VI
una televisione con un nuovo volto, più vicina allo spettatore da casa e
all’utente. Ma non solo: essendo il medium in grado di raggiungere
pressoché tutte le fasce sociali della popolazione, anche quelle meno
agiate ed istruite, essa si candida automaticamente a diventare uno degli
artefici principali dell’ offerta di servizi interattivi sempre più evoluti,
insieme all’ amica/nemica Internet.
La sua complementarietà al web in un futuro lontano potrebbe portarla
anche a sostituirsi ad esso, per la semplicità dei suoi comandi utilizzabili
da bambini e anziani.
Ma tralasciando le prospettive di un futuro che possiamo soltanto
immaginare, come in un film di fantascienza, la cosa certa è che la tv,
essendo in grado di offrire applicazioni di immediata e facile comprensione
per un pubblico indistinto, potrà essere più di altri mezzi vicina a tutti
senza escludere nessuno, trasformandosi in un supporto utile anche per
l’erogazione dei servizi della Pubblica Amministrazione, per fare solo un
esempio.
Il primo capitolo della tesi offre una panoramica generale di quello che
rappresenta la rivoluzione digitale per la televisione, le prospettive della
convergenza tra il mezzo Internet e quello televisivo e, attraverso l’ e-
sempio delle web tv, come anche la Rete abbia preso in prestito le
modalità e i linguaggi della tv, contrariamente a quello che si pensa
normalmente.
Nel secondo capitolo invece mi sono soffermato esclusivamente sulla tv
digitale terrestre, descrivendo i vantaggi della nuova tecnologia (tra cui
quello più importante è l’ interattività, che la distingue dalla tv satellitare e
via cavo) e tutte le implicazioni che ne derivano a livello di offerta
televisiva e di fruizione da parte dello spettatore.
Ho voluto anche fare degli accenni alle esperienze digitali del Regno Unito
e della Spagna, che possono essere prese ad esempio per una maggiore
comprensione degli errori che bisognerebbe evitare per favorire il decollo
della DTT in Italia; poi ho ritenuto indispensabile fare una carrellata del
sistema normativo italiano in materia di tv digitale terrestre.
Il terzo capitolo infine è incentrato sull’ analisi di un caso di DTT e più
precisamente il caso RAI.
VII
Prima di tutto ho fatto un passo indietro, narrando la storia dell’ azienda fin
dagli albori della tv in Italia con uno sguardo più attento al suo ruolo
decisivo nel campo della ricerca e dell’ innovazione tecnologica.
Dopo aver descritto com’ è strutturata l’ azienda, ho parlato del progetto di
sperimentazione della tecnologia digitale terrestre e degli obiettivi che si è
prefissata in vista dello spegnimento delle trasmissioni analogiche,
previsto per il 31 dicembre 2006.
Per concludere ho analizzato l’ offerta DTT RAI, comprendente le 3 reti
generaliste (Rai Uno, Due e Tre) e nuovi canali, alcuni dei quali già
trasmessi sul satellite. Mi sono soffermato sui palinsesti delle reti
tematiche e soprattutto sui servizi interattivi che offrono, perché
rappresentano la vera novità per il telespettatore.
Un occhio di riguardo è ovviamente riservato alle due reti “nuove di
zecca”: Rai Utile e Rai Doc.
Rai Utile ha il merito di aver creato un vero e proprio canale del cittadino,
che attraverso i servizi interattivi faciliterà il nostro rapporto con la Pubblica
Amministrazione; Rai Doc col progetto Rai Futura è un laboratorio di nuovi
linguaggi e format televisivi.
Alla fine del lavoro inoltre ho voluto inserire un glossario per facilitare la
comprensione del testo, molto ricco di termini tecnici che hanno bisogno di
essere approfonditi.
1
Capitolo 1
"La convergenza tra internet e tv"
1.1 La rivoluzione digitale
Il consolidamento del fenomeno Internet alla fine degli anni Novanta ha
portato ad una vera e propria rivoluzione nel modo di vedere la realtà,
nelle relazioni sociali e nella vita dell’ uomo del terzo millennio. Alcuni
studiosi ritengono che essa sia stata più profonda e radicale di quella
introdotta da Gutenberg alla metà del 1400 con l’ invenzione della stampa
a caratteri mobili, perché la sua portata è tale da investire la sfera della
vita sociale con effetti sulla politica e sull’economia.
