considerati i “professori” del basket. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il culto
del basket entra anche in Italia, nascono società sportive in tutta Italia, Milano,
Bologna, Roma, Pesaro, diventando molto velocemente le “imbattibili” del
basket italiano. Il Nord Italia era ormai diventato famoso per le sue perle del
basket, mentre nel Sud Italia nascevano solo piccoli gruppi di persone amanti del
“nuovo” sport: tra le risa e le nuove amicizie, si organizzavano partite, o al
massimo qualche campionato amichevole. Un bagliore di si intravede nella
piccola cittadina campana, Caserta, nasce lo Sporting Juventus Caserta t.
Da allora in poi la Juventus Caserta Basket si è evoluta sempre di più, fino a
diventare ufficialmente una società sportiva e a militare nei campionati
regionali, fino ad un giorno in cui dovette affrontare le stelle del nord. Arrivò in
serie A e, come prima ed unica squadra del Sud Italia, divenne Campione d’Italia
nel lontano 1991. Oggi siamo nel 2008, molte cose sono cambiata la
società, i giocatori, il mondo che li circonda che ci ha riempito di nuove
tecnologie e di nuovi strumenti per pubblicizzare la squadra, ma lo spirito e i
colori bianconeri restano e resteranno sempre nel cuore dei casertani.
Per una società sportiva di piccole dimensioni, come la JuveCaserta, la
gestione coerente e coordinata del valore dell’ “immagine” può rappresentare
un importante vantaggio spendibile sul mercato che, sp i sodalizi che
gravitano tra professionismo e semiprofessionismo tendono a trascurare,
concentrandosi molto spesso esclusivamente sul risultato sportivo di cui la brand
equity è solitamente considerata la naturale didascalia. Qualsiasi programma
volto al potenziamento della brand equity sottende la di
investimenti a questo genere di attività, risorse di cui le società sportive minori
non dispongono o che tendono a destinare al raggiungimento degli obiettivi
sportivi, risultati che rappresentano solo uno degli aspetti che concorrono a
determinare il valore del patrimonio d’immagine di un Tale valore è il
risultato di una politica orientata alla “qualità”, volta alla soddisfazione del
cliente, ed il consumatore non è solo lo spettatore che vive la massima
esperienza, nell’impianto sportivo ma anche colui che gue la propria squadra
in TV, che spera e si dispera insieme alla squadra, che ascolta le radiocronache,
che acquista i vari gadget, ecc. L’obiettivo di perseg una politica che tenda
a valorizzare la risorsa immagine sottende, inoltre, la necessità di maggiore
attenzione verso tutti i pubblici di riferimento del club, compreso pubblico
interno ed aziende sponsor, istituzioni, che in queste categorie rappresentano la
principale fonte degli introiti della squadra. Il percorso di comunicazione che
dovrebbe essere messo in atto da qualunque realtà sportiva, dovrebbe partire
dal marketing ed attraversare un’intensa attività di public relation in un
processo volto a far intersecare ricerca di miglioramento della solidità
organizzativa della società, realizzata attraverso l’attuazione di una politica
volta alla ricerca della qualità, alla ricerca della soddisfazione e
dell’apprezzamento da parte dei diversi pubblici con cui il club si trova ad
interagire. Oggi la gestione della funzione comunicativa nella maggior parte
delle società che militano in categorie inferiori tende ad essere frammentata tra
un responsabile marketing che si occupa del reperimento degli sponsor, ed un
addetto stampa che collabora part-time con la società e che svolge le
tradizionali mansioni delegate a tale ruolo. Ne deriva spesso una gestione
frammentata dell’immagine del Club non in grado di cogliere e sfruttare a pieno
tutte le diverse potenzialità di business e di valorizzazione della brand equity
che una società sportiva ha nel suo DNA. Per attivare processi le società
sportive minori dispongono di budget limitati. In tale contesto bisogna quindi
valorizzare competenze e risorse che possiede già una sportiva, tuttavia
è necessario, inoltre, che gli sforzi di comunicazione devono essere inquadrati in
una strategia coerente, condivisa dalla dirigenza ed implementata attraverso un
coordinamento che richiede un responsabile che si occupi di tutti gli aspetti che
riguardano la brand equity.
