6
dottoressa Francesca Scarpa della direzione commerciale dell'
Ac Milan, che con una dettagliata intervista sul mondo della
comunicazione e del marketing, ci ha aiutato a conoscere a
fondo la società rossonera e le sue iniziative. Nello
svolgimento della tesi, abbiamo scelto metodologicamente di
intendere la comunicazione come una branca del marketing, e
abbiamo analizzato attentamente per prima cosa il rapporto che
il Milan intrattiene con i suoi sponsor e le iniziative volte a
rafforzare la loro sinergia, dopo siamo passati ad osservare
come il Milan comunica le sue iniziative agli skateholder
(portatori d'interesse), e quali mezzi di comunicazione vengono
prediletti dalla società. Nella parte finale della tesi passiamo ad
esaminare gli asset del club: lo stadio, il museo, Milanello, le
giovanili, e i tifosi del Milan. Un viaggio nel mondo della
comunicazione e del marketing sportivo, e più in generale di
questo club, cercando di dare una risposta alla domanda: “il
Milan è una squadra di calcio o un' azienda?...”.
7
Capitolo 1
1.1 Storia dell’Associazione Calcistica Milan
Le parole di uno sconosciuto redattore della Gazzetta, scrittore
di un breve articolo, rappresenta la prima documentazione
ufficiale a noi giunta sulla nascita del Milan. Il giornale allora
usciva soltanto il lunedì e il venerdì, raramente si aggiungeva
l‟edizione del mercoledì. Il football, in quegli anni, non era
ancora argomento d‟interesse primario per i lettori né, di
conseguenza, per i giornalisti. Quando non giungevano a viva
voce in redazione, le notizie venivano telegrafate e, in genere,
mancavano i tempi tecnici per approfondirle in poche ore.
Queste considerazioni oggettive ed il contenuto dell‟articolo
stesso c‟inducono a pensare che, un giorno compreso fra il 9 ed
il 17 dicembre 1899, un gruppo di appassionati, riunito in un
locale dell‟Hotel du Nord, formalizzò -stilando uno statuto- la
nascita di una società sportiva virtualmente attiva da tempo. La
prima sede fu stabilita presso la Fiaschetteria Toscana di via
Berchet, a Milano. Si trattò di una soluzione “politica” assai
brillante. I soci fondatori, infatti, appartenevano a due ceppi
principali ben distinti. Una nutrita schiera di britannici, alla cui
8
testa era Herbert Kilpin, amava frequentare, nelle serate di
svago, l‟American bar. Un altrettanto largo gruppo, composto
principalmente da italiani, era solito riunirsi alla Birreria
Spaten. Per non far torto né agli uni né agli altri, sotto la
presidenza di Alfred Edwards, la sede sarebbe rimasta per dieci
anni in … campo neutro. Tutti gli autori che si sono dedicati
alla materia non sono riusciti a ricostruire l‟esatto numero dei
soci fondatori. I nomi certi, su cui confluiscono concordi
pareri, sono quelli di Edwards, Kilpin, Allison, Davies, Barnett,
Hayes e Nathan Berra fra i britannici; i fratelli Angeloni,
Dubini, i fratelli Camperio, i fratelli Pirelli e Valerio gli italiani
guidati dall‟avv. Mildmay che favorì l‟incontro fra i due
gruppi. Dicevamo anche quanto sia difficile stabilire
inconfutabilmente il giorno esatto in cui l‟atto di fondazione fu
siglato. L‟attuale dirigenza del Milan ritiene, sulla base degli
elementi in proprio possesso, la notte fra il 15 ed il 16
dicembre 1899 come la data più probabile. Ma quale fu la
scintilla che portò alla nascita del sodalizio rossonero, a
prescindere dalla passione sportiva che accomunava un gruppo
composito di sportsmen di fine Ottocento? La risposta sta in
una storica intervista rilasciata da Herbert Kilpin, nel 1915, a
“Lo sport Illustrato”. “ Sarò a Milano presto e lì formerò una
9
squadra di veri “diavoli” che vi darà gran filo da torcere”. I
soci fondatori vollero subito rendere chiari gli ideali di questa
nuova associazione, riassumendoli in una frase “ Siamo noi, la
squadra di questa grande città: il Milan! Il Rosso e il Nero,
colori fiammeggianti, saranno il nostro simbolo. Italiani,
Inglesi e non solo, uniti, porteremo la vocazione all‟impresa, a
farci ricordare nel tempo, in ogni paese, con la forza e la
bellezza del nostro modo di essere sportivi”. Le notizie sulle
origini del Milan, come abbiamo visto, sono lacunose. Tuttavia,
è certo che il 15 Gennaio 1900 il Milan Football and Cricket
Club, già membro della Federazione Nazionale Ginnastica
Italiana, s‟iscrive alla Federazione Italiana Football (F.I.F.).
