II
L’industria culturale televisiva ha fatto in modo che,
gradualmente, anche arte e moda s’incontrassero. Se la
televisione modernamente divideva questi due campi, la
postmodernità televisiva li unisce. E’ un incontro
prettamente nuovo che si era, sì, creato con le
avanguardie storiche dei primi decenni del Novecento,
ma che con la tv da fenomeno di nicchia diventa
fenomeno di massa, nonostante alcune contraddizioni
che esaminerò nel corso della tesi. L’industria culturale
è, appunto, un’industria prima di tutto; e produce! Ma
produce contenuti, cultura coincidente con i consumi.
La televisione a partire dagli anni ’80, soprattutto nel
caso particolare dell’Italia, ha costruito poi quel
processo di metropolitanizzazione accelerato e
compresso che il nostro paese ha vissuto più di un secolo
dopo le grandi capitali del nord Europa
1
, divenendo così
l’ “elettrodomestico” che ha creato il nuovo habitat
naturale in cui i saperi tradizionali fondati sulla scrittura
si sono definitivamente scontrati con i processi di
costruzione simbolica del mondo dei consumi. Lo scontro
ha messo in discussione vecchi ruoli sociali producendo
1
A. Abruzzese, Lo splendore della tv. Origini e destino del
linguaggio audiovisivo, Costa & Nolan, Genova, 1995.
III
azioni e reazioni di vario genere. Il caso Nonsolomoda,
che costituisce il case study di questa tesi, è un esempio
molto indicativo di questa confluenza televisiva tra arti,
moda e consumi, nel segno, come vedremo meglio in
seguito, della dissoluzione dei confini “moderni” tra vari
ambiti culturali. Dissoluzione quindi anche del concetto
statico di cultura come enclave circoscritta ma anche,
contraddittoriamente, riproposizione di un modello
elitario fondato linguisticamente su formule tipicamente
neo-avanguardiste.
1
CAPITOLO 1
L’INDUSTRIA
CULTURALE
2
Breve storia dell’industria culturale
E’ importante ripercorrere alcune tappe fondamentali
dell’industria culturale
1
per comprendere la contem-
poraneità e per non rendere orfana la postmodernità che,
come tutto e tutti, un passato ce l’ha. Non c’è
postmodernità senza quella modernità che ad essa ha dato
vita e che in essa, in qualche modo, continua a vivere.
La nascita dell’industria culturale è antichissima. Come
sostengono Abruzzese e Borrelli, essa si potrebbe far
risalire all’ “invenzione” delle mani, 50.000 anni fa
2
. Le
mani, infatti, costituiscono “la prima di una lunga serie di
protesi e tecnologie artificiali che hanno reso possibile,
consolidato e perfezionato la comunicazione dell’uomo
con l’ambiente naturale e con gli altri uomini”
3
. Poi la
1
Il termine “industria culturale” venne introdotto dai fondatori della
Scuola di Francoforte, T. W. Adorno e M. Horkheimer, in
sostituzione del termine “cultura di massa”,volendo sottolineare il
rapporto critico negativo tra l’intellettuale e la mercificazione dei
linguaggi espressivi operata dal cinema e dalla tv. Horkheimer M.,
Adorno T. W., Dialettica dell’Illuminismo, Einaudi, Torino, 1980.
2
A. Abruzzese, D. Borrelli, L’industria culturale. Tracce e immagini
di un privilegio. Carocci ed., Roma, 2003. Abruzzese e Borrelli
fanno anche riferimento a: Leroi-Gourhan A., Il gesto e la parola.
Tecnica e linguaggio. La memoria e i ritmi, 2 vol. , Einaudi, Torino,
1977.
3
A. Abruzzese, D. Borrelli, op. cit. pag. 23.
3
produzione della parola, 35.000 anni fa, costituiva un
altro fondamentale passo avanti dell’industria culturale.
