La misurazione della soddisfazione del personale nelle organizzazioni
Introduzione
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1.1. Area, obiettivi e proceeding structure di questa tesi
L’imprevedibilità dell’ambiente e delle sue continue richieste fa sì che le organizzazioni,
se vogliono raggiungere i propri obiettivi, siano costrette ad apportare continui cambiamenti
sia a livello strutturale, sia nella gestione del personale. Per tale ragione si assiste ad un
continuo susseguirsi di modificazioni, che sembrano rivoluzionare ogni momento, ogni ruolo,
ogni procedura. Il ruolo centrale per attuare il cambiamento appartiene ai gruppi che
investono nell’organizzazione le proprie risorse, come scrive Elio Borgonovi
4
, il
cambiamento passa attraverso le persone, e questa è la nuova consapevolezza che guida
l’impresa nel suo cammino verso il miglioramento costante e continuo. Una innovatività
legata al fatto che si tratta di un argomento di recente ingresso nelle dinamiche di riflessione
riguardanti i contesti lavorativi.
Il cambiamento spinge verso un bisogno sempre più crescente di ricercare il
coinvolgimento e la partecipazione delle persone per riconoscerli come uno dei maggiori
punti di forza dell’impresa. La condivisione degli obiettivi rende i clienti interni consapevoli
di essere parte integrante della vita di un’impresa, favorendo così una maggiore qualità ed
efficienza del loro operato. Risulta perciò necessario strutturare, intorno a loro, un ambiente
sereno e consapevole, che permetta un fluido scambio di informazione a tutti i livelli.
Questa tesi parte dal presupposto che la variabile umana nel processo di cambiamento è
determinante nel successo o fallimento dell’investimento. Saper dirigere il fattore umano nei
processi di cambiamento costituisce oggi il vero vantaggio competitivo del manager delle
organizzazioni. Gli individui quindi saranno chiamati ad essere protagonisti anziché costosi
spettatori di questo scenario.
L’idea di questo lavoro di tesi nasce dalla volontà di riflettere su tale cambiamento
organizzativo e sul fatto che si stia registrando un ripensamento sul ruolo che le risorse umane
rivestono all’interno dell’impresa. Le persone ed il loro modo di lavorare insieme e di essere
impresa si rivelano la leva privilegiata per costruire nel tempo e valorizzare un patrimonio
intangibile fatto di conoscenze, relazioni, identità culturali che risulta difficile da governare
attraverso l’impiego di strumenti manageriali di tipo tradizionale.
4
Borgonovi, E., Ripensare le amministrazioni pubbliche, Egea, Milano, 2003.
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In questo senso il tema della misurazione riveste un ruolo cruciale. Strumento utilizzato
per capire quale rappresentazione le persone abbiano dell’impresa e per conoscere a fondo lo
stato di salute della stessa è l’analisi di clima organizzativo. L’utilità di un’indagine tesa a
determinare il grado di soddisfazione del dipendente, consiste nella possibilità di conoscere i
motivi di soddisfazione e d’insoddisfazione influenti nel determinare il livello di
coinvolgimento, di motivazione e d’impegno con il quale i soggetti gestiscono il rapporto con
l’organizzazione. Il vantaggio che deriva dall’introduzione di questa analisi è rappresentato
dalla possibilità di ottenere dei dati e delle misure di alcuni aspetti intangibili
dell’organizzazione, quali la qualità dei rapporti interni, la percezione dell’ambiente e il
benessere organizzativo.
Il contributo affronterà analizzerà il lato intangibile dell’organizzazione, legato alle
percezioni, ai sentimenti, alle aspettative, alle speranze delle persone che la compongono. Tali
componenti costituiscono gli assets invisibili dell’organizzazione e la parte emotiva della
stessa.
È ormai obsoleta l’idea tayloristica d’impresa il cui fondamento ricade sulla divisione del
lavoro fortemente orientata al prodotto. Da un’impresa basata esclusivamente sulla
componente manifatturiera e con una prevalente funzione verticalizzata si passa ad
un’organizzazione fatta di persone e basata sulla conoscenza.
Il testo è diviso in due parti, nella prima si affrontano i temi del benessere organizzativo e
dell’analisi di clima aziendale da un punto di vista esclusivamente teorico, sulla base dei
lavori di studiosi ed esperti dell’argomento fonte di dibattito. La seconda parte presenta
invece il lato applicativo della ricerca con l’analisi di esperienze di organizzazioni pubbliche
e private, che hanno realizzato l’indagine sul clima organizzativo. Le testimonianze sono state
raccolte attraverso interviste ai responsabili dei vari progetti che hanno avviato e gestito il
progetto. Le esperienze delle organizzazioni costituiscono la sezione più importante perché
rappresentano la realizzazione pratica di progetti di ricerca sui temi della salute e della
convivenza organizzativa, su cui tanti studiosi hanno lavorato a lungo.
