CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
6
Prima di raggiungere una forma standard comunemente accettata per lo
scambio di messaggi strutturati, si è assistito ad un progressivo ampliamento
della comunicazione c.d. prestrutturata all’interno di settori aziendali.
2
Nel 1973 il TDCC (Transportation Data Coordinating Commitee), istituito
negli Stati Uniti nel 1968, sviluppò un set di documenti standard per migliorare
lo scambio documentale tra aziende operanti nel settore del trasporto delle merci,
riuscendo nel 1975 a pubblicare il primo dizionario standard denominato EDI
STANDARD.
In seguito i settori merceologici statunitensi più importanti furono in grado
di definire ulteriori standard
3
, mentre bisognò attendere il 1982 per l’introduzione
2
Si ricordi il progetto ODETTE (Organization for Data Exchange Teletrasmission) varato nel
1984 per l’industria automobilistica, nato dall’esperienza del progetto MERCATOR, sotto
l’egida della allora Comunità Europea e che ha avuto l’enorme merito si semplificare
efficacemente spinose problematiche tecniche grazie all’intervento congiunto del SITPRO
(Simplification of Trade Procedures Board).
Importanti esempi tuttora operanti sono: EDIFICE varato nel 1986 che coinvolge le principali
multinazionali della componentistica elettronica (Ibm, Motorola, Hewlett-Packard, Texas
Instruments), EDI-CEFIC sperimentato nel 1987 che raggruppa le maggiori aziende europee del
settore chimico, RINET iniziativa del settore delle riassicurazioni e COST 306 programma
CEE-EFTA riguardante il trasporto internazionale e risultato di esperienze acquisite da vari
progetti europei. Si veda al proposito IRTINO G., EDI: stato dell’arte e prospettive, in
“Innovazione”, 11/1991.
3
Nel settore Grocery fu adottato lo standard UCS, mentre veniva riconosciuta validità generale
allo ANSI X.12 pur continuando ad utilizzarsi il dizionario originale TDCC nel settore della
vezione.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
1990 1991 1992 1993
Methods of E xchanging Business Documents
Paper Voice
Fax EDI
Fonte: Propria elaborazione su dati EDIFORUM
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
7
delle prime applicazioni EDI in Gran Bretagna, soprattutto nel settore dei beni di
largo consumo e della grande distribuzione.
Nel 1987 nasce in EUROPA lo standard EDIFACT, basato sullo stesso
dizionario dell’ANSI X. 12, finalmente con l’obiettivo precipuo di permettere lo
scambio informativo tra aziende appartenenti sia a diversi settori produttivi che a
diversi stadi della distribuzione.
Il processo di normalizzazione internazionale si conclude con l’istituzione
nel 1988, a seguito della pubblicazione delle regole UNICID da parte della
Camera di Commercio Internazionale, del Comitato UN/JEDI al quale è
attribuito il compito di armonizzare i sistemi EDI di America ed Europa.
Lo standard UN/EDIFACT venne accettato ufficialmente dalle Nazioni
Unite per la contrattazione via rete nel 1988, ottenendo l’impegno dei più
importanti sistemi EDI statunitensi a convergere verso l’adozione della sua
sintassi.
Nel 1990 sotto gli auspici della CEE, fu inaugurato il progetto TEDIS con
l’obiettivo di coordinare le attività europee volte alla più ampia applicazione
degli standard, al potenziamento delle infrastrutture comunicative, alla
armonizzazione delle legislazioni nazionali e alla garanzia di riservatezza e
sicurezza dei dati.
L’attuale stato dell’arte dell’EDI, impone definirlo come lo scambio di
messaggi elettronici strutturati in forma standard da un sistema elaborativo ad un
altro, effettuata attraverso il collegamento degli elaboratori in una rete di
telecomunicazione privata o pubblica, senza la necessità di intervento umano per
la esecuzione delle singole operazioni di trasmissione se non in forma meramente
integrativa.
4
L’EDI in una accezione più generale, comprende diverse applicazioni di
“interchange” univocamente dirette a realizzare il “commercio senza carta” ossia
scambi commerciali ove la documentazione tradizionale e la manualità ad essa
connessa vengono sostituite da opportune transazioni elettroniche.
