4
La biblioteca così concepita potrà essere percepita come
"biblioteca amichevole" se riesce ad adottare una filosofia
organizzativa e comunicativa "incentrata sull'utente". Per
realizzare, e mantenere nel tempo, questo obiettivo, essa deve
essere disponibile a collaborare con il suo pubblico, o meglio con
i suoi "pubblici", per mettere a disposizione "servizi che servano"
ed essere quindi considerata non più come un luogo del sapere
destinato esclusivamente agli studiosi o ai "lettori ostinati", ma
un "laboratorio dei saperi" disponibile per tutti.
Scrive Giovanni Solimine in una sua recente pubblicazione: "Una
biblioteca improntata alla soddisfazione degli utenti, e che orienti
le sue scelte alla ricerca della massima efficacia, si lascerà
plasmare dall'andamento dei servizi e risulterà condizionata
dall'uso che il pubblico ne farà. Essa, quindi, è definibile anche
come il risultato dell'interazione con una determinata utenza e
con i suoi bisogni; possiamo dire, in definitiva, che essa è la
risposta a questi bisogni"
3
.
Nel nostro lavoro abbiamo focalizzato l'attenzione sulla
"Biblioteca come laboratorio di metacomunicazione" e su una
sperimentazione che ha portato la Biblioteca Civica di Massa a
valutare "sul campo" la sua capacità di ascolto e di
apprendimento nella convinzione che una Biblioteca pubblica
capace di innovarsi possa rivestire un ruolo non marginale come
strumento di mediazione e comunicazione anche per le giovani
generazioni. Utilizzando un approccio improntato alla libertà
espressiva, alla creatività e alla collaborazione paritaria abbiamo
invitato in biblioteca un gruppo di ragazzi,
3
Ivi, p. 43
5
per "giocare alla biblioteca". Questo gioco che ha visto i ragazzi
in veste di creatori, giocatori, personaggi e collaudatori, è stata
un'esperienza utilizzata per raccogliere e implementare saperi e
creatività relativi alla biblioteca e agli strumenti contemporanei di
mediazione e comunicazione .
Il lavoro che prende le mosse da queste premesse, si è
concretizzato in un'operazione sperimentale di creazione e
sviluppo di un videogioco tramite modalità collaborative e di
educazione tra pari, sviluppate in un gruppo composto da dieci
ragazzi e dalla bibliotecaria con funzioni di mediatore-guida. Un
videogioco che ha lo scopo di "divertire con" e "imparare la"
biblioteca. E' probabilmente il primo autoprodotto in Italia da una
biblioteca con queste modalità di lavoro che sono evidenti nel
risultato: un videogioco meno sofisticato dal punto di vista
grafico di quelli attualmente in circolazione ma che incorpora, e
si spera, comunichi, lo spirito di un'esperienza realmente vissuta,
e vivibile, in biblioteca.
Il presente lavoro illustra le tappe del progetto. Nella prima
parte sono delineati i presupposti ideali, teorici e conoscitivi che
hanno guidato il percorso di riflessione, autoapprendimento e
aggiornamento che la Biblioteca stessa e i suoi operatori hanno
avviato. L'illustrazione delle varie tipologie di prodotti
multimediali e interattivi e la loro valenza cognitiva e didattica è
seguita dalla ricerca e raccolta di esperienze innovative
nell'ambito dell'introduzione di tali strumenti nelle biblioteche
italiane, statunitensi e britanniche. Nella seconda parte il
percorso del progetto che ha portato un gruppo di ragazzi a
produrre un videogioco dentro e con la loro Biblioteca pubblica.
6
I
Interattività e multimedialità in biblioteca
7
Capitolo 1.
