ANALISI DELLA STRUTTURA ECONOMICO-FINANZIARIA DEL
GRUPPO TELECOM ITALIA ATTRAVERSO GLI EQUITY RESEARCH
CAPITOLO I
2
anni, le tariffe di terminazione mobile, ossia i ricavi provenienti dalle
chiamate fisso-mobile
2
.
L’anno solare 2006 è, invece, stato suddiviso in due periodi: il primo
periodo comprende i primi quattro mesi dell’anno in cui sono stati
presentati i dati consuntivi del 2005; il secondo periodo comprende i mesi
tra maggio e settembre, ossia la fase in cui gli analisti hanno realizzato
che Telecom Italia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi precedentemente
fissati dal management a causa soprattutto della pressione competitiva e
legislativa.
L’11 settembre 2006 è una data molto importante per il gruppo Telecom
Italia poiché il suo Consiglio di Amministrazione ne ridisegna l’assetto
strategico e organizzativo puntando al “One company model”, ossia
all’integrazione delle business units wireline e wireless e allo scorporo
dell’ultimo miglio della rete fissa. Il nuovo assetto strategico ed
organizzativo non sarà comunque approntato in meno di un anno.
In sintesi, i periodi oggetto di osservazione sono:
PRIMO PERIODO Gennaio-agosto 2005
SECONDO PERIODO Settembre-dicembre 2005
TERZO PERIODO Gennaio-aprile 2006
QUARTO PERIODO Maggio-settembre 2006
Dalla lettura degli equity research emergono, per ciascun periodo, quattro
aree, trattate da tutte le banche d’affari.
I punti in comune sono:
1. le strategie del gruppo Telecom Italia e delle business units
principali;
2. la redditività e la marginalità del gruppo Telecom Italia;
2
Delibera dell’AGCOM n. 286/05/CONS “Misure urgenti in materia di fissazione dei
prezzi massimi di terminazione delle chiamate vocali su singole reti mobili”.
ANALISI DELLA STRUTTURA ECONOMICO-FINANZIARIA DEL
GRUPPO TELECOM ITALIA ATTRAVERSO GLI EQUITY RESEARCH
CAPITOLO I
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3. indebitamento, la liquidità e la politica dei dividendi del gruppo
Telecom Italia;
4. l’analisi dell’andamento borsistico del titolo Telecom Italia.
Nei prossimi paragrafi, per ciascun periodo, verranno approfonditi i punti in
comune appena esposti.
1.2 IL PERIODO GENNAIO - AGOSTO 2005
Come già ricordato nel primo paragrafo, i primi mesi del 2005 sono stati
caratterizzati in maniera predominante dall’importante operazione
strategica di fusione per incorporazione di TIM in Telecom Italia, stipulata
in data 20 giugno 2005, con efficacia dal 30 giugno 2005 e con effetti
contabili e fiscali decorrenti dal 1° gennaio 2005
3
. Con tale fusione il
gruppo Telecom Italia mira, nel breve termine, alla semplificazione della
struttura proprietaria e all’ottimizzazione della struttura patrimoniale e
finanziaria della società risultante dalla fusione, mentre nel medio e lungo
termine mira alla convergenza fisso - mobile
4
.
Nelle tabelle seguenti si presenta la sintesi delle aree di interesse trattate
negli equity research (andamento della strategia e delle business units,
redditività e marginalità, indebitamento, liquidità e politica dei dividendi e
analisi dell’andamento borsistico del titolo Telecom Italia).
Tabella 1.2.1 - Analisi della strategia e delle business units del gruppo Telecom
Italia nel periodo gennaio – agosto 2005
Mediobanca Merrill Lynch
07-13/04/2005 06/06/2005
Riduzione delle percentuali di crescita delle
vendite e dell’EBIT visto che si presume
maturità del wireless Brasile.
L’EBIT della business unit wireless cresce
Migliori risultati domestici rispetto ai
concorrenti europei nelle linee fisse e nel
wireless, però c’è alta competizione interna
sia nel wireline, sia nel wireless e una
3
Telecom Italia, Bilancio 2005, Relazione sulla Gestione del Gruppo, pag. 11.
4
Telecom Italia, Bilancio 2004, Dati di sintesi e informazioni generali, pag. 11.
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GRUPPO TELECOM ITALIA ATTRAVERSO GLI EQUITY RESEARCH
CAPITOLO I
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grazie al traino del Brasile. L’obiettivo EBITDA
della business unit media sarà raggiunto un
anno dopo il previsto visto lo sforzo
d’investimento per la tecnologia DTTV.