In tal senso l’EDI è:
a) Interazione tra due applicazioni, poiché in un sistema di posta elettronica
(E-mail intercompany) il contenuto della comunicazione verrà pur sempre
4
“EDI is an inter-organizational computer to computer exchange of business documentation in
a standard, machine processable format” JIMENEZ – MARTINEZ J., International diffusion of
a new tool: the case of EDI in the retailing sector, in “Research Policy”, April 1998. Secondo
Perrone l’EDI è una tecnologia di scambio dei documenti commerciali, non più nella
tradizionale forma cartacea, ma sotto forma di messaggi elettronici scambiabili direttamente da
un computer all’altro, grazie a dati strutturati secondo standard concordati a livello
internazionale.” PERRONE G., EDI: lo strumento di interconnessione e innovazione per le
imprese, in “Innovazione”, 4/1990.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
8
dissigillato e interpretato dall’operatore umano, laddove in un sistema EDI
tale compito è affidato al sistema elaborativo in grado si attivare automatismi
che escludono integralmente l’attività umana
b) Messaggi strutturati secondo uno standard comune, possibilmente su scala
internazionale
c) Scambio tra aziende diverse, essendo il potenziale strategico dell’EDI
rappresentato dalla capacità di superamento delle diversità, connotando lo
scambio elettronico di dati come una nuova occasione per la ridefinizione
delle metodologie di business e distinguendosi nettamente da altri tipi di
applicazioni di informatica distribuita.
1.2 I benefici dell’EDI
Lo scambio elettronico di dati su reti chiuse e proprietarie, come avviene
per l’EDI, permette alle aziende collegate di controllare rigorosamente l’accesso
fisico al sistema di connessione, stabilire comunicazioni sicure e in conformità a
regolamenti precedentemente approvati, crea obbligazioni giuridiche tra gli
utilizzatori e la organizzazione responsabile del funzionamento del sistema.
I vantaggi operativi che la teletrasmissione dei dati permette, sono
raggruppabili in tre macrocategorie:
Riduzione dei costi connessi al ciclo amministrativo/contabile
Eliminando o riducendo l’uso della carta nelle relazioni aziendali l’EDI ha
notevolmente modificato le modalità con le quali i rapporti commerciali si
estendono, permettendo di eliminare le inefficienze conseguenti alla elevata
manualità delle procedure aziendali, ai ritardi di trasmissione dei documenti e in
generale alla complessità burocratica di archiviazione e gestione della
documentazione commerciale.
In un sistema EDI le registrazioni vengono inserite proteggendo il processo
di input con delle funzioni c.d. di EDIT volte ad assicurare la massima
accuratezza nella immissione dei dati, concentrando l’attività degli operatori
nella fase di risoluzione degli errori o delle anomalie rilevate dal sistema e
trasformando, dunque, l’attività di caricamento delle informazioni in una
procedura automatica espungente l’intervento umano se non per la verifica di
discrepanze informative.
5
5
L’incremento quantitativo delle informazioni relative ad una transazione è maggiormente
rilevante nel caso di rapporti commerciali internazionali, in quanto l’elevato numero di soggetti
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
9
Una sensibile riduzione dei costi è avvertibile anche in relazione alla
corrispondente riduzione dei tempi intercorrenti tra la trasmissione dei documenti
e il completamento del processo di registrazione contabile aziendale, così come
la riduzione della quantità cartacea circolante all’interno della organizzazione
aziendale e la riduzione dei costi di spedizione postale, possono tradursi in una
migliore gestione del flusso di cassa.
6
La tempestività di aggiornamento di un maggior numero di partite contabili,
conseguibile con l’adozione di un sistema EDI, consente, infine, di ridurre “il
peso delle informazioni frutto di accertamenti e stime, a favore della componente
certificata dell’informazione: la riduzione della componente discrezionale
connessa alle operazioni di stanziamento e stima conferisce maggiore affidabilità
ai dati contabili”
7
.
Aumento di produttività e miglioramento della qualità del
servizio al cliente
L’EDI consente un miglioramento della performance di processo, da un lato
velocizzando i tempi necessari alla acquisizione delle informazioni necessarie
all’alimentazione del sistema informativo e dall’altro migliorando il rapporto con
il fornitore e in alcuni casi con i clienti.
Elaborando gli ordini in tempo reale senza l’eventualità di incorrere in
errori di trascrizione o ritardi di ricevimento documentali, il ciclo di consegna del
prodotto risulta ridotto in seguito al miglioramento dei tempi di consegna: il
contestuale aggiornamento istantaneo dell’inventario consente la detenzione di
livelli di stock più bassi riverberando effetti positivi sia sulla gestione del
magazzino che, a livello strategico, sulla adozione di tecniche JIT.
8
Un aumento del potere contrattuale nei confronti dei fornitori può essere
reso possibile dalla completa uniformità delle informazioni trasmesse e dalla
drastica riduzione dei c.d. “claims”, essendo diminuite le occasioni di
incongruenza informativa al riguardo delle condizioni di pagamento o ai tempi di
spedizione/ricezione degli ordini.
L’EDI permette di conseguire significativi miglioramenti anche nella
attività di programmazione e controllo, attuando uno svincolamento dei flussi
coinvolti rende i tempi di ricezione e consegna dei documenti, una formidabile occasione di
ritardi ed errori.
6
La tempestiva contabilizzazione delle fatture da emettere o da ricevere e l’aggiornamento
automatico delle consistenze di cassa, consentono un continuo monitoraggio dei flussi di cassa.