I presupposti teorici e conoscitivi di un progetto
sperimentale
Le espressioni che vengono più frequentemente utilizzate nei
media (dalla letteratura di ambiti specifici a radio e televisioni),
ormai entrate anche nel linguaggio comune per definire la
società contemporanea, sono: "società dell'informazione",
"società dell'apprendimento", "società delle reti". Questi lessemi
non sono intercambiabili ma ognuno di essi pone l'accento su
alcuni fenomeni che stanno profondamente modificando la
società in cui viviamo. La letteratura in merito è vastissima e
comprende scuole di pensiero che interpretano e valutano in
modi anche molto divergenti le origini e i possibili sviluppi di
quella che comunque viene unanimemente considerata una
"rivoluzione" (information revolution), successiva, dal punto di
vista della circolazione della cultura e delle informazioni, a quella
intervenuta con l'introduzione della stampa a caratteri mobili e
dal punto di vista sociale e organizzativo a quella della nascita
della produzione industriale. Senza la pretesa di stabilire
gerarchie o indicare semplicisticamente delle relazioni causa-
effetto si possono tuttavia indicare i fenomeni che risultano di
maggiore rilevanza:
- pervasività, globalizzazione, mercificazione
dell'informazione;
- continuità, durante tutto l'arco della vita, del processo di
apprendimento;
- predominio del network quale forma organizzativa
dominante;
8
- convergenza delle tecnologie informatiche e delle
telecomunicazioni;
- disuguaglianza di disponibilità, accesso, abilità di uso
dell'informazione e delle occasioni di apprendimento.
La Biblioteca pubblica può continuare a svolgere il ruolo di
mediatore culturale in una società in cui la trasmissione pubblica
del sapere, delle conoscenze e dell'informazione non è più
esclusivamente affidata alla stampa e ai mass media e la
circolazione non avviene più solo da uno a molti (broadcasting)
ma anche da uno a uno (one-to-one), in forma reticolare (many-
to-many) e in forma personalizzata (on demand e podcasting).
La biblioteca deve conoscere e scegliere, in base a valori fondanti
e condivisi, relazionati alla sua mission particolare, i modi e gli
strumenti contemporanei di trattamento e diffusione
dell'informazione, senza peraltro rinnegare la validità del libro e
dei supporti analogici di trasmissione del sapere. Nel seguito del
lavoro, in coerenza con l'argomento che intendiamo trattare, ci
occuperemo prevalentemente dell'introduzione in biblioteca di
ICT (Information Communication Technology) e new media ma
non possiamo mancare di ricordare quanto sia ancora
importante che le biblioteche contengano, conservino, trattino,
diffondano libri e carta stampata. Non lo diciamo per ribadire
l'importanza di uno strumento che per la nostra generazione, e
per molte generazioni prima di noi di persone e di bibliotecari, ha
rappresentato il nucleo della vita intellettuale e lavorativa,
insomma per difendere in maniera anacronistica e nostalgica un
mezzo che continuiamo a ritenere valido e ad amare, ma per
alcuni fondamentali motivi sui quali si basa la specificità della
biblioteca pubblica in quanto strumento di mediazione fondato
sui valori di democrazia, uguaglianza e pari opportunità. Le
biblioteche sono consapevoli che la diffusione delle connessioni
9
telematiche e delle conoscenze e abilità relative alle possibilità di
accesso e utilizzo non sono omogenee in tutto il mondo e in tutta
la popolazione di uno stesso Paese e non ignorano che gli
interessi di mercato sono in grado di condizionare fortemente le
scelte dei cittadini-consumatori anche in campo culturale e
informativo. In coerenza con i suoi valori la Biblioteca pubblica
deve e può operare e garantire anche scelte in controtendenza
con quelle del mercato. In questo senso si è pronunciata
Barbara Clubb, Presidente della Public Library Section dell'IFLA ,
nell'intervento tenuto in occasione della presentazione
italiana delle "IFLA - UNESCO Public Library Guidelines For
Development"
4
, affermando che : "la posizione dell’IFLA è quella
di stimolare le biblioteche pubbliche a fornire opportunità per
aiutare a portare tutti all'interno della conversazione globale
divenendo portali dell’informazione elettronica ma senza
chiudere le altre porte attraverso cui viene fornita l'informazione
e la pubblica lettura."
Le Biblioteche pubbliche rientrano tra le istituzioni che operano
per diminuire le nuove forme di esclusione (il cosiddetto "digital
divide"
5
o "tecno-apartheid"
6
) e le disuguaglianze di opportunità
tra chi è "ricco" di informazioni (inforich) e chi ne è "povero"
(infopoor).
