tra la V e la VI Dinastia.La copia del testo più antico su cui il termine compare è uno dei papiri di
Leida, (copia della XIX dinastia ) datato su basi stilistiche e contenutistiche al I periodo
intermedio(J.Spiegel ).Tuttavia termini composti sulla radice *KFTR sono attesti in Asia già dal
2200 a.C. Se la radice sia comparsa per la prima volta in Egitto od in Asia è ancora dibattuto,
tuttavia una prima conoscenza in Egitto del termine Keft(i)u alla fine dell’Antico Regno sarebbe
compatibile con altri fenomeni legati al contatto (diretto o meno) tra i due paesi.Più o meno
contemporaneo è l’arrivo a Creta di oggetti in Faience
(ad es a Mochlos), e contemporaneo o di poco successivo l’uso del blu egiziano a Creta.Inoltre gli
scavi di Evans a Knossos portarono alla luce sotto la corte del palazzo vasellame egiziano
predinastico e dell’Antico Regno (possibilmente arrivati in seguito alla violazione di alcune
necropoli , e tipi vascolari ispirati a modelli egiziani dal predinastico alla VI dinastia (in particolare
i vasi tubolari) cominciano a venire prodotti a Creta. Tuttavia l’attribuzione cretese dell’etnonimo
Keft(i)u non trova consenso unanime unanime: il termine potrebbe ben descrivere,oltre a Creta, la
Siria settentrionale, la Cilicia (Furumark) oppure un area del Mediterraneo comprendente da Creta
alla costa Cilicia (Evans, Pendlebury). Ad ogni modo l’identificazione di Keft(i)u con Creta è
sostenuta da una serie di indizi, come le raffigurazioni, nelle tombe Tebane della XVIII Din, di
Keft(i)u con caratteri ed oggetti tipicamente egei, e la presenza di alcuni errori
7
od imprecisioni
nelle tombe dove essi appaiono raffigurati come asiatici – od assieme ad asiatici ( ad es. nella tomba
di Menkheperraseneb e di Kenamon) ed infine le liste di luoghi egei associate col toponimo Keftiu
nella lista EN di Kom el Hetan.
8
L’altra grande prova invocata per l’identificazione di KFTW con Creta è la tavoletta n.5647 del
British Museum, recante una lista di nomi egei
9
, intitolata irt rn n kftw (“fare i nomi di Keftiu”?).
La maggiore difficoltà nel trovare riscontro a questa interpretazione, sta probabilmente nel fatto che
non è noto da alcuna fonte il nome Cretese di Creta
10
.
Le isole nel mezzo del Grande Verde e Tanaya
Per molto tempo è stata opinione diffusa che il “grande verde” (w3d wr) designasse, in Egiziano, il
Mare Mediterraneo
11
e che, almeno durante la XVIII Din., il toponimo “isole nel mezzo del Grande
Verde” ( iww hryw ib nw w3d wr) designasse le isole e le coste dell’Egeo, possibilmente anche la
Grecia continentale. Tuttavia quest’interpretazione è compromessa dall’analisi di una serie di
elementi
12
: il”Grande Verde” non è attestato in riferimento al Mediterraneo che in due documenti,
7 J.Vercoutter (1956).
8 J.Vercoutter (1956); Y.Duhoux (2003; E.Kyriakidis (2002);M.W.Bietak (comm.perss. 2007).
9 Alcuni dei quali sono però egiziani (sn-nfr), o di origine semitica (ad es. sumrssu ), J.Smyth, in ANE
2006 (sept.), Chicago O.I..
10 Cline (1998) suggerisce una possibile interpretazione della radice KFTR dall’olmo o dal salice, per cui
i Keftu potevano essere partner commerciale dell’Egitto (Breasted,1992); Alcuni autori (B.Kaldhol;
V.Pliatsika;) sostengono una possibile parentela tra la lineare A e la lingua Hurrita (ANE sept.20069 e
così anche Y.Duhoux (2003), ma in quella sede non sono approfonditi gli argomenti linguistici relativi).