7
Cfr. MIROGLIO F., PISTONI A., Ciclo passivo ed EDI, op. cit., pag. 41.
8
Negli Stati Uniti alcune aziende di trasporto permettono ai loro clienti di accedere ai loro
archivi di programmazione delle consegne, raggiungendo un livello di interattività con la
clientela foriero di effetti positivi immediati anche sull’incremento del fatturato. Cfr. OCSE,
Business to consumer electronic commerce survey of status and issues, op. cit., pag. 25.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
10
informativi da quelli fisici, sicché sia possibile conoscere con ampio anticipo le
caratteristiche della domanda e conseguentemente diminuire il time-to-market,
migliorare i tempi di risposta e realizzare consistenti recuperi di efficienza nelle
attività di modificazione e correzione delle caratteristiche di prodotto.
9
Maggiore rapidità ed accuratezza dei processi decisionali aziendali
L’EDI rappresenta indiscutibilmente uno strumento idoneo a conferire
maggiore funzionalità all’organizzazione aziendale, tuttavia considerarlo come
un meccanismo di mera compressione dei costi e dei tempi di elaborazione
documentale è fortemente limitativo.
EDI è anche tecnologia a supporto dei processi decisori, “ in particolare dei
processi di marketing, consentendo di attivare procedure di coordinamento tra
imprese che decidono di operare in un’ottica di partnership con l‘obiettivo di
massimizzare i vantaggi competitivi ritraibili da una gestione congiunta del
canale”
10
.
La pronta disponibilità di informazioni relative a statistiche dell’ordinato,
entità e frequenza degli ordini della clientela, costi e tempi di trasporto, scadenze
di pagamento, durata del ciclo amministrativo, finanziario e di consegna, se
coniugate efficacemente a sistemi di reporting aziendale costituiscono un
importante vantaggio competitivo a disposizione del management così come una
indispensabile base di dati per la programmazione operativa.
L’ottimizzazione dei cicli di business e il miglioramento dei rapporti con il
mercato e i fornitori, rivestono obiettivi prontamente conseguibili con l’adozione
dell’EDI, essendo necessario, però per la sua implementazione, il rispetto di
alcune condizioni o presupposti di adottabilità.
Lo scambio elettronico di dati richiede, infatti, una radicale trasformazione
della stessa natura aziendale, proclive alla realizzazione del modello Extended-
enterprise, organico complesso e strutturato, nel quale operano anche i fornitori,
gli istituti di credito e le aziende di trasporto, apparendo finalmente possibile
negli ultimi anni il coinvolgimento del cliente. Secondo Irtino “l’elemento più
9
Con riferimento alla riduzione del time-to-market consentito dalle tecnologie EDI, OTTIMO
afferma: “Le imprese commerciali, proprio perché a contatto con una domanda sempre più
differenziata ed esigente, diventano la fonte primaria dell’input informativo necessario alle
imprese industriali per progettare e personalizzare i prodotti in funzione delle esigenze esplicite
e latenti dei consumatori dei diversi bacini locali. Input che sono indispensabili anche per
ridurre il time-to-market, ossia per adeguare i prodotti alle risposte ottenute dai clienti nel più
breve tempo possibile, correggendone caratteristiche e difetti così da incidere positivamente
sulla soddisfazione e sulla fiducia verso la marca”. OTTIMO E., Electronic data interchange e
rapporti verticali di canale, op. cit., pag. 12.
10
OTTIMO E., Electronic data interchange e rapporti verticali di canale, op. cit., pag. 24.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
11
significativo, è la dimensione internazionale che si viene a creare in seguito
all’adozione dell’EDI tale per cui l’azienda, prima chiusa nei confini della
propria struttura e della propria comunicazione, si presenta sempre più come
extended enterprise.”
11
Le esperienze osservabili di estesa e concreta applicazione dell’EDI, in
settori anche molto diversi fra loro, riguardano quasi sempre processi di
riorganizzazione delle grandi imprese, le cui risorse permettono facilmente
l’accesso a costose tecnologie telematiche, volte alla creazione di reti elettroniche
chiuse di tipo proprietario che connettono imprese subfornitrici o filiali
commerciali della stessa grande impresa, oramai in grado di internalizzare essa
esclusivamente i vantaggi della gestione integrata del flusso informativo.
12
La notevole incidenza di attività, che le nuove tecniche di process
management considerano a basso valore aggiunto, un numero elevato di
transazioni standard concentrate su un numero ristretto di fornitori, una elevata
frequenza di fatturazione congiuntamente a rapporti di fornitura sufficientemente
11
IRTINO G., EDI: stato dell’arte e prospettive, op. cit., pag. 586.
