2
fine primario il conseguimento del profitto (il termine
scientificamente più usato è, infatti, Not for Profit).
Per organizzazioni senza fini di lucro Vernis intende “un ente
che ha carattere non governativo, costituito per presentare servizi
che migliorino o sostengano la qualità della vita della società,
formata da persone che apportano il loro lavoro volontario per
dirigerla, non per il lucro personale di ciascuno dei suoi membri”.
3
Quindi le organizzazioni non profit hanno un obiettivo non di tipo
economico, o meglio s’ispirano primariamente a finalità di ordine
sociale, morale e culturale e hanno lo scopo di soddisfare talune
categorie di persone che a seconda dei casi possono essere gli
associati o l’intera collettività. Non hanno scopo di lucro quindi il
denaro non è collegato alle perdite o ai profitti ma è un mezzo o
uno strumento che serve per raggiungere gli obiettivi
dell’organizzazione e per diffonderne il valore etico. Le
organizzazioni for profit invece, danno un’importanza rilevante al
denaro utilizzato non solo come mezzo per perseguire obiettivi ma
esso è il fine ultimo e principale per cui l’organizzazione è
costituita: gestire il profitto.
4
Lo scopo di una no profit è perseguire
un valore
5
, o una “finalità etica”, che viene praticamente messo in
risalto attraverso il sacrificio che i volontari compiono in termini di
3
A. Vernis, La gestiòn de las organizaciones no lucrativas, in Barcelona Management review,
Agosto 1997, n. 5, p. 108.
4
Giorgio Fiorentini, Organizzazioni non profit e di volontariato, direzione, marketing e raccolta
fondi, Etaslibri, 1997, Milano.
5
Secondo Kluckhohn un valore è una “concezione del desiderabile , esplicita o implicita, distintiva
di un individuo o caratteristica di un gruppo, che influenza la selezione fra modi mezzi e fini
disponibili”.
3
tempo, energia, aiuto messo a disposizione della collettività e in
cambio di questi sacrifici ricevono un beneficio economico ma a
volte anche sociale o psicologico.
6
La definizione profit sta ad indicare che l’organizzazione ha lo
scopo di massimizzare il vantaggio economico e di chi ha poteri di
responsabilità all’interno della stessa, mentre il termine non profit
indica che l’attività viene svolta dietro diversa motivazione, ad
esempio quella di dare un servizio alla comunità o quella di
massimizzare i vantaggi dei cittadini.
7
In questo saggio mi propongo di spiegare gli aspetti basilari
che ci permettono di avere una chiara idea del ruolo delle
organizzazioni no profit per poi passare ad uno studio legato ai
gruppi di lavoro che favoriscono l’attività dell’ente.
Incominceremo da una breve analisi che ci permetterà di
definire le tipologie di onp regolate dalla legge, per poi comprendere
il loro sviluppo e la loro diffusione attuale; in seguito
approfondiremo uno studio sulle persone che operano all’interno di
esse, tra queste i volontari.
Nel secondo capitolo, esamineremo l’importanza di stabilire
nell’organizzazioni dei gruppi di lavoro e analizzeremo come la
6
V. Melandri, “Il problema formativo nel sistema non profit”, in Nonprofit, Anno II, n. 3, agosto
96, pp. 251‐252.
7
Giorgio Fiorentini, Organizzazioni non profit e di volontariato, direzione, marketing e raccolta
fondi, Etaslibri, Milano, 1997, pag. 15.
4
comunicazione può risultare efficace e favorire l’unione e la
collaborazione all’interno dell’organizzazione. Parleremo della figura
del leader che si propone di motivare e incoraggiare il gruppo nel
raggiungere un’obiettivo sempre in linea con quello
dell’organizzazione di riferimento. Per favorire un efficace lavoro
all’interno delle organizzazioni non profit, è necessario formare
gruppi che siano armoniosamente uniti e dove si crei
collaborazione. Le organizzazioni per favorire questa coesione
creano al loro interno attività legate al team building che mirano a
tirar fuori il meglio da ogni gruppo di lavoro e da ogni singolo
membro presente nell’organizzazione. Comprenderemo che cos’è il
team building e come esso si colloca sia in relazione allo sviluppo
dell’organizzazione che al miglioramento delle attività dei volontari.