Nel fronte dei biblioteconomi e dei bibliotecari sono in molti a
ritenere che, di fronte ad una società che si presenta con queste
caratteristiche, la biblioteconomia e le biblioteche non possano
sottrarsi all'innovazione. Tra i molti e diversificati pareri relativi a
4
Barbara Clubb, Il servizio bibliotecario pubblico: linee guida IFLA/Unesco per
lo sviluppo, «Bibliotime», 6, (2003) n. 3,URL:
http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-vi-3/clubb.htm .
5
Giovanna Mascheroni – Francesca Pasquali, Breve dizionario dei nuovi
media, Roma, Carocci, 2006, p. 27-30.
6
Armand Mattelart, Storia della società dell'informazione (2001), Torino,
Einaudi, 2002, p.132-138.
10
questa problematica ne citiamo due, rappresentativi, oltrechè per
l'autorevolezza dei loro estensori, anche per il diverso punto di
vista da cui originano e le diverse analisi che conducono, che
tuttavia sembrano pervenire ad un sostanziale accordo sulla
legittimità dell'introduzione dei nuovi media nella biblioteca.
"...esiste la possibilità , e forse la necessità, di riproporre e
rilanciare i valori fondamentali su cui si fondano la biblioteca e la
professione del bibliotecario, come ha affermato recentemente
Michael Gorman. Una presenza incisiva delle biblioteche in
questo contesto si fonda anche sulla consapevolezza di quella
che è stata in passato la loro funzione, sintetizzabile ora come
allora nel favorire l'incontro fra gli utenti, da una parte, e i
documenti che essi vorrebbero utilizzare, dall'altra. Se
condividiamo questa impostazione, possiamo dire che
l'evoluzione della biblioteca, delle discipline che ne regolano il
funzionamento e del profilo dei professionisti che vi lavorano
consiste proprio nel continuare ad esercitare questa funzione
attraverso un lavoro di continuo e progressivo adeguamento, a
mano a mano che si modificano i bisogni del pubblico, che si
modificano le forme di produzione e circolazione del sapere e dei
documenti in cui esso è registrato, che si presenta l'esigenza di
elaborare ed utilizzare nuovi strumenti di lavoro."
7
"...chi ha creduto in una centralità della lettura per l'istituzione
bibliotecaria rischia di essere additato come il custode di un'area
dismessa. No, non dovremo spegnere le biblioteche. Credo che
la [mia]
8
concezione della lettura [...] sia sufficientemente
'impura', aperta alla contaminazione e ai meticciati, e nello
stesso tempo gelosa del proprio specifico godimento, da
7
Giovanni Solimine, La biblioteca : scenari, culture, pratiche di servizio ,
Roma-Bari, Laterza, 2004, p. 6.
8
corsivo nostro
11
autorizzare due conclusioni: a) la biblioteca centrata sulla lettura
è anche la più disponibile e aperta fucina delle nuove forme di
comunicazione; b) in questa biblioteca la lettura si conferma
diversa, insostituibile e per nulla moritura. [...] La lettura trova
alimento e non concorrenza nelle diavolerie della comunicazione
elettronica, perchè le vampirizza, nonostante l'apparenza
contraria, e vi succhia quanto le è utile, naturalmente mutando,
estendendosi, cambiando pelle."
