5
Nel primo capitolo si Ł presa in esame la formazione delle teorie logiche,
semiotiche ed epistemologiche di Peirce negli anni compresi tra il 1860 e il
1870. Mediante lo studio di cinque testi tra i piø importanti di questo periodo 2,
si Ł cercato di mostrare come il pensiero filosofico di Peirce si sia andato
delineando a partire dalla messa in discussione delle posizioni kantiane giovanili
e dalla conseguente riflessione sul tema delle inferenze. La nostra attenzione si Ł
concentrata in modo particolare sulla questione della classificazione degli
argomenti e sui suoi criteri. Si Ł inoltre cercato di porre in rilievo quanto gli esiti
della riflessione logica di Peirce e la sua concezione della natura inferenziale del
pensiero umano abbiano influito sulla sua indagine categoriale e cognitiva.
Nel secondo capitolo si Ł invece tentata una ricostruzione quanto piø coerente
possibile della teoria dell abduzione di Peirce e delle sue connessioni con la
teoria dell indagine scientifica.
Seguendo la linea interpretativa di K.T. Fann 3, che suddivide in due periodi la
formulazione della teoria dell abduzione peirciana, si Ł cercato di mostrare come
il concetto di inferenza ipotetica subisca una ra dicale trasformazione nel corso
dell evoluzione del pensiero di Peirce, trasformazione culminata nella
formulazione del concetto di abduzione .
Ci si Ł soffermati, attraverso la lettura di due articoli particolarmente
significativi4, sulla prima trattazione peirciana delle inferenze e sulla preliminare
concezione dell ipotesi come inferenza fondata e ssenzialmente sulla
similarit tra oggetti o classi di oggetti.
2
Memoranda Concerning Aristotelian Syllogism (1866); On A Natural Classification of Arguments (1867) On A
New List Of Categories (1867); Questions Concerning Certain Faculties Claimed For Men (1868); Some
Consequences Of Four Incapacities (1868).
3
Cfr. Fann 1970.
4
Some Consequences Of Four Incapacities (1868) e Deduction, Induction and Hypothesis (1878).
6
Si Ł, in seguito, cercato di porre in rilievo la progressiva messa in risalto da parte
di Peirce del carattere esplicativo dell inferenza ipotetica, e la conseguente
risoluzione della teoria dell inferenza in una piø generale teoria dell indagine.
Infine, attraverso la lettura e il confronto di alcuni testi relativi all ultimo
decennio di riflessione di Peirce 5, si Ł focalizzata l attenzione sulla compiuta
formulazione del concetto di abduzione, sul suo carattere di risposta
all insorgere nell esperienza di fenomeni sorprende nti e sulla sua collocazione
all interno di una teoria dell indagine scientifica .
Nel terzo capitolo si Ł, invece, tentato uno studio del metodo della detection
esemplificato da Edgar Allan Poe nella sua prima e piø celebre detective story, I
delitti della Rue Morgue, alla luce dell assunzione (tipica degli studiosi del
pensiero peirciano) che la detective story possa essere considerata come la
forma letteraria usata per esprimere l abduzione 6.
Si sono, dunque, presi in esame i concetti poeschi di raziocinio e analisi, e si Ł
cercato di fornire una discussione quanto piø approfondita possibile di quelle
che si sembrano essere le tre abduzioni principali contenute nel racconto preso
in esame.
In merito agli argomenti di quest ultimo capitolo, Ł, d altra parte, necessaria una
precisazione: ci che si Ł cercato qui di mettere in luce Ł che la summenzionata
assunzione induce a un fraintendimento, qualora e ssa venga interpretata in un
senso logicamente ed epistemologicamente forte.
L idea che ha sostenuto questo studio Ł, infatti, che la detection poliziesca, e in
particolar modo quella di Poe, debba essere interpretata piø come una poetica
che come una logica dell indagine scientifica.
5
On the Logic of Drawing History from Ancient Documents (1901), Pragmatism and Abduction (1903) e A
Neglected Argument for the Reality of God (1908).
6
Harrowitz 1983:234.
7
Prima di chiudere questa introduzione, riteniamo necessario spendere qualche
parola sulle modalit che sono state adottate per l a citazione dei testi.
