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tradizionale e autoportante. Nel primo caso si hanno normali scaffalature metalliche
contenute all’interno di un edificio solitamente preesistente, mentre in una struttura
autoportante lo scaffale stesso sostiene le pareti ed il tetto e diventa esso stesso un edificio
a tutti gli effetti, normalmente di grosse dimensioni (anche fino a quaranta metri di
altezza). E ancora, i magazzini automatici si differenziano a seconda delle tipologie
dell’automazione, in particolare delle macchine che eseguono il deposito ed il prelievo,( i
trasloelevatori), ed inoltre in funzione delle unit di carico che gestiscono (pallet, cassoni,
scatole,ecc.). Per quanto riguarda lo stoccaggio dei prodotti finiti, che rappresenta
l’applicazione piø diffusa, il magazzino automatico pu essere organizzato come parte
terminale di un’attivit manifatturiera oppure come centro di stoccaggio per merci prodotte
in paesi lontani.
Qualsiasi sia la tipologia di progetto realizzata , i vantaggi di un magazzino automatico
sono molteplici, in particolar modo naturalmente, una maggiore velocit di
movimentazione e la possibilit di ridurre in modo significativo l impiego di personale.
Oltre a questi benefici, tuttavia, esistono anche altri importanti fattori a sostegno di un
progetto per un magazzino automatico. Un primo elemento da considerare Ł la minore
occupazione di suolo: un magazzino automatico autoportante a parit di quantit stoccata
occupa un area da 5 a 10 volte inferiore rispetto ad un magazzino tradizionale. Questo,
dove il suolo ha un alto valore, significa un forte risparmio economico con la possibilit di
riutilizzo dell area non occupata. Un altro aspetto interessante Ł la possibilit di gestire le
scorte con grande precisione: poichØ il sistema Ł completamente automatizzato ed Ł dotato
di una tracciatura assolutamente affidabile, Ł possibile ridurre i volumi stoccati senza
rischiare di andare in rottura di stock e quindi ridurre l immobilizzo di capitale.
La progettazione di un magazzino Ł un esercizio decisamente complesso che pu dar luogo
a soluzioni molto diverse tra loro, ognuna di queste composte da un profilo organizzativo,
procedurale e tecnologico. Una completa definizione dei dati di progetto e una successiva
analisi, permettono di orientarsi verso la scelta della soluzione giusta da applicare; in
alcune situazioni sono facilmente identificabili alcuni elementi che indirizzano senza
particolari dubbi verso determinate soluzioni tecnologiche (dimensione degli stock, entit
dei flussi, rilevanza del picking, altezza dell edificio,etc.); in altri casi rimangono soluzioni
ugualmente praticabili sotto il profilo costi benefici, ma decisamente diverse tra loro: come
quelle di un magazzino automatico, servito da trasloelevatori, da contrapporre a soluzioni
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che utilizzano sistemi di stoccaggio e movimentazione di tipo tradizionale, basate
soprattutto sull impiego di carrelli elevatori .
L obiettivo di questa tesi Ł quindi quello di fornire alle aziende un sussidio alla
progettazione di un magazzino automatico servito da trasloelevatori, munire di basi
teoriche per la gestione operativa dello stesso, fornire elementi che aiutino a scegliere se
adottare o meno un magazzino automatico.
Il lavoro, suddiviso in quattro capitoli, si apre (primo capitolo) con una panoramica
generale sul magazzino, le sue funzioni, e una descrizione delle varie modalit di
stoccaggio delle unit di carico. Di queste tipolo gie di magazzini viene fatta una
valutazione economica che riporta come risultato una serie di osservazioni relative
all opportunit di realizzare l una o l altra a sec onda di fattori incidenti come l indice di
rotazione, la potenzialit di movimentazione, la po tenzialit ricettiva e l altezza dello
stabilimento. Successivamente si espongono le linee guida e si illustrano le basi teoriche
necessarie al fine di effettuare una buona progettazione. ¨ indispensabile affrontare, se si
vuole progettare un impianto di stoccaggio automatico, una delucidazione teorica delle
funzionalit di un trasloelevatore (secondo capitol o), e dei potenziali vantaggi che, il suo
utilizzo, pu portare all azienda . Nella prima par te del capitolo viene proposta una
procedura da seguire per effettuare una progettazione corretta, mentre nella parte centrale
viene analizzato dettagliatamente ogni singolo criterio e parametro utile al successivo
dimensionamento. La scelta della tipologia del magazzino intesa come: profondit della
scaffalatura; ..dimensionamento dell unit di caric o; .. studio e calcolo dei tempi di ciclo
dei traslo elevatori; ed un ulteriore valutazione economica, compongono l articolato
processo del dimensionamento statico e dinamico dell impianto di stoccaggio. Le difficolt
che si possono avere nella predisposizione di un magazzino non risiedono solamente nel
dimensionamento ma si rivelano anche nell ottimizzazione della gestione operativa dello
stesso; vengono di conseguenza analizzati e descritti i criteri di assegnazione delle
operazioni ai trasloelevatori, l allocazione fisica delle unit di carico, l utilizzo dei cicli di
stoccaggio, e si espongono le funzioni e le caratteristiche dei sistemi informativi e
gestionali che hanno come scopo la gestione ottimale del magazzino in tutti i suoi flussi.
