eretici,lo sviluppo economico aumentò l'importanza dei laici,il castello diventò un centro
culturale in cui il signore e i contadini affermarono la loro identità nei confronti del clero,si
assistette alla rinascita della cultura popolare.
Noi la conosciamo essenzialmente grazie ai testi ecclesiastici che la condannano,come il
Decreto di Burcardo,vescovo di Worms dal 1000 al 1025,che costituisce il primo grande
repertorio di “superstizioni”.
Un altro strumento di comunicazione e di potere che si diffuse in questo periodo fu la
redazione e la circolazione di documenti scritti.
Sono testi dotati di valore giuridico,che sono alla base deli diritti su
terre,immobili,persone,rendite e che sono strumento essenziale al servizio del diritto,della
ricchezza e del potere.
I principali utilizzatori e redattori di questi documenti sono stati i chierici,ma lo sviluppo
urbano e quello,in primo luogo nella cristianità meridionale,dei notai,fece spazio anche ai
laici.
Verso la fine dell'XI secolo fa la sua comparsa un altro strumento di sviluppo e di potere che
era stato solo abbozzato da Carlo Magno:le scuole e i nuovi centri del sapere e
dell'insegnamento,le università.
Queste scuole,alla fine dell'XI secolo,vennero denominate Studium generale(ossia scuola
generale),che indicava sia uno statuto superiore che un insegnamento enciclopedico.
Esse si collocavano all'interno del grande movimento di organizzazione dei mestieri nelle
città,formando una corporazione(da cui deriva il nome di università).
Il nome comparve per la prima volta a Parigi nel 1221,per designare la comunità dei maestri
e degli studenti della città(universitas magistrorum et scolarium).
Le corporazioni universitarie del Medioevo si strutturarono seguendo due modelli:quello
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parigino,dove maestri e studenti formavano una sola comunità;e quello bolognese,dove solo
gli studenti formavano giuridicamente l'universitas.
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Capitolo I: cenni sull'origine dello Studium bolognese e sui primi glossatori.
In questo contesto di rinascita culturale e civile,nasce la grande scuola di diritto di Bologna
e,con essa,la scienza giuridica occidentale dell'età moderna.
Per la prima volta,lo studio del diritto diventa scienza autonoma rispetto alla tradizione
altomedievale delle artes liberales2.
La scienza giuridica bolognese si fonda sulla riscoperta “dotta”dei testi giustinianei,secondo
un metodo che,per il suo altissimo livello tecnico e per la portata pratica,non ha antecedenti
nella storia giuridica occidentale.
Dalla cronaca di un giureconsulto bolognese della metà del Duecento,il celebre Odofredo3,
sembra che i libri legales siano pervenuti,inizialmente,nelle mani di un certo Pepo4 o
Pepone,il quale sarebbe il primo ad aver dato lezioni di diritto romano”sua auctoritate”.
2 Durante il Medioevo,con l'espressione arti liberali si intese il curriculum di studi seguito dai chierici prima di
accedere agli studi universitari. Nell'Alto Medioevo,più precisamente nel periodo noto come rinascenza
carolingia,furono istituite numerose scuole(celebre la schola palatina voluta da Carlo Magno e diretta dal monaco
inglese Alcuino). In queste scuole ricevevano un'istruzione i futuri burocrati che avrebbero riempito i ranghi
dell'amministrazione carolingia;dovevano servire,cioè,a preparare al mestiere di funzionario e dato che in quel
periodo la parola arte era sinonimo di mestiere,professione,ecco spiegato il primo dei due termini. Non
tutti,ovviamente,in una società contadina e feudale potevano avere accesso all'istruzione superiore;ciò era possibile
solo per i ranghi più alti della società,per quelli che,con temine di origine germanica,si sarebbero definiti
arimanni,appunto uomini liberi. In una società fortemente gerarchizzata,si dava per scontato che fossero esclusi in
partenza da determinate professioni i servi della gleba. Le scuole altomedievali,in sintesi,erano scuole che
insegnavano il mestiere(l'arte)di funzionario agli uomini liberi(dunque scuole di arti liberali). Nel Basso Medioevo
lo studio delle arti liberali cercava di offrire una preparazione a tutto campo nelle discipline ritenute fondamentali e
cioè:arti del trivio(grammatica,retorica,dialettica);arti del quadrivio(aritmetica,geometria,astronomia,musica).