Per quanto riguarda Peirce, si Ł fatto costante riferimento alle due principali
collezioni di testi peirciani: i Collected Papers of Charles Sanders Peirce,
raccolti e pubblicati tra il 1931 e il 1958 da C. Hartshorne, P. Weiss e A. Burks,
e i Writings of Charles Sanders Peirce, a cura del Peirce Edition Project, la cui
pubblicazione Ł iniziata nel 1982 ed Ł tuttora in corso. In entrambi i casi si Ł
adottato lo stile di citazione piø usato dagli studiosi del filosofo statunitense, che
prevede il riferimento al testo attraverso sigle e numeri.
La sigla utilizzata per la citazione dei Collected Papers Ł CP , seguita dal
numero di volume e di paragrafo (ad esempio, CP 1.515 = Collected Papers,
vol. 1, par. 515).
Quella utilizzata per i Writings Ł W , seguita dal numero di volume e di pagina
(ad esempio, W 1:360 = Writings, vol. 1, p. 360). Per quanto riguarda Poe, si Ł
invece fatto riferimento alle traduzioni italiane edite da Mondadori, e si Ł
utilizzato lo stesso sistema di citazione adottato per tutti gli altri testi, ovvero
nome dell autore, anno di pubblicazione e numero di pagina.
In chiusura di questa introduzione, desidero ringraziare tutte le persone che mi
hanno spronato, incitato, confortato nei momenti di difficolt . Non sono in grado
di misurare i miei debiti nei loro confronti. Desidero inoltre porgere i miei piø
sentiti ringraziamenti al professor Prampolini, che ha pazientemente seguito la
stesura di questa tesi e mi ha aiutato con preziosi suggerimenti e con la sua
incommensurabile disponibilit .
Quello che c Ł di positivo nella tesi Ł dovuto in larga parte a tutte queste
persone. Quello che c Ł di negativo, sicuramente a me.
8
1. CHARLES S. PEIRCE: I FONDAMENTI LOGICI, SEMIOTICI E
COGNITIVI DELLA TEORIA DELL INDAGINE.
In questo capitolo si cercher di fornire una disam ina sintetica e quanto piø
possibile esaustiva dei temi logici, semiotici e cognitivi della riflessione
filosofica di Charles Sanders Peirce nel decennio compreso, grosso modo, tra il
1860 e il 1870. Tali temi, infatti, fanno da sfondo allo sviluppo della teoria
peirciana dell indagine. Dato il carattere preliminare e, si potrebbe dire,
didascalico della disamina in questione, essa non potr che assumere la forma di
un confronto diretto con alcuni dei testi piø significativi della prima produzione
peirciana: oggetto di studio saranno, in particolar modo, i saggi Memoranda
Concerning Aristotelian Syllogism (1866), On the Natural Classification of
Arguments (1867), On a New List of Categories (1867), Questions Concerning
Certain Faculties Claimed for Men (1868) e Some Consequences of Four
Incapacities (1868). D altra parte, poichØ un analisi approfondita di tutte le
tematiche emergenti nei testi in questione condurrebbe inevitabilmente a tradire
il presupposto della sinteticit che ci si Ł prefissati, la nostra attenzione si
concentrer esclusivamente su alcune questioni:
i) la concezione peirciana della natura inferenziale del pensiero;
ii) l emergere dell inferenza ipotetica come forma di r agionamento
autonoma e irriducibile alle forme inferenziali tradizionalmente
riconosciute della deduzione e dell induzione;
iii) l influenza dello studio dell inferenza ipotetica s ulla formulazione del
concetto di segno e sulla concezione del processo semiotico;
9
iv) le relazioni tra categorie, segni e forme inferenziali;
v) l elaborazione di una teoria della conoscenza fondata sul presupposto
della natura inferenziale e semiotica del pensiero.
A temi ulteriori e di grande importanza, come ad esempio gli sviluppi della
dottrina categoriale di Peirce, le teorie della significazione e della semiosi
illimitata e le loro conseguenze pragmatistiche, n on potranno essere dedicati, in
questa sede, che brevi accenni e rinvii.
Ci che ci interessa, non Ł, infatti, formulare uno studio approfondito della
semiotica cognitiva di Peirce, quanto rilevare la pervasivit dell inferenza
ipotetica gi nelle prime fasi dello sviluppo del p ensiero peirciano: pervasivit
che Ł chiaro segno della centralit attribuita da Peirce al tema dell abduzione fin
dagli esordi della sua riflessione filosofica.
1.1. La genesi del pensiero di Peirce
Il periodo compreso tra il 1860 e il 1870 rappresenta una fase nevralgica nella
formazione del pensiero di Peirce.
