Il Torneo segreto: Nike Scorpion KO
▪ la trasnazionalità delle imprese con conseguente
delocalizzazione delle attività produttive.
▪ la nascita delle istanze sociali nel settore della finanza
e del commercio: fattore che richiede maggiore attenzione e
maggior rigore nel rispetto delle norme etico-sociali, in
funzione dell’importanza che esse assumono ai fini della
promozione dell’immagine delle imprese.
Parallelamente al profondo cambiamento e
all’accresciuta complessità dei sistemi economico-sociali, la
struttura stessa dell’impresa ha subito radicali modifiche al fine
di adeguarsi al mutato contesto e rapportarsi in modo nuovo
all’ambiente esterno.
Il tutto ha agito a favore della valorizzazione di
componenti comunicative del tutto nuove, estranee a quelle
tradizionali.
Il mio lavoro prende le mosse dalla constatazione e
dell’analisi dei fenomeni che hanno agito a favore di un tale
rinnovamento, per poi evidenziare le attuali tendenze e
problematiche inerenti all’ambito comunicativo, basando
l’analisi su un caso aziendale emblematico e dalla forte
riconoscibilità: la campagna “Nike Scorpion K.O.”. Un esempio
di comunicazione aziendale ben lontano dagli stereotipi tipici
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delle grandi corporation multinazionali. Un progetto che si è
avvalso di una nuova branca della comunicazione: l’event
marketing, la comunicazione in strada. La strada è un
ambiente dove pianificare e organizzare esperienze, un
ambiente dove coesistono consuetudini, usi e comportamenti
spesso molto diversi tra loro. Quello che potremmo definire
l’“event road management” è un concetto di per sé molto
antico, come antica è la capacità di offrire occasioni di svago e
divertimento delle civiltà antiche; basti pensare alle agorà
greche, alle compagnie di strada medioevali, ai giocolieri di
corte ecc.. Fin, poi, alla nascita di un vero e proprio settore
produttivo nuovo: l’entertainment, l’industria del tempo libero,
dove l’esperienza è il valore aggiuntivo che dà prestigio
all’offerta di un’impresa.
Il mio lavoro si articola in quattro capitoli: I capitolo
prende le mosse da un breve excursus storico del marketing:
origine e significato del termine e i suoi sviluppi successivi
rapportati al mutare del contesto di appartenenza. Si passa poi
all’individuazione delle componenti principali del marketing
aziendale (le “quattro P”) per poi delineare gli elementi
fondamentali della comunicazione d’impresa. A partire da una
sua possibile definizione e dalla constatazione della necessità
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di sviluppare,all’interno dell’impresa, un progetto di
comunicazione integrata, ho individuato i principali strumenti e
contenuti che la caratterizzano, nonché le quattro aree che la
compongono. In seguito ho concentrato la mia attenzione sul
concetto di marca, marchio e logo, osservando come essi
siano mutati nel tempo acquisendo un’importanza sempre
maggiore in termini di valore aggiuntivo per l’impresa, proprio
in virtù del fatto che si tratta di strumenti atti a veicolare
messaggi estranei ai tradizionali messaggi di carattere
informativo, messaggi d’impatto emotivo che ben si adattano
ad un contesto come quello attuale caratterizzato dalla
sovraesposizione del pubblico a messaggi pubblicitari di ogni
genere. Non c’è da stupirsi, dunque, se oggi la marca abbia
finito per diventare essa stessa prodotto, e di questo marchi
prestigiosi quali la stessa Nike, ne forniscono una chiara
conferma.
Marca, marchio e logo sono componenti essenziali
della visual identity di ogni azienda e strumenti caratteristici
della comunicazione esterna; e di questo le strategie di
marketing Nike ne sono un’ulteriore e chiara conferma.
Alle strategie inerenti a tale branca della
comunicazione è rivolto il II capitolo. Dopo una breve
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definizione volta ad evidenziarne l’indispensabilità per ogni
azienda, ho proposto un breve elenco dei principali strumenti
di cui si avvale e delle principali modalità attraverso cui si
esplica considerando i vantaggi e i rischi ad esse annessi.
Particolare attenzione merita, chiaramente, la pubblicità,
strumento di massima efficacia che spesso non è immune da
critiche, che ne evidenziano la scarsa eticità. Tuttavia, appare
ancora di efficacia indiscutibile tanto che oggi la pubblicità
sembrerebbe aver inglobato in sé la comunicazione aziendale
e il marketing nel suo complesso. Accanto alla pubblicità
tradizionale si colloca, però, un nuovo modo di rivolgersi al
pubblico, un modo più diretto e di maggiore impatto emotivo:
l’evento. Esso costituisce uno strumento di tale efficacia e
complessità organizzativa che, oggi, vi è una branca
autonoma relativa al settore: l’event marketing. Il tutto deve,
chiaramente, essere integrato all’interno di una strategia unica
volta a veicolare un messaggio coerente ed efficace che
richiede, pertanto, un team affiatato e compatto che ne
garantisca la realizzazione. Nello specifico, gli eventi sportivi
rivelano un’efficacia particolare, in gran parte grazie ai valori di
cui si fanno portatori e alla potenza aggregante che
possiedono. Non c’è da stupirsi, dunque, se le aziende siano
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in continua competizione tra loro per ottenere l’esclusiva su
eventi di questo tipo che garantiscono visibilità e prestigio. Ma,
soprattutto, si tratta di strumenti in grado di definire una vera e
propria personalità dell’azienda diversa da quella di tutte le
altre, in grado di istituire con il pubblico un rapporto unico e
diretto.