11 J.Vercoutter (1956); S.Wachsmann (1987).
12 C. Vandersleyen (1999).
ambedue di età recente: il decreto di Canopo ( dove è utilizzato in riferimento a Cipro), e la Stele di
Rosetta, dove w3d wr è tradotto in greco con
Θ. Da età antica (iscrizione di Henu
nello Wadi Hammamat, anno 8 di Montuhotep III, c.ca 2006 a.C.) lo si trova invece impiegato per
contraddistinguere il mar Rosso, e quest’uso si protrae fino alla XVIII dinastia, ad esempio nella
spedizione a Punt raffigurata a Deir el-Bahri, nel tempio di Hatshepsut
13
.
Ora, l’uso originario del termine in riferimento al Nilo, alle sue acque ed alla valle alluvionale
14
(compreso il Delta), data almeno alla V Dinastia ( regno di Niuserra ): in un imponente lavoro del
1999 ( il più ampio studio dedicato all’impiego di w3d wr ) Claude Vandersleyen ha definito bene
come il termine, impiegato, ad esempio, nei Testi delle Piramidi ( dove Iside discende lungo il
Grande Verde per partorire a Chemmis) e come appellativo di Hapy nel Libro dei Morti, avesse
originariamente – ed abbia probabilmente sempre mantenuto – un significato relativo a luoghi
egiziani, presumibilmente ( per quanto riguarda le “isole” ) situati spesso nel centro del Delta, ma
più in generale avesse rivestito un significato relativo: “Grande Verde” può contraddistinguere di
volta in volta un luogo diverso: per chi osservava dal Deserto e dalle Oasi il Grande Verde poteva
ben essere la Valle; per gli abitanti della Valle Grande Verde poteva contraddistinguere ugualmente i
luoghi inondati dalla piena, il Fayyum od il Delta; per le popolazioni deltizie infine il Grande Verde
doveva effettivamente rappresentare il Mediterraneo.
E’ interessante a riguardo come sia Erodoto che Diodoro Siculo paragonino le isole del Delta
durante la piena alle isole dell’Egeo, e che documenti egiziani di contesto molto elevato, come
l’Insegnamento per Merikara e la Stele di Pi(ankh)y attestino il termine in questa accezione per
tutto il corso della storia egiziana. In particolare le scoperte degli ultimi anni sulla topografia della
principale città del Delta nel Medio Bronzo, Avaris – Tell el Dab'a, che ne hanno messo in luce il
carattere lagunare , costituiscono un ottimo esempio di come diverse località potessero
legittimamente essere definite come “Isole nel Mezzo del Grande Verde”.
Questa interpretazione getta una luce particolare sulle rappresentazioni di personaggi egei della
XVIII Dinastia. Tra le tombe contenenti raffigurazioni di egei, le prime ad essere realizzate ( quelle
di Useramon – 1475-1470 a.C. - e di Senenmut – 1473 a.C.) li etichettano esplicitamente ( e
soltanto) come abitanti delle “Isole nel mezzo del Grande Verde”, mentre la prima tomba in cui
compare l’etnonimo Keftiu in riferimento a personaggi Minoici è quella di Rekhmira ( c.ca 1450 –
1425 a.C.).
Questo – unitamente a reperti come i dipinti minoici di Avaris,Tell Kabri ed Alalakh, ed ai graffiti
minoici da Tell Haror e Tell Lachish, la tavoletta “fare i nomi di Keft(i)u” etc.. - ha portato alcuni
autori
15
ad ipotizzare la presenza di una colonia minoica nel Delta egiziano
16
, sufficientemente a
lungo perché, personaggi influenti di origine cretese ( l’iscrizione di Rekhmira li definisce wrw, “i
Grandi”), probabilmente aiutati da una o più ambascerie da Creta stessa, si siano accreditati alla
corte del faraone tanto da chiederne la protezione, magari in cambio di un rendiconto
commerciale
17
.
Certo è che, anche dopo la scomparsa delle scene di omaggio egeo, a seguito della fine della moda
“minoicizzante” dell’età di Thutmosi III in Egitto, le “Isole del Grande Verde” conservano, agli
occhi degli egiziani, uno status del tutto particolare: nell’Inno all’Aton sono citate accanto ai quattro
punti cardinali, ma volutamente distinte da essi.Sia Ramesse II che Ramesse III ci tennero a
decantare la propria”vittoria”su di esse; Infine, all’epoca dell’invasione dei popoli del mare, le
13 Sull’impiego di”Grande Verde” nel corso del tempo vd Y.Duhoux (2003).
14 A.Nibbi (1974); C.Desroches-Noblecourt (1995) C.Favard-Meeks (1989); e soprattutto Cl.Vandersleyen (1999).
15 M.W.Bietak (1995); Y.Duhoux (2003).
16 E/o nella zona siro-palestinese.
17 Y.Duhoux (2003).
“Isole” dovevano servire da campo base agli invasori che, secondo Ramesse III a Medinet Habu
“[gli stranieri che..] vengono dai loro paesi e dalle isole nel Mezzo del Grande Verde
18
.