Figura professionale, centrale, che deve essere inquadrata è il
responsabile dell’ufficio marketing, ma non solo come personale che gestisce le
attività di comunicazione tra la società, gli sponsor, le istituzioni e il pubblico di
riferimento, ma come figura che cerca di creare prodotti di riferimento della
squadra, che cerca di creare appositamente un logo della squadra stessa da
inserire sul mercato riferito a quel target di persone che della squadra fanno la
loro passione. Deve essere inserita, quindi, nell’organigramma della società una
figura, il , che con competenze creative e d’immagine, sappia
“inventare” e “valorizzare” la squadra nella sua dimensione d’immagine e
sappia creare un punto vendita, uno , in grado di promuovere il prodotto in
tutte le sue categorie merceologiche.
Questa tesi si basa, quindi, sulla valorizzazione di questa nuova figura
professionale, in tutte le sue caratteristiche e componenti: quali tecniche e
strumenti utilizza e soprattutto, nell’ambito sportivo, cosa significa sport
merchandising e come si effettua una promozione del prodotto sportivo. In
particolare verrà analizzata la squadra di basket di Caserta, la JuveCaserta
Basket, come società, come organizzazione e verrà valutato e analizzato il
merchandising della squadra, con l’inaugurazione del suo store, creato per la
stagione 2007/2008.
merchandiser
st ore
Nello specifico, questa tesi si compone di quattro capitoli in cui
verranno spiegate, con filo logico, modalità e strumenti di comunicazione di una
squadra di basket, e in particolare verranno studiate e analizzate le tecniche più
evolutive che hanno portato all’evoluzione del concetto di merchandising
sportivo, e più precisamente del basket, in particolare della JuveCaserta Basket
per arrivare ad una costruzione, ad un’analisi di un nuovo merchandising della
squadra in questione per la stagione 2008-2009.
Il primo capitolo si interesserà delle definizioni fondamentali di comunicazione:
verranno spiegate tecniche e strumenti di marketing, nonché le rispettive
definizioni, come e quando devono essere utilizzate.
Il secondo capitolo si incentrerà sul marketing sportivo e sull’offerta dello sport,
e in particolare sul merchandising sportivo di una società sportiva in quanto tale.
Il terzo capitolo, nucleo centrale della tesi, racconterà la storia della
JuveCaserta Basket per poi delineare un suo piano marketing, in cui la squadra
verrà analizzata sul mercato competitivo, confrontandola con altre squadre di
basket campane, verrà delineata l’analisi S.W.O.T., verrà analizzata e valutata
l’azienda Basket JuveCaserta S.r.l. per quanto riguarda il lato economico, quindi
un’analisi dei bilanci dal 2003 fino al 2007, ed infine verrà discussa la
prospettiva del merchandising della JuveCaserta dalle fino all’anno in
corso, e il progetto in progress per la stagione 2008-2009 con una consequenziale
simulazione di vendita dei rispettivi prodotti.
Infine, nell’ultimo capitolo, verranno discusse le tecniche legali e commerciali di
un contratto di merchandising, di franchising e di sponsorizzazione che può
essere stipulato in sede di accordo tra le parti.
Questa tesi offre, inoltre, un panorama sulla situazione del Sud Italia nel
mondo dello sport e del basket in particolare, confrontando le squadre campane:
S.S. Napoli Basket, Scafati Basket, S.S. Felice Scandone Avellino Basket e
JuveCaserta Basket.
Questa tesi ha l’onore, ed io personalmente, essendo tifosa della
squadra in questione, di raccontare una delle pagine più belle della storia
sportiva casertana, di narrare delle gesta della JuveCaserta e dei suoi giocatori e
della storia di uno dei club di tifoseria più uniti: l’Inferno BiancoNero.
