6
Introduzione
Giancarlo Negri (1926, vivente) è stato tra coloro che hanno
contribuito più attivamente al dibattito per la stesura del Documento Base
1
,
prendendo parte ai seminari di studio preliminari del 1967
2
. All’intenzione
originaria di redigere un catechismo unico, in sostituzione del tradizionale
“catechismo di Pio X”, ritenuto ormai inadeguato dal punto di vista
teologico e socio-culturale, si fece man mano spazio la convinzione che
erano necessari catechismi differenziati per le varie età, ed, inoltre, si
avvertì l’esigenza di farli precedere da un Documento Base per la
sensibilizzazione della comunità cristiana al “rinnovamento della catechesi”
secondo lo spirito conciliare
3
.
In questa lunga e vivace elaborazione del testo di riferimento della
catechesi italiana, G. Negri fu assertore convinto e tenace della dimensione
antropologica della catechesi, contribuendo, in modo particolare,
all’approfondimento della metodologia e della pastorale catechistica e alla
1
Il DB (CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Il Rinnovamento della Catechesi, Edizione
Conferenza Episcopale Italiana, Roma 1970) è risultato di studi e di ricerche da parte di
esperti in campo teologico e pedagogico, ma anche frutto di una vasta consultazione che ha
coinvolto i vescovi italiani e le rispettive comunità ecclesiali diocesane. Cfr. G. RUTA,
L’annuncio di Cristo. Approccio storico al movimento catechistico italiano nel XX secolo,
Edi Oftes, Palermo 1992, 228-236.
2
Si tennero: il primo a Roma (2-5 luglio), il secondo a Vallombrosa (3-9 settembre); il
terzo a Roma (27-30 dicembre).
3
Il Concilio Vaticano II, implicitamente, in vari documenti e, in modo esplicito, nel
Decreto Christus Dominus mostrò particolare interesse per la catechesi: «Questo santo
sinodo inoltre prescrive che siano redatti dei direttori generali circa la cura delle anime, a
uso sia dei vescovi sia dei parroci, nell’intento di fornire loro forme e metodi per esercitare
più adeguatamente e più facilmente il loro dovere pastorale. Si redigano altresì sia uno
speciale direttorio per la cura pastorale di particolari ceti di fedeli, tenute presenti le diverse
situazioni delle singole nazioni o regioni, sia un direttorio per l’istruzione catechistica del
popolo, nel quale si tratti dei principi fondamentali della stessa istruzione e del suo
orientamento, nonché della elaborazione dei libri, relativi a questa materia. Anche nel
redigere tali direttori si abbiano presenti le osservazioni formulate dalle commissioni e dai
padri conciliari». (CONCILIO VATICANO II, Christus Dominus. Decreto sull’ufficio pastorale
dei vescovi nella chiesa, 1965, in EV 1, 700-701).
7
formulazione di concetti fondamentali come “mentalità di fede” e
“integrazione fede-vita”
4
. Anche se a Negri non può essere attribuita con
certezza la paternità univoca delle due espressioni, è innegabile l’apporto
originale da lui offerto, affinché questi concetti fossero assimilati da tutto il
Documento Base e specificamente nel capitolo terzo (cfr. i nn. 52-55)
riguardante la finalità e i compiti della catechesi. Come ha dimostrato L.
Meddi nel suo studio, quest’illustre catecheta italiano, se non è l’autore delle
espressioni «mentalità di fede» e «integrazione fede e vita», è quantomeno
colui che le ha messe a fuoco, approfondite e proposte alla riflessione
catechetica odierna.
Infatti, in un articolo risalente al 1961 sul fenomeno della
dissociazione tra sapere religioso e mentalità di vita, l’Autore così si
esprime: «un’azione più diretta per superare la dissociazione tra cultura
cristiana e mentalità di vita sta naturalmente nel fare una catechesi
maggiormente in contatto con la vita, dove si dia un risalto maggiore –
rispondendo alla contraria tendenza dell’astrattizzazione – agli aspetti di
viva realtà storica, d’esistenzialità, di contemporaneità ed attualità e quindi
d’immediata urgenza pratica del fatto cristiano»
5
.
4
Uno studio sull’origine, sullo sviluppo, sulle prospettive dell’espressione “integrazione
fede-vita”, tipica intuizione della metodologia catechistica italiana, è, senz’altro, quello
condotto da: L. MEDDI, Integrazione fede e vita, Elle Di Ci, Leumann – Torino 1995.