Da sempre l’ avvento delle nuove tecnologie “ […] anche quelle che oggi,
a distanza di secoli o decenni, ci possono sembrare scontate”
1
ha
determinato profonde trasformazioni non solo culturali ma anche
istituzionali e nel modo di rapportarsi alla vita quotidiana, ed Internet ha
rappresentato tutto questo e molto di più.
La Rete e il computer sono penetrati facilmente nelle aziende e nelle
famiglie di tutto il mondo sfruttando al meglio le loro potenzialità nel campo
della multimedialità e dell’ interattività, diventando i promotori della
‘rivoluzione digitale’ che a detta degli esperti del settore porterà dei
cambiamenti inimmaginabili per l’imminente futuro.
Come ha sottolineato Stefania Garassini, “dal punto di vista della
creazione dei contenuti, l’ elemento saliente è senza dubbio la codifica
digitale, ovvero la produzione o traduzione di qualsiasi tipo di informazione
in linguaggio binario”
2
, il cui dna è rappresentato dal bit, espressione
ottenuta dalla contrazione di binary digit (ovvero cifra binaria).
1
F. Ciotti, G. Roncaglia, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi media, Laterza, Roma-
Bari, 2000, p.125
2
G. Bettetini, B. Gasparini, S. Garassini, N. Vittadini, I nuovi strumenti del comunicare,
Bompiani, Milano, 2001, p. 76
2
Il bit è l’ unità base dell’ informazione digitale, “non ha colore, dimensioni o
peso e può viaggiare alla velocità della luce”
3
e corrisponde a quella parte
di un mezzo di comunicazione o di immagazzinamento dati che può
trovarsi alternativamente in due condizioni rappresentate da uno 0 e da un
1: “non è altro che la quantità di informazione fornita dalla scelta fra due
alternative diverse, considerate come egualmente probabili”
4
.
La trasmissione analogica (dal greco aná-logos “essere in rapporto con”)
invece consiste nella rappresentazione continua di una grandezza tramite
il rapporto con un’ altra grandezza fisica, segnalando ogni minima
variazione. Nella comunicazione telefonica, per esempio, la voce fa
vibrare la membrana del microfono producendo un segnale elettrico
proporzionale alla vibrazione stessa; il segnale viene poi riconvertito in
voce dall’ altra parte tramite l’ altoparlante presente nella cornetta.
Nella trasmissione digitale il segnale continuo viene codificato nel
linguaggio binario il quale descriverà il segnale analogico originario, punto
di partenza e di arrivo per la comprensione della informazione, in quanto
la realtà così come il cervello umano la percepisce è essenzialmente
analogica.
“Per rendere possibile il passaggio da informazioni analogiche a digitali, o
viceversa, è necessario eseguire una conversione dei segnali. La
conversione da digitale ad analogico si chiama
modulazione/demodulazione. In sostanza si tratta di modificare […] alcuni
parametri del segnale che trasporta l’informazione […] in modo tale da
codificare opportunamente gli 1 e 0 della fonte”
5
.
La differenza tra il formato digitale e quello analogico è data inoltre dalla
capacità del primo di comprimere il materiale trasmesso fino a rendere
invio e ricezione fedeli all’ originale, veloci, completi senza disturbi nella
trasmissione e con enormi vantaggi dal punto di vista della quantità di dati
che possono essere trasmessi. L’ informazione digitale può essere
facilmente archiviata, elaborata e trasmessa a distanza attraverso un
unico network.
3
N. Negroponte, Essere digitali, Sperling & Kupfer editori , Milano, 1995, pp.3-4
4
F. Ciotti, G. Roncaglia, op. cit., p.8
5
Ivi, p. 108
3
Insomma l’ uso di un solo linguaggio permette la codifica di molti tipi
diversi d’ informazione, creando un livello d’integrazione nuovo che porta
a quella che viene definita ‘convergenza al digitale’. Con tale espressione
ci si riferisce al passaggio delle informazioni tradizionalmente collegate a
media diversi (stampa, cinema, radio, televisione) al formato digitale. In tal
modo informazioni di tipo diverso “sono tradotte nel comune linguaggio dei
bit”
6
e gestite attraverso lo stesso strumento di base (il computer).
