INTRODUZIONE
(posturografia statica e dinamica), sia nel laboratorio di analisi della postura e del
movimento dell’IRCCS San Raffaele Pisana; la definizione del protocollo, basato sul
protocollo Davis (uno dei protocolli più utilizzati nell’ambito clinico dell’analisi del
cammino); la modalità delle prove, che consistono in tre diverse sessioni, con la
testa dritta, con la testa a destra e con la testa a sinistra; i soggetti considerati, che
sono stati divisi in gruppo di controllo (soggetti sani) e gruppo di esame (soggetti
affetti da disfunzioni temporo-mandibolari e/o cranio-cervicali). In fine vengono
delineate le grandezze prese in considerazione, sia per la posturografia che per
l’analisi del cammino, e i sistemi per verificare la validità statistica delle stesse.
Nel quarto capitolo vengono presentati i risultati ottenuti. Dapprima per la
definizione delle “fasce di normalità”, ossia il comportamento dei soggetti sani
durante le diverse prove. Viene quindi descritto il comportamento dei soggetti
patologici in esame, per i quali non si riscontrano, però, variazioni statisticamente
significative (p<0.5), dei parametri presi in considerazione, al variare delle modalità
di prova (con o senza rotazione della testa). Infine si analizza il pattern locomotorio
di tali pazienti nella sola condizione di cammino con la testa dritta (normale analisi
del cammino); con questa analisi vengono identificate alcune differenze
significative, tra i parametri del gruppo di esame e del gruppo di controllo, che si
manifestano in una diminuzione della mobilità dell’anca in flesso-estensione e in un
aumento dell’extrarotazione, sul piano orizzontale, del piede sinistro.
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Capitolo 1
STUDI PRECEDENTI
In questo capitolo viene presentato lo stato dell’arte per quel che riguarda lo
studio del movimento degli arti superiori e della testa, sottolineando le differenze
esistenti tra l’analisi del movimento e la più specifica analisi del cammino.
1.1 Protocolli per la valutazione del movimento degli arti
superiori e della testa
Lo sviluppo di sofisticati sistemi per l’analisi del movimento negli ultimi anni
ha consentito lo studio dettagliato del comportamento di diverse articolazioni. Il
risultato di ciò è che l’applicazione di tecniche quantitative per la valutazione di vari
disordini motori ha ricevuto crescente attenzione, indirizzando la maggior parte
delle ricerche verso l’analisi del cammino (gait analysis). Tuttavia, i tentativi di
valutare e/o di migliorare le funzionalità motorie attraverso l’analisi quantitativa del
cammino hanno, in qualche modo, eclissato una rigorosa analisi dei movimenti
delle estremità superiori.
L’analisi del movimento degli arti inferiori è stata, infatti, studiata a fondo e
per lungo tempo sia nell’ambito della ricerca biomeccanica sia in quello delle
applicazioni cliniche. Per questi studi sono stati sviluppati degli strumenti
straordinari e molto avanzati per la misura del movimento e delle forze di reazione
a terra. La definizione degli intervalli fisiologici e la valutazione dei cambiamenti
patologici nei movimenti apre un prezioso e crescente campo di applicazione
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STUDI PRECEDENTI
clinica. Se, tuttavia, il soggetto di interesse si sposta sulla funzione primaria delle
estremità superiori, la situazione diviene considerevolmente più complessa. La
natura dei movimenti liberi di braccia e testa è completamente differente dall’essere
ristretta, ripetibile o ciclica, se comparata al cammino. Di conseguenza, il
trasferimento delle conoscenze e dell’esperienza, ottenute nell’analisi del
movimento delle estremità inferiori, all’analisi delle estremità superiori è piuttosto
difficile.
Analisi del Cammino Analisi delle Estremità Superiori
Un solo movimento standard
Periodicità dei movimenti
Approssimativamente 2D
Forze esterne facilmente misurabili
Escursione dei movimenti limitata
Esistenza di protocolli standard
Esistenza di sistemi pronti all’uso
Movimenti dipendenti dal compito
Non periodicità dei movimenti
3D
Difficoltà nel calcolare le forze esterne
Escursione dei movimenti molto grande
Non esistono protocolli standard
Non sono disponibili sistemi adattati
Tabella 1.1 - Comparazione delle condizioni nell’analisi del cammino e
nell’analisi delle estremità superiori.