5
G. NEGRI, Considerazioni sul fenomeno della dissociazione tra sapere religioso e
mentalità di vita, in “Orientamenti Pedagogici” 8 (1961) 2, 291. Questo articolo, insieme a
successivi approfondimenti disponibili in italiano (cfr. ad es. G. NEGRI, Problemi generali
della catechesi, in P. BRAIDO (ed.), Educare. Sommario di scienze pedagogiche, PAS,
Zürich 1964
3
, vol. 3, 206-210; 241-243) e in tedesco (cfr. G. NEGRI, Die Glaubenshaltung
als Ziel der Katechese, in G. STACHEL – A. ZENNER (edd.), Einübung des Glaubens,
Echter, Würzburg 1965, 142-154), esprime, chiaramente, l’intenzione originaria
dell’Autore su termini che sarebbero diventati tecnici e significativi per la riflessione
catechetica italiana. Da una lettura attenta dell’articolo del 1961, si evince che i concetti di
“integrazione fede-vita” e di “mentalità di fede” siano già presenti nel modo di strutturare i
fondamenti dell’azione catechistica e la sua peculiare metodologia. I contenuti di questo
studio, maturati e ampliati alla luce del Vaticano II e del DB del 1970, confluirono
nell’opera più matura, pubblicata nel 1976 (G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede.
Metodologia catechistica fondamentale, “Quaderni di pedagogia Catechistica” C1, Elle Di
Ci, Leumann - Torino 1976), che sarà oggetto particolare della presente ricerca.
8
I pericoli che egli intravede per una prassi catechistica rinnovata
sono ricondotte alla sterile separazione tra i concetti da comunicare e la vita
concreta, in ultima analisi alla contrapposizione tra concetti e atteggiamenti
di fede. Se da una parte risulta essere l’eredità di una certa catechesi del
passato, il fenomeno della dissociazione tra sapere religioso e mentalità di
vita è tanto reale quanto inquietante per il tempo in cui scrisse il nostro
Autore e per il presente. Egli avverte forte il rischio che la
concettualizzazione delle verità di fede possa prevalere sulla formazione
della coscienza e sul collegamento con la vita. Questa riduzione non
favorisce, a suo parere, ma blocca il perseguimento della finalità della
catechesi, che consiste essenzialmente nel maturare un’autentica «mentalità
di fede» (cfr. RdC, 45-53).
Per raggiungere questa finalità, G. Negri propone una pedagogia
catechistica centrata sullo sviluppo integrale della persona, per abilitarla
gradualmente all’atto di fede ed elabora una singolare metodologia
catechetica, rilevabile nella consistente raccolta di testi, lezioni, contributi e
studi
6
pubblicati, a partire dagli inizi degli anni sessanta fino alla metà degli
anni ottanta
7
.
Un altro punto particolarmente interessante d’apertura è la visione
integrata della catechesi nella pastorale ecclesiale. Nel 1967, due anni dopo
il Decreto conciliare Christus Dominus, G. Negri aveva pubblicato un
sussidio, per conto del Centro Catechistico Salesiano, contenente alcune
linee per un Direttorio di Pastorale Catechistica
8
. In esso l’Autore si
preoccupava di sottolineare il metodo che il Direttorio avrebbe dovuto
sviluppare.
6
Cfr. Bibliografia a fine lavoro.
7
Dopo il 1985 a quanto ci risulta, non si trovano più contributi di Negri sull’argomento.
8
Cfr. G. NEGRI, Linee per un Direttorio di Pastorale Catechistica. Norme comuni ad ogni
catechesi, in CENTRO CATECHISTICO SALESIANO (ed.), Linee per un Direttorio di Pastorale
Catechistica, Elle Di Ci, Leumann – Torino 1967.
9
Innanzi tutto avrebbe dovuto fornire le norme per una perfetta
integrazione delle nozioni della fede con il vissuto quotidiano; infatti egli
precisa che il modello della catechesi rinnovata doveva essere finalizzato a
formare dei credenti non «intellettualmente raffinati, ma di forte
personalità» (Gaudium et Spes, n. 31) e propone che si curi più la solidità
degli atteggiamenti di fede che la moltitudine delle nozioni
9
.
Nel quadro abbastanza ricco ed articolato dell’impostazione
negriana, l’intento del presente lavoro è quello di indagare sulla concezione
del «metodo catechistico» proprio di G. Negri, su cui L. Meddi ha sorvolato
nello studio già citato. In particolare intende analizzare le fasi che hanno
condotto la riflessione catechetico-metodologica di Negri alla sua maturità.