Passando, quindi, dai gesti alle parole si ha
un’innovazione che è anche velocizzazione del processo
di trasmissione di messaggi. E man mano che si passa
dall’oralità alla scrittura si passa anche dal sonoro al
visivo. “La scrittura alterò profondamente i fini e i
contenuti dei discorsi, i quali progressivamente cessarono
di essere icastici e ridondanti e cominciarono ad
estendere la semantica del dicibile fino a comprendere
concetti astratti e originali”
4
.
Nel mondo moderno ciò che probabilmente ha
rivoluzionato la storia è l’invenzione della stampa a
caratteri mobili ad opera di Johann Gutemberg
5
. Questo
nuovo mezzo di comunicazione avrebbe cambiato i modi
di pensare e di agire; avrebbe cambiato la mentalità
dell’uomo, la percezione del mondo, la concezione di
cultura. Come afferma McLuhan
6
, la tecnica della
stampa, con i suoi principi di continuità, di uniformità e
4
A. Abruzzese, D. Borrelli, op. cit. pag. 33.
5
(1400-1468), tipografo tedesco, Prima importante opera stampata
fu la Bibbia in folio (Magonza 1455). Tra la opere da lui stampate è
firmato solo il Trattato della celebrazione della messa.
6
M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano,
1995.
4
Immagine con Johann Gutemberg e i caratteri mobili
5
di ripetibilità, ha influenzato anche la razionalizzazione
delle procedure di produzione e di vendita: cioè, anche il
mercato del capitalismo. L’umanista Niccolò Cusano
7
ha
addirittura definito la stampa “arte divina”, e Lutero
8
l’ha
definita invece “l’atto di grazia più alto e estremo di Dio,
grazie a cui procedere il dovere del Vangelo”. “Quando
i libri cominciarono ad essere prodotti in serie, uno fra gli
effetti culturali prodotti dalla standardizzazione fu, per
converso, la dilatata consapevolezza della singolarità e
delle differenze individuali in ogni attività umana”
9
. Si
costituiscono le prime grandi soggettività dell’era
moderna. Inoltre, con la stampa, è stato possibile un uso
privato di un testo standardizzato
10
.
7
(1401-1464), Nicola Cusano è il nome italianizzato di Nikolaus
Chripffs o Krebs, filosofo e matematico tedesco.
8
(1483-1546), riformatore religioso tedesco, famoso per aver
iniziato la riforma protestante. Pubblicò, nel 1517, a Wittgenstein, le
95 tesi in cui criticava la prassi ecclesiastica delle indulgenze, dei
voti, dei pellegrinaggi, dei digiuni.
9
A. Abruzzese e D. Borrelli, op. cit. , pag. 49.
10
Ibidem.
6
La modernizzazione nella metropoli
La modernizzazione, tramite mondanizzazione e
secolarizzazione, si serve delle rivoluzioni industriali e
dei prodotti del progresso e della tecnica.
Il contesto industriale fa sì che la società, tra il XVIII e
il XIX secolo, si distacchi dai valori premoderni del sacro
e del potere, fortemente elitari e gerarchici, per
legittimare progressivamente il desiderio e l’amore
profano.
La data convenzionale dell’inizio della rivoluzione
industriale è il 1770. La rivoluzione industriale genera la
nascita e la crescita della metropoli e il nuovo soggetto
che è la folla metropolitana.
Inoltre, essa concorre alla ristrutturazione del tempo e
dello spazio, regalando alla quotidianità nuove emozioni
che si intrecciano con i nuovi mezzi di trasporto e di
comunicazione.
Secondo John B. Thompson alcuni dei principali
sviluppi dell’industria dei media, a partire dal XIX
secolo, sono: “-la trasformazione delle istituzioni mediali
in imprese commerciali di grandi dimensioni; -la
7
globalizzazione della comunicazione; -lo sviluppo di
forme di comunicazione mediate elettronicamente”
11
.