3 Odofredo fu un glossatore e giurista bolognese della metà del secolo XIII,appartenente alla scuola di Bologna.
Allievo di diritto di Giacomo Balduino e del celebre Francesco Accursio,divenne professore universitario a Bologna
dopo una proficua carriera di avvocato sia in Francia che in Italia. I commentari di diritto romano a lui attribuiti,
ricchi di molti cenni biografici sugli autori a lui contemporanei,mostrano lo sviluppo dello studio del diritto in
Italia fra il XII e il XIII secolo. Egli parlava di Ravenna come della sede di una scuola di diritto romano dalla
quale poi sarebbe nata quella di Bologna. Odofredo,tuttavia,spesso travisava le notizie che circolavano
relativamente alla scuola di diritto di Bologna,prendendo per vere anche semplici leggende.
4 Pepone e la sua fonte:Rodolfo il Nero. Nei suoi Moralia Regum(un commento ai biblici Libri dei Re,composto tra
il 1179 e il 1189),Rodolfo il Nero,maestro inglese di arti liberali,che svolse attività di insegnamento a Parigi,fornisce
preziose notizie su Pepo:quest'ultimo avrebbe avuto conoscenza del Codice e delle Istituzioni,ma non del Digesto,
e inoltre avrebbe partecipato ad una seduta giudiziaria presieduta dall'imperatore Enrico IV,contestando una corretta
sentenza già formulata dai giudici lombardi. Di fronte a questa,che in base a una norma longobarda ancora vigente
in Italia,aveva sanzionato l'omicidio di un servo con la condanna ad una ammenda pecuniaria,Pepo richiede invece
la pena capitale,sostenendo che non si doveva fare distinzione tra l'omicidio di un servo e quello di un uomo
libero,richiamandosi esplicitamente a passi della Bibbia e alla legge del taglione(accolta nelle XII tavole ma poi
scomparsa dal diritto romano),che ammettevano la punizione di un omicidio con la morte del reo.
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Ma di questa notizia sembra lecito dubitare,poichè di questo presunto professore di diritto
non vi è traccia nei ricordi dei continuatori della Scuola.
Testimonianze della sua esistenza si trovano nella cronaca di Radulfus Niger(Rodolfo il
Nero),maestro inglese di arti liberali che insegnò a Parigi.
Secondo il Niger,Pepo sarebbe il vero fautore della riscoperta del diritto romano,mentre
Irnerio(fondatore dello Studium bolognese di cui si tratterà analiticamente nella parte
dedicata alla nascita dell'università di Bologna)viene degradato a semplice continuatore
dell'opera. A suffragio di tale tesi c'è la più antica summa delle Istituzioni che sia stata scritta
in Provenza,risalente alla prima metà del XII secolo.
La storiografia dominante,comunque,nega questo assunto ed è più propensa a ritenere che
Pepo abbia goduto di una certa fama solo in Provenza;diversamente non si spiega come non
ve ne sia traccia nella storia dell'Alma Mater.
Il vero iniziatore dello Studium è Irnerio,magister in artibus,al quale si devono ,
tra l'altro,i compendi delle Novelle,cioè le cosiddette “Authenticae,e che meritò
il titolo di lucerna iuris.
I “libri legales”apparvero ad Irnerio e ai suoi allievi come i contenitori non di un diritto,ma
del diritto per eccellenza,quello emanato dagli imperatori romano-cristiani per ispirazione
divina. La loro attività scientifica prenderà il nome dal genere letterario in cui si
concentrarono i risultati del loro metodo specialistico,la glossa.
L'attività esegetica dei Glossatori si concentra nel tentativo di ricostruire la struttura
originaria del Digesto,integrando le lacune,correggendo le alterazioni e togliendo le
interpolazioni apportate dalla grossolana ignoranza della cultura alto-medievale.
Questo continuo e intenso lavoro intellettuale porterà ad una ripartizione delle fonti di
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diritto romano che prenderà il nome di Corpus Iuris Civilis e che si discosterà dall'originaria
compilazione giustinianea non solo per la diversa collocazione delle norme romane,ma
anche per quanto riguarda il contenuto.
La struttura del Corpus Iuris medievale è così ripartita:
1)Digestum vetus,nel quale vengono ricopiati i libri 1-24°.2 del Digesto;
2)Digestum infortiatum,che comprende i libri 24.3-38.17
3)Digestum novum,che contiene i libri 39.1-50.17;
4)Codex,che accoglie solo i primi nove libri del Codice.
