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quello amatoriale a quello commerciale. Ci soffermeremo inoltre ad analizzare il rapporto tra podcasting e gli
altri media, tradizionali e non, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello contenutistico. Per fare
questo, l’analisi è stata strutturata in tre capitoli: nel primo, dopo aver spiegato in modo approfondito che
cosa sia il podcasting, come sia nato e quali siano stati i fattori favorevoli alla sua diffusione, verranno
analizzati tutti i suoi possibili utilizzi attuali e futuri in ambiti diversi, dalla radiofonia alla didattica, dalla
pubblica amministrazione al marketing. Per avere un’immagine più completa del fenomeno, guarderemo al
podcasting anche da un punto di vista tecnico, analizzando le tecnologie che ne hanno permesso la nascita e
lo sviluppo.
Il secondo capitolo si concentrerà sulla modalità di fruizione, evidenziandone la facilità ed i vantaggi, mentre
il terzo prenderà in considerazione tutti i vari passaggi necessari per la creazione di un podcast, riferendosi in
particolar modo alle possibilità di sviluppo a livello amatoriale, cercando di dimostrare come il podcasting
possa rappresentare una valida soluzione, affrontabile da chiunque, per raggiungere un pubblico
relativamente vasto in rapporto agli sforzi richiesti.
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IL PODCASTING
1.0 - Che Cos’è il Podcasting?
Il termine podcasting indica un sistema attraverso il quale è possibile scaricare in maniera automatica risorse
audio e video, chiamate podcast, dal sito dell’emittente; il programma, o client, necessario per la fruizione di
contenuti in podcasting viene chiamato aggregatore o feeder. In sostanza, tale programma permette, una
volta sottoscritto un abbonamento (generalmente gratuito) ad una trasmissione periodica che trasmetta in
podcasting, di ricevere sulla memoria del proprio computer i contenuti in modo del tutto automatico non
appena questi siano stati pubblicati dal fornitore; contenuti che rimangono quindi a disposizione dell’utente e
sono perciò fruibili in modo
asincrono.
Il neologismo podcasting
nasce dall’unione del termine
iPod, ossia il celeberrimo
lettore MP3 dell’americana
Apple, con broadcasting, che
letteralmente significa
radiodifussione,
teletrasmissione, e vorrebbe
indicare un nuovo tipo di trasmissione audio libera, trasportabile, tascabile da ascoltare dove e quando si
vuole. L’origine della parola podcasting coincide con quella che sembra essere la sua prima apparizione il 12
Febbraio del 2004 sulla rivista The Guardian, in un articolo di Ben Hammersley intitolato “Audibile
revolution”: in primissima analisi, infatti, questo nuovo termine viene associato esclusivamente al nuovo
metodo di diffusione di file audio nonostante, come vedremo, esso permetta la distribuzione anche di
contenuti video, otre che di file di ogni tipo. Poco meno di due anni dopo, nel Dicembre del 2005, il termine
podcasting viene eletto parola dell’anno dal dizionario americano New Oxford, il quale definisce
ufficialmente il neologismo come “registrazione digitale di una trasmissione radiofonica o simili, resa
disponibile su internet con lo scopo di permettere il download su riproduttori audio personali”. Bisogna
tuttavia precisare che il termine podcasting, in realtà, risulta improprio e tende a creare confusione: molti,
soprattutto alla nascita del fenomeno, erano infatti convinti che fosse necessario possedere il lettore iPod
della Apple per usufruire di tali trasmissioni mentre, in realtà, ogni podcast può essere ascoltato su un
qualsiasi lettore MP3 portatile (Figura 1 – Alcuni esempi di lettori MP3 presenti sul mercato),
senza distinzioni. Certo l’immediata associazione con il prodotto della Apple è sintomo dell’estremo
successo e diffusione in tutto il mondo del suo celebre lettore multimediale; tuttavia la questione è stata
oggetto di diverse discussioni poiché avrebbe dato alla casa americana un ingiustificato merito nella vicenda
dello sviluppo del podcasting. Si è dunque cercato di rendere neutro il termine, trasformandolo nell’acronimo
“Personal Option Digital casting”, ma in giro per la rete non è difficile trovare differenti combinazioni di
parole o sigle, come “Personal On-Demand broadcast”. Nella confusione, persino alcune importanti testate
Figura 1 – Alcuni esempi di lettori MP3 presenti sul mercato.
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giornalistiche ed emittenti italiane, come La Stampa, Il Corriere della Sera e la RAI, sono cadute in errore
nell’individuazione dell’etimo corretto.
Per meglio comprendere il funzionamento del podcasting, risulta opportuno metterlo in relazione con i
metodi tradizionali di diffusione di contenuti, broadcasting e streaming, ed individuarne le differenze.