¨ tra la stesura del breve scritto I, It and Thou (1861) e la pubblicazione dei
saggi anticartesiani Questions Concerning Certain Faculties Claimed For
Men e Some Aspects Of Four Incapacities (1868) che Peirce elabora alcuni dei
presupposti fondamentali delle sue teorie semiotiche ed epistemologiche, in
particolare il concetto di relazione segnica e la teoria dell inferenza basata sulla
distinzione degli argomenti nella triade deduzione-induzione-ipotesi. 7
7
Per una trattazione approfondita della formazione e dello sviluppo del pensiero di Peirce in questi anni, cfr.
Murphey 1961.
10
All origine dell indagine peirciana si trova lo stu dio dell opera di Kant, in
particolare dell Analitica Trascendentale della Critica della Ragion Pura.
Giampaolo Proni ha notato che sui rapporti tra Pei rce e Kant si potrebbe
scrivere almeno un libro Il confronto con Kant continu per tutta la vita tra
lodi, critiche, distinguo e riconoscimenti (Proni, 1990:39).
Se affrontare esaustivamente i termini di un rapporto tanto complesso esula in
maniera evidente dalle nostre possibilit , Ł, d alt ra parte, quanto meno
necessario porre l accento sul fatto che tutta l at tivit di Peirce in questo
decennio, dallo studio dei classici dell empirismo inglese a quello della filosofia
antica e della scolastica medievale, dall indagine sulla struttura logica delle
inferenze a quella sulla natura del pensiero in generale e sulla sua relazione con
la realt conoscibile, Ł motivata dalla riflessione sull opera di Kant.
Nel 1905, Peirce stesso riassumer la sua formazion e filosofica come segue:
Prima ancora di raggiungere l'età adulta, poiché ero rimasto molto impressionato
dalla Critica della Ragion Pura di Kant, mio padre, che era un eminente matematico,
mi segnalò delle lacune nel ragionamento di Kant che probabilmente non avrei
scoperto altrimenti. Muovendo da Kant, giunsi allo studio di Locke, Berke ey e Hume e a quello
dell'Organon, della Metafisica e dei trattati psicologici di Aristotele, e qualche tempo
dopo ricavai il più grande vantaggio da un approfondito esame i alcune opere dei
pensatori medievali, Sant'Agostino, Abelardo, Giovanni di Salisbury, ei frammenti
correlati di San Tommaso d'Aquino, e specialmente di Giova ni di Duns, lo Scoto ... e
di Guglielmo da Ockham. (CP 1.560)
11
PoichØ in questa sede non sar possibile fornire una trattazione esaustiva di tutti
gli argomenti e i temi della riflessione peirciana, ci limiteremo a fornire delle
linee guida dello sviluppo del pensiero di Peirce.
1.2. Le critiche alla logica di Kant
L interesse per la natura della relazione del pensiero con il suo oggetto o
contenuto , ossia per l analisi del concetto di r appresentazione , si staglia
anche da un punto di vista meramente cronologico alla scaturigine della
riflessione pierciana. Lo studio dell Analitica Trascendentale kantiana condotto
negli anni giovanili provvede a Peirce la concezione fondamentale
dell intenzionalit del pensiero e della centralit della rappresentazione nella sua
funzione di mediazione tra il pensiero stesso e il suo relato oggettivo. Ha
notato in proposito Rossella Fabbrichesi Leo :
Il tema che più lo affascina in questo pensatore [Knt] – e che non smetterà di
occuparlo anche negli anni a venire – è quello della possib lità dei giudizi sintetici a
priori, del fondamento della relazione all’oggetto tramite rappresentazioni con le
quali l’esperienza deve accordarsi e che, nondimeno, non dip ndono da essa.
Peirce è particolarmente attento al tema della rappresentazione, e già in questi anni
conclude con certezza che ogni pensiero è pensiero-di (thought-of, W 1:60) e il suo
relato è un’oggettualità che si offre unicamente tramite il medio della
rappresentazione. L’inconoscibile «cosa in sé» non esi te, dunque, poiché gni evento
in quanto conosciuto è in relazione alla mente, ha cioè natura rappr sentativa. 8
8
Fabbrichesi Leo 1993:4.
12
Ma se Peirce condivide con Kant la ferma convinzione nella natura
rappresentativa del pensiero, non si pu dire altre ttanto riguardo alla soluzione
kantiana al problema della definizione della natura della rappresentazione
mediante la formulazione della tavola delle catego rie nella Critica della
Ragion Pura. Come Ł noto, alla radice delle categorie kantiane si trova la tavola
delle suddivisioni delle funzioni logiche del giudizio.
