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ha studiato, attraverso analisi quantitative e qualitative, il nuovo fenomeno
del podcasting italiano, cercando di scoprire chi lo utilizza e quanto può
soffrirne il sistema radiofonico del nostro Paese. Da qui, si evince che gli
utenti del podcasting preferiscono ancora ascoltare il vecchio mezzo di
comunicazione: infatti, il podcasting e il podcatching (cioè la ricerca dei
podcasts) sembra aver successo nelle ore serali (come dimostrato dal 55,7%
degli intervistati); inoltre, i podcasts sono ascoltati molto più nell’ambiente
domestico (58,6 %) che per strada (45,7 %) o nel tempo libero (34,3 %). La
radio, invece, riveste un ruolo importante durante i viaggi piuttosto che a
casa, e la sua funzione di compagnia durante il lavoro o nel tempo libera
continua ad essere importante.
La radio dunque continua ad avere un peso importante nella vita
degli ascoltatori, ma il podcasting può aprirle nuove frontiere: accedendo ai
siti internet delle principali radio nazionali, infatti, è possibile trovare una
sezione dedicata ai podcasts delle emittenti. Le radio offrono infatti la
possibilità ai propri ascoltatori, e grazie al podcasting, di ascoltare le
trasmissioni preferite (da quelle musicali a quelle informative) in un tempo
che non coincide con quello della messa in onda. Questo significa, per le
emittenti, mantenere invariato il numero degli ascoltatori o addirittura
moltiplicarlo, dal momento che chi si è perso una trasmissione può ora
facilmente riascoltarla in formato Mp3 sul proprio computer mentre è a
casa a farsi una doccia, o nel suo lettore digitale portatile ovunque si trovi.
Con il podcasting è possibile quindi ascoltare la trasmissione
preferita senza tenere in considerazione i limiti di orari, di frequenza e di
luogo. Con il podcasting è possibile produrre trasmissioni rivolte ad un
pubblico di nicchia. I mezzi d’informazione, infatti, perennemente a caccia
di ascolti da rivendere agli sponsor, divengono sempre più generalisti e
trascurano di soddisfare esigenze ed interessi meno comuni. Il podcasting si
inserisce proprio in quegli spazi.
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Per quel che riguarda la mia ricerca, ho voluto innanzitutto
concentrami sui predecessori storici del podcasting, cioè su quei fenomeni
come Internet, i blog e le Web radio senza i quali il fenomeno non sarebbe
mai potuto nascere (Capitolo 1). Internet è lo strumento che libera la
capacità, propria della nostra società, di comunicare, di far conoscere, di
condividere nozioni, di scambiare saperi, collegando direttamente la propria
personalità con milioni di cittadini di tutto il mondo. Oggi stiamo entrando
nell’era di Internet fatto da molti per molti, dove ogni utente della rete non
è solo un passivo ricevente, un fruitore di contenuti, ma anche e soprattutto
un produttore, o uno smistatore, o un commentatore di contenuti. Il blog
invece permette, a chiunque sia in possesso di una connessione internet, di
creare facilmente un sito dove pubblicare storie, informazioni e opinioni in
completa autonomia. Il blog è un luogo dove si può stare insieme agli altri e
dove si può esprimere liberamente la propria opinione. È un sito (web)
gestito in modo autonomo dove si tiene traccia (log) dei pensieri; quasi una
sorta di diario personale. Ciascuno vi scrive, in tempo reale, le proprie idee
e riflessioni. Le web radio nascono nel bel mezzo della globalizzazione e
questo si riflette in modo evidente nella loro possibilità di rivolgersi ad un
pubblico disomogeneo potenzialmente disperso in tutto il mondo. Questa
nuova caratteristica si scontra con l’evidente potere aggregante e
comunitario delle radio tradizionali. Con Internet le distanze si annullano o
si capovolgono. Ciò che un tempo sembrava lontano oggi si avvicina
entrando nel nostro spazio quotidiano. L’incontro tra Internet e Radio
rappresenta il complemento virtuale delle caratteristiche comunicative della
radio.
In secondo luogo, mi sono rivolta ad uno studio più tecnico del
podcasting, quindi ho analizzato cosa viene inteso con questo termine,
come funziona e qual è la tecnologia utilizzata (Capitolo 2).