Questi tesi, ha quindi l’obiettivo principale di cercare di creare un
nuovo merchandising per la JuveCaserta, cercando di unire qualità, stile,
eleganza, praticità e storia.
CAPITOLO I
Il è l’insieme di attività di un’impresa volta ad ottimizzare
tutti i fattori che permettono di migliorare la commercializzazione di merci o
servizi offerti, mediante la creazione, l’individuazione e lo stimolo dei bisogni
dei consumatori, associata alla proposta di prodotti e servizi immessi sul
mercato idonei per il soddisfacimento dei bisogni umani1. Cardine del marketing
è il prodotto intorno al quale girano e si costruiscono tutte le attività e le
decisioni relative ad esso: relazioni pubbliche, brand name, pubblicità,
packaging, sponsorizzazioni, merchandising. Il prodotto è un concetto
complesso, si scompone in attributi, tangibili e intagibili che caratterizzano
l’offerta di un venditore ad un determinato mercato cercando di raggiungere
specifici obiettivi2. S’intendono per attributi tangibili la dimensione, il peso, il
colore, la forma; negli elementi intangibili vanno compresi la marca, lo stile, il
servizio, la qualità, la garanzia, l’immagine del prodotto. Queste due
componenti sono interrelate tra loro e si influenzano dando
origine al concetto di prodotto. Compito dell’operatore di marketing è scoprire i
bisogni del consumatore, crearli per poi venderli, attraverso fasi e strumenti
comunicativi. Elementi di differenziazione del prodotto sono:
Il modo in cui le funzioni vengono erogate, semplificate, arricchite;
La qualità degli elementi che compongono il prodotto;
La dimensione, il peso, ed eventualmente lo spazio che occupa il
prodotto;
La forma, lo stile, il colore, e soprattutto il design;
Il Me raviglioso Mondo de l Marke ting:
la Promozione de l Prodotto
1.1 Introduzione: presentazione de lla comunicazione di marketing
market ing
•
•
•
•
1
, Equipe Service Group, Italia Oggi – Erinne S.r.l.,
Pioltello (Milano), 2007.
2
a cura di U.Collesei e V.Ravà edizioni ISEDI, UTET Diffusione, Torino,
2004.
Il dizionario dei termini di Marketing &Pubblicit
La Comunicazione d Azienda
••
•
•
•
•
•
•
La garanzia;
La marca che permette di distinguere ed identificare i vari prodotti;
Il prezzo;
La distribuzione.
Abbiamo visto che il prodotto è l’elemento principale della comunicazione di
marketing attraverso cui il prodotto/servizio stesso viene manipolato dai vari
strumenti di comunicazione, che hanno come principale quello di
informare, di motivare, di attrarre e di persuadere. Questo è quello che in
comunicazione viene definito , ovvero il mix degli
strumenti del marketing:
La : forma di comunicazione di massa veicolata dai mass-media
a carattere oneroso e persuasorio e proveniente da una fonte
identificabile e avente finalità commerciale che cerca di convincere
consumatore facendo leva sui suoi atteggiamenti3;
Il : è l’ “abito” con cui il prodotto si presenta al consumatore
finale, è un elemento essenziale per la distribuzione, l’esposizione, per la
differenziazione e personalizzazione del prodotto di consumo destinato al
largo pubblico e permette di stabilire un rapporto fra il prodotto e il
consumatore4;
Gli e la
che comportano l’uso di strumenti quali: il telefono, gli oggetti d’uso, la
corrispondenza, le pubblicazioni, Internet e Intranet, le videoconferenze,
le affissioni e la cartellonistica, le manifestazioni aziendali;
Il , ovvero la marca: nome, segno grafico che permette di
identificare un prodotto o una linea di prodotti o un’imp È un mezzo
di differenziazione del prodotto che ha lo scopo di simboleggiare
l’immagine del prodotto presso il consumatore. La marca aiuta ad
effettuare l’acquisto fornendo al cliente soddisfazione personale,
attribuisce agli occhi del consumatore un’immagine di soddisfa il
bisogno di status, di personalità, possiede inoltre le funzioni di
permanenza, soddisfazione legata alla familiarità e intimità con la marca,
communicat ion audit ing
pubblicit
packaging
st rument i di comunicazione aziendale promozione d immagine
brand
3
, Equipe Service Group, Italia Oggi – Erinne S.r.l.,
Pioltello (Milano), 2007.