La presa di distanza di Peirce da Kant trae origine proprio dalla critica
dell impianto logico che fa da sfondo alla tavola dei giudizi.
In CP 4.2 Peirce scrive:
Nei primi anni ’60 ero un appassionato seguace di Knt, per lo meno per quanto
concerne l’analitica trascendentale nella Critica d lla Ragion Pura. […] Ora, Kant
individua alcune relazioni tra le categorie. Io ne ho scoperte delle altre: ma queste
altre, se si considerassero in relazione ordinata ad un insieme di co cetti, dovrebbero
far parte di un sistema più ampio di quello offerto dalla l sta kantiana. Si presentava
così un problema al quale dedicai tre ore al giorno per due anni, giu gendo inf ne a
concludere con evidente certezza che vi era qualcosa di errato nella logic f rmale utilizzata da
Kant. (corsivo mio)
Agli occhi di Peirce, la portata dell errore kantiano assume dimensioni tali da
indurlo ad affermare che Kant avrebbe manifestato la piø stupefacente
ignoranza della logica tradizionale e che la sua t rattazione dei giudizi sarebbe
frettolosa, superficiale e triviale :
Nei miei studi della grande Critica di Kant […] rimasi molto colpito dal fatto che
benché, in accordo con la sua trattazione della materia, la sua int ra fi osofia riposi
13
sulle "funzioni del giudizio" o divisioni logiche delle propo zioni, e sulla relazione
con queste delle sue "categorie", pure la sua analisi d lle suddette funzioni è
frettolosa, superficiale, triviale e persino inconsistent , come ovu que nelle sue
opere, pur piene come sono di prove di genio logico, è manifesta la più stupefacente
ignoranza della logica tradizionale, perfino delle Summula Logicales, il ma ual
scolastico dell'epoca dei Plantageneti. (CP 1.560)
Il nucleo della critica alla logica kantiana Ł gi espresso in questo brano, e
riguarda l ignoranza di Kant nei confronti della logica tradizionale: ignoranza
che Ł alla base della scorretta trattazione offerta da Kant delle funzioni del
giudizio. Se Peirce riconosce a Kant il merito di aver messo in luce l intima
connessione delle categorie con la logica formale, pure lo accusa di alcune
importantissime negligenze:
Dopo una serie di ricerche, giunsi a vedere che Kant non avrebbe dovuto limitarsi
alla divisione delle proposizioni, o “giudizi” come i Tedeschi le chiamano
confondendo il soggetto, ma avrebbe dovuto rendere conto di ogni elementare e
significativa differenza tra segni di ogni specie, e che, soprattutto, non avrebbe
dovuto tralasciare la descrizione delle fondamentali forme di ragiona ento. (CP
1.561)
Due sono le indicazioni da trarre in questo brano:
(1) l associazione compiuta da Peirce tra proposiz ioni e giudizi (compresi,
naturalmente, i loro elementi costitutivi) e i seg ni di ogni specie ;
(2) la mancanza, nella struttura logica kantiana, di un adeguato studio delle
fondamentali forme di inferenza.
14
PoichØ il punto (1) rappresenta una conseguenza del punto (2), ci dedicheremo,
in prima istanza, a quest ultimo.
1.2.1. Argomenti e inferenze
¨ noto che il nucleo della teoria dell argomentazio ne di Kant si pu rintracciare
nello scritto La Falsa Sottigliezza delle Quattro Figure Sillogistiche (1762) e nei
paragrafi dedicati alla logica generale della Critica della Ragion Pura.
Nella Falsa Sottigliezza, Kant sostiene che l unica forma di argomentazione
pura Ł rappresentata dalla prima figura del sillo gismo aristotelico: le restanti
figure sillogistiche possono essere tutte ridotte ad essa, della quale non
rappresentano che forme estremamente involute e innaturali.9
Nella Critica della Ragion Pura, per converso, sulla scia delle suddivisioni delle
forme logiche dei giudizi, Kant distingue tre tipi di sillogismo: il sillogismo
categorico, quello ipotetico e quello disgiuntivo. 10
Questa classificazione risulta insoddisfacente a Peirce fin dal 1865, poichØ
essa non sarebbe fondata su criteri logici ma empi rici . In questo senso, ha
notato Carlo Sini, sarebbe in una certa misura possibile accostare le critiche a
Kant di Peirce a quelle espresse da Hegel nel § 42 dell Enciclopedia delle
scienze filosofiche in compendio. Scrive Sini:
È noto che in tale paragrafo Hegel osserva che Kant, nella ricerca delle categorie, «se
l’è cavata a buon mercato»; egli avrebbe assunto le diverse form del giudizio così
come «si trovano già nella logica comune, empiricamente indicate (…) I diversi modi
9
Cfr. Barone, 1985:100-01.