Dalla fine del XVIII
e per tutto il XIX
secolo si susseguono
importanti invenzioni
e progressi tecnolo-
gici: nel 1793 il
telegrafo ottico o
meccanico; nel 1804 la costruzione della prima ferrovia
pubblica; nel 1827 Nicephore Joseph Niepce
12
inventa la
fotografia; nel 1833
negli Usa esce il
“New York Sun” di
Benjamin Day
13
, il
primo giornale di
massa; nel 1835
nasce l’agenzia
Havas; nel 1837
11
J. B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità. Una teoria
sociale dei media, Il Mulino, Bologna, 1995, pag.113.
12
N. J. Niepce (1765-1833), inventore francese. Ottenne fotografie
(eliografie) con la camera oscura e realizzò (1826?) la prima
immagine conservatasi nella storia della fotografia.
13
B. Day (1838-1916), scrittore americano.
Prima foto della storia
8
nasce il telegrafo elettrico di Samuel Morse
14
; nel 1838
nasce il dagherrotipo di L. J. M. Daguerre
15
. Comincerà
anche la diffusione della fotografia e nascerà anche la
prima linea ferroviaria italiana. Nel 1851 nascerà la
famosissima agenzia Reuters.
Nello stesso anno si svolgeva l’Esposizione Universale
di Londra
16
, inaugurata
dalla regina Vittoria;
testimonianza questa di
un incontro nuovo tra
autorità e pubblico.
Come sottoli-nea anche
Abruzzese “la Regina
Vittoria incrocia nell’au-
torità della propria
14
S. Morse (1791-1872), inventore statunitense, famoso, oltre che
per il telegrafo elettrico (1836), per l’alfabeto a linee e punti che ha
preso il suo nome.
15
L. J. M. Daguerre (1787-1851), fotografo, pittore e decoratore
teatrale francese. L’incontro con J. N. Niepce (si veda nota 11) diede
maggior impulso alle sue indagini. Il dagherrotipo, che prende il
nome dal suo inventore, era un’immagine fotografica ottenuta su
lastra d’argento o di rame argentato che veniva poi sensibilizzata con
vapori di iodio, impressionata e sviluppata con vapori di mercurio e
fissata con iposolfito. L’immagine ottenuta non era riproducibile.
16
La prima esposizione pubblica dei prodotti dell’industria culturale
francese si tenne a Parigi nel 1789. Essa rappresenta il modello di
quella che sarà l’esposizione universale di Londra.
Esposizione Universale di
Londra, 1851.
9
persona il doppio movimento tra pubblico e privato, tra
società e massa, tra mercato delle merci e affetti familiari
(…). Personalizzazione dello spazio privato e
spettacolarizzazione dello spazio pubblico sono due
prodotti della rivoluzione industriale che crescono
insieme e si contaminano a vicenda quanto più entrano in
conflitto”
17
.
Le grandi esposizioni universali dell’Ottocento fanno da
vetrina al mondo moderno fatto anche di oggetti esposti,
messi in vista per comunicare il progresso, ma anche
l’arte. “Le esposizioni sono anche radicate nel mondo dei
media, essenziali per l’effettiva diffusione della loro
immagine e funzione al di là dei limiti spazio-temporali
del luogo dell’evento e al di là del pubblico dei suoi
spettatori dal vivo. In questa doppia appartenenza la
spettacolarizzazione delle merci e quella dei mezzi di
comunicazione trovano uno dei loro più potenti
acceleratori”
18
.
Nel 1876 A. G. Bell
19
brevetta il telefono; nel 1877 nasce
17
A. Abruzzese, Lo splendore della tv, op. cit., pag. 103.
18
A. Abruzzese, D. Borrelli, op. cit. , pag. 90.
19
A. G. Bell (1847-1922), inventore statunitense di origine inglese e
studioso di fisiologia degli organi vocali.
10
la lampadina elettrica di Edison
20
; nel 1892 i fratelli
Lumière
21
inventano il cinema moderno; nel 1896
Guglielmo Marconi
22
mette a punto la comunicazione
radiofonica; nel 1906 si realizza la prima trasmissione
radiofonica della voce umana.