“Di qui la nascita della multimedialità interattiva, ovvero la combinazione di
audio, video e testi su supporti unici, quali i cd-rom o i dvd e su canali di
comunicazione unici, come le reti a banda larga: tutti mezzi che
consentono anche forme di partecipazione attiva da parte degli utenti”
7
. Ed
ecco che mercati tradizionalmente diversi (editoria, telecomunicazioni e
informatica) si integrano fra loro.
Protagonista di questa evoluzione è naturalmente il computer, che non va
inteso come strumento singolo ed isolato ma collegato ad una rete
mondiale Internet, vera e propria autostrada dell’informazione.
Il computer è un metamedium e in quanto tale “cessa di esistere come
oggetto proprio e si rivela come esperanto tecnologico; il computer è oggi
contemporaneamente dovunque e in nessun luogo, perché si manifesta in
un ruolo di privilegio in ogni tecnologia”
8
; esso è oramai il cuore di ogni
apparecchio utilizzato nella vita di tutti i giorni, un cuore digitale di bit.
Solo poco tempo fa il computer era un oggetto ancora raro mentre oggi
più della metà della popolazione degli Usa ne ha uno.
Solo dieci anni fa le reti di computer erano presenti in pochi dipartimenti
universitari e all’ interno delle grandi aziende; alla fine del 2002 il numero
di utenti a livello mondiale connessi a Internet aveva raggiunto, secondo le
stime più conservative, quota 600 milioni di persone, un numero destinato
a crescere ulteriormente. “Importanti aspetti della vita economica, politica
e anche culturale si basano sulle comunicazioni digitali. Le aspettative di
crescita economica, e dunque di occupazione e di benessere collettivo,
per i prossimi anni sono riposte nello sviluppo dell’ industria delle
6
G. Bettetini, S. Garassini, B. Gasparini, N. Vittadini, op. cit., p.80
7
ibidem
8
G. Bettetini, L’ audiovisivo: dal cinema ai nuovi media, Bompiani, Milano, 1996, p.114
4
telecomunicazioni e dell’informazione. Persino la comunicazione
individuale, i rapporti interpersonali, passano e passeranno sempre più
attraverso le reti”
9
.
Ma come hanno sottolineato Ciotti e Roncaglia, “La convergenza al
digitale è certo resa possibile dalla disponibilità di certi strumenti
tecnologici […] ma non è determinata né dalla tecnologia, né dalla teoria.
È piuttosto il frutto di una serie di scelte e comporta essa stessa scelte
[…]. Queste scelte non mancano di avere conseguenze, spesso
estremamente rilevanti […] in molte sfere della nostra vita […]: dopo la
‘rivoluzione digitale’ il nostro universo informativo non sarà semplicemente
una riformulazione in un linguaggio nuovo di una realtà preesistente: avrà
forme nuove, rese possibili dalla tecnologia, ma frutto di scelte che non
saranno né unicamente né principalmente tecnologiche”
10
.
Toccherà dunque a noi decidere come plasmare il nostro futuro senza
dimenticare i secoli di innovazioni e scoperte che ci siamo lasciati alle
spalle, perché ogni rivoluzione può dirsi riuscita solo se implica un
progresso in campo non solo tecnologico ma anche culturale e sociale.
9
F. Ciotti, G. Roncaglia, op. cit., p.126
10
Ivi, p.29
5
1.2 Internet e tv: tra convergenza e interattività
L’ affermarsi del digitale ha coinvolto soprattutto i mezzi di comunicazione
di massa “ […] nel processo trasformativo in cui la digitalizzazione occupa
una posizione di primo piano. I processi produttivi, le dinamiche di
distribuzione e gli stessi prodotti mediali nei loro formati e nelle loro
relazioni con il pubblico presentano declinazioni nuove e, talvolta,
inaspettate”
11
; si sono infatti creati margini di sviluppo e integrazione dei
mezzi di comunicazione senza precedenti. I settori che compongono il
campo della comunicazione, sviluppatisi nel corso della storia dei media in
maniera distinta e separata, si stanno sempre più intrecciando in un
processo di “convergenza”, grazie al quale i confini dei singoli settori
all’interno del mercato multimediale saranno sempre più labili e ci sarà la
possibilità di una sinergia di più media differenti in contemporanea.