Si sono analizzate, nel primo capitolo, le problematiche inerenti il cambiamento
organizzativo: le principali forze che lo alimentano e le vie più efficaci per gestirlo. Sono
state descritte le pratiche di gestione del cambiamento in auge specialmente nel secolo scorso.
Esse sono ancora ampliamente utilizzate oggi da manager e consigliate da consulenti, ma si
focalizzano solitamente sugli aspetti tecnici, strutturali, economici ed operativi del
cambiamento e non dispongono quindi di una strumentazione sistematica per affrontare il lato
umano.
Nel secondo capitolo si sono fissate e sono state descritte cinque tappe che devono
scandire il ritmo di ogni iniziativa di cambiamento organizzativo, affinché si consegua un
successo duraturo nel tempo
La misurazione della soddisfazione del personale nelle organizzazioni
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Si può parlare di vero cambiamento solo nel momento in cui questo pervade l’intera
organizzazione finché le nuove procedure, le nuove idee figlie del cambiamento intrapreso,
devono attecchire saldamente nell’organizzazione e mettere radici talmente profonde da
giungere fino al cuore della cultura aziendale; deve radicarsi nelle immagini
dell’organizzazione conservate nelle menti dei suoi membri e nell’ambiente organizzativo.
La realtà aziendale insegna che, quando il contesto economico è incerto o pericoloso, le
scelte sono meno chiare e conseguentemente l’organizzazione si affida ad un leader per
carpire nuove possibilità all’interno di una situazione nuova. Infatti il leader, differentemente
dal manager, affronta problematiche a lungo termine (cioè quale direzione prenderà
l’organizzazione in futuro) e, quando parla dei suoi successi, lo fa in termini di cambiamento,
sfida o trasformazione.
Nel terzo capitolo questa tesi suggerisce un possibile “collante” tra gestione del
cambiamento, cultura aziendale, gestione delle persone e del cambiamento imperniato
sull’apprendimento e la conoscenza introducendo il primo passo verso l’organizzazione del
futuro: la learning organization. L’ambiente aziendale deve stimolare le singole risorse ad
investire nel proprio sapere, incoraggiando ad apprendere e a trasformare le conoscenze
individuali in conoscenze organizzative.
Tutta l’organizzazione deve avere come priorità quella di aiutare le proprie risorse umane
ad avere un atteggiamento propositivo verso le sfide insite nel cambiamento. Affinché essi
accettino di affrontare disagi, difficoltà, maggiore impegno e sacrificio dovuto al processo di
cambiamento e ciò non venga considerata come una critica alle persone e al lavoro svolto è
necessaria una specifica strategia che si basi tanto sui principi derivanti dall’economia
aziendale, dal marketing, quanto dalla sociologia e dalla psicologia.
Questa visione permette di vedere i dipendenti come clienti interni e quindi di focalizzarsi
sulla comprensione dei loro bisogni, delle loro aspettative, di ciò che li motiva.
Questa disciplina prende il nome di marketing interno, mira a creare un clima stimolante,
in cui regni l’entusiasmo, tramite un programma di comunicazione che incentivi e sviluppi la
motivazione ed il morale nell’organizzazione.
Dopo un doveroso excursus sul cambiamento, per contestualizzare l’argomento della
presente tesi, il quarto capitolo affronterà la storia del costrutto di clima. Essa può essere
ricostruita in base a diverse fasi, che vanno dalla sua introduzione fino alla sua definizione
concettuale e inclusione in modelli del comportamento organizzativo che hanno sostenuto la
necessità di andare ad analizzare, parallelamente all’organizzazione come fatto strutturale,
anche i processi organizzativi.
La misurazione della soddisfazione del personale nelle organizzazioni
Introduzione
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Nell’ambito degli studi sul comportamento organizzativo il costrutto teorico di clima e le
problematiche legate alla sua misurazione, ricoprono un posto di rilievo fin da quando si è
compreso quale fosse l’importanza delle risorse umane nel determinare il risultato
organizzativo. Più che di un costrutto teorico, si parla talvolta di un concetto che ha costituito
la base di molti tentativi di studiare le organizzazioni non solo come realtà strutturali ma
anche con un approccio di tipo psicologico. L’interesse per gli studi sul clima coincide con
l’interesse a migliorare l’ambiente sociale e umano, a conoscere in vista di un cambiamento
che si possa identificare con un reale miglioramento.