12
“Le teorie sulla diffusione delle tecnologie EDI, che, essendo per natura progetti con un
dominio interaziendale, richiedono la gestione di un rapporto tra le imprese coivolte
nell’iniziativa, indicano al riguardo due modelli di riferimento: Hub and Spoke o Sponsor,
quando esiste un’impresa in posizione di leader in grado di influenzare e indirizzare le altre
imprese; Peer to Peer o Partnership, quando il progetto viene promosso in modo paritario da un
gruppo di imprese”. OTTIMO E., Electronic data interchange e rapporti verticali di canale, op.
cit., pag. 24.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
12
stabili, dovrebbero consentire ad aziende di medie dimensioni favorevolmente
orientate alla riorganizzazione di importanti aree aziendali come quella
amministrativo/contabile e finanziaria di ritrarre benefici immediati dal punto di
vista burocratico, e di medio-lungo periodo sotto l’aspetto gestionale e strategico.
Afferma a tale proposito l’OTTIMO che “ i benefici burocratici, derivanti
immediatamente dalla semplice implementazione del sistema, che elimina le
attività di routine e ad alta intensità di errore umano connesse alla manipolazione
di documenti cartacei, possono essere assunti come direttamente proporzionali al
numero di transazioni che vengono eliminate utilizzando le tecnologie EDI e
dunque alla quantità di risorse conseguentemente risparmiate. I benefici
gestionali, che comunque devono essere attualizzati, avendo come riferimento un
arco temporale più lungo del periodo di budget, scontano anche una maggiore
incertezza di quantificazione”.
13
La tipologia di rete telematica prescelta dalla impresa per la connessione ad
un sistema EDI, si risolve nella applicazione di un sistema a rete diretta, nel
quale il collegamento avviene direttamente tra i calcolatori delle due aziende
14
,
oppure nella adozione della trasmissione mediante rete a valore aggiunto
(VAN), nella quale le imprese interessate comunicano con un elaboratore
centrale posseduto dall’ente gestore della VAN, il quale si occupa della gestione
e armonizzazione dei protocolli di linea. I tempi di elaborazione di un sistema
VAN sono estremamente ridotti e costituiscono la soluzione maggiormente
adottata dalle grandi imprese, ancorché richiedano il sostenimento di maggiori
costi di attivazione giustificabili solamente in presenza di un elevatissimo
numero di transazioni giornaliere.
1.3 Gli standard internazionali
I sistemi europei e statunitensi di EDI, in seguito alla statuizione a livello
internazionale dello standard EDIFACT, si sono in questi anni impegnati
scrupolosamente nell’azione di conversione verso l’adozione della sintassi
UN/EDIFACT, al fine di rendere concretamente possibile lo scambio settoriale e
internazionale delle informazioni commerciali.
Nel 1989 i messaggi Edicefe, Cefic e Eancom furono dichiarati dalla
UN/ECEWP.4 sottoinsiemi (subset) ufficiali dei messaggi universali, iniziando
un lungo percorso di soddisfacimento delle esigenze di comunicazione di
numerosi settori merceologici e raggiungendo nel 1996 con il progetto Eancom
13
Cfr. OTTIMO E., Electronic data interchange e rapporti verticali di canale, op. cit., pag.26.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
13
ben ventisette tipologie di messaggi riguardanti il mondo dei trasporti e del
commercio.
Lo standard EDIFACT
15
prevede due livelli di sintassi e un insieme di
caratteri riservati capaci di generare una entità logica minima chiamata segmento,
la cui giustapposta composizione permette la elaborazione di un messaggio che
racchiuso tra speciali segmenti di controllo permette la trasmissione telematica
del documento
16
. Il flusso informativo EDIFACT si compone di quattro categorie
di messaggi
17
:
a) Messaggi precedenti la transazione commerciale: l’attivazione di un
rapporto commerciale prevede l’invio di informazioni identificative
dell’acquirente o dell’offerente, cui seguono messaggi di richiesta di
indicazioni circa la qualità o l’assortimento dei prodotti. In conformità alle
richieste pervenute il produttore o il distributore fornirà specifiche e dettagli
tecnici o provvederà all’invio delle condizioni di fornitura ed eventualmente
alla predisposizione di preventivi.
18
b) Messaggi regolanti il flusso fisico delle merci: definitivamente formulata la
richiesta de prodotto, in termini quantitativi e qualitativi, il fornitore provvede
alla verifica delle disponibilità di magazzino confermando la naturale
continuazione del rapporto ovvero apportando correzioni alle condizioni di
vendita. La sintassi EANCOM permette, grazie alla trasmissione dell’Ean
Location Number e dell’Ean Article Number, lo scambio di istruzioni relative
alle modalità di trasporto e ai tempi massimi di consegna, rendendosi utile
anche l’indicazione della necessità di ulteriori eventuali attività inerenti la
movimentazione e la conservazione del prodotto.