9
In letteratura è stata definita "digitale" la biblioteca che contiene
testi digitali (sia quelli nati sotto questa forma che quelli
"digitalizzati" da forme analogiche), "virtuale" la biblioteca
esistente in rete (nelle sue forme di biblioteca disponibile sotto
questa forma o della biblioteca "personalizzata" on-demand,
creata di volta in volta dalle esigenze del richiedente) , è stata
definita "ibrida" una biblioteca che opera una "contaminazione"
tra media tradizionali e contemporanei , "in rete" la biblioteca
collegata ad Internet (direttamente e/o tramite reti a livello
locale). Tutte queste definizioni hanno avuto e nella stragrande
maggioranza dei casi hanno ancora, come principale punto di
riferimento il catalogo, e il contenuto (analogico o digitale che
sia, disponibile o accessibile) della biblioteca. Un catalogo esteso
a svariati supporti ed estensibile (collegabile a risorse remote),
un "ipercatalogo", in grado di rispondere a più richieste (in
termini di chiavi di ricerca, quantità di accessi, dislocazione
dell'interrogazione) che indubbiamente ha prodotto un
grandissimo passo avanti nel miglioramento della performance di
mediazione della biblioteca dai tempi dei cataloghi cartacei. E' da
9
Luca Ferrieri, L'ultimo che se ne va spenga la biblioteca: lettura e rivoluzione
elettronica, in Biblioteca e nuovi linguaggi. Come cambiano i servizi
bibliotecari nella prospettiva multimediale, a cura di Ornella Foglieni, Milano,
Editrice Bibliografica, 2000, p. 88
12
notare tuttavia come l'informatizzazione e in molti casi anche il
collegamento in rete delle biblioteche non abbia prodotto
automaticamente uno spostamento verso altri strumenti di
mediazione che la rete mette a disposizione. Questa perdurante
centralità potrebbe dipendere dal fatto che sia dal punto di vista
culturale e professionale che organizzativo-finanziario le
biblioteche italiane non sono state in grado di reagire con
sufficiente tempestività ai cambiamenti del contesto
documentario, tecnologico, sociale. Inoltre, negli ultimi quindici
anni, buona parte delle risorse delle biblioteche, che come noto
non sono particolarmente floride, sono state per la gran parte
impiegate nella conversione dei cataloghi da cartacei a digitali.
Crediamo che la molla fondamentale che può portare a
ridisegnare la fisionomia dell'istituto bibliotecario non sia la
"quantità di informatizzazione" che si introduce ma la
consapevolezza di avere la responsabilità di realizzare
compiutamente la mission della biblioteca pubblica in quanto
servizio. A livello di progettazione dei servizi sarà decisivo
definire il modello di biblioteca che si vuole adottare , mentre le
decisioni che riguardano la tipologia dei supporti e/o
collegamenti dovrebbero essere sviluppati in coerenza con la
scelta operata. Se ci riferiamo alla "biblioteca come servizio" e
in particolare alla "reference library" come modello di una
biblioteca che "attua una politica di convergenza e integrazione
tra attività di studio, di lavoro e di uso del tempo libero, tra
servizi di base e servizi specialistici, tra cultura umanistica e
cultura scientifica, tra media e linguaggi diversi"
10
sarà evidente
che la costituzione e l'accesso ai cataloghi non possa più essere
considerato l'unico o più importante strumento di mediazione,
10
Giovanni Solimine, La biblioteca: scenari, culture, pratiche di servizio ,
Roma-Bari, Laterza, 2004, p. 57.
13
esso dovrà essere affiancato da altri servizi di mediazione, come
il reference, l'istruzione e la didattica per gli utenti, il sostegno
all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Tutti i servizi di
mediazione possono validamente utilizzare anche le nuove
possibilità offerte dalla telematica: posta elettronica, forum e
liste di discussione, chat, blog, telefonia mobile,
videoconferenze, piattaforme per l'e-learning, software open
source... "Validamente" vuol dire che essi devono essere sfruttati
per le loro potenzialità comunicative interattive e non per dare
una patina di "nuovo" alla "vecchia" biblioteca, vuol anche dire
raggiungere persone e comunità diverse e più ampie rispetto a
quelle che costituisco il pubblico consueto. La promozione della
biblioteca dovrebbe integrarsi con i servizi di mediazione per
svilupparsi non esclusivamente nella direzione di creare "eventi
speciali", per attrarre nuovo pubblico o per creare maggiore
interesse verso la biblioteca, ma come una vera e propria attività
di comunicazione permanente. Questi "eventi speciali" sono
momenti significativi sviluppabili anche in collaborazione con