“Nell’ era analogica, e ancor oggi che ci troviamo in piena fase di
transizione, telefono, Internet e tv sono sempre stati concepiti e gestiti
commercialmente come strumenti lontani tra loro. Oggi, il progressivo
diffondersi della banda larga nel mondo di Internet e della telefonia mobile
(Gprs, Umts, 4G) sta assottigliando il confine tra televisione e questi
mezzi”
12
.
Insomma, l’ ultima frontiera della specializzazione dei media sta per
essere abbattuta dal fenomeno della convergenza, portando la televisione,
Internet ed il telefono ad una vera e propria fusione di contenuti e modalità
di diffusione.
“A seguito del processo di convergenza non è più possibile perciò parlare
di industrie e settori separati e distinti (telecomunicazioni, televisione,
informatica) poiché i medesimi sono spinti verso una fusione effettiva tra
diverse tecnologie, servizi forniti e categorie di utenza raggiunte”
13
.
11
G. Bettetini, S. Garassini, B. Gasparini, N. Vittadini, op. cit., p.107
12
P. Muscarà, E. Zamparutti (a cura di), “La sfida della «convergenza»” in Le guide di
affari privati, Hi-tech, supplemento al numero del 15 dicembre 2003 de Il Sole 24 Ore,
Milano, p.15
13
M. Pagani, La tv nell’ era digitale. Le nuove frontiere tecnologiche e di marketing della
comunicazione televisiva, EGEA, Milano, 2000, p.20
6
Tutti i giorni sperimentiamo nuove modalità di fruizione dei media: con le
nuove offerte dei più importanti gestori telefonici italiani ormai è possibile
per la maggioranza degli utenti poter scaricare musica oppure videogiochi
di nuova generazione, piuttosto che, meraviglia delle meraviglie, vedere la
televisione sul proprio ‘videofonino’.
Certo ciò non vuol dire che i diversi media che utilizziamo separatamente
siano destinati a scomparire per lasciare il posto a dei ‘terminali unici’ in
grado di gestire ogni applicazione, tuttavia il fenomeno della convergenza
influenzerà profondamente la vita quotidiana di milioni di persone negli
anni a venire “spostando il paradigma della fruizione verso forme di
interazione e di utilizzo ‘a consumo’ sempre più libere e destrutturate nello
spazio e nel tempo”
14
.
I terminali della ricezione multimediale dunque saranno tre e ognuno avrà
caratteristiche proprie che lo distingueranno dagli altri nel tipo di fruizione:
infatti il televisore implica una fruizione più casalinga e familiare, il
computer una fruizione personalizzata e il telefonino legata alla mobilità.
“Il televisore e il computer si scambieranno le parti e in qualche misura
sovrapporranno i loro rispettivi servizi: trasmettendo televisione sui
computer, permettendo la navigazione su Internet mediante gli apparecchi
televisivi”
15
.
L’ integrazione della tv con Internet comporterà molti vantaggi ma
soprattutto porterà allo sfruttamento delle caratteristiche più importanti e
innovative di entrambi i mezzi.
La televisione può avvalersi di una qualità superiore delle immagini e di
uno schermo di grandezza superiore rispetto a quello del computer (anche
se oggi sono in commercio schermi a cristalli liquidi per il computer
superiori ai 17 pollici); la natura della comunicazione in Internet, a
differenza di quella televisiva, è orizzontale e paritaria e comporta forme
superiori di interattività, pressoché inesistenti nella televisione tradizionale.
Il mezzo televisivo è molto popolare in tutto il mondo ed oggi siamo
abituati a non fare più caso alla presenza di esso in casa ma nello stesso
14
P. Muscarà, E. Zamparutti (a cura di), “La sfida della «convergenza»” in op. cit., p.15
15
G. Celata, I media e la new economy. La sfida del digitale, Guerini e Associati, Milano,
2000, p.120
7
tempo per noi è difficile immaginare un mondo senza; tuttavia il televisore
è uno strumento relativamente passivo.
Come tutti i media tradizionali infatti anche la televisione rende
impraticabile una effettiva comunicazione a doppio senso, essendo un
mezzo verticale, discendente e monodirezionale. La sua è una
comunicazione da uno o pochi a molti e il ricevente si trova decisamente
in una condizione di passività, poco democratica: da un lato, il produttore
dell’ informazione, dall’ altro il suo destinatario.