Kilpin e compagni, indossando con orgoglio la fiammante
tenuta a strisce rossore. L‟anno successivo il Milan, il 5
maggio, a Genova, conquista contro i padroni di casa il suo
primo scudetto della sua storia. Successivamente negli anni
1906 e 1907, altri due titoli. Il Milan Foot-ball and Cricket club
vince, appassiona, sembra inarrestabile. Nessuno, nel sodalizio
rossonero, può immaginare che sia alle porte il più lungo
periodo privo di vittorie in campionato che la storia del Milan
riporti: ci vorranno quarantaquattro anni d‟attesa per rivedere la
squadra primeggiare nella massima competizione nazionale. Il
10
1908 è un anno importante nella storia del club, in quanto il
Milan vinse la “Coppa Spensley” (istituita dalla Figc, e
assegnata alle squadre vincitrici di tre titoli nazionali). Questo è
l‟ultimo successo di Kilpin in maglia rossonera prima
dell‟addio. Come non bastasse, la stagione registra la primi
crisi societaria che porta ad una dolorosa scissione. Un folto
gruppo di soci dissidenti tradisce la bandiera e dà vita a quella
che diverrà … la seconda squadra di Milano: L‟internazionale
F.C. Il vertice societario è scosso: il presidente Edwards torna
in Inghilterra, muore il suo vice Nathan e la gestione del club
grava sull‟ingegner Camperio. Evento fondamentale nell‟anno
1909, è il superamento della crisi societaria: nel gennaio 1909
Piero Pirelli assume la presidenza. Reggerà le sorti del club per
i successivi vent‟anni. Sarà uno dei presidenti più importanti
nella storia del club. A lui si deve la costruzione, nel 1926, del
mitico stadio S.Siro, teatro ancora oggi di grandi partite. In un
periodo scarno di successi sportivi, nella stagione 1936-37
parte il processo di “italianizzazione” anche nel calcio: la
nuova denominazione della società è “Milan Associazione
Sportiva”. Addio al caro, vecchio “football club”. Nel 1939,
l‟Italia e con essa il resto dell‟Europa, s‟avvia
inconsapevolmente sull‟orlo del precipizio. Si profilano gli
11
anni più bui della storia del mondo e , in questo clima, il 15
febbraio la società muta il suo nome in uno più italiano:
“Milano Associazione Calcio”. Un anno dopo i vertici del
Milano subiscono una nuova rivoluzione: arriva alla presidenza
Umberto Trabattoni, che rimarrà in carica fino al „54. Nel
1949, Agnelli (presidente della Juventus), per ricucire uno
strappo avvenuto in sede di calciomercato dirottò a Milano,
Gunnar Nordhal, centravanti della Nazionale svedese campione
olimpica. La storia dirà quanto sia stato grande il risarcimento
morale e tecnico ottenuto dal Milan in questa vicenda.
L‟inverno del „49 non aveva portato al Milan soltanto un
grande campione: aveva, in realtà, determinato una svolta
storica nella società. Il club era stato considerato, per lungo
tempo, incapace di adattarsi ad un calcio che non poteva più
essere gestito con spirito dilettantistico né rimanere legato a
doppio filo con la propria matrice lombarda. L‟avvento di
Gunnar Nordhal segna la nascita di un nuovo Milan, non più
solo volenteroso e garibaldino ma organizzato, amante del bel
gioco e dello spettacolo, con fuoriclasse stranieri e campioni
italiani che lo porteranno, negli anni „50, a straordinari
successi. La sua platea si allarga: da milanese-lombarda diventa
nazionale ed oltre. Nordhal favorisce l‟arrivo dei due
12
connazionali Nils Liedholm e gonna Gren. I tre formeranno
insieme il mitico Gre-No-Li, un trio che rimarrà nella storia del
calcio. Nella stagione 1950-51, in un testa a testa con i rivali
dell‟internazionale, il Milan riesce a vincere il quarto scudetto
della sua storia. Nel „55 il presidente Trabattoni ufficializza in
una significativa cerimonia di commiato la fine della sua era.