Il terzo capitolo invece, esula dal discorso podcasting, ma si
concentra su una pratica sociale che è quella dell’ascolto. In questo capitolo
9
ho cercato di focalizzare, grazie ai contributi di due autori in particolare,
che cosa sottostà alla pratica dell’ascolto in cuffia, che si tratti delle cuffie
di un walkman o del moderno iPod Shuffle, cosa accade alle persone e quali
sono i loro comportamenti e le loro opinioni quando “indossano” la loro
musica preferita. Gli studi che ho preso in considerazione sono quelli di
Richard Middleton, il quale paragona gli ascoltatori del walkman ai flâneur
parigini e del Professor Michael Bull, docente dell’Università del Sussex in
Inghilterra, il quale, intervistando migliaia di ragazzi che fanno uso di
lettori di musica portatili, ha studiato che cosa accade alle persone nel
momento in cui hanno “addosso” la loro musica. Egli ha analizzato prima
gli effetti provocati dal walkman e, successivamente, ha esplorato il mondo
dei lettori digitali come l’iPod.
Nella seconda parte del mio lavoro si scende nell’analisi delle radio
nazionali italiane che offrono la possibilità agli utenti di scaricare i podcasts
dal loro sito internet. Dopo una premessa storica sulla nascita delle
emittenti radiofoniche nazionali pubbliche e private (Capitolo 4), mi sono
concentrata sull’illustrare le caratteristiche di ogni emittente e di come si
scarica un podcast dai loro portali web (Capitolo 5).
Iniziamo allora ad analizzare la nuova frontiera della radio in
podcasting.
10
Parte Prima
Il Podcasting
11
Capitolo Primo
Le origini del
Podcasting
12
1.1 Internet e la personalizzazione
La potenza connettiva e comunicazionale della rete è nota a tutti,
come è nota la facilità di utilizzo anche a chi di informatica si intende poco.
La vera novità tecnologica nata negli ultimi anni, che è ormai diventata la
molla da cui parte il processo che vorrei descrivere, è l’estrema facilità di
accesso per utenti inesperti alla produzione di contenuti in rete. Creare un
proprio sito, immettere del materiale su Internet per condividerlo con gli
amici, creare il proprio photo book on-line è diventato davvero alla portata
di tutti. La chiave di questa evoluzione sta nello sviluppo dei software che
fanno da tramite tra il linguaggio di programmazione della macchina e
l’utente che quel linguaggio non conosce. Dalla nascita dei Personal
Computer i software sono diventati sempre più potenti e facili da usare e
l’avvento di Internet ha portato nuove possibilità di espressione e
interazione tra le persone. La tecnologia, dunque, mette a disposizione la
sua potenza.
Sull’altra sponda rispetto alla tecnologia, dal lato della società, ci
sono milioni di persone in tutto il mondo che, per lavoro o per piacere,
viaggiano, pensano, parlano, filmano, scrivono. E’ la società
dell’informazione, in perenne bisogno di comunicare, in un’era in cui il
bene più ricercato e scambiato è un bene immateriale, l’informazione
appunto. Ciò ha portato a quel fenomeno che prende il nome di
informazione individualizzata o personalizzazione. Internet è lo strumento
che libera la capacità, propria della nostra società, di comunicare, di far
conoscere, di condividere nozioni, di scambiare saperi, collegando
direttamente la propria personalità con milioni di cittadini di tutto il mondo.
Oggi stiamo entrando nell’era di Internet fatto da molti per molti,
dove ogni utente della rete non è solo un passivo ricevente, un fruitore di
contenuti, ma anche e soprattutto un produttore, o uno smistatore, o un
commentatore di contenuti.
13
L’esemplificazione perfetta di questo processo (che nasce
dall’integrazione dei mezzi della tecnologia con i bisogni delle persone)
sono le migliaia di personal journal che vengono aggiornati ogni giorno
on-line. I blog, come vengono ormai conosciuti, sono dei siti a metà strada
tra un diario on-line e un giornale, contenitori della diversificata quantità di
conoscenza degli individui che frequentano la rete.
Sempre più spazio alla personalizzazione quindi, resa possibile dalla
crescente pluralità di tipologie mediali, dall’ampiezza d’accesso ai
contenuti, dalla disponibilità di scelta di spazi e tempi di fruizione,
dall’abbassamento delle barriere istituzionali nella relazione con i media ed
i loro prodotti.