“Un oggetto informativo si dice interattivo se può partecipare a un
processo di comunicazione modificando in maniera esplicita l’ in-
formazione emessa, in corrispondenza delle scelte degli altri partecipanti a
tale processo”
16
.
La possibilità di poter compiere delle scelte che influenzano la tipologia e il
contenuto dell’ informazione ricevuta e di poter disporre di un canale di
reazione (feedback) per indurre il sistema ad adattare l’ informazione alle
richieste dell’ utente non è una prerogativa della tv tradizionale mentre è
propria di molti programmi informatici.
L’ interattività di Internet insomma è al servizio della televisione e la
trasformerà in un mezzo sempre più innovativo e al passo coi tempi
sempre più frenetici del progresso tecnologico e determinerà la capacità di
controllo del processo di comunicazione da parte di colui che riceve il
messaggio (l’ utente finale). “Si prevede un lungo processo di evoluzione
delle forme di distribuzione dell’ intelligenza digitale partendo da flussi
monodirezionali asimmetrici verso flussi bidirezionali simmetrici, che
consentiranno l’ intercambiabilità dei ruoli fra sorgente di emissione e
terminale di ricezione dei messaggi”
17
.
I flussi bidirezionali simmetrici applicati al mezzo televisivo
rappresentavano fino a poco tempo fa una chimera per i tanti esperti del
settore delle nuove tecnologie anche perché con la diffusione di Internet a
livello mondiale non si sentiva la necessità di “interagire” anche con il
televisore, un mezzo che aveva cambiato il modo di vivere la vita di tutti i
16
F. Ciotti, G. Roncaglia, op. cit., p.326
17
B.Somalvico, B.Olivi, La nuova Babele elettronica. La tv dalla globalizzazione delle
comunicazioni alle società dell’ informazione, Il Mulino, Bologna, 2002, pp.81-82
8
giorni ma che rimaneva sostanzialmente passivo. A tutti la tv piaceva così
com’ era: era il sogno irraggiungibile di molti italiani, il mezzo che ha
interagito con loro senza che essi potessero interagire con lei.
Il paradosso è che Internet, che avrebbe dovuto essere il medium del
futuro, pronto a sostituire gli altri media cosiddetti “tradizionali”, in realtà ha
finito per favorire l’ avvento dei contenuti multimediali digitali. Lo stesso
‘Home Video’ e l’ intrattenimento in generale hanno subito una
trasformazione profonda con l’ invenzione di nuovi supporti digitali e tutto
ciò si ripercuote anche sul modo di concepire la visione.
Il DVD (Digital Versatile Disc) , supporto destinato a prendere il posto della
videocassetta, ha cambiato il modo di fruizione dei contenuti video
ampliandone l’ offerta (sottotitoli, audio in varie lingue, contenuti extra,
menù multimediali, finali alternativi) ed ha introdotto lo spettatore in una
forma di interattività che fino ad allora non aveva potuto sperimentare a
causa della ‘povertà tecnologica’ dei supporti tradizionali. Come poteva la
televisione essere esclusa da questo processo innovativo?
C’è chi sostiene che il primo tentativo di rendere il televisore un mezzo
interattivo sia stata l’ invenzione del telecomando, nato negli anni ‘50 negli
Stati Uniti e diffusosi negli anni ’60; per molti infatti la possibilità di
cambiare canale e di poter fruire delle nuove funzionalità del mezzo
stando seduti comodamente in poltrona equivaleva ad una forma di
interazione.
Nel lontano 1984 con l’ introduzione del Televideo in Italia si sono fatti i
primi passi per un ampliamento dell’ offerta televisiva in termini di
interattività ma in realtà il Teletext (è questo il nome originale del sistema)
“è un servizio unidirezionale: l’utente può leggere e sfogliare le pagine,
periodicamente aggiornate, ma non può interrogare il servizio”
18
, insomma
non può attuare una interazione nel senso più stretto del termine.
La tv poi ha cercato di trovare delle modalità di comunicazione
interpersonale con il proprio pubblico ma per la ‘povertà interattiva’ del
mezzo è stato possibile solo simulare questa interattività attraverso l’ uso
delle lettere inviate alle redazioni televisive, del telefono per dialogare in
18
E. Menduni, La televisione, Il Mulino, Bologna, 1998, p.78
9
diretta con i conduttori fino a giungere all’ utilizzo degli SMS e del televoto
per intervenire nelle trasmissioni radiofoniche e televisive
19
.