Nel terzo capitolo vengono applicate tutte le nozioni esposte precedentemente ad un
esempio di progettazione di un magazzino automatico; in tale esempio si possono notare le
difficolt che il progetto comporta in termini di v incoli strutturali, gestionali e strategici, e
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la complessit per raggiungere un buon connubio ne l dimensionamento statico e dinamico.
Ma la questione fondamentale alla quale l azienda desidera risposta Ł: conviene adottare
un magazzino automatico? Il paragrafo 2.8 ed il quarto e conclusivo capitolo cercano di
rispondere a questa domanda, fornendo alle aziende che stanno affacciandosi a questo
mondo, una relazione che cerca di essere la piø chiara possibile.
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1 Gli Impianti di stoccaggio
1.1 La funzione dei magazzini
Nel ciclo logistico di un azienda il magazzino ha un ruolo fondamentale, esso pu essere
considerato come un nodo della rete distributiva interna ed esterna dalla quale si deve
passare quasi obbligatoriamente. Per queste ragioni il magazzino deve essere perfettamente
inserito nel ciclo logistico dell azienda.
Esso svolge all interno della rete logistica essenzialmente due funzioni:
• contiene le scorte delle merci o delle materie prime per uso interno all azienda
(quando essa ne richiede un riassortimento);
• trasforma i flussi in ingresso in flussi di uscita dei prodotti finiti mediante
l eventuale composizione delle unit di carico (con tenitori di vario genere o pallet
caricati di prodotti), la formazione di nuovi lotti anche diversi per articolo/
quantit .
Le aziende sono costrette a creare e mantenere scorte di materiali, prodotti finiti o meno,
per alcune ragioni fondamentali:
• smorzare le irregolarit dei consumi e dei ricevime nti;
• ottenere flessibilit rispetto alle variazioni del mix produttivo e dei volumi;
• agevolare la distribuzione e i trasporti;
• ovviare all inaffidabilit degli impianti o ripercu ssioni dovute a scarsa qualit ;
• appianare l inattendibilit delle previsioni della domanda o dovuti ad errori di
programmazione;
• mantenere il prodotto obbligatoriamente a riposo, in attesa di altre lavorazioni.
A seconda del mercato dell azienda e dal tipo di produzione i magazzini hanno importanza
diversa, e le caratteristiche si differenziano ancor di piø. Dimensione e grado di
automazione dipendono rispettivamente dai ritmi del mercato e del sistema produttivo.
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Una considerazione che bisogna fare in sede di studio di fattibilit e progettazione di un
magazzino Ł l impegno economico che esso comporta in termini di: ammortamenti,
riscaldamento, illuminazione, manutenzione e servizi aggiuntivi i quali sono, tutti,
proporzionali allo spazio utilizzato. Si comprende cos che Ł necessario dare rilievo a studi
preventivi atti a razionalizzare ed ottimizzare il magazzino in tutte le sue caratteristiche
(dalla giacenza ottimale, al lay-out e allocazione della merce).
Figura 1 - Variazioni percentuali dei costi in funzione dell altezza del fabbricato
I magazzini si possono suddividere in due grandi classi:
• magazzini terminali (materie prime prodotti finit i);
• magazzini interoperazionali.
I primi, chiamati cos in quanto collocati agli estremi della catena logistica del produttore,
corrispondono anche a quelli con dimensioni maggiori; i secondi utilizzati per
disaccoppiare le diverse fasi del processo, costituendo un buffer. Altri tipi di magazzini
sono quelli da destinare al contenimento di imballi, materiali di consumo, utensili e altro.
Generalmente un magazzino pu essere descritto come un insieme integrato delle aree
funzionali di:
• ricevimento e controllo ;
• stoccaggio prodotti;
• prelievo di unit di carico;
• prelievo frazionato (picking);
• allestimento ordini;
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• spedizione.
A seconda delle esigenze dell azienda e alle caratteristiche del flusso dei materiali, queste
aree possono essere disposte in modo differente, purchØ esse siano in grado di raggiungere
prestazioni in termini di affidabilit ed efficienz a in sintonia ai ritmi dell intero sistema
logistico. In generale per minimizzare i costi di movimentazione il layout complessivo del
magazzino sar coerente con il flusso dei materiali . Ciascuna area operativa varier in
dimensioni e caratteristiche in relazione alla tipologia del magazzino.