19
c) Messaggi indicativi dello stato di avanzamento della transazione: in caso
di mancata risposta di una delle parti, lo standard EANCOM prevede la
possibilità di ottenere aggiornati reports sullo stato dell’ordine includendo
anche informazioni non codificate, descriventi eventuali ostacoli e/o ritardi
altrimenti non segnalabili. La conclusione della transazione commerciale
avviene con l’invio della fattura da parte del fornitore, il quale può
efficacemente allegare a questo documento la documentazione
precedentemente scambiata, al fine di consentire all’acquirente il controllo e
la verifica della regolarità della transazione. In tal guisa sarà possibile in ogni
15
Approvato da ISO (International Standard Organization) nel 1987 con il codice ISO-9735.
16
Un interscambio EDIFACT è sempre composto dalle seguenti parti: UNA (Selezione caratteri
di controllo), UNB (Testata interscambio), UNG (Testata gruppo funzionale), UNH (Testata di
messaggio), UNT (Termine messaggio), UNE (Termine gruppo funzionale), UNZ (Termine
interscambio).
17
Una dettagliata descrizione del significato dei messaggi EANCOM è contenuta in OTTIMO
E., Electronic data interchange e rapporti verticali di canale, in “Commercio”, anno 18,
numero 59.
18
Appartengono a questa categoria i messaggi PARTIN (Party Information), PROINQ (Product
Inquiry), PRICAT (Price, Sales Catalogue)
19
Si tratta dei messaggi ORDERS (Purchase Orders) o ORDCHG (Puechase Order Change),
IFTMIN (Transport Instruction), DESADV (Despatch Advise), HANMOV (Cargo/Goods
Handling and Movement)
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
14
momento segnalare eventuali differenze quali-quantitative della fornitura,
così come sollevare eccezioni in merito al tempo di consegna e alle modalità
di pagamento.
20
d) Messaggi di supporto: riguardano essenzialmente dati relativi al venduto,
iniziative promozionali, previsioni di vendita e disponibilità delle scorte.
21
Qualsiasi messaggio EDIFACT è, in analogia con la struttura del documento
reale, logicamente diviso in tre sezioni:
• HEADER contenente i segmenti che rappresentano i dati della testata del
documento.
• DETAIL contenete i segmenti costituenti il corpo del documento (ad esempio
in una fattura commerciale il dettaglio delle merci e i prezzi relativi).
• SUMMARY contenente i segmenti che rappresentano i dati di coda di un
documento quali ad esempio il totale imponibile di una fattura o il numero di
colli.
EDIFACT, al fine di razionalizzare le informazioni contenute negli archivi
aziendali, siano esse destinate o meno allo scambio elettronico, utilizza due
dizionari, TDED (Trade Data Element Directory) e TDCD (Trade Data
Composite Directory), necessari per la normalizzazione della rappresentazione
dei dati, in modo da garantire l’associazione di un numero univoco al dato, in
dipendenza del suo significato e in conformità alle regole della normativa
internazionale.
22
1.4 Le migrazioni dei sistemi EDI verso il commercio elettronico.
Una stima tecnico-economica puntuale dei costi connessi all’adozione di un
sistema aziendale EDI, risulta pressoché impossibile da condurre, in dipendenza
della estrema variabilità della dimensione, distribuzione geografica e complessità
logistica della organizzazione interessata.
E’ però corretto riconoscere che il maggior assorbimento di risorse
aziendali si manifesti nelle fasi iniziali, allorquando devono essere
20
I messaggi afferenti a questo stadio della transazione sono: OSTENQ (Order State Enquiry),
OSTRPRT (Order Status Report), ECADV (Receivinf Advice), INVOIC (Invoice), REMADV
(Remittance Advice) accompagnati dai c.d. “free text”.
21
Sono questi i messaggi SLSRPT (Sales Data Report), SLSFCT (Sales Forecast Report), e
INVRPT (Inventory Report).
22
Il numero associato è formato da quattro cifre: la prima indica il significato del dato (ad
esempio 0 per i dati di servizio, 7 per la descrizione degli articoli), mentre le successive tre cifre
sono divise in tre gruppi (000-499 per dati standardizzati a livello internazionale, 500-799 per
dati standardizzati a livello nazionale, 800-999 per i dati settoriali)
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
15
ineludibilmente sostenuti notevoli costi per la progettazione e la definizione delle
caratteristiche operative del sistema, la formazione del personale, la revisione dei
flussi informativi, la sensibilizzazione degli interlocutori all’utilizzo della
teletrasmissione, l’acquisto di software per la traduzione dei messaggi.
La stipulazione dei c.d. EDI Trading Agreements
23
, accordi commerciali
privati tra le aziende collegate a sistemi di trasmissione elettronica della
documentazione, ha colmato l’assenza di norme nazionali regolanti lo scambio
elettronico completo dei dati, asservendosi alla realizzazione di un sistema di
contrattazione elettronica globale.