Ma come ha sottolineato Tomás Maldonado: “Tutto ciò però non convince
i più recalcitranti oppositori della televisione. Le misure prese, dicono, non
sono altro che palliativi, espedienti piuttosto grossolani destinati a
scimmiottare una partecipazione interattiva che manca del tutto”
20
.
Tutto ciò è rimasto sostanzialmente immutato fino allo sviluppo nel 1989
da parte di Tim Berners-Lee di un sistema per la pubblicazione di
documenti testuali interconnessi sui nodi della Rete, chiamato World Wide
Web e nel 1993, per opera di Marc Andreessen ed Eric Bina, della prima
interfaccia grafica per l’ accesso ai documenti del web, il Mosaic. Entrambi
hanno contribuito a rendere più semplice l’ utilizzo di Internet anche agli
utenti meno esperti ed hanno introdotto nel mondo dei media un’ in-
terattività fino ad allora semisconosciuta ai più. La nascita della tv
digitale
21
ha poi portato sui televisori degli utenti servizi multimediali
sempre più evoluti e la possibilità di collegare il ‘decoder’ ad un modem
come canale di ritorno per i servizi interattivi.
La cosiddetta “TV interattiva”
22
, in grado di offrire una fruizione attiva dei
contenuti televisivi fornendo all’ utente strumenti per interagire con il
televisore e intervenire nella programmazione, è la novità maggiore
introdotta negli ultimi anni; a questa si aggiunge la recente diffusione della
tecnologia digitale terrestre, un modo nuovo di vedere la tv seguendo il
solco della tradizione della televisione italiana.
19
Oggi queste modalità vengono utilizzate in maniera quasi esclusiva nei reality show per
votare i concorrenti che partecipano al gioco o per partecipare a sondaggi, anche se in
passato l’uso del televoto era già stato sperimentato in numerose trasmissioni televisive
di vario genere.
20
T. Maldonado, Critica della ragione informatica, Feltrinelli, Milano, 1999, p.14
21
Il segnale televisivo digitale può essere trasmesso attraverso diversi mezzi, per ognuno
dei quali è stato definito uno standard: via satellite (DVB-S), via cavo (DVB-C), via etere
terrestre (DVB-T).
22
Il primo esperimento di tv interattiva di maggiore successo tra gli utenti è stato
effettuato in Canada e Gran Bretagna dal 1992 al 1994. Era un sistema via cavo
chiamato Videoway che sfruttava la possibilità di trasmettere contemporaneamente 4
versioni diverse del medesimo programma tra cui l’ utente poteva scegliere, attraverso un
telecomando, e costruire una versione personalizzata del programma oppure poteva
partecipare a giochi televisivi interagendo con grafici e scritte in sovrimpressione sullo
schermo.
10
I servizi di tv interattiva saranno una fetta importante del giro di affari degli
operatori del settore; il tutto avverrà sotto gli occhi vigili e attenti della
madre di ogni forma di interattività ovvero Internet.
Almeno nel breve periodo comunque non è prevista la convergenza tra i
due mezzi e si continuerà ad utilizzarli entrambi separatamente
sfruttandone le caratteristiche migliori; per esempio nelle nuove
applicazioni interattive in tv verranno utilizzati elementi di ‘computer
graphics’ (finestre, animazioni, bottoni interattivi) accanto al tradizionale
linguaggio audiovisivo.
Fino ad ora sono state fatte solo delle previsioni riguardo la convergenza
di Internet e della tv ma con la diffusione del digitale terrestre potremo tutti
toccare con mano e vivere quotidianamente l’ esperienza digitale seduti
comodamente in poltrona: anche questo fa parte della magia della
televisione.
Il mondo di Internet non sarà più racchiuso nei nostri computer o almeno
solo ed esclusivamente in essi? La risposta non è lontana dall’ essere
pronunciata.
11
1.3 La Web Tv
Come abbiamo visto nel precedente paragrafo, la tecnologia digitale
destinata al mondo dell’ informatica sta prendendo piede anche nel campo
delle trasmissioni televisive terrestri.