4
, Marcello Morelli, FrancoAngeli, Milano, 2002.
Il dizionario dei termini di Marketing &Pubblicit
L immagine dell impresa
di edonismo, ovvero di estetica legata al comportamento della marca nel
rispetto della società;
La : attività svolta, in un processo di comunicazione,
dalla forza vendita per il collocamento della produzione aziendale in cui
vede coinvolti un venditore ed un potenziale acquirente nell’ottica di
realizzare un ordine e creare relazioni durature con gli acquirenti5;
Le : attività di comunicazione dell’impresa attraverso
cui sviluppare relazioni di conoscenza e di creare un favorevole da
parte dell’azienda verso i pubblici di riferimento a cui si rivolge, cercando
di ottenere da questi un consenso per quanto riguarda creazione dei
suoi prodotti;
La : appoggio finanziario e organizzativo a favore di
un’attività o una manifestazione. Attraverso questa operazione, l’impresa
intende promuovere la propria immagine, intende promuovere un
prodotto o un servizio, un marchio, intende penetrare in un particolare
segmento di mercato6;
Il : attività di comunicazione destinate a produrre una
reazione del soggetto target, si distingue dal direct keting, ovvero da
quelle attività destinate a produrre una vendita al cliente7;
La : attività di comunicazione che mira all’incremento
delle vendite di un prodotto prospettando al consumatore vari vantaggi
non intrinseci nel prodotto stesso, ovvero cerca di spingere il prodotto
verso il consumatore. Ha l’obiettivo di: migliorare la produttività della
forza vendita, migliorare le relazioni con gli intermediari commerciali,
suscitare interesse nel consumatore8;
•
•
•
•
•
vendit a personale
relazioni pubbliche
sponsorizzazione
direct response
promozione vendit a
5
, Equipe Service Group, Italia Oggi – Erinne S.r.l.,
Pioltello (Milano), 2007.
6
In Italia ha trovato larga diffusione un tipo particolare di sponsorizzazione, le sponsorizzazioni televisive,
intendendo con tale termine, sia che un’azienda contribuisce finanziariamente a produrre una trasmissione
ottenendo l’adeguata pubblicità, sia che un’azienda entra nella trasmissione diventando protagonista
attraverso i suoi prodotti. Un’altra forma è la sponsorizzazione culturale, la forma più adatta a valorizzare il
patrimonio artistico. Altra forma è la sponsorizzazione sportiva in cui si nota l’alto coinvolgimento del
pubblico e il grande spazio che i media riservano agli eventi sportivi e ciò consente di aumentare l’audience.
a cura di U.Collesei e V.Ravà edizioni ISEDI, Torino, 2004.
7
a cura di U.Collesei e V.Ravà edizioni ISEDI, Torino, 2004.
8
Ci sono vari tipi di promozione. Abbiamo le promozioni rivolte al consumatore, ovvero quelle attività che si
rivolgono direttamente a chi compra i prodotti attraverso tecniche quali: offerte speciali, vendite abbinate,
Il dizionario dei termini di Marketing &Pubblicit
La Comunicazione d Azienda
La Comunicazione d Azienda
• Il : comprende tutte le attività mirate a promuovere le
vendite di un prodotto dopo che ha raggiunto il punto vi
rientrano quindi il packaging, l’esposizione o display le offerte speciali,
le iniziative promozionali. È definito anche sfruttamento a scopo
commerciale o pubblicitario/promozionale della notorietà di un
personaggio famoso, il tipico testimonial, regolato in conformità a license
e royalties.