23
“EDI trading agreements (or "interchange agreements") have also served a critical function in
facilitating a global electronic trading system. The use of EDI trading agreements has evolved in
the absence of standardised rules governing the complete data exchange process. Through these
private agreements, parties seeking to use EDI technology have been able to structure their
electronic communications relationship and benefit from contractual allocations of
responsibilities and liabilities arising in that exchange. The use of private agreements to govern
electronic trading arrangements through the use of EDI confersimportant benefits. Trading
partners used contractual agreements to minimise risk and address legal uncertainties for
activities that may not yet have been adequately addressed by law. Through such private
agreements, parties could analyse and provide for the appropriate allocation of risk, including
risk of errors or omissions in the electronic transmission or the apportionment of liability for the
acts of third parties. Electronic interchange agreements have also allowed parties to specify
procedures and safeguards needed to protect system security and integrity and address critical
issues such as the extent of access to and use of data transmitted electronically and the
confidentiality of that data. Electronic trading agreements have thereby offered parties a flexible
means by which they could establish specific procedures and conditions by which to govern
their rights and obligations within the framework established by their technological
arrangement”. INTERNATIONAL CHAMBER OF COMMERCE, Guidec (General usage for
international digitally ensured commerce), op. cit., pag. 6 e segg.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
1988 1989 1990 1992 1993
Growth of EDI in A m erica Industry
No plans for EDI
Currently doing EDI
Planning EDI within two years
Considering EDI
Fonte: Propria elaborazione su dati EDIFORUM
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
16
Tramite gli accordi commerciali EDI, le aziende interessate hanno potuto
analizzare e allocare adeguatamente i rischi connessi ad errori od omissioni nella
teletrasmissione, definire procedure di salvaguardia necessarie per la protezione
della integrità e della sicurezza del sistema di comunicazione, modellare
efficacemente gli assetti organizzativi al fine di evitare l’accesso indesiderato ad
informazioni riservate
24
.
Il rapido incedere delle innovazioni tecnologiche e il crescente sviluppo e
adozione degli standard universali sia per i protocolli di comunicazione che per
la composizione dei messaggi, ha consentito la proliferazione di reti di
elaboratori aperte, interconnesse e non proprietarie capaci di generare potenti
meccanismi di comunicazione tra le imprese e il mercato altrimenti irrealizzabili.
Diversamente dalle reti di comunicazioni chiuse come l’EDI,
tradizionalmente sviluppate secondo criteri predefiniti e implementate
coinvolgendo aziende tra le quali intercorrevano precedentemente stretti rapporti
di fornitura o distributivi, i sistemi di connessione aperti offrono la possibilità di
ampliare e migliorare l’accesso al mercato rappresentando un insostituibile
mezzo per condurre transazioni commerciali anche in assenza di preesistenti
relazioni commerciali.
La transizione dei sistemi chiusi verso quelli aperti non è, tuttavia,
conseguenza esclusiva degli enormi vantaggi che questi ultimi promettono di
realizzare, ma anche dell’operare, durante gli anni ’90, di una congerie di
limitazioni alla crescita del mondo c.d. “proprietary” e segnatamente dell’EDI.
Numerosi operatori ritengono, infatti, che il principale ostacolo all’adozione
di sistemi di interscambio elettronici sia l’elevatezza del costo iniziale del
software necessario all’avviamento della teletrasmissione, congiuntamente alla
notevole consistenza delle tariffe richieste dalle società gerenti le VANS per la
trasmissione dei dati, la manutenzione del sistema e la prestazione di attività di
supporto e consulenza. L’impossibilità di connettere nuove aziende alla rete
ovvero di implementare ulteriori forme di scambio documentale, se non
affrontando elevatissimi costi di aggiornamento del sistema, costituisce un
potente deterrente all’adozione di sistemi EDI.
Anche esempi celebri di implementazione di reti VAN come GEIS o
ADVANTIS, sebbene garantiscano una elevata sicurezza non realizzabile allo
stato attuale con sistemi di connessione aperti, praticano tariffe medie variabili da
30 a 35 lire per l’invio di cento caratteri, abbattibili di dieci volte utilizzando
sistemi condivisi.
25
24
Cfr. PERRONE G., EDI: lo strumento di interconnessione e innovazione per le imprese, in
“Innovazione”, 4/1990.
25
E’ d’obbligo sottolineare però, che nel 1995 il 90% delle c.d. 500 Fortune Companies erano
equipaggiate da sistemi EDI, veicolando la maggior parte delle loro transazioni con questo
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
17
La esiguità dell’offerta di reti di telecomunicazione, permane il principale
ostacolo europeo alla diffusione dell’EDI tra le piccole e medie imprese, laddove
negli Stati Uniti iniziative governative, stimolate dalla lungimiranza
presidenziale, sono in grado di completare in breve tempo ambiziosi progetti di
connessione tra gli operatori privati e pubblici. In Italia lo sviluppo dell’EDI
continua a essere interamente demandato alla creazione di strutture e standard da
parte delle grandi aziende private, le quali sebbene sopperiscano alla cronica
deficienza programmatica del settore telecomunicativo, non possono certamente
sostituirsi nel perseguimento di scopi di natura strettamente pubblica.