Il testo Catechesi e mentalità di fede
10
costituisce l’opera-sintesi, che
rivela in modo sistematico e rigoroso la sua sensibilità pedagogica e lo
sforzo, da lui compiuto, per elaborare un metodo catechistico adeguato al
nuovo contesto socio-culturale del postconcilio. Secondo la disamina
bibliografica svolta, è questa l’unico saggio di metodologia catechetica
fondamentale che sia stata elaborata da un autore italiano negli ultimi
quarant’anni
11
. Egli giunge a questa sintesi dopo un lungo periodo di
riflessione e di studi.
La tesi su G. Negri intende chiarire il rapporto che esiste tra
catechesi e «mentalità di fede» e soprattutto evidenziare la questione
metodologica nell’educazione «della fede cristiana»
12
.
Le fonti da me ricercate e adoperate in questo lavoro sono state
selezionate tenendo conto dello sviluppo tematico del lavoro stesso,
9
Cfr. Ibidem, 58.
10
Cfr. il già citato: G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede. Metodologia catechistica
fondamentale.
11
Esistono infatti diversi saggi di metodologia catechistica speciale, ma nessuna altra opera
si impegna in una monografia sui fondamenti della metodologia catechistica.
12
L’espressione è la proposta di G. Negri per il sottotitolo del DB, come è documentata da
G. RUTA, L’annuncio di Cristo, 237-238, nota 82.
10
escludendo tutto ciò che sembrava irrilevante e non pertinente
all’argomento della tesi.
La bibliografia citata in nota è quella che esprime maggiormente il
pensiero dell’Autore e i tratti salienti del suo modo di argomentare e di
sviluppare la questione.
Nel metodo seguito per elaborare la trattazione, ci si è sforzati di
leggere criticamente le fonti, partendo dall’opera più matura Catechesi e
mentalità di fede, raccogliendo a ritroso i lavori che sono stati fondamento
del pensiero catechetico di Negri, facendo cogliere, criticamente e in modo
argomentativo, il suo sviluppo teoretico
13
.
La ricerca non ha la pretesa d’essere esaustiva e completa, ma vuole
semplicemente offrire un quadro sufficientemente documentato sulla
tematica, com’è richiesto ad una tesi di licenza.
Essa consta delle seguenti parti: una presentazione, un’introduzione
contenente l’ipotesi, il prospetto contenutistico e il metodo della ricerca.
Seguono tre capitoli.
Il primo capitolo affronta la questione del posto che occupa il
problema del metodo nella catechesi, dandone un’enucleazione e
fornendone i fondamenti teorici di una «metodologia globale». Ci si occupa,
inoltre, della riflessione dell’Autore sul «come fare», facendo particolare
menzione agli operatori, agli ambienti, alle attività.
Il secondo capitolo tratta della «mentalità di fede», intesa come
obiettivo d’ogni catechesi, a motivo della dilagante dissociazione tra fede e
vita, e propone una metodologia d’integrazione. In questo capitolo si sono
volute studiare le prospettive metodologiche a cui si rifà il nostro Autore per
elaborare la sua concezione, prestando particolare attenzione al significato
delle espressioni «mentalità di fede» e «integrazione fede-vita», cercando di
13
Ci preme rilevare che purtroppo non è stato possibile stilare il profilo biografico
dell’Autore, per carenza di documenti scritti e di informazioni.
11
metterne in risalto l’origine e lo sviluppo. I contenuti, le finalità, le mete,
gli obiettivi del metodo della catechesi sono enunciati in questo capitolo, in
quanto il fine stesso della catechesi consiste nell’abilitare alla «mentalità di
fede». Viene affrontato il discorso sulla pedagogia dei segni, intesi come
elementi costitutivi d’ogni comunicazione catechistica e d’ogni metodo, in
quanto, dal momento che Dio non è né completamente visibile né
completamente invisibile, è necessario imparare il Suo linguaggio, che è
“sacramentato”, cioè fatto di segni visibili e comprensibili con l’aiuto di
un’adeguata metodologia catechetica, coerente con lo stile di Dio che si
rivela.
Il terzo capitolo mette in evidenza l’importanza del dialogo come
sostanza di ogni catechesi e come tessuto connettivo di ogni metodo
catechistico, proponendo approfondimenti ed esempi sul passaggio dagli
interessi superficiali riscontrabili nei soggetti, alle loro tendenze più
profonde, mediante alcune tecniche utili per l’interazione catechistica.
Nella conclusione, si è cercato di fornire uno sguardo panoramico sul
percorso realizzato: dall’ipotesi alle idee centrali, tramite l’analisi critica del
pensiero dell’Autore, evidenziando i punti forti del pensiero di G. Negri, che
appaiono attuali ed utili alla riflessione catechetica del nuovo millennio,
senza mancare di cogliere eventuali tratti deboli e superati del suo
contributo scientifico.