Ma da innamorato vero del Milan, non lascia e basta. Si mette
da parte dopo aver individuato un degnissimo successore alla
presidenza, Andrea Rizzoli. Angelo, il papà di Andrea, grande
editore, appoggia la scelta del figlio di impegnarsi alla guida di
una prestigiosa società di calcio e lo segue entrando nel
consiglio direttivo. Nomi imponenti, profumo di storia e di
imprenditoria, una sterzata anche per la squadra. I risultati non
tardano ad arrivare. Primo anno, primo scudetto. La stagione
„55-‟56 è una stagione storica per il Milan e il calcio italiano,
infatti il club è la prima formazione italiana che partecipa alla
Coppa dei Campioni d‟Europa. Il cammino del Milan nella
competizione è ottimo, ma si deve arrendere in semifinale
contro gli imbattibili del Real Madrid. Il Milan negli anni
successivi riesce a vincere gli scudetti nella stagione „56-‟57,
„58-‟59, „61-‟62. Nella stagione „62-‟63, il Milan entra a pieno
titolo nella storia del calcio. L‟undici guidato dal “paron”
13
Nereo Rocco, partecipano alla Coppa dei Campioni. Eliminati
Luxembourg, Ispwich Town, Galatasaray, Dundee prima di
arrivare a Wembley, mercoledì 22 Maggio, per la sfida con il
Benfica. Il Milan prima squadra italiana a partecipare alla
Coppa dei Campioni è anche la prima a vincerla grazie a una
splendida doppietta di Altafini. La stagione successiva vi fu il
passaggio di testimone alla presidenza tra Andrea Rizzoli e
Felice Riva. Rizzoli lascia la società dopo nove anni di
presidenza con 4 scudetti, una Coppa Latina, la prestigiosa
Coppa dei Campioni e il centro sportivo di Milanello, ma la
scelta del successore non è felice. La presidenza di Riva dura
solo 3 anni, al suo posto sale alla presidenza la famiglia
Carraro. La stagione successiva del loro insediamento oltre allo
scudetto numero 9, arriva un altro successo internazionale: la
Coppa delle Coppe, vinta in finale a Rotterdam contro i
tedeschi dell‟Amburgo. Nel „68-‟69 il Milan torna nell‟Europa
che conta. La Coppa dei Campioni è l‟obiettivo dichiarato della
società. Grazie a un cammino trionfale il Milan riesce a
conquistare la finale del 28 Maggio 1969 a Madrid, avversario
l‟Ajax. Sono le coordinate di un trionfo, 4-1, il Milan è di
nuovo campione d‟Europa. La stagione successiva il Milan è
chiamato a vincere la sua prima Coppa Intercontinentale.
14
Avversario di turno i temibili argentini dell‟Estudiantes.
All‟andata a S.Siro, il Milan si impone per tre reti a zero. Al
ritorno, in un clima infernale, il Milan riesce a contenere i
danni perdendo 2-1. Il Milan si laurea per la prima volta
campione del Mondo. Gli anni „70 per il Milan sono gli anni
della ricerca della conquista della stella, il simbolo che
riassume dieci scudetti e che campeggia da qualche tempo sulle
maglie di Juventus e Inter. Il club ci riuscirà solo alla fine degli
anni „70, sotto la presidenza di Felice Colombo, industriale
brianzolo. Sotto la guida dell‟allenatore Nils Liedholm, il
Milan nella stagione 1978-79, dopo un campionato sempre al
vertice, alla ventinovesima giornata vince aritmeticamente il
tricolore. La squadra dedica lo scudetto della stella a Nereo
Rocco, scomparso il 20 febbraio 1979. Al termine di questa
trionfale stagione, il leggendario capitano del Milan, Gianni
Rivera annuncia: “Lascio il calcio”. La stagione 1979-80 è
devastante per il calcio italiano, squassato da uno scandalo di
proporzioni ciclopiche, si scopre malato, profondamente
contagiato dal virus delle scommesse clandestine. Dirigenti e
giocatori, coinvolti da oscuri faccendieri, ne hanno minato le
fondamenta, mettendone forse lo stesso futuro. In un ambiente
così malsano il virus attecchisce anche al Milan, generando
15
l‟anno più buio della sua lunga storia. La squadra guidata da
Massimo Giacomini ed eliminata subito dalla Coppa dei
Campioni, tenta di rimanere nella scia dell‟Inter. Ma deve
reggere, nel finale, l‟urto causato dalle responsabilità del
presidente Colombo e di alcuni giocatori, coinvolti nello
scandalo ed incapaci di provare la propria estraneità ai fatti.