26
Negli anni più recenti la stessa industria EDI e il sistema bancario
internazionale, sfruttando l’esperienza ventennale delle reti proprietarie hanno
ideato e predisposto numerose soluzioni per la creazione di mercati elettronici
online coinvolgendo le piccole imprese e il grande pubblico dei consumatori.
La diffusione di Internet come nuovo metodo di comunicazione elettronica
aziendale è stato considerato dalla gran parte dei management di imprese
equipaggiate da sistemi EDI, una imperdibile occasione per rimuovere
agevolmente le limitazioni imposte dai sistemi di comunicazione basati su
tecnologie a reti chiuse.
27
I sistemi di rete aperti e in particolare modo Internet, sono ideali per la
conduzione di transazioni commerciali, poiché permettono: un accesso globale
alle attività e ai servizi di rete, capacità di trasmissione dei dati superiori rispetto
sistema. Cfr. FORRESTER RESEARCH, Estimates on electronic commerce value, Forrester
Reports, 1998.
26
In Italia, le aziende connesse tramite sistemi EDI sono circa 2000, sebbene le reti proprietarie
siano detenute da tre grandi aziende: FIAT collegata tramite la rete INTESA, GEIS appartenente
al colosso americano GENERAL ELECTRIC, OLIVETTI che utilizza la rete SEVA. Secondo
uno studio condotto da ECR Italia, nel settore del largo consumo, solo il 40% dei produttori e il
70% dei distributori utilizza l’EDI, mentre la trasmissione degli ordini non supera l’1% contro
una media europea del 40% e l’80% della Gran Bretagna, da sempre nazione leader europea. In
Italia, inoltre, non esisteva fino all’introduzione del d.p.r. 513/97, una disciplina organica, né di
fonte nazionale né di fonte comunitaria, delle diverse problematiche giuridiche alla trasmissione
elettronica di dati. I principali problemi di natura civilistica relativi alla trasmissione elettronica
di dati erano generalmente affrontati in sede negoziale: con un contratto normativo le parti
disciplinano i futuri atti giuridici formati o trasmessi mediante EDI. Occorreva che la procedura
di trasmissione dei messaggi fosse considerata parte integrante del contratto, cosicché il
mancato rispetto delle istruzioni costituisse inadempimento del contratto. Le parti concordavano
uno standard di trasmissione: ad esempio, lo standard di trasmissione dei messaggi EDI previsto
dal contratto-quadro sull’EDI preparato dalla Commissione delle Comunità Europee è lo
standard UN/EDIFACT, nella sua versione più aggiornata. Oltre alle procedure di controllo
previste da UN/EDIFACT, le parti si accordavano sui metodi e sulle procedure da utilizzare
nella verifica dei messaggi. Tutt’oggi la legislazione fiscale prevede l’obbligo di
predisposizione della fattura su supporto cartaceo, impedendo un godimento completo dei
benefici della teletrasmissione. Cfr. ECR ITALIA, Management Summary Report, 1996.
27
Internet può considerarsi una collazione di rete private e pubbliche localizzate nel mondo
intero, nata nel 1969 come un progetto della Advanced Research Project Agency del
Dipartimento della Difesa Americana, al fine di collegare differenti tipologie di elaboratori.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
18
alle reti proprietarie, livelli di efficienza assolutamente indipendenti dal numero
di soggetti connessi alla rete, la creazione di mercati virtuali accessibili in
qualunque momento dai consumatori senza confini geografici, gradi di
interattività con l’interlocutore non raggiungibili tramite le closed networks.
Ricorrendo alla connessione su sistemi aperti, i produttori possono
eliminare i costi connessi al mantenimento di punti di vendita tradizionali,
migliorare la comunicazione d’impresa verso il mercato attraverso servizi di
posta elettronica, ignorare i naturali limiti imposti dal tempo o dal luogo di
contrattazione, esporre la propria gamma di prodotti utilizzando cataloghi
virtuali, caratterizzare le azioni di marketing tradizionale in favore di un
approccio rispondente alle aumentate dimensioni del mercato, richiedendosi
esclusivamente limitati investimenti iniziali.
Consistenti vantaggi possono essere conseguiti anche dai consumatori i
quali potranno realizzare acquisti senza confini geografici e in qualsiasi tempo,
“migliorare le possibilità di comunicazione con il venditore, ridurre l’arco di
tempo intercorrente tra il momento dell’ordine e il ricevimento della merce,
usufruire dei vantaggi connessi all’aumentato grado di concorrenza stabilitosi in
un mercato globale”.