Nel particolare, la personalizzazione si riferisce alle tipologie di
relazione che l’utente intrattiene con il prodotto mediale e con la sua
tipologia di fruizione. Questa interazione va a toccare diversi aspetti delle
abitudini di consumo. Un primo risvolto è identificabile nella possibilità di
creare prodotti mediali tagliati su misura, grazie alla frammentarietà del
materiale e alla semplice ricomponibilità in fase di fruizione. Un secondo
aspetto è riconducibile alla grande libertà di scelta di spazi e tempi di
consumo, libertà agevolata dall’ingente sviluppo di quelli che vengono
definiti “media nomadi” (lettori audio/video, cellulari, notebook, palmari,
supporti wireless, eccetera...) che permettono di evadere dai tradizionali
luoghi destinati all’intrattenimento mediale.
Personalizzazione e controllo da parte del singolo si legano all’idea
che il digitale sia una tecnologia democratica, o meglio
“democraticizzante”. Gli strumenti digitali, infatti, abbassando costi e livelli
di competenze, danno accesso e libertà di partecipazione a chiunque.
Soggetti che prima erano condannati ad essere spettatori passivi
dell’informazione, hanno ora la possibilità (quantomeno tecnica) di
diventare produttori di informazione.
14
Ciò non vuol dire che tutti quelli che hanno una telecamera
diventeranno giornalisti, né significa che chi gestisce una rubrica su Internet
produce un giornale. Significa invece la letterale proliferazione dei punti di
vista sugli eventi e sulla nostra società. Letterale perché materialmente si
moltiplicano i soggetti che guardano, registrano, raccontano ciò che
succede (basti pensare all’attentato terroristico dell’11 settembre o allo
Tsunami, dove molte delle immagini mandate in onda dalle televisioni di
tutto il mondo provenivano da videocamere o fotocamere di gente qualsiasi,
di turisti, viaggiatori o gente del luogo, da non professionisti insomma).
Assistiamo alla nascita di quello che viene definito il “reporter diffuso”
ossia un soggetto presente in ogni angolo del globo che informa non per
professione, ma per passione o per ricerca di visibilità. A volte diventa
informatore per il semplice fatto di essere passato per caso dove si stava
svolgendo un evento. Il reporter diffuso è una fonte infinita di notizie.
Nessuna agenzia di stampa può tenergli testa per presenza e capillarità, per
il semplice fatto che egli tende a coincidere con la totalità delle persone.
Forse ora può sembrare una esagerazione, ma nel futuro più prossimo non
lo sarà più, basta pensare che oggi ognuno di noi ha un telefonino UMTS,
cellulari in grado di trasmettere immagini in movimento, e ognuno di noi è,
potenzialmente, un broadcaster.
Verrà ritagliato così un maggiore spazio anche alle comunicazioni di
nicchia, all’individualità del singolo, che porterà a riflettere sull’esistenza
delle innumerevoli diversità e contraddizioni che caratterizzano il nostro
tempo.
Ci stiamo dirigendo, quindi, verso un nuovo tipo di comunicazione,
proveniente dal basso e con potenziale visibilità totale, che segna lo stretto
rapporto tra locale e globale visti come facce inscindibili della stessa
medaglia. L’elemento chiave che ha innescato il cambiamento, non è tanto
un mezzo di produzione dell’informazione (come può essere una
telecamera), ma un sistema di condivisione dell’informazione, cioè Internet.
1.2 I Blog
Il termine weblog è stato creato da Jorn Barger nel dicembre del
1997. La versione tronca blog è stata creata da Peter Merholz che nel 1999
ha usato la frase "we blog" nel suo sito, dando origine al verbo "to blog"
(ovvero: bloggare, scrivere un blog).
Per certi versi, la radio amatoriale è il predecessore della moderna
Internet. Nel processo di miniaturizzazione, le stazioni radio si sono evolute
da fisse ( stazionate nelle case e negli uffici) a mobili ( le autoradio, le radio
sulle barche o sugli autotreni) a portatili (la cosiddetta radiolina a transistor,
da portare a mano o sui vestiti, “cucita” sulla nostra pelle). Allo stesso
modo la possibilità di pubblicare documenti su Internet si è evoluta da
privilegio di pochi ( università e centri di ricerca) a diritto di tutti (i blogger,
appunto).
I blog hanno anche alcune somiglianze con i wiki
2
, nel modo in cui
vengono gestiti gli aggiornamenti, favoriti i commenti dei lettori e stimolate
le nascite delle community.
Il fenomeno ha iniziato a prendere piede nel 1997 in America; nel
2001 è divenuto una moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi
gratuiti dedicati alla gestione di blog.