10
Cfr. Kant, [1787] 1999:273-4. Per una trattazione approfondita della logica di Kant, vv. Scaravelli 1968;
Broad 1978; Capozzi 2002.
15
di giudizio, già belli e annoverati, porgono dunque le diverse determinazioni del
pensiero». […]
Limitatamente al problema che qui ci interessa, Hegel e Peirce si mostrano dunque
concordi nel rifiutare che «le specie dei concetti, dei giud zi, dei ragionamenti»
vengano classificate empiricamente, ovvero, per dirla con le parole di Pei ce, che il
criterio logico di classificazione assuma come valido e non problematico il terreno
delle «cose su cui si ragiona» o termini del ragionamento. 11
Ma l analogia con Hegel non si riduce che a questo comune presupposto. Anche
la proposta fichtiana apprezzata da Hegel, della deduzione delle
determinazioni logiche dal pensiero, viene rigettata da Peirce come non
propriamente logica .
Anche in questo caso, infatti, il criterio logico poggerebbe su «cose»: quelle cose che
«producono il ragionamento come il concepire, il giudi are, ecc.». in altre parole,
quella cosa che sarebbe il pensiero (per esempio, l’Io trascendentale di Fichte). La
proposta di Peirce vuole invece mantenersi nel campo specifico d lla operazione
logica (campo né empirico, né trascendentale, ma, come vedremo, semiotico) e
rilevare le pure forme di inferenza che presiedono alla formulazione ei
ragionamenti o argomenti, classificati appunto in base quelle forme. 12
Occorre notare che l ultimo periodo di questo brano lascia intendere che, nella
trattazione peirciana, non si dia una equivalenza dei termini argomento e
inferenza : mentre l argomento, inteso come correl azione logica tra giudizi o
proposizioni , sembra rappresentare l espressione di una relazione formale tra
enunciati (le premesse e la conclusione), l inferenza sembra essere il
11
Sini, 1978:14.
12
Sini, 1978:15.
16
procedimento stesso che instaura e giustifica questa relazione, ossia consente
l asserzione di una conclusione a partire da un corpo di premesse.
L uso che Peirce fa dei due termini non permette, d altra parte, di stabilire con
certezza se essi rappresentino entit realmente dis tinte: a piø riprese, infatti, egli
definisce argomenti le inferenze cui gli argoment i logici stessi rinviano. Pure,
ha notato in proposito K.T. Fann, gi in questi pri mi anni di ricerca Peirce
sostiene che ogni cognizione Ł un inferenza e che qualsiasi operazione
compiuta su dati risultanti nella cognizione Ł un inferenza , e risolve dunque
ogni processo mentale in un processo inferenziale 13.
PoichØ l inferenza Ł alla base di ogni cognizione, e ogni cognizione trova il suo
compimento in un giudizio, e ogni argomento Ł una relazione tra giudizi, sembra
dunque che si dia una sorta di priorit logica dell inferenza sull argomento, e
che l argomento logico o sillogismo non sia che l espressione formalizzata di
una inferenza.
A favore di questa interpretazione, si pu notare c he Peirce stesso afferma che
ciascun argomento valido rinvia ad una determinata forma inferenziale:
l argomento consta nel mettere in relazione un certo numero di giudizi o
proposizioni; l inferenza nella modalit di questa relazione.
SicchØ, in ultima analisi, l individuazione dei modi di questa relazione, ovvero
l individuazione delle forme di inferenza sottostanti agli argomenti logici ,
rappresenta il solo criterio autenticamente logico della loro classificazione.
E a questa individuazione Peirce giunge mediante la formulazione di un
concetto di capitale importanza tanto per le sue teorie logiche, quanto per la loro
risoluzione in una prospettiva semiotica: quello del principio-guida ( leading
principle) dell argomento.
13
Cfr. Fann, 1970:11-13; cfr. inoltre Murphey 1961:21.