12
Capitolo primo
G. NEGRI ED IL PROBLEMA DEL METODO
NELLA CATECHESI
13
1. Il metodo e la sua descrizione
Il problema del metodo è antico quanto l’origine stessa dell’uomo. Il
“come fare”, il “cosa fare” sono stati, infatti, interrogativi costantemente
presenti nella natura dell’essere umano. Anche Gesù si poneva il problema
del metodo, quando diceva: «Come, con quale similitudine spiegherò loro i
misteri del Regno?» (Mc 4,30).
L’Autore, dovendo presentare la struttura, ovvero l’edificio
dell’opera, imperniata su quattro elementi essenziali, tra cui il metodo,
sembra che voglia dare una descrizione dello stesso, quando afferma che
esso «è come l’impalcatura che si costruisce nella precisa dimensione del
ponte
14
[…], e non costituisce il ponte, anzi viene demolita a mano a mano
che esso acquista solidità»
15
.
G. Negri constata come nella vita pastorale sia sorta una grande
sfiducia nei confronti del metodo, quindi, cerca di ritrovare e motivare la
sua importanza. Egli afferma che «l’operatore pastorale che si accinge a
dare la sua opera per la crescita della mentalità di fede possiede la chiara e
solida convinzione che: “non basta moltiplicare le lezioni di catechismo. Ma
è indispensabile perfezionare senza tregua la pedagogia catechistica”»
16
.
Richiamandosi a S. Tommaso
17
, la cui riflessione teologica ha rappresentato
una sostanziale premessa alla nascita del suo metodo catechistico, egli fa
vedere il suo valore nel modo di presentare la dottrina, dichiarando, altresì,
che essa ha «la stessa funzione di persuasione che avevano i miracoli» E
aggiunge «il modo persuasivo di fare la catechesi, anche se si tratta di un
14
Questo concetto diventerà più chiaro ed esplicito nel paragrafo: 1.3. I punti comuni ad
ogni metodo.
15
G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede, 19.
16
G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede, 14.
17
Ogni metodo catechistico deve favorire l’esplicitazione dell’atto di fede che ha come
sostanza il credere Deo, Deum, in Deum (Cfr. Summa theologica, II-II
ae
, q. II, a. 2).
14
fattore secondario rispetto alla Grazia, dovrebbe avere la forza e l’incisività
di un miracolo»
18
.
G. Negri, rifacendosi all’istanza educativa della GS
19
, ribadisce che
il compito della catechesi non è quello di formare credenti eruditi e ben
informati, ma di forte personalità, curando più la solidità degli
atteggiamenti di fede che la moltitudine delle nozioni. L’Autore, in questo
contesto, accenna ancora alla validità dell’unitarietà del metodo, cioè dei
modi universali e oggettivi di amministrare la Parola di Dio
20
.
1.1. Il processo di apprendimento: elementi comuni ad ogni metodo
G. Negri, fin dal lontano 1968, si esprimeva con definita chiarezza,
affermando che nell’apprendimento della religione
«non basta richiamare la lezione passata, occorre ridestare
interessi, problemi, attese della vita personale poiché la
nuova idea non è destinata a collegarsi soltanto alle idee
passate ma alla vita intera, al “tessuto vivo” della vita»
21
.
Ogni processo di apprendimento è suddiviso, secondo G. Negri, in fasi
tipiche
22
.
18
G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede, 15.
19
Citiamo testualmente le parole del Vaticano II: «Innanzitutto l’educazione dei giovani di
qualsiasi origine sociale, deve essere impostata in modo da suscitare uomini e donne, non
tanto raffinati intellettualmente quanto piuttosto di forte personalità, come è richiesto
fortemente dal nostro tempo» (CONCILIO VATICANO II, Gaudium et Spes, Costituzione
pastorale sulla chiesa nel mondo contemporaneo, 1965, 31, in EV1, 1415).
20
Cerchiamo di essere più chiari riportando le parole stesse dell’Autore quando afferma che
«per aiutare i fedeli a vivere l’azione liturgica vengono resi d’obbligo nel rituale i modi di
svolgerla, anche se sono di per sé opinioni d’uomini e non parola rivelata. Analogamente si
dovrebbero rendere comuni e d’obbligo alcuni modi veramente universali di amministrare
la Parola di Dio, anche se sono pure essi frutto di scienza umana, applicata a dati rivelati»
(G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede, 15).
21
G. NEGRI, Cieli nuovi e mondi nuovi. Guida didattica, Elle Di Ci, Leumann – Torino
1968
2
, 11.
22
Cfr. G. NEGRI, Catechesi e mentalità di fede, 240.