Figura 2 - Esempio di disposizione delle aree operative in un magazzino
Nel caso in cui il magazzino centrale sia annesso allo stabilimento di produzione, si pu
by-passare l area di stoccaggio realizzando un collegamento diretto tra area di produzione
e area di spedizione. Il trasferimento diretto alle banchine di spedizione delle unit di
carico provenienti dalle linee di produzione consente l eliminazione dei cicli di immissione
e prelievo dall area di stoccaggio; questo comporterebbe un ulteriore riduzione dei costi di
handling in coerenza con la politica del Just in Time.
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1.2 Indici e caratteristiche di un magazzino
Prima di descrivere le modalit di stoccaggio dell e unit di carico (UdC) esistenti Ł
necessario definire vari parametri di prestazione degli stessi.
Potenzialit ricettiva : misura quante unit di carico sono stoccabili n el magazzino.
Potenzialit di movimentazione : misura il numero massimo di unit di carico in
transito(throughput) attraverso l impianto di stoccaggio nell unit di tempo. Questo Ł un
parametro che esprime la capacit dinamica del ma gazzino e dipende dal numero dei
mezzi di movimentazione e dalle caratteristiche dei cicli relativi (semplici o combinato).
Indice di selettivit : Ł il rapporto fra il numero di movimentazioni utili ed il numero di
movimenti necessari, quindi esprime la predisposizione a consentire il facile rifornimento e
prelievo di un oggetto qualsiasi senza spostarne altri.
Indice di saturazione o utilizzazione superficiale: rappresenta il rapporto tra la superficie
utilizzata e la superficie totale. ¨ esprimibile a nche in termini di unit di carico
immagazzinabili per metro quadro di area operativa di stoccaggio.
Indice di saturazione volumetrica: rappresenta il rapporto tra il volume occupato dai
materiali immagazzinati e il volume totale di stoccaggio.
Indice di potenza: Ł il rapporto tra le tonnellate stoccate e la potenza installata nel
magazzino (in kW); Ł un indice significativo per i magazzini del freddo .
Indice di manodopera: indica il rapporto tra le tonnellate arrivate o spedite a magazzino in
un periodo di tempo ed il numero di ore lavorative degli operatori addetti al magazzino,
nello stesso periodo di tempo.
Indici di costo: descrivono le prestazioni sia del sistema di stoccaggio nel suo complesso
sia delle singole aree funzionali. Possono essere espressi in /m 3 , /(UdC movimentata)
ecc.
Al fine della nostra trattazione Ł necessario definire ulteriori indici utilizzati nella
discussione delle politiche di gestione operativa dell impianto di stoccaggio:
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Indice di rotazione: definito come il rapporto tra il flusso di prodotto in uscita dal sistema
di stoccaggio in un determinato periodo espresso in UdC e la giacenza media dello stesso
prodotto nello stesso periodo. Esso indica, nell arco temporale considerato, quanto girano
le scorte. Si pu anche definire un indice di rotaz ione a valore se si dispone di valori
economici.
Indice di Movimentazione: definito come il numero di UdC di un determinato prodotto
movimentato in un periodo di riferimento. Corrisponde al numero di prelievi che possono
essere relativi ad unit di carico frazionate. In u n magazzino intensivo in cui vengono
movimentate solo UdC intere l indice di movimentazione coincide con il flusso in uscita di
prodotto espresso in numero di unit di carico pall ettizzate.
Indice di Accesso: definito come il rapporto tra l indice di movimentazione relativo al
prodotto i e il numero medio di celle dedicate allo stesso prodotto. Esso rappresenta il
numero di accessi medi, in un arco temporale fissato, relativi ad un singolo vano e quindi Ł
proporzionale alla probabilit che un accesso gener ico sia riferito al vano considerato.
Ciclo Semplice: esso comprende tutte le fasi per prelevare o immettere nel magazzino una
UdC con rispettiva andata o ritorno a vuoto. La durata del ciclo semplice Ł pari alla somma
di un tempo di ciclo variabile e un tempo di ciclo fisso.
Ciclo Combinato: esso associa ad una operazione di immissione una operazione di prelievo
in modo da ridurre la percorrenza a vuoto ed aumentare la produttivit del sistema; quindi
esso consente una sostanziale riduzione dei tempi variabili. In questo caso oltre al tempo di
ciclo variabile e al tempo di ciclo fisso vi si aggiunge il tempo per spostarsi da un vano
all altro.
La seguente trattazione utilizzer questi parametri in descrizioni ed in dimostrazioni
matematiche.