Comparando l’analisi del cammino all’analisi delle estremità superiori
(Tabella 1.1), si rivela la natura del problema che insorge quando la biomeccanica
passa dalle gambe alle braccia e alla testa:
• Data la variabilità dei movimenti eseguibili dalle estremità superiori,
bisogna scegliere con cura quali tra questi studiare; per esempio
movimenti presi da un’attività che si vuole osservare o movimenti
appositamente progettati per l’esperimento. Conseguentemente, la
necessità di accuratezza e dettagli, così come l’interpretazione e la
visualizzazione dei dati, può varare da applicazione ad applicazione.
• La normalizzazione dei dati per il tempo e le medie eseguite sulla base
della natura ciclica del passo non sono generalmente applicabili alle
estremità superiori. Diviene così più complicato effettuare
comparazioni inter e intra-individuali.
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STUDI PRECEDENTI
• Nel cammino una vista bidimensionale, laterale permette una buona
approssimazione delle maggiori componenti del movimento. Il
movimento delle estremità superiori non può essere descritto
bidimensionalmente, basti pensare alle rotazioni tridimensionali che
intervengono nell’articolazione della spalla.
• Le piattaforme di forza e altri strumenti consentono la raccolta
accurata di dati riguardanti le forze esterne durante il cammino e la
corsa, mentre la valutazione delle forze esterne agenti sulle mani, se
presenti, è difficile nella maggior parte delle situazioni. Perciò, si ha una
descrizione cinetica meno accurata per le estremità rispetto a quelle
inferiori.
• La vasta gamma di movimenti effettuati dalle estremità superiori fa
aumentare gli errori di misura dovuti ai movimenti della pelle e dei
tessuti molli, che è una delle maggiori limitazioni nella precisione di
tutte le tecniche di misura che usano sensori posizionati sulla pelle.
Bisogna prestare una particolare attenzione alle rotazioni che
avvengono lungo gli assi longitudinali dei segmenti corporei, che,
generalmente, non sono considerate nella gait analysis.
• La variabilità e la complessità dei compiti eseguibili dagli arti superiori
ha impedito che fossero stabilite procedure affidabili e standardizzate,
per i movimenti delle estremità superiori, da parte della comunità
scientifica. Come conseguenza, non sono disponibili in commercio
macchinari facilmente utilizzabili.
Queste sono le ragioni per cui in letteratura è piuttosto difficile trovare studi
riguardanti l’analisi del cammino che implichino anche l’analisi delle estremità
superiori e per cui quei pochi studi presenti utilizzano protocolli assai diversi tra
loro.
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STUDI PRECEDENTI
Tra le varie ricerche presenti in letteratura si possono individuare 4 tipi
principali di studi:
1. Analisi del movimento delle braccia in soggetti non deambulanti
(seduti o in piedi)
2. Analisi del movimento delle braccia durante il cammino
3. Analisi del movimento di tronco e testa in soggetti non deambulanti
4. Analisi del movimento di tronco e testa durante il cammino.
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STUDI PRECEDENTI
1.1.1 Analisi del movimento delle braccia in soggetti non
deambulanti
La maggior parte di questi studi si riferiscono principalmente alla
modellizzazione delle articolazioni degli arti superiori, come l’articolo pubblicato nel
1999 da Bao e Willems nel quale si presentano i risultati ottenuti dalla
modellizzazione e dalla corrispondente stima dei parametri della spalla umana. Per
valutare la cinetica dell’articolazione della spalla si utilizzano 8 marker (Figura 1.1).
Tre marker non allineati sono disposti sul tronco: il #3 sul punto di riferimento
corporeo dell’incisura giugulare, il #1 più in basso all’altezza dello sterno, mentre il
#2 in un punto del torace che è considerato come punto di riferimento.
Figura 1.1 - Posizionamento dei marker
Un telaio a forma di croce con tre marker (#6, #7 e #8) è legato sul braccio,
inoltre alla fine della clavicola si monta, in posizione verticale, una barretta con due
marker (#4 e #5). Per la valutazione del modello e per la stima dei parametri si
fanno eseguire a dei soggetti di riferimento tre tipi di movimenti (ognuno dei quali è
acquisito tre volte): un oscillazione del braccio nel piano sagittale, un abduzione del
braccio e una torsione del braccio sollevato di circa 80°.
