come i
genitori fanno, e non che ci si potrebbe ritrovare a pregare davanti ad una tomba, il giorno
del funerale, giorno in cui la fabbrica a volte non ferma neanche la produzione, giorno in
cui un padre ed una madre, una moglie o un marito, un figlio o una figlia non hanno
neanche potuto vestire il loro caro, perché il macchinario che operava senza protezioni ha
stritolato quel corpo.
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zione).
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L. GUAGLIANONE e F. MALZANI (a cura di),
tecnologie, Milano, 2007, p. 58.
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Nel tempo, invece, si sono ripetute le cause e simili sono stati i luoghi ed i contesti nei quali
gli avvenimenti luttuosi si sono verificati; le uniche cose che nel tempo sono cambiate sono
state il numero delle vittime e le origini dei lavoratori. Troppe, purtroppo, sono le imprese
la cui competizione è giocata sul costo del lavoro e che, per reggere tale competizione,
superano le soglie poste a garanzia del lavoratore, della sua vita e della sua dignità. Ma fare
impresa senza etica, organizzare il lavoro prescindendo da chi lo deve effettuare, usare
sostanze senza cautelarsi sui loro effetti, affannarsi verso il profitto, negare partecipazione,
responsabilità e la valorizzazione di chi lavora, significa provocare morti, infortuni e
malattie.
relativi ad incidenti stradali o lavoratori clandestini, che non sono inseriti nelle liste e
centinaia di infortuni che non fanno rumore e che non occupano neanche qualche riga delle
cronache dei giornali provinciali o dei telegiornali nazionali. Il ricatto ed il rischio,
purtroppo, per alcuni lavoratori, sono obblighi da accettare, in un rapporto di
subordinazione.
ad occupare quello stesso posto, magari a condizioni anche più svantaggiose; oggi i
lavoratori hanno paura di pretendere diritti e condizioni di lavoro migliori e non esiste più il
arriva a farsi la guerra fra poveri, per mantenersi un lavoro con contratto a tempo
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indeterminato .
Le procedure di sicurezza, quindi, non andrebbero viste come un elemento di costo, ma
come un investimento. Ma quanto costa mettere in sicurezza un impianto? E la formazione
per i dipendenti? Le attrezzature per la loro incolumità? Molto di più, enormemente di più,
ersona. Le aziende lo sanno e, per tale
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Robinson Massacesi, sindacalista del sindacato di base SDL Intercategoriale.
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motivo, preferiscono rischiare e, così, la vita assume un valore più basso, rispetto alla
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produzione .
state, a volte, reinserite, con una mansione diversa, nella stessa impresa dove hanno subìto
quel danno invalidante. Ma non è facile rientrare a lavorare in un posto dove si è perso
tanto, dove molti pensano che la persona invalida sta approfittando della situazione, dove,
solo come quantitativo di lavoro si viene paragonati a persone normali. Ci sono persone
trasferite come pacchi postali da un luogo di lavoro ad un altro, in uffici senza strumenti di
lavoro adatti, demansionate, emarginate, discriminate, sole, in luoghi non adeguati a
persone invalide, con barriere architettoniche insormontabili. Sono persone che lavorano
per curarsi o comprare medicinali, sono persone che vivono tutti i giorni la stessa disgrazia,
persone segnate per tutta la vita da un infortunio, che ha tolto loro una parte di sé. Quando
un uomo perde una mano, infatti, non può più scrivere la sua storia, la sua vita.
contratte durante la vita lavorativa, per non aver utilizzato guanti, mascherine, sistemi di
protezione adeguati, per non essere stati informati sui rischi effettivi della lavorazione e
perché gli impianti di depurazione e di aereazione funzionavano solo in caso di controlli. Ci
sono milioni di persone che hanno respirato e toccato la morte per anni senza saperlo,
mentre i colleghi continuavano a morire. La malattia professionale si caratterizza per i
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lunghi tempi (anche anni) che intercorrono tra il contatto con il fattore di rischio e la sua
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I controlli delle Asl sono carenti per mancanza di ispettori, infatti i tecnici sono circa duemila e visitano
mediamente la stessa impresa ogni 33 anni; alcuni comparti, addirittura, ogni 65 anni ed in alcune zone (le
imprese agricole della Sicilia) ogni 200 anni. In un Paese civile come il nostro, gli imprenditori sanno che il
facen
raffinazione divenuta tristemente nota il 25 novembre 2006 per la morte di quattro lavoratori, saltati in aria,
insieme ad un silo pieno di olio ed ancora di più, nei mesi successivi, in seguito alla clamorosa richiesta di
i confronti dei parenti delle vittime).
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umori).
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determinazione. Questo genera una notevole incidenza dei casi ancora indeterminati nel
complesso dei dati a disposizione. Esistono, poi, una molteplicità di casi che sfuggono alle
tabelle, in quanto si tratta di malattie per cui spetta al lavoratore dimostrare in nesso causale
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.
Per di più, gli effetti di un ambiente di lavoro possono prodursi anche al di fuori della sfera
soggetti maggiormente
più frequenti i casi nei quali il rischio è esteso alle popolazioni civili; le emissioni dannose
non si arrestano ai cancelli della fabbrica nto
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riguardano sempre di più il territorio . Così, i lavoratori destinatari di obblighi di
periodiche, possono essere relativamente più protetti di quanto non lo siano gli ignari
essi, quasi sempre a posteriori, quando le statistiche rilevano un incremento di particolari
patologie o si verificano incidenti di notevole gravità.
Nel
lavoro), ogni anno 142.400 persone muoiono a causa di malattie professionali ed 8.900 a
causa di infortuni sul lavoro. Fino ad un terzo delle 150.000 morti sul lavoro registrate ogni
anno possono essere attribuite a sostanze pericolose presenti negli ambienti di lavoro e di
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. Ancora oggi, in Italia, a quindici anni di
cessive modifiche ed
integrazioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro (ora sostituito dal decreto legislativo
allattati da madri senza neanche togliere il grembiule.
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Fonte: www.malattieprofessionali.eu
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S. CUI, Lo stato di malattia del lavoratore. Le forme di controllo a cui il datore può ricorrere, in
Controversie & Soluzioni, Matelica, 2006, p. 53 ss.
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Fonte: www.osha.com
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