Nell’ultimo capitolo vedremo come l’efficacia delle tecniche di
teambuilding e della comunicazione sono evidenti in un
organizzazione no profit presa come analisi di studio. Presenterò
un lavoro di ricerca sul campo effettuato sulla Croce Rossa
molisana e esamineremo se e come un gruppo di lavoro all’interno
dell’organizzazione, l’Attività per i Giovani, collabora al
raggiungimento degli obiettivi legati all’organizzazione di
appartenenza.
5
CAP. 1 LE ORGANIZZAZIONI NO PROFIT
Vanno sempre più diffondendosi e sviluppandosi in Italia le
cosiddette “organizzazioni non profit” o “enti senza fine di lucro”,
comunemente definiti anche enti non commerciali.
Il termine anglosassone sintetizza una realtà vasta, variegata
e complessa comprendente migliaia di membri, che senza scopo di
lucro, si dedicano ad attività socialmente rilevanti nel campo della
cultura, dell’assistenza, della ricerca, della sanità o della
salvaguardia dell’ambiente.
A questo settore è collegato il fenomeno del volontariato al
quale appartengono tutti quei soggetti che in vario modo, con
l’apporto della loro attività o con le loro contribuzioni, concorrono
al raggiungimento degli obiettivi propri dell’ente non profit.
Possiamo esaminare quali sono le diverse cause che
alimentano la crescita e lo sviluppo del settore no profit; tra le
cause di tipo economico-sociale possiamo includere l’incremento
del tempo libero, dovuto ad un aumento di ricchezza, che spinge
molti a partecipare ad attività sportive, ricreative, culturali,
religiose o spirituali, da svolgere in forma associata con persone
che hanno stessi scopi e interessi.
Sul piano sociologico, possiamo dire che è lo sviluppo
economico che incrementando il disagio di molte classi sociali, ha
6
sollecitato la nascita di associazioni e la conseguente esplosione del
fenomeno del volontariato che si occupa di alleviare i disagi della
società.
Per quanto riguarda la motivazione macro-economica, è la
crisi dello Stato sociale che lascia largo spazio alle associazioni in
quanto queste riescono ad intervenire laddove si presentano
carenze d’aiuto da parte dello Stato.
8
Nei soggetti non profit si ritrovano alcune caratteristiche
delle imprese, tipo l’organizzazione interna o la produzione di
servizi, e alcune proprie dello Stato, quale ad esempio lo
svolgimento di attività socialmente rilevanti.
Le organizzazioni nel contesto economico sono denominate
aziende e appropriata è la definizione che dà Borgonovi secondo cui
l’azienda “è un sistema di operazioni guidate da criteri economici,
criteri da considerare strumentali, quindi subordinati, rispetto ai
fini istituzionali”.
9
Le aziende, intese come onp, sono il nucleo portante
dell’attività organizzativa e gestionale di istituti che hanno come
ultimo fine il soddisfacimento dei bisogni umanitari; l’azienda
quindi è un mezzo atto a raggiungere tali fini.
Ben spiegata è la differenza tra le organizzazioni no profit e le
organizzazioni for profit da Young (1999) secondo cui “la differenza
8
Propersi A, Rossi G, Gli enti non profit, Il Sole 24 ore, Milano, 2003, pp. XXXIX, §§ 2,3.
9
Giorgio Fiorentini, Organizzazioni non profit e di volontariato, direzione, marketing e raccolta
fondi, Etaslibri, Milano, 1997, pag. 18.
7
essenziale tra organizzazioni non profit e for-profit risiede nella
priorità della mission rispetto al profitto. Un’organizzazione non
profit esiste al fine di perseguire una mission sociale. Le sue
decisioni economiche devono essere guidate da quella mission. Se
un’organizzazione non profit vende servizi, si finanzia attraverso il
mercato dei capitali, assume lavoratori remunerandoli ai salari
fissati dal mercato, intraprende attività commerciali o genera
profitti, ciò deve essere fatto nella convinzione che si tratti del
modo migliore di perseguire la propria mission. Nell’ambito di
iniziative imprenditoriali for-profit, la logica è essenzialmente
rovesciata”.