Un altro studio di questo tipo è quello di Kusoffsky, Apel e Hirschfeld
pubblicato nel 2001 con lo scopo di investigare il coordinamento tra movimenti
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STUDI PRECEDENTI
della mano, reazioni a terra ed attività muscolare in soggetti che, in posizione di
standing, devono eseguire il compito di prendere o di posare un oggetto posto su un
tavolo di fronte a loro. In particolare, sono presi in esame pazienti precedentemente
colpiti da infarto miocardico.
Figura 1.2 - Posizionamento dei marker e sistemi di riferimento
Si utilizzano dieci marker passivi di cui nove sulla persona (Figura 1.2) e uno
sull’oggetto da sollevare (un cartone del latte riempito con 0.5 l di acqua). I soggetti
si posizionano con i piedi su due diverse piattaforme di forza poste l’una affianco
all’altra ad una distanza di circa 40 mm. La modalità della prova consiste nel far
sollevare ai pazienti l’oggetto e posarlo su un ripiano laterale (leggermente rialzato
rispetto al tavolo) che viene spostato a seconda che si esegua la prova con la mano
destra o con la sinistra.
Questo tipo di esperimento consente così di valutare la cinetica del braccio,
lo spostamento dell’oggetto da sollevare e la distribuzione del peso dei soggetti in
esame sulle due piattaforme di forza.
Il più recente di questi studi risale al 2004 (Chan et al.) e consiste nello
sviluppo di una metodologia per descrivere il movimento delle braccia, attraverso
un metodo di modellizzazione statistica, in soggetti sani e in soggetti con problemi
neurologici.
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STUDI PRECEDENTI
Similmente allo studio visto in precedenza, anche in questo caso si chiede ai
soggetti in esame di prendere e spostare un oggetto posto su un tavolo di fronte a
loro, ma ora il soggetto è seduto su una sedia. Si utilizzano solo quattro marker
catarifrangenti posti nei seguenti punti di riferimento corporeo: mano destra (terzo
metacarpo), gomito destro (epicondilo laterale), spalla destra (testa dell’omero) e
anca destra (spina iliaca anteriore superiore).
1.1.2 Analisi del movimento delle braccia durante il cammino
La maggior parte degli studi che trattano questo argomento non hanno lo
scopo specifico di analizzare la cinetica delle braccia durante il cammino, piuttosto
quello di conoscere la loro posizione per poter calcolare il centro di massa corporeo
(Body Center Of Mass, BCOM). Un esempio di questi studi è quello di Gard, Miff
e Kuo pubblicato nel 2004 nel quale sono comparate tre diverse tecniche utilizzate
per calcolare l’escursione verticale del BCOM.
L’escursione verticale del BCOM è calcolata in diversi soggetti sani durante
quattro diverse prove registrate a quattro diverse velocità di cammino (da 0.8 a 2.0
m/s). Si utilizza un totale di 21 marker posizionati su piedi, gambe ed estremità
superiori. Il collocamento dei marker è sul dorso del piede (all’altezza
dell’articolazione metatarso-falangea), sul tallone, sul malleolo laterale,
sull’epicondilo laterale del femore, su delle bacchette che si estendono lateralmente
dai segmenti di tibia e femore, sulla spina iliaca anteriore superiore, sul sacro (a
metà tra le spine iliache posteriori superiori), sulla punta del processo dell’acromio,
sull’epicondilo laterale di ogni omero e nel punto di mezzo del polso tra il processo
stiloide. Questa disposizione dei marker permette la creazione di un modello del
corpo composto da 12 segmenti e collegamenti rigidi che può essere scomposto in
un modello del sistema locomotore a 7 segmenti e un modello di tronco e braccia a
5 segmenti.
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STUDI PRECEDENTI
1.1.3 Analisi del movimento di tronco e testa in soggetti non
deambulanti
È abbastanza raro trovare in letteratura degli studi che si occupino
esclusivamente del movimento della testa. Tra i primi articoli riguardanti questo
argomento vi è quello di Assaiante, McKinley e Amblard, pubblicato nel 1997, nel
quale si analizza lo sviluppo della coordinazione tra la testa ed il tronco durante un
salto singolo, effettuato con uno o due piedi, in bambini appartenenti a due fasce di
età differenti (tra i 5.5 e i 6 anni e tra i 7 e i 7.5 anni) e negli adulti.
Si chiede ai soggetti di saltare ad una distanza di 40 cm in fronte a loro
mentre fissano un punto posto all’altezza degli occhi ad una distanza di 4 m. Ogni
soggetto deve eseguire sei prove con un piede solo e sei prove con due piedi in un
ordine semi casuale che garantisca comunque che ci siano al massimo due salti
consecutivi dello stesso tipo.