1) Broadcasting: è il metodo tradizionale di trasmissione di contenuti audio e video sulla radio e sulla
televisione; con questo sistema, i programmi possono essere fruiti soltanto in un determinato giorno
e ora decisi dall’emittente (ossia mentre essa sta espressamente trasmettendo i contenuti).
Rappresenta perciò un tipo di fruizione sincrona che non prevede nativamente la registrazione dei
contenuti.
2) Streaming: la diffusione dei contenuti audio e video avviene qui attraverso una connessione in rete
alla fonte. Esistono due modalità differenti di streaming: quello in memoria, asincrono e on-line, che
prevede la fruizione del contenuto on-demand, ossia in qualsiasi momento l’utente si connetta alla
fonte; c’è poi lo streaming dal vivo, sincrona e on-line, del tutto simile al broadcasting in quanto il
contenuto può essere fruito solo se l’utente si connette alla fonte al momento in cui essa sta
trasmettendo. In ogni caso, lo streaming non prevede il download di un file sul proprio computer.
Le differenze della trasmissione in podcasting, rispetto ai metodi appena analizzati risultano da subito
fondamentali: con il podcasting, l’utente ottiene direttamente dalla fonte un file al quale attingere in qualsiasi
momento, anche off-line, essendo salvato sulla memoria del proprio computer, e in qualsiasi luogo, poiché
può trasferirlo, ad esempio, sul proprio lettore multimediale portatile. Inoltre, l’utente può attingere
contemporaneamente da innumerevoli fonti diverse e, attraverso la sottoscrizione dell’abbonamento, in modo
del tutto automatico, senza bisogno di controllare la pubblicazione di nuovi contenuti sui siti dei singoli
fornitoti: sarà infatti l’aggregatore installato sulla propria macchina a tenere costantemente sotto controllo le
fonti ed a scaricare i nuovi podcast disponibili. Senza contare che, a differenza delle altre modalità di
trasmissione, il podcasting permette all’emittente di diffondere contemporaneamente più contenuti anche di
tipo differente.
Il nuovo metodo di trasmissione, o meglio di diffusione, di contenuti attraverso il podcasting offre dunque
interessanti possibilità, che andremo ad esaminare nei paragrafi successivi, sia lato produttore/distributore,
sia lato fruitore. Prima di procedere con tale analisi, è bene accennare brevemente alla storia della nascita e
dello sviluppo del podcasting.
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1.1 – La Storia
L'ideatore del podcasting è Adam Curry, ex deejay di Mtv, il quale, insieme ad un gruppo di amici blogger
1
,
nel 2004 mette a punto un software chiamato iPodder (oggi conosciuto come Juice) che permette di ricevere
automaticamente sul proprio PC e riversarli sul proprio lettore portatile i file MP3 da lui messi a
disposizione. Nell'arco di pochissime settimane, la sua trasmissione Daily Source Code ottiene un successo
strepitoso: i download quotidiani arrivano fino a quota cinquantamila, un risultato inaspettato persino per lo
stesso Curry. La tecnologia che l'ex deejay ed i suoi collaboratori utilizzano per diffondere le proprie
trasmissioni è, oltre all'MP3 per quanto riguarda la compressione audio, l'RSS, ossia un formato che proprio
in quegli anni si sta affermando definitivamente come standard per la diffusione di contenuti sul web, sia per
l'estrema semplicità di sviluppo, sia perché ogni contenuto che si presenti in questa forma può essere
ricevuto, letto e classificato in modo del tutto automatico, senza dover ogni volta andare a controllare la fonte
dalla quale proviene. Appare subito chiaro che, se già con l'arrivo delle web radio il processo di produzione
di una radio poteva essere affrontato non esclusivamente dagli addetti ai lavori, da questo momento chiunque
può permettersi di creare un proprio programma con pochissimo sforzo tecnico ed economico, pur riuscendo
a raggiungere un pubblico molto ampio. Non sono soltanto i grandi gruppi editoriali già presenti in rete ad
integrare i propri servizi con la diffusione di contenuti audio in podcasting, come l’autorevole BBC o il
quotidiano nostrano La Repubblica per citarne alcuni, ma sono sopratutto radioamatori, appassionati e
blogger decisi a dare voce al proprio diario on-line, a far diventare il podcasting un fenomeno di raggio molto
più ampio.