La struttura è costituita, solitamente, da un programma di
pubblicazione guidata che consente di creare automaticamente una pagina
web, anche senza conoscere necessariamente il linguaggio HTML; questa
struttura può essere personalizzata con vesti grafiche dette templates (ne
esistono diverse centinaia). Il blog permette, a chiunque sia in possesso di
una connessione internet, di creare facilmente un sito dove pubblicare
storie, informazioni e opinioni in completa autonomia. Ogni articolo è
2
Un sistema wiki è un sito web ( o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che
permette a ciascuno dei suoi utilizzatori di aggiungere contenuti, come in un forum, ma anche di
modificare i contenuti esistenti inseriti da altri utilizzatori. Il termine wiki può anche riferirsi al
software utilizzato per creare un sito web. Wiki – secondo l’etimologia- è anche un modo di essere
16
generalmente legato ad un thread dove i lettori possono scrivere i loro
commenti e lasciare messaggi all'autore.
Il blog è un luogo dove si può stare insieme agli altri e dove si può
esprimere liberamente la propria opinione. È un sito (web) gestito in modo
autonomo dove si tiene traccia (log) dei pensieri; quasi una sorta di diario
personale. Ciascuno vi scrive, in tempo reale, le proprie idee e riflessioni. In
questo luogo cibernetico si possono pubblicare notizie, informazioni e
storie di ogni genere, aggiungendo, se si vuole, anche dei link a siti di
proprio interesse. Tramite il blog si viene in contatto con persone lontane
fisicamente, ma spesso vicine alle proprie idee e ai propri punti di vista.
Con esse si condividono i pensieri, le riflessioni su diverse situazioni poiché
raramente si tratta di siti mono-tematici. Si può esprimere la propria
creatività liberamente, interagendo in modo diretto con gli altri blogger.
Alcuni blog si possono considerare veri e propri diari personali e/o
collettivi, nel senso che sono utilizzati per mettere on-line le storie personali
e i momenti importanti della propria vita. In questo contesto la riservatezza,
il privato, il personale va verso la collettività.
Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l'insieme di
tutti i blog viene detto blogosfera (in inglese, blogsphere). All'interno del
blog ogni articolo viene numerato e può essere indicato univocamente
attraverso un permalink, ovvero un link che punta direttamente a
quell'articolo.
Dal 2001 ad oggi sono nati molti servizi in italiano che permettono
di gestire un blog gratuitamente. Tra i più utilizzati citiamo Splinder
(http://www.splinder.com), Blogsome (http://www.blogsome.com), Tiscali
(http://blog.tiscali.it), Blogger (http://blogger.com), Io bloggo
(http://iobloggo.com), Clarence (http://blog.clarence.com) e BlogNation
(http://www.blognation.it) un network autogestito.
17
1.2.1 Tipologie di Blog
La maggior parte dei blogger usa il blog come diario personale, per
far conoscere i propri sentimenti e le proprie opinioni ai lettori che hanno a
loro volta un blog, ma anche sconosciuti che vagano per la blogosfera
passando di link in link. Sono molto diffusi anche i blog tenuti da giornalisti
(come Macchianera -http://www.macchainera.net- o la Torre di Pino
Scaccia -http://www.pinoscaccia.rai.it/torre-) oppure i blog umoristici e
autoironici (Personalità confusa -http://personalitàconfusa.splinder.com-) o
satirici (Giuda -http://www.giuda.it-).
Un altro esempio di blog celebre è Armed and Dangerous
(http://esr.ibiblio.org) il blog di Eric S. Raymond.
Tra le tipologie più diffuse troviamo:
¾ Blog personale
Come già accennato, è la categoria di blog maggiormente diffusa.
L’autore vi scrive le sue esperienze quotidiane, poesie, racconti,
desideri (più o meno proibiti), disagi e proteste. Il contributo dei
lettori nei commenti è in genere molto apprezzato e dà vita a
discussioni molto personali. Questo tipo di blog è usato spesso da
studenti di scuola superiore o universitari, con un gran numero di
collegamenti incrociati tra di loro.
¾ Blog di attualità
Molti giornalisti utilizzano i blog per dare voce alle proprie opinioni
su argomenti d’attualità o fatti di cronaca, o più semplicemente per
esprimere la propria opinione su questioni che non trovano
quotidianamente spazio sulle pagine dei giornali per i quali scrivono.
18
Altre persone utilizzano il blog per commentare notizie lette su
giornali o siti Internet ( è il caso di Wittgenstein
3
).
¾ Blog tematico
Ogni essere umano ha un hobby o una passione. Spesso questo tipo
di blog diventa un punto di incontro per persone che hanno interessi
in comune ( ad esempio Bassoatesino
4
).