La letteratura propone un’ampia varietà di strumenti e di metodi per la misurazione del
clima all’interno delle organizzazioni. Ai fini della presente analisi è parso inopportuno
censire tutte le tecniche di misurazione utilizzate dalle imprese, siano esse pubbliche o
private, coinvolte nella ricerca. È sembrato più utile definire convenzionalmente le
dimensioni del benessere e di individuare gli indicatori di benessere e di malessere quale base
per la predisposizione di un questionario per la rilevazione dei dati. Nel quinto capitolo,
quindi, si avanzerà un proposta operativa, una lista delle dimensioni del benessere e degli
indicatori di benessere e di malessere che costituisce uno strumento a disposizione delle
organizzazioni per disporre un’analisi approfondita sulle variabili che possono influenzare il
benessere organizzativo.
Come già detto in precedenza, la seconda parte del lavoro affronta il risvolto pratico di
numerosi studi sul clima organizzativo. Si procederà analizzando le esperienze di tre
amministrazioni pubbliche e di una privata per renderle oggetto di confronto e dibattito. Lo
strumento dell’intervista ai responsabili del singolo progetto costituirà un utile modo per
capire da vicino i problemi e i connotati positivi di un metodo di analisi affascinante ma
difficile al tempo stesso.
Questo lavoro fornisce un’occasione di riflessione su uno strumento, l’analisi di clima,
determinante nel cambiamento dell’impresa e della sua organizzazione. Intendo ringraziare
chi ha contribuito alla realizzazione di questa tesi: il Professore Francesco Perillo che ha
suscitato in me l’interesse e il fascino per questo argomento; la Dottoressa Raffaella Calvino
responsabile dell’indagine di clima presso Alenia Marconi System, la Dottoressa Donatella
Mescia, coordinatrice delle indagini sul benessere organizzativo nella Pubblica
Amministrazione italiana, la Dottoressa Alessandra De Marco, relatrice di questo lavoro di
tesi per la parte dedicata alla Pubblica Amministrazione, la Dottoressa Rosa Dell’Aversana, il
Dottor Salvatore Cortesiana, il Dottor Salvatore Russo responsabili dell’analisi di clima delle
organizzazioni pubbliche da me contattate.
La misurazione della soddisfazione del personale nelle organizzazioni
Il cambiamento come processo e come gestione
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2.
IL CAMBIAMENTO COME PROCESSO E COME GESTIONE
“L’obiettivo del Change Management
è di far accadere le cose”
Assochange (Associazione Italiana
di Change Management)
SOMMARIO: 2.1. Il Change management: definizioni e obiettivi - 2.2. Le modalità di gestione del
cambiamento - 2.3. Teoria “E” e teoria “O” - 2.4. Evoluzione nella gestione del cambiamento - 2.5. Il Total
Quality Management - 2.6. Il Business Process Reengineering.
Il momento è significativo per i cambiamenti in atto, di tipo geopolitico e
socioeconomico, che influenzeranno la crescita e la qualità della vita delle popolazioni negli
anni futuri. Si potrebbe quasi pensare che l’approssimarsi del terzo millennio abbia
contribuito a moltiplicare e nello stesso tempo ad accelerare le trasformazioni che investono
la società umana
5
.
Siamo entrati in quella che potremmo definire l’era del cambiamento. La realtà in cui
viviamo tutti i giorni muta velocemente, costringendoci ad un adeguamento pressoché
continuo delle nostre abitudini più consolidate. Le imprese devono operare dei cambiamenti
nel loro abituale modo di operare: come ai singoli individui è richiesto di sviluppare delle
capacità di adattamento alle trasformazioni che stiamo vivendo, le imprese devono
abbandonare i propri paradigmi organizzativi (sviluppati per far fronte ad uno scenario
economico praticamente stabile nel breve-medio periodo) e realizzare una nuova struttura in
grado di reagire prontamente all’elevata turbolenza ambientale.
Oggi bisogna costruire un’impresa organizzata in modo flessibile, in cui le informazioni
si diffondano a tutti i livelli e le decisioni siano prese rapidamente ed efficacemente. In futuro
il ritmo del cambiamento non rallenterà anzi, è molto probabile che nei prossimi decenni la
competizione subirà una forte accelerazione.
5
Kotler, P., Scott, W.G., Marketing Management, ISEDI, 1996.
La misurazione della soddisfazione del personale nelle organizzazioni
Il cambiamento come processo e come gestione
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Il cambiamento non è solo un trauma ma anche un’occasione, un’opportunità di crescita,
da cui trarre i massimi vantaggi. Va vissuto non come una minaccia ma come una sfida
eccitante; anticiparlo e non subirlo
6
.
L’organizzazione della società post-capitalista deve essere modellata per affrontare il
cambiamento costante
7
, per abbandonare sistematicamente ciò che è affermato, abituale,
familiare, confortevole.