Le onp possono essere:
- Aziende di consumo quando il consumo della ricchezza è
destinato prevalentemente al soddisfacimento dei bisogni
sociali e collettivi, avvalendosi se necessario di aziende
derivate. L’erogazione di servizi è collegata alla disponibilità
monetaria che proviene dai redditi di chi ha una posizione
organizzativa. Le motivazioni che spingono le aziende di
consumo sono di tipo non economico (etiche, sociali,
politiche, umanitarie, di ricerca), ma danno comunque una
certa importanza alle motivazioni economiche che devono
essere presenti per dare luogo alle attività dell’azienda. Le
fonti di finanziamento possono venire dall’interno
8
dell’azienda, quindi da redditi da lavoro dei membri del
gruppo sociale oppure dall’esterno ovvero da contributi da
parte degli associati in termini di denaro.
- Aziende composte quando nelle aziende di consumo l’attività
di produzione è rilevante. Esempi di aziende composte sono
le aziende dello Stato in cui prevale l’attività di produzione di
beni e servizi o le onp in cui la sua attività di produzione di
beni e servizi è utilizzata sia dai gruppi sociali facenti parte
dell’onp sia da esterni dell’onp.
Le organizzazioni no profit possono essere classificate in
termini giuridici se l’attività svolta è di tipo civico, politico,
sociale e permette di avere vantaggi e agevolazioni fiscali e di
ricevere donazioni; si possono classificare in termini sociali se le
onp hanno forte capacità di essere in sintonia con i problemi
sociali e riescono a far fronte agli squilibri della società; oppure
si possono classificare in termini economico-aziendali se
esistono dei sostenitori delle onp che pongono in condizione la
onp di esistere e di produrre ed erogare beni e servizi. Il profitto
infine non verrà redistribuito tra i soci come nel caso delle
organizzazioni for profit ma verrà interamente reinvestito
nell’attività.
9
Tre sono gli elementi che accomunano le Organizzazioni:
- è un impegno sociale;
- che persegue degli obiettivi comuni;
- che lo fa attraverso il controllo dei risultati.
Un impegno sociale: un organizzazione potrebbe comprendere
un solo individuo che interagisce con terze persone o più individui
che interagiscono tra loro producendo qualcosa al loro interno, ma
possiamo parlare di una funzione sociale quando i fondatori creano
un’organizzazione che permetta loro di interagire con altre persone,
in un modo che non sarebbe possibile se agissero individualmente.
Gli obiettivi collettivi: i soggetti appartenenti ad
un’organizzazione hanno degli obiettivi comuni o collettivi. Sarebbe
sbagliato pensare che è l’organizzazione ad avere degli obiettivi in
quanto la stessa fornisce un punto di riferimento per persone con
obiettivi simili. L’organizzazione permette ai singoli di raggiungere
gli obiettivi.
Risultati verificati: le organizzazioni forniscono un sostegno per
le persone che ne necessitano. Esse potrebbero presentare una
fonte di sicurezza e protezione e offrono un supporto attraverso i
membri. Il potere di definire l’obiettivo comune dell’organizzazione
non è distribuito equamente tra tutti i membri, è concentrato nelle
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mani di pochi. Non appena viene stabilito, bisogna venderlo agli
altri appartenenti dell’organizzazione.
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1.1 TIPOLOGIE DI ORGANIZZAZIONI NO PROFIT
La nostra Costituzione prevede tra i diritti dei cittadini, quello di
associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non siano
vietati dalla legge, nonché quello di professare liberamente la
propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata,
ricavando in questo modo uno spazio autonomo, rispetto all’azione
dello Stato, che permetta a tali enti di perseguire gli scopi che si
sono prefissati.
Le organizzazioni nascono in seguito alla crisi del “welfare
state”, quindi laddove lo Stato non arriva a soddisfare determinati
bisogni della società le organizzazioni non profit si sostituiscono ad
esso a conferma dello slogan “più società e meno Stato”.
In genere, l’esigenza di strutturarsi in un’organizzazione
associativa scaturisce dal fatto che una pluralità di soggetti intende
perseguire finalità che potrebbero prefiggersi anche i singoli, ma
molto meno efficacemente o con iniziative di più ridotta portata ed
ampiezza.
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Graham Wilson, Gruppi di lavoro autogestiti – come raggiungere performance ottimali, Jackson
libri, Londra, 1995, pag 32.