Così, mentre il verdetto del campo sanziona il terzo posto
finale in classifica, nei tribunali sportivi si emettono dure
sentenze: inibizione perpetua per Felice Colombo e altre pene
minori per alcuni giocatori del club. La punizione più forte e
drammatica è per la società, retrocessa all‟ultimo posto in
classifica , di conseguenza, alla serie B. Nelle seguenti
stagioni, in un continuo sali e scendi dalla serie A alla serie B,
il club vive gli anni più bui della sua storia. Nella stagione
1985-1986, il presidente Farina annuncia le proprie dimissioni
dalla presidenza della società e in un clima instabile esce allo
scoperto il vicentino, Silvio Berlusconi, presidente del gruppo
Fininvest e imprenditore di successo nel campo della
comunicazione televisiva, mostra interesse per il Milan. Prima
del salvataggio da parte di Berlusconi, il club di via Turati
rischia di finire inghiottita per sempre da impegni economici
non onorati e da solari irregolarità amministrative. Tutto
16
sembra perduto, ma Berlusconi rompe gli indugi e, portando in
dote la propria solidità economica ed uno staff di primo ordine,
salva la società ed assume la presidenza. Dopo un primo
periodo senza vittorie, nella stagione „87-‟88, il Milan torna a
rivincere lo scudetto con una rimonta compiuta ai danni del
Napoli di Maradona. Con un pareggio nell‟ultima giornata a
Como, nella notte del 15 maggio 1988, convergono a S.Siro
70.000 tifosi esultanti e tutti i componenti nella rosa per
celebrare, come mai s‟era fatto prima, il trionfo tricolore.
Emozioni intense attraversano lo stadio: si ha l‟impressione
netta che sia nata una grande squadra. Vinto lo scudetto,
l‟obiettivo dichiarato della stagione successiva è la conquista
della Coppa dei Campioni. Il Milan con un‟inarrestabile
cammino nella Coppa, avanza battendo avversari come il
Levski Sofia, Stella Rossa, Werder Brema e Real Madrid. A
questo punto il Milan non si occupa più del campionato e
l‟attenzione si sposta completamente su Barcellona, sede della
finale contro lo Steaua Bucarest. Lo stadio “Nou Camp” viene
invaso da 80 mila tifosi milanisti: è probabilmente la più
mastodontica “migrazione” sportiva di tutti i tempi, de certo la
più esaltante. Si conclude con l‟intero stadio in delirio per il 4-
0 conclusivo, firmato dai gol di Gullit e Van Basten dopo una
17
partita che ha visto il Milan dare prova di capacità di gioco
quasi umilianti per gli avversari. Il Milan ora è chiamato alla
conquista della Coppa Intercontinentale, avversario designato è
il Nacional di Medellin: ad un minuto dal termine dei tempi
supplementari, Evani segna su punizione il gol che porta il
Milan sul tetto del mondo. Alla fine della stagione l‟allenatore
del Milan viene chiamato alla guida della Nazionale Italiana, e
finisce un ciclo irripetibile. La scelta del successore cade su
Fabio Capello, suscitando un iniziale perplessità tra i media e i
tifosi. Il Milan sfruttando la mancanza di competizioni europee
da disputare, riesce a conquistare quattro anni dopo Sacchi,
nella bella Napoli, il sapore unico dello scudetto. La squadra
rossonera gestita da Capello non subisce rilevanti modifiche
rispetto all‟impianto storico ideato da Sacchi. Il Milan con
Capello alla sua guida riesce a conquistare altri tre scudetti in
tre anni: „92/‟93, „93/‟94, „95/‟96. Sarà indimenticabile
soprattutto la stagione del „93/‟94 dove il Milan conquista tre
trofei: Scudetto, Coppa dei Campioni e Supercoppa di Lega. Il
trofeo più suggestivo, da conquistare, fu sicuramente la quinta
Coppa dei Campioni della storia del club, soprattutto dopo la