L’insieme di questi strumenti aiuta l’impresa, produttrice di prodotti
commerciali, ovvero dei bisogni del consumatore, oggi ndispensabili, di
pubblicizzare la sua marca, di ottimizzare la sua immagine e di suscitare
interesse nel consumatore, obiettivo finale è diventar leader nel suo
particolare settore di mercato.
Il termine merchandising ha diverse definizioni e interpretazioni. Deriva
da merce e si definisce come l’insieme delle tecniche, dirette e/o indirette, che
aiutano il prodotto ad uscire dal punto vendita. Con il suddetto termine si indica
anche l’attività di commercializzazione della gadgettistica, ovvero di
quell’insieme di oggetti, quali magliette, felpe, accessori vari, che sfruttano
l’immagine e l’identità visiva di una squadra di calcio, o come si vedrà in
seguito, anche di una squadra di basket. Altre definizioni, quali proveniente
dall’ “ ”, lo interpreta come una parte del
marketing che comprende tutte le tecniche commerciali che presentano, nel
miglior modo possibile, il prodotto o servizio offerto al potenziale cliente. Cerca
quindi di presentare il prodotto in maniera attiva cercando di renderlo
attraente: immagine, identità visiva, packaging, esposizione sul lineare di
vendita. Questa definizione però è stata criticata, in quanto ene ridotta alla
semplice presentazione del prodotto. In seguito all’istituzione dell’ “
”, nel 1973 grazie ad Alain Wellhoff e Jean-Emile
Masson, il merchandising venne definito come “l’insieme di studi e tecniche
applicative realizzati separatamente o congiuntamente distributori e dai
merchandising
AcadØmie Des Sciences Commerciales
Inst it ut e
Francais du Merchandising
1.2 Il Merchandising: cenni storici, peculiarit e cambiamenti
concorsi a premio. Altra tipologia sono le promozioni al distributore, usate per spuntare un maggior
numero di ordini: riduzioni di prezzo, oggetti regalo, premi in regalo, viaggi. a
cura di U.Collesei e V.Ravà edizioni ISEDI, Torino, 2004.
La Comunicazione d Azienda
produttori, con lo scopo di aumentare la redditività del punto vendita e la
vendita dei prodotti, grazie al continuo adeguamento dell’assortimento ai
bisogni del mercato e ad una presentazione appropriata delle merci”.
Precisamente Alain Wellhoff ne dà una sua definizione: “insieme di metodi e
tecniche che concorrono a dare del prodotto un ruolo di vendita attivo, grazie
alla sua presentazione e alla sua ambientazione, al fine di ottimizzare la
redditività”9. Inoltre, in ambito pubblicitario, il termine merchandising si
riferisce a particolari tecniche di acquisto dei diritti di sfruttamento di un
soggetto motorio, allo scopo di essere valido nel commercio di determinati
prodotti/servizi. Possiamo quindi affermare che il merchandising è una delle
tecniche principali del marketing dell’azienda commerciale, la sua principale
funzione è presentare il prodotto, il servizio, l’evento in questione attraverso la
sua presentazione, la sua esposizione, l’ambientazione senza dimenticare la
redditività, allo scopo di migliorare la produttività del punto vendita.