Il trampolino di lancio definitivo per il successo del podcasting arriva però nel giugno del 2005, con l'uscita
della versione 4.9 di iTunes, il celebre lettore multimediale sviluppato dal colosso americano Apple, il quale
fornisce tale software con i propri computer (anche se ormai è disponibile ugualmente per sistemi operativi
Windows). iTunes, oltre ad essere un ottimo lettore multimediale, permettendo di catalogare i propri file
musicali o video in modo ordinato e secondo precisi criteri (quali autore, album, anno di pubblicazione, ecc),
consente l'accesso ad un enorme negozio musicale via internet (iTunes Music Store), che nel corso degli anni
ha reso sempre più consolidata l'abitudine di acquistare musica scaricandola direttamente da tale negozio
virtuale. Con iTunes 4.9, viene implementata all'interno del software l'opzione “Podcast”, attraverso la quale
è possibile abbonarsi alle trasmissioni desiderate e ricevere la singola puntata direttamente dentro una cartella
del proprio iPod. L'amplificazione del fenomeno podcasting effettuata dal software della Apple raggiunge
dimensioni planetarie ed è dovuta ad un'operazione molto semplice: iTunes Music Store ha infatti inserito la
categoria “Podcast” tra i generi musicali disponibili. Ovviamente, da questo momento anche tutte quelle
persone che non avevano mai sentito parlare di podcasting incominciano ad avvicinarsi al fenomeno, avendo
già pronto sotto mano un ricco e ordinato catalogo di podcast disponibili (attualmente ne raccoglie più di
100.000 gratuiti). La voglia di ascoltare e creare podcast cresce di giorno in giorno e, d'altro canto, chiunque
abbia pubblicato o abbia intenzione di pubblicare il proprio podcast, da questo momento si servirà di iTunes
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Con il termine blogger si indicano coloro che utilizzano i blog (contrazione di web-log), i cosiddetti diari
on-line, per la pubblicazione di contenuti sulla rete.
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per raggiungere un pubblico molto ampio. Ma le novità sulla rete hanno vita breve, e presto incominciano a
sorgere un gran numero di web directory dedicate esclusivamente al podcasting, ossia siti in cui vengono
raccolti e catalogati tutti i podcast presenti sulla rete, agevolando sempre di più l'accesso e l'ascolto delle
varie trasmissioni, dal momento in cui l'utente non deve neanche più effettuare una ricerca sugli appositi
motori presenti in rete.
1.2 – Un Nuovo Medium
Il podcasting ha avuto fin dalla nascita un grande successo ed i primi ad usufruire, lato creatore, di questo
nuovo mezzo di comunicazione sono stati gli utenti della rete, gli appassionati e i radioamatori dell’era di
internet. Ma, indipendentemente dall’aspetto prettamente tecnico, come è stato possibile un successo così
ampio? Perché improvvisamente tutte queste persone hanno voglia di comunicare? Come abbiamo visto
all’inizio della nostra ricerca, molti tendono a paragonare questo nuovo fenomeno del podcasting con la
nascita, negli anni settanta, delle prime radio libere che ruppero il monopolio dell’etere da parte delle
emittenti statali, permettendo ai giovani radioamatori di opporsi ad una censura all’epoca molto attiva. Al
giorno d’oggi, questo metodo di trasmissione non è più possibile per un qualsiasi radioamatore, sia perché
l’etere è ormai saturo di emittenti radiofoniche, sia per i costi impegnativi che si dovrebbero affrontare. In
ogni modo, pur con le dovute differenze, un parallelismo con quel particolare fenomeno degli anni settanta
non è del tutto errato: negli ultimi anni, una certa diffidenza delle persone nei confronti dei media tradizionali
si sta facendo sempre più sentire, soprattutto tra gli utenti più giovani, abituati già da tempo a cercare,
scoprire, scambiare e confrontare informazioni e contenuti direttamente dalla rete; la voglia di comunicare da
parte di questo “pubblico attivo” è già stata ampiamente dimostrata dall’esplosione del fenomeno “blog” in
tutto il mondo. Due importanti incentivi che portano così tante persone a voler divulgare il proprio punto di
vista e le proprie idee, sono appunto la semplicità d’uso e ed i costi ridottissimi, se non nulli, necessari per
utilizzare attivamente questi nuovi media che trasmettono via internet. Ed è proprio questo il caso del
podcasting: mai come in questo momento, il processo di creazione di una radio indipendente può essere
affrontato da chiunque, in poco tempo ed a costi davvero ridottissimi, ma con risultati spesso sorprendenti dal
momento in cui, trasmettendo sul web, il raggio d’azione è geograficamente illimitato ed il bacino d’utenza
può facilmente raggiungere dimensioni notevoli.
Come abbiamo visto, le modalità di trasmissione attraverso il web che un radioamatore può utilizzare sono
sostanzialmente due, ossia il podcasting e lo streaming; tuttavia, quest’ultimo, benché abbia come vantaggio
la trasmissione dei contenuti in diretta e quindi la possibilità di interazione dello spettatore, presenta delle
restrizioni tecniche. Infatti, utilizzando lo streaming non si fa altro che scambiare un certo numero di dati
(ossia la nostra trasmissione) con gli utenti collegati in un determinato momento e quindi una normale
connessione ADSL permette l’ascolto contemporaneo della nostra radio ad un numero ristretto di persone