¾ Blog directory
Una delle caratteristiche peculiari dei blog è la gran quantità di link.
Alcuni blog si specializzano nella racconta di link su un argomento
particolare. Anche alcuni siti di news possono rientrare in questa
categoria come ad esempio Slashdot
5
o BlogItalia
6
: la directory che
indicizza e aggrega i migliori blog in lingua italiana.
¾ Photoblog
Sono blog su cui vengono pubblicate foto invece che testi (un
esempio è www.buba.it).
¾ Blog vetrina
Alcuni blog fungono da “vetrina” per le opere degli autori come
vignette, fumetti, video amatoriali o altri temi particolari.
¾ Blog politico
Vista l’estrema facilità con la quale è possibile pubblicare contenuti
attraverso un blog, diversi politici lo stanno utilizzando come
interfaccia di comunicazione con i cittadini, per esporre i problemi e
condividere le soluzioni, principalmente a livello locale (ad esempio
3
www.wittgenstein.it
4
www.bassoatesino.com
5
www.slashdot.org
6
www.blogitalia.it
19
Un’altra Forlì
7
, …Per Carpi, diario di un consigliere comunale
8
,
Luca Conti per Senigallia
9
)
¾ Watch blog
Bolg in cui vengono criticati quelli che l’autore considera errori in
notiziari on-line, siti web o altri blog (uno dei primi e più popolari
esempi di questo tipo di blog è AndreaSullivan.com
10
, il blog
personale dello scrittore e giornalista anglo- americano che vanta – a
cavallo tra 2002 e 2003 – più di 250.000 visitatori al mese).
¾ M-Blog
Blog utilizzati per pubblicizzare le proprie scoperte musicali e
renderne gli altri partecipi attraverso la pubblicazione di Mp3 (da qui
il prefisso) o file audio dei più disparati formati (in Italia uno dei più
attivi è Winnicott
11
, mentre largerheratedboy
12
è uno dei più famosi
al mondo).
¾ Vlog o video blog
Si tratta di un blog che utilizza filmati come contenuto principale,
spesso accompagnato da testi ed immagini. Il vlog è una forma di
distribuzione di contenuti audiovideo. I vlog sono utilizzati dai
blogger, artisti e registi. Un esempio è Videoblogging
13
.
¾ Audio Blog e podcasting
Si tratta di blog audio pubblicati attraverso il podcasting. La
peculiarità di questo tipo di blog è la possibilità di scaricare
automaticamente sia sul proprio computer che sui lettori mp3
7
www.alessandroronchi.net/forli//web/htdocs/www.aronchi.org/home/forli
8
www.percarpi.garuti.it
9
www.lucaconti.it
10
www.time.blogs.com/daily_dish/
11
www.winnicott.it/blog
12
www.blog.lrgeheartedboy.com
13
www.videoblogging.info
20
portatili (come l’iPod) gli aggiornamenti attraverso i feed RSS con
gli audio incapsulati (per questo tipo di blog si rimanda ai capitoli
successivi).
¾ Wikiblog
Chiamato anche Bliki, è un blog a cui vengono aggiunte le
funzionalità di wiki.
1.2.2 Considerazioni sui blog
Si può affermare che un blog è allo stesso tempo personale e
pubblico: è personale perché è creato da una qualsiasi persona che può
gestirlo a suo piacimento; è pubblico nel senso che chiunque, dal momento
che è sul World Wide Web, può accedervi. Inoltre, su un blog è possibile
pubblicare ciò che più piace, dalle foto alle opinioni sui più diversi
argomenti; è facile da usare, ciò significa che non necessita di particolari
competenze tecniche e, di conseguenza, chiunque può diventare un blogger.
Tutte le pubblicazioni (denominate post) vengono etichettate con la
data e l’orario di inserimento e visualizzate in ordine cronologico inverso
(dal più nuovo al più datato). L’archivio storico del blog è di facile
accessibilità e ciò significa che tutto ciò che si pubblica può essere reperito
con facilità. Chi entra in un blog può lasciare commenti a quello che vi è
scritto (se lo desidera ed in certi casi se è registrato).
Aprire un proprio blog non ha costi perché molti siti internet offrono
la possibilità di crearsi un proprio blog personale, permettendo così di
crearsi un’identità alternativa.
Aggiornare un blog non richiede una postazione fissa in un
determinato luogo: è possibile farlo ovunque vi sia una connessione
internet.