L’uso dell’energia elettrica nella comunicazione è stata
una delle più grandi scoperte del XIX secolo: dagli
esperimenti nel campo della telegrafia alla trasmissione
elettromagnetica della voce; dalla radiodiffusione, ossia
la trasmissione di messaggi per onde elettromagnetiche a
un pubblico indeterminato e ampio, fino ai successivi e
più rapidi sviluppi tecnologici.
La società di massa comincia a percepirsi come
comunità immaginata
23
e la cultura diventa di massa: tra
il XIX e il XX secolo lo spettacolo vive nella metropoli,
20
T. A. Edison (1847-1931), inventore statunitense; perfezionò il
telefono (1876) e inventò anche il fonografo (1877).
21
L. J. Lumière (1864-1948) e A. Lumière (1862-1954), inventori
francesi. Nel 1895 costruirono il primo apparecchio da presa e da
proiezione.
22
G. Marconi (1874-1937), famoso scienziato italiano. Realizzò
numerosi esperimenti fino alla prima comunicazione a distanza
mediante onde elettromagnetiche. Trasmise segnali attraverso
l’Atlantico. Realizzò la trasmissione con onde corte e con riflettori
parabolici. Inaugurò (1933) il primo servizio radio a microonde.
Nobel per la fisica nel 1909.
23
B. Anderson, Comunità immaginate. Origini e diffusione dei
nazionalismi, Manifestolibri, Roma,1996.
11
l’arte vive anche nel collezionismo, l’illustrazione vive
attraverso la stampa periodica e il fumetto. “Anche il
mercato delle figurine vede in gioco le qualità che
saranno tipiche della comunicazione radiotelevisiva: lo
spirito della divulgazione, dell’educazione popolare e
dell’informazione coniugato insieme a quello del
divertimento, del tempo libero (…). Il collezionismo
colto si traduce in consumo di massa”
24
.
La radio e il cinema diventano sempre più mezzi di
comunicazione e diffusione fondamentali per l’industria
culturale.
Secondo Abruzzese e Borrelli è corretto ritenere che
l’insieme delle attrezzature protocinematografiche sia
all’origine della qualità spettacolare e fantasmatica che
l’industria culturale, compreso il cinema, assume nel
Novecento; “la città esprime il luogo di intreccio
profondo di fattori comunitari, sociali ed espressivi. Il
processo di urbanizzazione costituisce lo spazio di
profonde rivoluzioni nel campo delle forme di
riproduzione e delle forme di comunicazione”
25
.
24
A. Abruzzese, Lo splendore della tv, op. cit. , pag.125.
25
A. Abruzzese, D. Borrelli, op. cit. , pag. 46.
12
La società diventa sempre più complessa e le interazioni
non sono più soltanto “faccia-a-faccia”
26
. “Ciascun
individuo si trova coinvolto nel corso della giornata in
numerosi ruoli sociali, fra cui spesso non è in grado di
trovare compatibilità”
27
. La città diventa sempre più
metropoli e si veste sempre più di modernità. “I
manifesti, le vetrine dei negozi, le insegne luminose
diventano il tratto dominante del paesaggio della città
industriale (…). I dispositivi pubblicitari si
sovrappongono all’architettura e mostrano il volto nuovo
della città”
28
. “Il manifesto pubblicitario è il simbolo dei
tempi nuovi. La sua caducità è espressione del moderno
(…), e Parigi è la vetrina della modernità”
29
. L’uomo
moderno si muove tra le decorazioni della strada, delle
vetrine, della merce.
“L’individuo delle società tradizionali non si occupa di
questioni esterne alla sua vita quotidiana. Non ha la
curiosità per gli eventi che accadono in luoghi lontani, né
li conosce. (…)
26
J. B. Thompson, op. cit. , pag.122.
27
A. Abruzzese, D. Borrelli, op. cit. , pag.87.
28
Saggio di Simona De Iulio, Immagini, in Linguaggi della
metropoli, a cura di Valeria Giordano, collana diretta da A.
Abruzzese, Liguori editore, Napoli, 2002, pag. 71.
29
Ibidem, pag. 72.