Le tecniche di merchandising si sono diffuse con l’affermarsi dei vari punti
vendita che si sono succeduti in varie fasi:
Nella prima fase il venditore si trovava all’aperto suscitando e realizzando
i primi bisogni del consumatore;
La seconda fase è caratterizzata dalla nascita della bottega caratterizzata
dalla divisione dei ruoli: il venditore cercava di soddisfare i bisogni dei
consumatori dietro un bancone/scaffale e presentando i prodotti a voce;
La terza fase è caratterizzata dalla rivoluzione del commercio ovvero
l’arrivo dei Grandi Magazzini (1852) caratterizzati dalla libera circolazione
delle merci: i prodotti si trovano a diretto contatto consumatore, il
quale aveva la possibilità di “toccarli con mano”;
La quarta fase è contraddistinta dall’evoluzione del commercio con
l’arrivo dei Magazzini Popolari, ovvero il punto vendita al dettaglio non
specializzato in un determinato prodotto in cui il consumatore aveva la
possibilità di scegliere tra molti prodotti diversi, a largo consumo e a
prezzo molto basso, caratteristica principale è la vendita dei prodotti e i
suoi incassi erano distribuiti in modo semplice. In Europa, invece, arri
negli anni ’50, le cui caratteristiche sono: presentazione del prodotto alla
vista e alla portata del consumatore, libero accesso e libera scelta della
•
•
•
•
9
Jean-Emile Masson, Alain Wellhoff, Il , Milano, Franco Angeli, 2001.Merchandising
merce da parte del cliente, semplicità del pagamento, ovvero il
pagamento del prodotto che si effettuava alla/e cassa/e all’uscita del
supermercato.
Quest’ultima fase, caratterizzata dalla nascita dei negli Stati
Uniti nel 1928, ha conseguenze molto importanti: nasce il , si è
avuto l’avvento della vendita visiva, o , caratterizzata dal
contatto diretto fra merce e i vari consumatori, i quali hanno la possibilità di
accedere ai molti prodotti senza l’intervento di un ve figura che tra
l’altro scompare, di “toccare con mano” il prodotto per conoscerlo meglio, di
esaminare le sue caratteristiche e valutare la corrispondenza alle proprie
esigenze. Questa tecnica è adatta per prodotti e acquisti meno incerti, in altre
parole a quei tipi di clienti che hanno già un’idea del prodotto da scegliere, ciò
ovviamente presuppone che il punto vendita sia “comunicativo”, “leggibile”,
liberamente e agevolmente fruibile da parte della clientela che deve poter
capire velocemente il senso e le caratteristiche dell’offerta commerciale e
accedere facilmente ai prodotti, ai servizi commerciali, alle iniziative
promozionali; richiede inoltre un’organizzazione dello spazio di vendita in base
all’aggregazione e all’esposizione dei prodotti e nella realizzazione delle
iniziative promozionali. Ad esempio le modalità espositive devono essere
pianificate secondo tre elementi, quali la corretta esposizione dei prodotti, la
loro adeguata rotazione, il profitto ricavabile dagli Inoltre per quanto
riguarda le diverse tipologie d’esposizione realizzabili in un punto vendita,
queste variano in base alle categorie merceologiche disponibili, alle dimensioni
dello spazio espositivo, alle caratteristiche del punto vendita stesso. In ogni caso
la pianificazione dell’esposizione11 e la sua gestione ottimale12 dovranno essere
Magazzini Popolari
libero servizio
visual merchandising10
10
Può essere definito come “il modo di presentare un punto vendita e i suoi prodotti al fine di attrarre
l’attenzione dei potenziali clienti”. È costituito dall’insieme di strumenti di non verbale che
possono essere impiegati per promuovere il punto vendita e i suoi prodotti. Per quanto riguarda poi l’impiego
del materiale visivo, questo deve essere progettato avendo chiare le condizioni nelle quali il punto vendita si
troverà ad operare e quali sono le caratteristiche e l esigenze del pubblico. ,
Marcello Morelli, FrancoAngeli, Milano, 2002.
11
La pianificazione dell’esposizione viene tradotta come , ovvero l’ammontare dello spazio
sugli scaffali di un punto vendita destinato all’esposizione di un prodotto i quali hanno una buona influenza
sul successo di vendita del prodotto nel caso in cui il prodotto stesso è presentato in una certa maniera.
, Equipe Service Group, Italia Oggi – Erinne S.r.l., Pioltello
(Milano), 2007.