5)Volumen o “volumen partem”,che comprende i quattro libri delle Istituzioni,i Tres libri
finali del Codex(10-12),le Novelle comprese nella raccolta detta Authenticum.
Oltre alla glossa,utilizzarono altri strumenti tecnici,tra cui:le distinctiones,vale a dire la
divisione della questione di diritto nei diversi aspetti in cui può essere considerata;le regule
iuris(o brocarda),cioè compendiosi enunciati di precetti,postulati e dogmi giuridici
essenziali,normalmente riuniti in raccolte;i casus,vale a dire le fattispecie pratiche cui la
legge può essere applicata;le dissentiones dominurom,che erano i diversi e contrastanti
pareri dei maestri riguardo ai più famosi e discussi argomenti di dibattito;le
quaestiones,forma letteraria tipica della scuola,attraverso cui il doctor pone il caso
giuridico,cita i testi e le argomentazioni a favore di una soluzione e quelli contro,ed enuncia
infine la propria spiegazione(solutio);le summe,compendi di un libro,di un titolo,di un
argomento.
Il proposito dei glossatori non è di innovare,ma sempre ed esclusivamente di interpretare il
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diritto,senza mai discostarsi dallo spirito delle fonti.
Essi accettano l'autorità della parola della legge,rinunciando alla loro personale
interpretazione,come facevano gli scolastici con Aristotele:il diritto giustinianeo era il
diritto,quello che deve sempre essere seguito,senza preoccuparsi delle norme consacrate dai
tribunali e dagli statuti.
Questi giureconsulti risentono della Scolastica dominante nel pensiero di quel tempo,anche
per quanto concerne la forma e l'esposizione,l'ignoranza della storia,della filosofia,l'assenza
di critica e di senso storico;si spiegano così l'abbondanza di ingenuità,di anacronismi,di
equivoci,di false interpretazioni.
I più famosi scolari di Irnerio,divenuti poi insigni maestri dello Studio bolognese
sono:Bulgaro,Martino,Jacopo e Ugo.
Questi insegnanti fondano la reputazione dell'università felsinea nel XII secolo:la superiorità
dell'insegnamento,il carattere teoretico,lo studio diretto e rigoroso delle fonti,l'intento di
riportare il diritto romano nella sua purità,risuonano presto in tutta Italia e anche oltr'Alpe;si
diceva che solo a Bologna si studiava il diritto,e per questo fu detta “la dotta”.gli imperatori
si rivolgevano ai maestri nelle questioni di diritto pubblico:è da attribuire ai “quattro
dottori”la stesura della costituzione di Roncaglia(1158),la definizione delle regalie e la
formulazione della autentica Habita,con cui Federico Iaccordava protezione e foro speciale
agli studenti e ai professori.
Gli scolari,attirati da questi privilegi e dalla fama degli insegnanti,giungono a migliaia a
Bologna da ogni dove.
Dopo i “quattro dottori” seguono altri illustri maestri:Rogerio, Alberico, Guglielmo da
Cabriano; Giovanni Bastiano Piacentino (fondatore della scuola di Montpellier, Burgundio,
Azzone (la cui Summa e le cui Lecture sono così celebri che acquistano più importanza
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degli stessi libri giustinianei).
Ricordiamo anche: Cipriano, Ottone, Vacario( che andò ad insegnare diritto romano in
Inghilterra), Gratia Aretino, Tancredi, Carlo di Tocco, Pillio e Ugolino.
Con i glossatori si afferma il concetto che il diritto è materia propria dei giuristi,che per
accostarsi ad esso è indispensabile studiare,che la gestione della giustizia necessita di
persone che conoscano la materia;la loro fama è tale che opere come la Summa codicis di
Azzone e la Glossa Magna di Accursio saranno in uso presso i tribunali europei fino a tutto
il secolo XVI; quest'ultima(della metà del XII secolo),raccoglie la miglior produzione
dottrinale dei maestri glossatori e diviene il corredo indispensabile della compilazione
giustinianea e materia d'insegnamento accanto ad essa:è,in definitiva,il prontuario del diritto
comune,il codice del diritto pratico e vigente per avvocati e giudici,tanto che due secoli
dopo si dirà che chi non si attiene all'opinio glossae “in aeternum non potest errare”.
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