professionalità esterne (autori, creativi, graphic e web designer,
animatori...) ma devono coordinarsi nei contenuti e nello stile,
con i servizi di mediazione-comunicazione della biblioteca. La
biblioteca comunica e promuove se stessa in ogni momento della
sua attività con il pubblico, le pubbliche relazioni e la promozione
non possono quindi essere visti come momenti occasionali avulsi
dalla sua realtà quotidiana. Talvolta però avviene che uno
speciale progetto, una particolare iniziativa "precorra i tempi",
nel senso di presentare modalità e strumenti operativi più
avanzati o differenti da quelli solitamente utilizzati in una
determinata biblioteca. In questo caso si presenta la possibilità di
utilizzare la promozione come elemento comunicativo con flussi
di andata e ritorno: dall'interno all'esterno, dall'esterno
14
all'interno, e dall'"interno all'interno", intendendo con
quest'ultimo bisticcio di parole la spinta al cambiamento
organizzativo che può essere ripresa e utilizzata all'interno del
sistema gestionale della biblioteca. L'interrelazione forte tra
servizi di mediazione, di pubbliche relazioni e di promozione della
biblioteca è un fatto scontato ma forse sarebbe utile averne
maggiore coscienza (all'interno dell'organizzazione), per attuare
una "convergenza alla comunicazione" che non rappresenti un
risultato, automatico e passivo, degli effetti della "convergenza al
digitale" ma che abbia i modi e i contenuti specifici di una scelta
autodeterminata. Ipotizzando che la biblioteca, o meglio, una
specifica biblioteca voglia impegnarsi per adottare uno stile
comunicativo e di servizio improntato a maggiore interattività
con gli utenti, potrebbe verificarsi che la mancanza in quella
biblioteca di nuove tecnologie e la scarsa dimestichezza con essi
dei suoi operatori, invece che rappresentare un handicap,
costituisca una motivazione all' interscambio e
all'apprendimento, indispensabile per avviare un processo di
innovazione e di integrazione di contenuti nuovi. Per avviare il
processo di innovazione nella nostra biblioteca abbiamo ritenuto
utile sperimentare, attraverso uno dei suoi settori più dinamici e
apprezzati dagli utenti - la Sezione Ragazzi - nuove forme di
promozione e didattica della biblioteca che andassero al di là
delle pur complesse questioni dell'alfabetizzazione informatica,
per interpretare, anticipare, promuovere le opportunità che le
reti e i nuovi media offrono in relazione a nuove forme di
apprendimento e soprattutto alle nuove possibilità di
partecipazione. L'ambito è quello dell' "information literacy", il
cui ruolo fondamentale nella Società dell'informazione è stato
15
recentemente ribadito in sede internazionale dall'IFLA nel
Congresso di Buenos Aires del 2004
11
e nel National Forum on
Information Litercy del 2005
12
. E' un tema che ha definito da
tempo negli Stati Uniti il ruolo formativo delle biblioteche
universitarie, pubbliche e scolastiche, mentre in Italia solo negli
ultimissimi anni sono nate esperienze significative in ambito
universitario consultabli nella base dati dell’Osservatorio europeo
sull’Information literacy
13
. Nelle Biblioteche pubbliche sono state
principalmente organizzate iniziative di alfabetizzazione
informatica rivolte alle categorie cosiddette svantaggiate (terza
età, extacomunitari, diversamente abili). Nell'ambito delle
Biblioteche scolastiche c'è stata maggiore elaborazione: una
commissione dell'Indire nel 1997 ha comparato i modelli europei
di biblioteche scolastiche giungendo alla definizione di un
modello italiano (Crems: centro risorse educative multimediali
della Scuola)
14
molto interessante dal punto di vista teorico che
però a tutt'oggi non ha dato l'avvio a importanti miglioramenti
nell'ambito dei servizi di biblioteca scolastica a livello nazionale,
mentre esistono realtà locali che stanno realizzando esperienze
significative anche utilizzando software open source, ma non
abbiamo trovato, consultando le banche dati delll’, Istituto
11
Alina Renditiso, La Sezione IFLA sulla Competenza informativa al Congresso
di Buenos Aires 2004, «Bibliotime», 7 (2004) n. 3, URL:
<http://didattica.spbo.unibo.it/bibliotime/num-vii-3/renditis.htm >
(consultato 2006.12.02)
12
Beacons of the Information Society: The Alexandria Proclamation on
Information Literacy and Lifelong Learning, National Forum on Information
Literacy 09.11.2005. URL:
<http://www.ifla.org/III/wsis/BeaconInfSoc.html>(consultato 2006.12.02).
13
European Observatory on IL Policies and Research: Italy,
URL:<http://www.ceris.cnr.it/Basili/EnIL/gateway/root_Italy.htm>(consultato
200612.02).