Il III capitolo, invece, è interamente dedicato all’azienda
che ha fatto del proprio marchio un vero e proprio prodotto: la
Nike. Dopo un breve percorso che ricalca le tappe
fondamentali della sua crescita, sono passata all’analisi delle
principali tecniche e strategie integrata ad esempi concreti.
Emerge una comunicazione volta a veicolare stili di vita,
filosofia e modi di essere a cui è possibile partecipare tramite il
semplice acquisto di un paio di scarpe da corsa. Una fabbrica
dei sogni che, più che prodotti, offre esperienze e dove ogni
singolo elemento è accuratamente progettato in vista di una
strategia comunicativa integrata, senza lasciare nulla al caso,
dal logo al design degli interni dei negozi stessi. Un’azienda
dove tutto è riferito da un’unica cultura che produce quel
senso di unità e coesione a cui lo stesso consumatore è
chiamato a prendere parte, un’azienda in grado di inviare
messaggi che non conoscono confini geografici o culturali
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grazie anche all’ampio ricorso a testimonial d’eccezione. Non
c’è da stupirsi, quindi, se proprio la Nike si sia addentrata in un
territorio del marketing estraneo a quelli tradizionali: quello del
consumo come intrattenimento, come percorso fantastico, di
cui le Niketowns ne sono la concretizzazione.
Il IV e ultimo capitolo è interamente dedicato alla
campagna “Nike Scorpion K.O.“, campagna in cui trovano
applicazione gran parte dei nuovi metodi di rapportarsi al
pubblico, sviluppatisi in vista dei profondi cambiamenti che
hanno sconvolto il contesto in cui operano le imprese. Una
campagna che ha certamente sfruttato la notorietà e la
vicinanza con il mondo del calcio e soprattutto con l’evento
che a breve avrebbe polarizzato l’attenzione di tutto il mondo
sportivo: i Mondiali di calcio, ma la cui riuscita è da attribuirsi
alle trovate geniali di un team competente che si è avvalso del
contributo di personalità di spicco quali Terry Gilliam, regista di
fama internazionale. Il successo della campagna lo si deve
anche e soprattutto, però, alla capacità di coinvolgere
direttamente il pubblico tramite interventi “sul campo” e tramite
una strategia di svelamento graduale in grado di suscitare e
mantenere attiva l’attenzione degli interlocutori grazie ad una
suspence continua. Il tutto orientato allo svelamento finale,
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affidato allo spot vero e proprio che fa da catalizzatore di
molteplici strumenti satellite.
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1 COMUNICAZIONE AZIENDALE
1.1 IL MARKETING COME STRATEGIA
DI SINTESI.
…”Non esiste una singola
definizione del Marketing su cui esista
un accordo universale…”
(Michael J. Baker)
Il marketing è,sostanzialmente, l’attività dedicata allo
studio delle attività di vendita. L’interesse teorico per questo
settore ebbe una forte spinta a seguito della rivoluzione
industriale, infatti, fin da quegli anni, è possibile individuare le
varie fasi che hanno caratterizzato la produzione e la vendita
di merci. I primi decenni del secolo furono distinti da un
imperativo: produrre. Di fronte ad una domanda crescente,
obiettivo principale dell’impresa era puntare su nuove
tecnologie e più razionali metodi di organizzazione per
accrescere la produzione, riducendo i prezzi. Dagli anni Venti
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fino agli anni Cinquanta, la concorrenza tra le imprese
aumentò, a fronte di una domanda che decresceva. La vendita
diventò il fattore attorno al quale si giocava il profitto da
realizzare. Cominciarono, così, i primi studi sul
comportamento del consumatore, utilizzando teorie e ricerche
di tipo psicologico e sociologico.
Con l’inizio degli anni Cinquanta, ci si rese conto che
limitarsi una produzione efficiente ed una promozione
aggressiva era insufficiente; bisognava altresì partire
dall’individuazione di ciò che serviva al cliente. Gli studi
iniziarono ad evolversi grazie anche ai contributi provenienti
da altri settori disciplinari come la statistica e l’economia
politica e aziendale. In questo periodo, il ruolo del marketing
era ben inquadrato dalla definizione fornita dall’ American
Marketing Assosiation (AMA), secondo cui “il marketing
esprime l’insieme delle attività d’affari necessarie per trasferire
prodotti e servizi dal produttore al consumatore”.
1
Il grande
pregio di questa definizione sta nella sua completezza,
nell’aver inserito nella formula sia il momento della
pianificazione sia quello della realizzazione, nell’aver indicato i
1
Marco Vecchia, “Hapù”. Manuale di tecnica della comunicazione
pubblicitaria, Lupetti, Milano 2003, pag. 149.
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vari passaggi e nell’aver considerato, quali oggetto del
marketing, non solo i beni e i servizi, ma anche le idee.
Secondo questa definizione, nel marketing rientra tutto
ciò che serve a stimolare la domanda di beni e la loro
distribuzione come, ad esempio, i prodotti, la loro confezione
(il packaging), il prezzo, il punto vendita, i canali distributivi.
Tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, al marketing
viene riconosciuta una funzione critica all’interno dell’impresa.
Le imprese sono marketing oriented, capaci di rilevare i
bisogni del consumatore per la pianificazione delle proprie
attività, o product oriented, concentrate maggiormente sul
processo produttivo e sui risultati di questo.
Tra gli anni Settanta e Ottanta cambia ancora la
definizione di marketing: esso viene inteso come modalità
sociale per soddisfare bisogni di consumo. La definizione data
precedentemente dall’ AMA viene considerata riduttiva, perché
prendeva in considerazione le attività che intercorrono tra
produttore e consumatore in maniera semplicistica ed
unidirezionale. In realtà, l’interazione tra le due parti è
complessa e presuppone uno scambio che soddisfi
aspirazioni di natura sociale.
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