Il cosiddetto broadcasting ovvero “la trasmissione via etere di un segnale
che giunge in tutte le case, ovunque vi sia un apparecchio e un’ an-
tenna”
23
ha avuto una diffusione enorme in tutto il mondo grazie alla sua
facilità d’ uso e ha favorito il successo di due importanti media come la
radio e la televisione.
Prima di passare ad analizzare il fenomeno della tv digitale terrestre, che
potrebbe portare in futuro ad un utilizzo sempre maggiore di Internet
anche sugli schermi dei nostri salotti, mi soffermerò ad analizzare il
fenomeno delle web tv, che ha tentato di utilizzare la popolarità della tv
sfruttando però la Rete.
L’ ambiente Internet si presta facilmente all’ utilizzo di dimensioni
audiovisive e più precisamente televisive unendole alle sue caratteristiche,
come per esempio la possibilità di trasmettere oltre al video anche
approfondimenti di natura testuale o interattiva.
“Mentre la televisione si avvia verso un futuro digitale, anche Internet si è
evoluta a diversi livelli. Sul piano economico e produttivo ha introdotto
modelli economici mutuati dal broadcasting, come il finanziamento dei siti
attraverso la vendita di spazi pubblicitari”
24
e sul piano dei contenuti ha
cercato sempre più di combinare video, audio, animazioni e dati, favorita
anche dalla diffusione delle reti a banda larga (broadband) che
permettono una maggiore velocità nel download, maggiore qualità nella
visione e la possibilità di essere sempre connessi alla rete (always on)
pagando un abbonamento mensile di tipo flat il cui prezzo è determinato
dalla velocità di download disponibile, mentre la navigazione è gratuita.
23
E. Menduni, La televisione, cit., p.21
24
N. Vittadini, “La Web Tv” in G. Bettetini, P. Braga, A. Fumagalli, Le logiche della
televisione, Franco Angeli, Milano, 2004, p.317
12
La diffusione di contenuti audiovisivi sul web avviene attraverso il web
broadcasting o webcasting. A differenza della tv tradizionale, per
trasmettere on line non c’ è bisogno di autorizzazioni, concessioni o
trasmettitori e quindi è possibile per tutti creare un sito che offra delle
trasmissioni video e audio, delle vere e proprie televisioni su Internet: le
Web Tv.
Il vantaggio maggiore del webcasting consiste nella sua capacità di
seguire l’ utente ovunque sia, in ogni parte del mondo senza le limitazioni
poste dai sistemi di trasmissione tv tradizionali, vincolati dalla copertura
del segnale, dalla presenza o meno di ripetitori terrestri o dalla portata dei
cavi; esso permette alla tv di diventare ubiqua, senza frontiere, di uscire
dalla sua territorialità.
Esistono due modalità di trasmissione dei vari contenuti video sul web: la
prima è definita streaming media o streaming video ed avviene in tempo
reale, live per usare il termine inglese (anche se in molti casi si tratta di
programmi registrati); la seconda si avvale di archivi elettronici i cui
contenuti possono essere scaricati sul proprio computer, i cosiddetti web
video on demand.
Lo streaming è una tecnologia che consente di visualizzare filmati e
ascoltare canzoni in tempo reale senza dover aspettare che file di grosse
dimensioni vengano scaricati sul proprio computer prima di poterli fruire
sullo schermo: “Un software
25
particolare spezzetta il file video in tanti
segmenti inviati in un flusso continuo ed eseguiti man mano che giungono
a destinazione”
26
.
Lo streaming è molto più efficace con i collegamenti a banda larga perché
la qualità del video trasmessa risulta alta e senza interruzioni, che invece
si verificano in caso di collegamenti tramite linea telefonica tradizionale.
I web video on demand, invece, sono delle offerte di accesso interattivo a
un archivio di prodotti audiovisivi registrati e derivano dall’ espressione
25
“Il più affermato software per creare e visualizzare sequenze streaming è Realplayer,
ma sono piuttosto diffusi anche gli standard di Windows (Media Player) e di Apple
(Quicktime). L’ interfaccia di questi programmi riproduce quella di un videoregistratore:
con i tasti di avanzamento veloce, pausa e rewind, accentuando così le somiglianze fra i
due media Internet e tv”, G. Bettetini, B. Gasparini, S. Garassini, N. Vittadini, op. cit.,
pp.84-85
26
G. Celata, op. cit., p.123