Tanaya ( egiz tin3yw, che richiama l’Omerico Danaos e l’etnico Danuna, uno dei popoli del mare)
peraltro, ha una probabilità maggiore di contraddistinguere effettivamente la Grecia ( o più
probabilmente una non meglio precisata parte di essa): si trova sulle già citate liste di Kom el Hetan
associato, assieme a Kftiw ad una serie di località egee tra cui Knossos, Amnisos, Micene,
Nauplion, Kythera
19
, in un contesto che descrive quasi certamente località dell’Egeo, probabilmente
conservando almeno in parte l’eco della toponomastica minoica originale
20
, se effettivamente fa
testo la differenza tra i nomi cretesi, composti con la s palatalizzata ( resa ad es . dal bilittero -š3-,
come in K3-in.iw-š3 / Knossos), considerata l'origine del più tardo alfabetico greco -
e quelli
invece continentali, che presentano “s”( anche se il numero esiguo dei toponimi continentali in
questione – soltanto di-q3i-i3-s / Tebe/ Tegai - potrebbe dare una falsa impressione) .
E’pure vero che in almeno due attestazioni – un tributo dell’anno 42 degli annali di Tuthmosi III a
Karnak ( in cui gli”isolani”portano in dono oggeti di Keftu) e la base di una statua di Amenhotep
III a Karnak – le isole nel mezzo del Grande Verde sono inserite in liste di località chiaramente
levantine ( tra Tunip, Qadesh, Ugarit..) o tra emissari asiatici e nubiani ( negli Annali). In
conclusione al termine Tinayu / Tanaya si può attribuire un significato quantomeno bivalente: esso
contraddistingue quasi certamente la Grecia a Kom el Hetan, località asiatiche a Karnak
21
. Inoltre,
secondo J.Vercoutter, potrebbe riferirsi in particolare a Rodi, (da *(Ro)danayu, secondo un processo
simile a quello che subisce nel Medio Regno (Re)tenu ), anche perché è improbabile che l’Egitto
potesse impiegare una definizione unitaria per un territorio, come quello miceneo, che era diviso in
cittadelle tra loro indipendenti, anche se, secondo il mito, la famiglia egiziana di Danaos poteva
vantare tra i propri ascendenti il figlio di Io, il re Epafo
22
, in cui si è voluto riconoscere il re Hyksos
Apopi
23
.
Per quanto riguarda il paese dei Tinayu asiatici, non potrebbe trattarsi di località asiatiche sotto il
controllo egeo, percepite come tali dall’Egitto, come si è ipotizzato riguardo alle “Isole nel Mezzo
del Grande Verde”? Alcuni elementi, come gli oggetti Keftioti portati in omaggio nel tributo
dell’anno 42 degli Annali, darebbero un qualche punto d’appoggio a questa ipotesi. Lo stesso
Vercoutter definiva gli egei delle prime raffigurazioni ( quelli delle ”Isole”) come provenienti “des
palais minoens du couloir Syro-Palestinien”. Tuttavia bisogna tenere conto che Tinayu / Tanaya
costituisce a tutti gli effetti una traslitterazione di un termine non egiziano, con tutte le
deformazioni di sorta, un po’ come capita, nel caso inverso, con
è una deformazione del nome egiziano d3mt ( corrispondente alla zona di Medinet
Habu), ben diverso dal poleonimo W3st. Inoltre nessun insediamento né in Egitto né sulle costa del
Levante ha mai fornito elementi a sufficienza per poter parlare di una colonia minoica (come ad
esempio Mileto).
18 N.K.Sandars (1985).
19 Che hanno permesso a Cline di ipotizzare una possibile missione diplomatica egiziana nell’Egeo,
ipotesi comunque controversa.
20 J.Osing (1992).
21 Y.Duhoux (2003) .
22 P.Grimal (1979).
23 P.Faure (1968).