finale europea dell„anno precedente persa contro i francesi del
Marsiglia per 1-0. In un cammino senza soste il Milan,
18
battendo in semifinale i francesi del Monaco, conquista la sua
seconda finale europea consecutiva. Teatro della disfida, questa
volta, è Atene. Rivale designato e superfavorito dell‟incontro è
il Barcellona di Cruijff, aiutato sulla carta da una doppia
squalifica (Baresi e Costacurta, i due difensori centrali) che
priva Capello di due pilastri difensivi. La notte di Atene rimane
memorabile, la risposta rossonera sul campo superlativa: il
Milan travolge gli spagnoli con Massaro (doppietta), Savicevic
e Desailly. E‟ un pirotecnico 4-0. Difficile trovare, senza far
torti, il migliore in campo di una squadra che illumina la serata
con immagini calcistiche da cineteca. La stagione „96/‟97
segna un cambiamento nel calcio. L‟evoluzione del sistema
televisivo planetario, la crescente diffusione di Internet sono
segnali di un mondo che richiede rapidità d‟adattamento
mentre la schiera dei concorrenti s‟allarga agilmente. Le
squadre italiane non sono più sole, o quasi, sul mercato
internazionale. In casa, in Italia, si moltiplicano i club in grado
di investire cifre ingenti. E‟ competizione globale, in altre
parole, ed il Milan deve adattarsi, attrezzandosi sul piano
sportivo e gestionale. Questa situazione indurrà Adriano
Galliani, da qui a qualche tempo, a dedicarsi al Milan a tempo
pieno. Dal punto di vista sportivo, il Milan anella due stagioni
19
tutt‟altro che felici, con il continuo avvicendamento di
panchina tra Tabarez, Sacchi e Capello. Tutte scelte che non
ebbero l‟effetto desiderato. Nella stagione „98/‟99, a Milanello
da qualche mese, è in atto la controrivoluzione. Adriano
Galliani decide di occuparsi a tempo pieno decide di occuparsi
del Milan a tempo pieno, e per trovare un successore a Capello,
“bruciato” dal fallimento precedente, sceglie Alberto
Zaccheroni, tecnico in grado di rimettere mano ad un progetto
vincente. Con una squadra tutt‟altro che fortissima, riesce in un
testa a testa con la Lazio a vincere all‟ultima giornata a Perugia
a vincere il suo sedicesimo scudetto, proprio nella stagione
della celebrazione del suo centesimo compleanno della società.
Il resto è storia dei giorni nostri: l‟arrivo di Carlo Ancelotti alla
guida della squadra, subentrato in corsa a Fatih Terim, coincide
con il ritorno alla vittoria dei rossoneri in Italia ed Europa: la
sesta Coppa dei Campioni arriva nel 2003 in una finale
italianissima contro la Juventus. A questa si aggiungono la
Coppa Italia e la Supercoppa Europea. Nella stagione
successiva, la bacheca di via Turati si arricchisce del
diciassettesimo scudetto e della Supercoppa di Lega. La
stagione 2004/05, è una stagione amara per il Milan, culminata
con la sconfitta incredibile di Instanbul in finale di Champions
20
League contro il Liverpool. Il club non con poche difficoltà si
rialza e nella stagione 2006/07, conquista tre trofei: Champions
League, Supercoppa Europea e Mondiale per club ( la vecchia
Coppa Intercontinentale). Nella finale di Champions League il
Milan riesce ad avere la meglio nella “rivincita” contro il
Liverpool per 2-1, grazie alla doppietta di Inzaghi. A
Montecarlo il 31 agosto va in scena la finale della Supercoppa
Europea contro il Siviglia, che il Milan riesce a vincere per 3-1.
Nell‟appuntamento più importante dell‟anno, a Yokohama nel
dicembre 2007, va in scena il “derby del mondo”: la partita dei
rossoneri è praticamente perfetta, decisamente spettacolare e il
risultato finale, 4-2 per i rossoneri, incorona il Milan come…
Club più titolato al mondo.