Previsioni di vendite ed EBITDA in leggero
calo. Debito ed EBIT in leggera crescita.
Settori trainanti sono: wireline, wireless e
multimedia.
Wireline: ricavi 1%-2%
EBITDA 2%-3,5%
Calo nel mercato domestico, compensato
dalla banda larga, che però richiede
investimenti strutturali. Crescita fornita dalla
riduzione dei costi e dal progetto di banda
larga in Europa.
Wireless: ricavi 6%-8%
EBITDA 9%-11%
Calo nel mercato domestico, compensato
dalla crescita in quello estero, soprattutto in
Brasile che, essendo un settore giunto a
maturità, non richiede più investimenti e
riduce il CAPEX. Crescita n. linee e quota di
mercato in Brasile.
TI Media: ricavi 15-20%
EBITDA positivo dal ‘07
Crescita lenta delle carte prepagate e
necessità di investimenti in tecnologia.
evoluzione peggiorativa della legislazione.
TIM: ricavi 3%-4%
EBITDA 4%-5%
Buon accoglimento della proposta di fusione
tra Brasilian wireless e Brasil Telecom. Poca
chiarezza nella strategia di ottenimento del
controllo di Turk Telecom.
La strategia di banda larga europea
(Germania, Francia, Olanda) e il Brasilian
asset guidano il Conto Economico, ma non
compensano il calo nel mercato domestico.
Generale calo nel mercato domestico ed
europeo per le telecomunicazioni.
27/07/2005
Indicatori in linea con le stime, ma crescita più
bassa di quella prevista.
Semestrale con margini in ribasso sul mercato
interno per elevata competizione sia nel fisso
che nel mobile. Il management è ottimista per
le attese sinergie di costo grazie alla fusione
per incorporazione TI-TIM.
Ricavi in crescita grazie al mobile
internazionale.
L’EBITDA cresce in maniera non
proporzionale ai ricavi a causa dei costi di
espansione industriale (progetto europeo
banda larga, DTTV) e dei costi di fusione TI-
TIM.
Wireline: crescita nei ricavi, ma
peggioramento qualità clienti (wholesales con
margini più bassi) e alti costi di marketing e
costi per progetto europeo di banda larga.
Wireless: crescita grazie al mercato
internazionale (Brasile) e alla rivalutazione
della moneta brasiliana, ma gli alti
ammortamenti abbattono l’EBIT. Italia
stagnante, Brasile in crescita straordinaria.
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GRUPPO TELECOM ITALIA ATTRAVERSO GLI EQUITY RESEARCH
CAPITOLO I
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Tabella 1.2.2 – Analisi della redditività e della marginalità del gruppo Telecom
Italia nel periodo gennaio – agosto 2005
Mediobanca Ras Bank
07/04/2005 19/04/2005
2003 2004 2005 E 2006E 2007E 2003 2004 2005E 2006E
EPS 0,14 0,13 0,26 0,28
DPS 0,10 0,11 0,11 0,11 0,109 0,109 0,109
EV 64.201 67.212 93.762 90.637
EV/Ebitda 4,5 4,6 6,9 6,3 5,8 5,9 6,4 5,8
P/E 15,5 20,6 11 10,5 9,1 23,7 16,5 14,7
ROE 7% 5% 17% 19% 24% 12% 11% 16%
CAGR
- revenues 4%-6%
4%-6%
-Ebitda 6%-8%
-Ebit 7%-9%
7%-9%
Profitto netto
1.192 1.781 2.892 3.581
Capex 14.000
3.989 4.179
4.900
4.700
Mediobanca Ras Bank
13/04/2005 05/05/2005
2003 2004 2005 E 2006E 2007E 2003 2004 2005E 2006E
EPS 0,14 0,13 0,16 0,18
DPS 0,10 0,11 0,11 0,11 0,109 0,109 0,109
EV 64.201 67.212 96.127 91.991
EV/Ebitda 4,5 4,6 7,1 6,4 5,8 5,9 6,4 5,8
P/E 15,5 20,6 19 15,7 9,1 23,7 16,5 14,7
ROE 7% 5% 21% 24% 24% 12% 11% 16%
CAGR
- revenues 4%-6%
4%-6%
-Ebitda 6%-8%
-Ebit 7%-9%
7%-9%
Profitto netto
1.192 1.781 2.892 3.581
Capex 14.000
3.989 4.179
4.900
4.700
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CAPITOLO I
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Merrill Lynch Ras Bank