14
Dalla Biblioteca scolastica al CREM , Istituto nazionale di documentazione
per la ricerca e l’innovazione nella scuola, URL:
<http://www.bdp.it/servizi/crems//> (consultato la prima volta il 2006.11.24,
l’ultima il 2006.12.02, il sito è in ristrutturazione)
16
nazionale di documentazione per la ricerca e l’innovazione nella
scuola
15
, esperienze relative all’utilizzo dei videogiochi.
In attesa che teorie e pratiche dell'information literacy,
aggiornate all'introduzione di multimedialià e reti informative
telematiche, vengano maggiormente studiate e applicate a
livello delle biblioteche pubbliche di base e che rivolgano la loro
attenzione anche a bambini e ragazzi , abbiamo ritenuto utile
cominciare a sperimentare nuove applicazioni in questo ambito.
L'analisi e la conoscenza delle abitudini dei più giovani
relativamente alla lettura di libri e agli utilizzi del computer e di
Internet è stato il primo passo e, mancando le risorse
professionali e finanziarie per poter intraprendere una indagine
specifica sulla popolazione riferita alla nostra biblioteca, ci siamo
basati su indagini e rapporti esistenti delle quali presentiamo
una rapida panoramica.
L'unica analisi recente, riferita all'ambito italiano, che pone in
relazione consumi culturali e biblioteche è stata condotta
nell'ambito di un'indagine pubblicata nel libro "I giovani, il libro,
la multimedialità"
16
. I risultati di questo lavoro si riferiscono agli
utilizzi degli strumenti di comunicazione, di Internet, del
computer e alle abitudini di lettura messi in relazione con fattori
quali il livello culturale della famiglia, il luogo di residenza, la
scuola frequentata, l'utilizzo delle biblioteche. Il principale
strumento di comunicazione per i giovani intervistati è risultato
essere il telefonino (posseduto dal 91% ), il 63,8% dei ragazzi
15
Istituto nazionale di documentazione per la ricerca e l’innovazione: Indire,
2006 URL: <http://www.indire.it/> (consultato 2006.12.02)
16
Giovanni Solimine, I giovani, il libro, la multimedialità: indagine sui
comportamenti di lettura e l'uso delle tecnologie della comunicazione, Roma,
Istituto poligrafico dello Stato, 2004. L'indagine è stata effettuata nel 2002-
2003 su 7.396 studenti delle scuole medie e superiori intervistate nelle
biblioteche pubbliche di base (12,4% del totale) o all'interno di scuole in cui
esiste una biblioteca scolastica funzionante (87,6%).
17
possiede un computer e almeno il 42% utilizza Internet
collegandosi dalla propria abitazione. Al primo posto degli utilizzi
di Internet troviamo la navigazione in rete (19, 76%) che ha
scopi vari con una maggior frequenza dell'uso di posta
elettronica, seguita dalla navigazione tra pagine web italiane e
dall'ascolto e download della musica. I giovani che vivono in una
grande città come Roma hanno abitudini diverse nell'uso del pc
rispetto a quelli che risiedono in provincia: la navigazione è un
po' più orientata allo studio, interessata a siti stranieri, e
all'utilizzo della comunicazione in rete tramite posta elettronica e
chat. Tra nord e sud c'è disparità nell'utilizzo della rete: ha una
connessione internet da casa il 73% dei ragazzi del nord contro il
64% dei coetanei del sud.
Al secondo posto degli utilizzi della rete c'è l'utilizzo di
videogiochi da soli (16,98%), se però a questo dato
assommiamo quello dell'uso di videogiochi in compagnia (8,
27%) notiamo come questa attività risulti prevalente negli
utilizzi della rete. Quasi la metà del campione (45,5%) utilizza la
rete per trovare informazioni relative ad interessi e hobbies
personali e scarica testi per divertimento.
Il computer non viene quasi mai utilizzato per la scrittura
creativa, quella al di fuori dei compiti scolastici, che è comunque
un'attività che occupa buona parte del tempo dei ragazzi: la
maggior parte scrive lettere (29,2%) e diari il (20,2%), la
scrittura si manifesta anche in dediche, graffiti, poesie, racconti.
L'81,2% del campione dichiara di utilizzare raramente o quasi
mai il pc per la scrittura creativa (diari racconti e poesie) mentre
un intervistato su quattro dichiara di utilizzare frequentemente la
posta elettronica.