Figura 1.3 - Posizionamento dei marker
La cinetica dei salti dei soggetti si esamina servendosi di un sistema
optoelettronico (ELITE) con l’uso di 15 marker di forma sferica la cui posizione è
stata registrata da due videocamere. I 15 marker si posizionano nei seguenti punti
(Figura 1.3): due marker posti simmetricamente su articolazione temporo-
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STUDI PRECEDENTI
mandibolare, processo acromiale, spina iliaca, trocantere, piatto tibiale, malleolo
laterale e punta dell’alluce, mentre si colloca un singolo marker sul mento. Questo
posizionamento dei marker permette di calcolare sia la rotazione antero-posteriore
della testa e del tronco durante i salti sia la rotazione laterale di testa, spalle e bacino,
cioè le componenti rispettivamente di beccheggio (pitch) e di rollio (roll) della
rotazione. Mediante i marker posti sugli arti inferiori è invece possibile monitorare
la cinematica delle gambe durante l’esecuzione del salto.
Per ogni prova si considerano due indici:
1. Dispersione angolare di rollio e di beccheggio. Si calcola l’angolo assoluto di
rollio (rispetto all’asse verticale) di testa, spalla e bacino, ogni 10 ms
durante ogni prova. Inoltre, si calcolano gli angoli assoluti di
beccheggio (rispetto all’asse verticale) della testa e del tronco ogni 10
ms. Si calcolano quindi le deviazioni standard (dispersione nota σ
a
)
delle distribuzioni angolari assolute.
2. Indici di “ancoraggio” di rollio e di beccheggio. L’indice di ancoraggio è usato
per comparare la stabilizzazione di un dato segmento sia rispetto allo
spazio esterno sia rispetto al sottostante segmento anatomico. Per una
data situazione sperimentale si calcolano (a livello della testa) la
deviazione standard della distribuzione di rollio assoluta (σ
a
) e quella
della distribuzione di rollio relativa (σ
r
). L’indice normalizzato di
ancoraggio di rollio della testa viene quindi calcolato mediante la
formula: (σ
r
- σ
a
)/ (σ
r
+ σ
a
) e il suo valore può variare da -1 a +1. Un
valore positivo di questo indice indica una stabilizzazione migliore
nello spazio rispetto a quella sul livello anatomico inferiore di supporto
(viceversa per un valore negativo).
Il più esauriente, tra questi studi, è però quello pubblicato nel 2002 (Ferrario
et al.) dal Journal of Orthopaedic Research. In questo articolo sono descritte le
metodologie usate e i risultati ottenuti nel definire i valori di riferimento del Range
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STUDI PRECEDENTI
Of Motion (ROM) cranio-cervicale in soggetti giovani e sani, per valutare l’effetto del
sesso, e per quantificare il contributo separato di altri distretti corporei.
Si fanno accomodare i soggetti in esame su una sedia con schienale verticale,
supporto lombare e braccioli regolabili. I loro piedi sono poggiati in terra in modo
tale da ottenere una flessione delle ginocchia di 90°. Per ridurre il movimento del
torace si pone una sbarra rigida tra i gomiti dei soggetti (anch’essi flessi di 90° ca.)
dietro la loro schiena (Figura 1.4). Alle persone in esame è richiesto di assumere una
posizione naturale della testa e del collo fissando uno specchio posto 2 m davanti a
loro ad altezza occhi, quindi di chiudere occhi e bocca senza stringere i denti. A
questo punto inizia la prova vera e propria che consiste nel far eseguire ai soggetti i
maggiori movimenti possibili, della testa e della colonna cervicale, di flesso-
estensione, piegamento laterale (a destra e a sinistra) e di rotazione assiale (a destra e
a sinistra). Per ogni tipo di movimento si acquisiscono tre prove a velocità naturale.
Figura 1.4 - Posizione del soggetto durante la prova, specchio e
posizionamento dei marker, vista frontale (a) e laterale (b)
Per valutare questi movimenti cranio-cervicali si utilizza un sistema
optoelettronico (ELITE) dotato di 6 videocamere poste intorno al soggetto e
marker catarifrangenti. Su ogni persona si posizionano 6 marker sferici (con
diametro di 0.5 cm): sulla fronte, sull’arcata sopracciliare destra e su quella sinistra,
sul processo spinale della terza vertebra dorsale e, sulle spalle, sull’acromio di destra
e di sinistra (Figura 1.4).
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