06/06/2005 20/07/2005
2004 2005E 2006E 2007E 2003 2004 2005E 2006E
EPS
DPS 0,1 0,11 0,12 0,13 0,104 0,109 0,109 0,109
EV 90271
EV/Ebitda 6,1 5,5 6,2 5,7 5,8 5,8 6,8 6,1
P/E
ROE 19% 24% 10% 13% 15%
CAGR
- revenues 3-4%
-Ebitda 4-5%
-Ebit
Profitto netto
1.192 1.781 2.790 3.488
Capex
4.126 1.995 3.170 4.161
Mediobanca
27/07/2005
2003 2004 2005E 2006E
EPS 0,14 0,13 0,16 0,18
DPS 0,10 0,11 0,11 0,11
EV 64.201 67.212 89.482 86.306
EV/Ebitda 4,5 4,6 6,8 6,2
P/E 15,5 20,6 19 15,9
ROE 7% 5% 17% 21%
CAGR
- revenues 4%-6%
-Ebitda 6%-8%
-Ebit 7%-9%
Profitto netto 1.192 781 2.472 3.201
Capex 4.894 5.335 4.828 4.457
Tabella 1.2.3 – Analisi dell’indebitamento, della liquidità e della politica dei
dividendi del gruppo Telecom Italia nel periodo gennaio –
agosto 2005
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GRUPPO TELECOM ITALIA ATTRAVERSO GLI EQUITY RESEARCH
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Mediobanca Merrill Lynch
07/04/2005 06/06/2005
2003 2004 2005E 2006E 2004 2005E 2006E 2007E
net debt 33.346 29.525 39.889 36.764
D/E 162% 148,7% 246% 201%
debt/Ebitda
2,34 2,03 2,95 2,54
Cash flow
FCFO
<31
FCF
>14 10
FCF Yield
9,2% 17,3% 8,1% 10,7%
Pay out %
88% 356% 102% 61%
Dividendi
1.049 2.780 2.785 2.172
Divid yield
4,7% 4,2% 3,8% 3,8%
33.350 40.200 37.130 33.000
167,5%
2,5 3 2,6 2,3
12,7% 7,8% 10,8% 12,8%
1.320 1.740 1.830 2.190
3,4% 4,3% 4,4% 4,6%
Nonostante la fusione TI-TIM si prevede che per il
2007 si raggiungeranno i 33 bn € di indebitamento
netto, in linea con quanto annunciato prima della
fusione. Si segnala l’enorme capacità di generare
cassa (rimasta invariata nonostante la vendita di
assets importanti per la generazione di cassa e
nonostante le alte spese finanziarie visto il debito
elevato) che taglierà il debito netto di 13 bn € nei
prossimi 3 anni anche grazie alle sinergie TI-TIM
quantificate in 1,5 bn €. Le alte spese finanziarie
sono state controbilanciate da minori dividendi
pagati alle minoranze, grazie alla fusione TI-TIM.
L’alto livello di indebitamento e la
capacità di generare cash flow sono
visti come un fatto positivo per
mantenere la tensione verso risultati
sempre migliori e scongiura il rischio di
M&A. Il piano di riduzione del debito è
credibile, ma l’alto rapporto tra net
debt/EBITDA aumenta il tasso di
profitto richiesto dagli azionisti. La
priorità è ridurre l’indebitamento ad un
livello compatibile con quello presente
prima della fusione. Il rendimento dei
dividendi è stabile, uno dei più alti del
settore.
13/04/2005
Sinergie TI-TIM: 1,5 bn €: 1 bn € minor CAPEX; 0,5
bn € minor OPEX con minori costi a livello
corporate non quantificati. Riduzione di 14 bn € di
debito netto in 3 anni, considerando la dismissione
di assets (2,2 bn €) e la conversione di obbligazioni
in azioni (1,7 bn €). TI ha mantenuto capacità di
generazione cassa (10,2) nonostante le alte spese
finanziarie provocate dala fusione TI-TIM,
controbilanciate da minori dividendi pagati alle
minoranze, grazie alla fusione TI-TIM.
Dividendi previsti stabili, anche se non è escluso il
rialzo.
27/07/2005
Debito netto stabile a circa 44 bn € nonostante i 2,3
bn € di dividendi pagati, le spese finanziarie e
un’evoluzione negativa del capitale circolante, ma
beneficia di 1,8 bn € dalla conversione della
obbligazioni e dal posponimento del pagamento
IRAP.
Generazione di cassa molto buona.
Dividendo attuale come base futura per i prossimi.