12
La gestione ottimale viene tradotta come . , Marcello Morelli,
FrancoAngeli, Milano, 2002.
L immagine dell impresa
space allocation
Il
dizionario dei termini di Marketing &Pubblicit
space management L immagine dell impresa
realizzate avendo a disposizione una serie di dati relativi sia agli spazi e alle
attrezzature disponibili che ai prodotti. Altro elemento è la pianificazione del
traffico dei clienti all’interno del punto vendita. È importante infatti individuare
il percorso preferenziale di movimento nei diversi corridoi percorribili, lungo le
diverse scaffalature utilizzate per l’esposizione dei prodotti13. Le zone di
maggior richiamo per il pubblico sono:
Le scaffalature sul lato destro;
I punti nei quali si tende a creare maggior affollamento;
I punti che corrispondono alla testata delle gondole;
I punti in cui i corridoi si uniscono o si incrociano;
I punti di attraversamento dei corridoi.
L’organizzazione del display14 dei prodotti dovrà inoltre tener conto
dell’andamento del flusso nelle diverse ore della giornata, della redditività dei
prodotti da esporre, del fatto che si tratta di prodotti che vengono acquistati
sulla base di acquisto preventivo o d’impulso15. Nel pianificare la space
allocation, quindi, è necessario tenere presente questi aspetti, assegnando,
quindi, spazi più interessanti a prodotti i cui margini sono elevati, o
esponendo fuori dalle gondole prodotti che hanno una valenza stagionale o che
sono in promozione utilizzando, ad esempio, degli espositori a terra. I diversi
livelli di cui è composto uno scaffale vengono così schematizzati16:
: è quello che ha il valore più basso, sia perché non è visibile
sia perché è faticoso raggiungerlo;
•
•
•
•
•
• Livello suolo
13
Vengono definite le scaffalature tipiche dei punti vendita a libero servizio, centri commerciali,
super-ipermercati, aperta sui due lati e posizionati tra due corsie. Un particolare tipo di gondola è detta ,
ovvero un tipo di gondola a forma circolare posizionata in qualunque punto del layout del punto vendita e
utilizzata per l’esposizione dei prodotti in promozione. ,
Equipe Service Group, Italia Oggi – Erinne S.r.l., Pioltello (Milano), 2007.
14
Il , ovvero esposizione, è il complesso delle tecniche es adottate per la disposizione dei
prodotti sul punto vendita che ha lo scopo di “venderli” visivamente. Più in particolare è visto anche come il
contenitore utilizzato per esporre il prodotto in una vetrina o all’ del punto vendita, che ha la funzione
di catturare l’attenzione del consumatore, attirarlo sul punto vendita e indurlo ad acquistare il prodotto.
, Equipe Service Group, Italia Oggi – Erinne S.r.l.,
Pioltello (Milano), 2007.
15
, Marcello Morelli, FrancoAngeli, Milano, 2002.
16
, Marcello Morelli, FrancoAngeli, Milano, 2002.
gondole
isola
Il dizionario dei termini di Marketing &Pubblicit
display
Il dizionario dei termini di Marketing &Pubblicit
L immagine dell impresa
L immagine dell impresa
••
•
•
Livello mani
Livello occhi
prodot t o
packaging
: è considerato di redditività media, in quanto il cliente non è
costretto a piegamenti come sopra, dal momento che i prodotti sono a
portata “di mano”;
: è il livello migliore in quanto i prodotti sono
immediatamente visibili al consumatore e non è richiesto alcun tipo di
movimento.
Il merchandising, e di conseguenza l’avvento del libero servizio, ha
portato cambiamenti sia per quanto riguarda il prodotto sia per quanto riguarda
il consumatore e le sue abitudini d’acquisto, sia per il produttore che per il
distributore.