28
Rendendo omogenei i collegamenti tra un’azienda e i suoi partners,
ignorando l’esistenza di un flusso documentale che giustifichi l’adozione di una
soluzione EDI, adattandosi flessibilmente a qualunque realtà senza riguardo alla
dimensione e alla distribuzione geografica dei fornitori, il commercio elettronico
può sostituire i collegamenti preesistenti (EDI, E-mail, telex) e giustificare la
migrazione dei sistemi chiusi verso quelli aperti.
1-5 Le prime applicazioni del commercio elettronico: i cataloghi virtuali
L’impiego della teletrasmissione dei dati nei sistemi EDI “ si è sviluppato
simora con prevalente riferimento ad informazioni e documenti di carattere
amministrativo: in realtà si tratta di una tecnologia che consente una estrema
varietà di applicazioni. Non vi sono infatti limiti tecnici alla tipologia di
informazioni che possono essere oggetto di teletrasmissione, la scelta degli
28
Cfr. HOFFMAN E., Economia, cultura e tecnologia nel modello e-business, in “IF”, n. 1,
1998. L’Autore prosegue “Seppure indirettamente, anche altri soggetti ottengono benefici dal
commercio elettronico su reti aperte: gli istituti di credito ideano e forniscono nuovi tipi di
servizi addizionali, l’industria dei computer e del software è stimolata alla produzione di nuovi
servizi e linee di prodotto, i produttori diventano soggetti capaci di sostenere iniziative
promozionali e pubblicitarie a basso costo”.
CAPITOLO PRIMO DALL’EDI AL COMMERCIO ELETTRONICO
19
ambiti applicativi è quindi correlata agli obiettivi che l’impresa intende
raggiungere e alla presenza delle condizioni di adottabilità.”
29
La relativa novità dell’utilizzo di reti aperte come Internet
30
, per la
conduzione di attività commerciali, spinse alcune grandi aziende statunitensi
31
,
agli inizi degli anni ’90, a creare una presenza aziendale e istituzionale sulla rete,
fornendo un insieme definito di informazioni e servizi ai consumatori, con
l’obiettivo di aggredire mercati lontani, sostenendo costi di gran lunga inferiori
rispetto alla comunicazione diffusa.
La tecnologia multimediale dell’ipertesto
32
, consente di creare pagine ricche
di informazioni e di contenuti applicando modelli di comunicazione
estremamente innovativi. I meccanismi generatori della creazione di siti
commerciali WEB
33
, risiedono essenzialmente nella opportunità di raccogliere
informazioni circa i profili di consumo della clientela, fornire efficienti servizi
post-vendita a costi ridotti, pubblicizzare le caratteristiche tecniche dei prodotti e
migliorare la comunicazione di impresa.
La presenza delle imprese in reti globali e aperte, richiede l’abbandono di
strategie aziendali di breve periodo, orientate all’aumento delle vendite o alla
acquisizione di nuove quote di mercato, abbracciando, al contrario, un’ottica di
lungo periodo tesa alla massima fidelizzazione e soddisfazione del cliente.
Le attività di “pubblicazione” dei cataloghi online hanno segnato
indiscutibilmente, la genesi del commercio elettronico e la nascita di una cultura
29
MIROGLIO F., PISTONI A., Ciclo passivo ed EDI, op. cit., pag. 42.
30
E’ diffusa (anche presso i manager di successo o gli studiosi aziendali) l’errata convinzione
che la sola rete internazionale di tipo aperto, sia Internet, dovendosi, invece, correttamente
annoverare l’esistenza di importanti reti globali come le BBS, MICROSOFT NETWORK,
COMPUSERVE.
31
Negli Stati Uniti la consistenza delle tariffe telefoniche è di circa 10 volte inferiore a quelle
europee, rendendo la scelta di utilizzare Internet, parte integrante della strategia di marketing
globale. Le grandi imprese nordamericane del settore bancario/assicurativo, automobilistico e
del trasporto aereo, sono state pioniere dell’utilizzo del WWW, realizzando campagne
pubblicitarie e informative di grande successo e con una ricaduta immediata in termini di
miglioramento della immagine aziendale e sviluppi del fatturato. Cfr. US DEPARTMENT OF
COMMERCE, The emerging digital economy, op. cit., pag. 6.
32
“La multimedialità indica la possibilità consentita dalla tecnologia di : i) integrare le diverse
forme in cui l’informazione può essere codificata (testo, suono, immagine), ii) accedere online
all’informazione tramite le reti di comunicazione, iii) interagire con il produttore e utente
dell’informazione (interattività). In un’accezione più ampia il termine è oggi usato per fare
riferimento al processo di convergenza dell’industria dell’informatica, delle telecomunicazioni e
dei media che è alla base di importanti trasformazioni economiche e sociali” CAIO M., Le
opportunità di crescita viaggiano on line , op. cit., pag. 56.
33
Il WWW (World Wide Web) è il principale sistema di pubblicazione internazionale di
materiale ipertestuale, accessibile agli utenti che dispongano di software dedicati alla
navigazione del contenuto detti BROWSER.