Il cambiamento è essenziale, difficile, ma può anche rappresentare una sfida eccitante.
Cambiamento è sinonimo di crescita e le imprese capaci di avviare processi di cambiamento
sono anche meno vulnerabili
8
.
2.1. Il Change management: definizioni e obiettivi
Pur avendo una tradizione ben più lunga, di Change Management si comincia a parlare
diffusamente negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘80 e in parallelo con la nascita
dell’approccio Business Process Reengineering, integrando tutta una serie di leve di
intervento che andavano dalla formazione al Project Management, per mobilitare e far
convergere le energie sui profondi processi di cambiamento in atto.
Change Management può essere definito come l’insieme di processi, tecniche e strumenti
che consentono di gestire efficacemente le trasformazioni economiche e tecnologiche
dell’impresa, sotto il profilo dell’impatto che esse hanno su comportamenti e aspettative degli
individui
9
.
Il Change Management si propone quindi come il governo sistematico dei processi di
cambiamento attraverso lo sviluppo integrato, e costantemente monitorato, delle persone,
della cultura, dei processi organizzativi, delle strutture e delle tecnologie
10
.
6
D’Egidio, F., Il Change Management. Il pensiero creativo e le strategie delle aziende ultraveloci,
Franco Angeli, Milano, 1990.
7
Drucker, P.F., La società post – capitalista, Sperling & Kupfer, Milano, 1993.
8
Frova, S., Galbiati, P., Massari, M., Cambiamento e rischio aziendale, Finanza Marketing
Produzione, Milano, 1992.
9
Assochange.
10
Tichy, N., Managing Strategic Change: Technical, political, and cultural dynamics, John Wiley,
New York, 1983.
La misurazione della soddisfazione del personale nelle organizzazioni
Il cambiamento come processo e come gestione
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L’applicazione radicale dei modelli organizzativi per processi nelle grandi imprese e nelle
amministrazioni pubbliche nel ‘90-’95 negli USA, le grandi privatizzazioni in Gran Bretagna
già negli anni ‘80, l’accelerazione delle globalizzazione dei mercati ed infine la grande
rivoluzione della convergenza delle tecnologie ICT (Information & Communication
Technology) e di Internet nella seconda parte del decennio, cominciano ad operare anche sul
clima apparentemente solido e statico in Europa.
Per ora le competenze di cambiamento sono presenti nelle multinazionali dei servizi, in
qualche società di consulenza italiana con tradizioni Human Resources, nella Formazione,
molto rare nelle imprese, dove poche Direzioni del Personale hanno abbandonato le tradizioni
di relazioni industriali per dedicarsi anche alle trasformazioni organizzative trainate dalla
tecnologia. Il momento sembra perciò favorevole a concentrare e rafforzare le competenze
per una maggior diffusione delle esperienze e delle realtà internazionali e locali.
Per restare competitivi sul mercato, è fondamentale capire che l’innovazione deve essere
costante nel tempo. L’imprenditore di qualità conosce il mercato ed i continui ribaltamenti
vincolati alle sue leggi e previene eventuali difficoltà con una costante opera di innovazione
delle tecnologie e delle risorse umane preposte all’attività dell’azienda in questione.
Il Change Management è definito anche gestione del cambiamento ed abbraccia tutte
quelle attività correlate alla consulenza ed alla messa in opera di nuove risorse finalizzate al
cambiamento organizzativo di un’azienda che ha necessità di rinnovarsi e dare
un’impostazione moderna e adeguata ai tempi
11
.
Il Change Management è un’attività ancora considerata accessoria dalle aziende. I vertici
aziendali hanno storicamente posto attenzione ai Business Case dei diversi progetti di
trasformazione (nuovi sistemi contabili, Customer Relationship Management) ed a tutte le
relative attività progettuali di implementazione: le attività di Change Management sono state
però spesso trascurate, ridotte o affrontate in maniera superficiale perché non erano chiari i
benefici direttamente collegati o perché si riteneva che un pò di buon senso e/o di esperienza
manageriale fosse sufficiente a gestire la situazione. In realtà la prospettiva in cui inquadrare
il problema deve essere ribaltata: il change va affrontato in maniera razionale e strutturato
come una disciplina manageriale specifica, e non ragionando sui benefici collegati, ma
piuttosto sui rischi che si corrono nel non affrontarlo (Figura 1).
Obiettivo del Change Management è quello di risolvere la complessità crescente
all’interno delle organizzazioni, e delineare soluzioni in grado di aumentarne l’efficacia
complessiva, nel contesto della infrastruttura sociale esistente.
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www.webimprese.com.