Per quanto riguarda il , vediamo che con il libero servizio, il
bene non ha più bisogno della figura del venditore per essere comprato, ma si
vende da solo, cioè attraverso il “suo fascino”, il consumatore decide se
comprarlo o meno, e questo ha portato alla progressiva trasformazione della
confezione del prodotto, il , che se prima aveva la primitiva necessità
di proteggere il prodotto e di garantire il mantenimento dello stesso, ora invece
alla codesta funzione primaria se ne sono aggiunte altre. Svolge dunque una
duplice funzione:
Denotativa, in quanto comunica le caratteristiche dell’utilizzo del
prodotto;
Connotativa, in quanto trasmette significati di tipo emotivo che fanno
leva sulle scelte del consumatore.
Possiamo dire quindi che “il packaging è costituito da una parte oggettuale e
fisica e da una parte comunicativa, ovvero la soglia semiotica che da un lato ha
come funzione la cura e la protezione del prodotto, dall’altro ha la funzione di
comunicazione e di instauratore di dialoghi con il consumatore”17.
Complessivamente le funzioni del packaging si possono sumere in cinque
punti:
1. Aumenta la visibilità del prodotto nel punto vendita con lo scopo di
attirare l’attenzione del consumatore e stimolare il desiderio di acquisto;
2. Comunica al potenziale acquirente il posizionamento del prodotto
differenziandolo sia dalle altre marche concorrenti che da prodotti
aziendali facenti parte della stessa linea. La confezione del prodotto,
17
, Marcello Morelli, FrancoAngeli, Milano, 2002.L immagine dell impresa
infatti, deve essere unico nella sua specificità, identificabile e
riconoscibile tra altri prodotti per le sue caratteristiche distintive;
3. Ha la funzione di veicolare informazioni verbali e visive concernenti la
qualità e le caratteristiche del prodotto, sulle possibilità di utilizzo, sulle
modalità di conservazione;
4. Bisogna inoltre rendere agevole il riassorbimento dello scaffale di quel
determinato prodotto;
5. Minimizzare lo spazio occupato dal prodotto per agevolare un’efficace
esposizione sugli scaffali stessi e in aree promozionali.
Per quanto riguarda le , vediamo
anche come sotto questo profilo sono avvenuti dei cambiamenti. Il consumatore
si trova davanti ad un universo di segni in cui deve sapersi orientare tra le
molteplici marche, deve riuscire a decodificare e a comprendere le
classificazioni e a paragonare i prodotti per design, e rapporto
qualità/prezzo, deve inoltre saper prendere delle scelte e decisioni che, tramite
il suo acquisto, cambierà un pezzo di vita, deve inoltre saper giudicare e deve
saper leggere il lineare espositivo come un catalogo. o dei prodotti
cambia radicalmente: se prima il consumatore doveva scegliere in anticipo i
prodotti da acquistare, oggi le decisioni vengono pres momentaneamente nel
punto vendita scegliendo un tipo di prodotti tra tante marche differenti, questo
perché grazie al merchandising vengono presentate differenti scelte da mostrare
al consumatore influendo sul suo comportamento d’acquisto nello stadio finale
del processo d’acquisto stesso differenziandosi anche dagli altri strumenti di
comunicazione. L’organizzazione dello spazio di vendita, in altre parole
l’organizzazione dell’ambiente e l’organizzazione dell’esposizione dei prodotti,
hanno un ruolo decisivo per stimolare l’acquisto, ma per una buona
organizzazione del merchandising è necessario conoscere bene il comportamento
d’acquisto del consumatore e ciò che lui si aspetta dal punto vendita, è
necessario oltremodo conoscere il prodotto e al target a cui si rivolge e in che
mercato si inserisce. Un comportamento tipico che risulta nel libero servizio è
l’acquisto ad impulso, ovvero un tipo di acquisto che effettuato per
impulso momentaneo che nasce nel momento in cui il cliente vede il prodotto.
Altri cambiamenti riguardano il , il quale si concentra molto
di più sulla decisione dei vari prodotti, in altre parole come devono essere
abit udini d acquist o dei consumat ori
produt t ore