5conoscitore di tutti i nostri più intimi messaggi, signifi ca proprio che dobbiamo esserlo.
Al lavoro lo nascondiamo nella giacca. Lui se ne sta quieto e col vibracall in funzione,
con la massima discretezza che sappiamo essere il suo forte.
A un certo punto percepiamo tre forti vibrazioni, è arrivato un messaggio.
Smettiamo un attimo di respirare e nel frattempo ci guardiamo intorno per vedere se qual-
cuno si è accorto dell’evento importantissimo a cui stiamo assistendo.
Lo usciamo dalla tasca con disinvoltura, sbadigliando se possibile, perché non vogliamo
mostrare la nostra emozione per un semplice SMS. Leggiamo: “TIM: il suo credito sta
per terminare...”. Ecco, è sempre la stessa storia, mamma TIM in questo non ci ha ancora
capito: ci fa illudere inutilmente, scambiando le sue comunicazioni di servizio con impor-
tanti frammenti di discorsi amorosi in 160 caratteri. Roba da lasciarci il cuore.
Arrivati a casa il cellulare è stanco e sta per scaricarsi. Si lamenta come un bambino a cui
è stato tolto il giocattolo preferito. Il suo pianto ci rende ansiosi, ogni segnale acustico ci
accusa di un maltrattamento che certamente ha dimostrato di non meritare. Accorriamo
verso il carica-batterie, prendiamo il nostro amico con tutto l’amore che abbiamo e lo
attacchiamo alla corrente.
Per un po’ starà buono.
La sera, prima di andare a letto, gli impartiamo gli ultimi comandi. Lui, senza fare troppe
storie per il limitato riposo che gli concediamo, si metterà in attesa come un bravo guar-
diano.
Aspetterà invano una chiamata urgente che non è mai arrivata e che, forse, mai arriverà.
0.2 Quello che questo studio si propone di fare
Il telefono ha sempre ricevuto una magra attenzione dalla sociologia e dalle scienze dei
media (Lasen, 2002).
Questo vale ancor di più per il cellulare: la mancanza di studi su questo argomento, oserei
dire cronica nel caso italiano, illustra come vi sia una tendenza generale a ignorare l’im-
patto di questa tecnologia.
A fronte di una letteratura quasi inesistente, il luogo dove invece spopola il cellulare è,
neanche a dirlo, Internet.
6Digitare nella grande rete la parola “cellulare” senza specifi care altro, comporta l’appari-
zione di milioni di siti web, tra suonerie e loghi, comparazione di modelli, recensioni di
cellulari, scelta delle tariffe, servizi, ultime tecnologie e gadget da non farsi mai manca-
re.
Poche le ricerche interessanti, la maggior parte concentrate sulla relazione tra telefonino
e radiazioni (che comunque ancora oggi non sono pervenute ad alcuna conclusione do-
cumentata). Per ultime arrivano quelle sociologiche, provenienti da ogni parte del mondo
meno che, ovviamente, dall’Italia.
C’è da chiedersi: come mai? Il motivo di questa leggerezza non va sicuramente cercato
nella novità del mezzo, soprattutto perché il cellulare non si può più defi nire un medium
nuovissimo, visto che siamo già alla cosiddetta “terza generazione”.
Una spiegazione plausibile è quella che molti ritengano l’argomento poco rilevante dal
punto di vista sociale, poco impegnativo per una ricerca scientifi ca.
Nulla di più serio invece: quello sulla comunicazione mobile è un discorso che non ab-
biamo molta voglia di affrontare perché mette in luce le nostre debolezze. Il discorso sul
cellulare è prima di tutto un discorso sulla costruzione della nostra identità, sulla nostra
intimità, sulla paura della solitudine, sul discorso amoroso, su come gestiamo le reti so-
ciali.
Quello che questo studio si propone di fare è spiegare quali sono i cambiamenti introdotti
dal cellulare, qual è la loro natura e se essi siano stati positivi o negativi, o entrambe le
cose.
Cerchiamo di capire come mai oggi il cellulare è diventato tanto indispensabile, al punto
che chi non lo possiede deve avere una scusa molto valida. Ci chiediamo se le relazioni
sono cambiate, e in che modo, in particolare quella faccia a faccia.
Ci interroghiamo su cosa signifi ca fare uno squillo, ricevere un messaggio, conservare
delle foto, controllare l’Altro, curare il proprio cellulare come fosse il più caro amico, o
meglio se stessi.
Questo studio si divide in tre parti:
- La prima parte è dedicata a una analisi introduttiva del fenomeno. Essa si con-
centra sui dati economici (capitolo 1), sul ruolo della comunicazione nell’attuale società
(capitolo 2) e sui giovani d’oggi (capitolo 3).
7- La seconda parte studia le ripercussioni sociali e psicologiche: analizzeremo dun-
que il rapporto tra il cellulare e la costruzione della propria identità (capitolo 4), la distan-
za fi sica e affettiva (capitolo 5), la costante presenza dell’Altro (capitolo 6), la differenza
tra reale e virtuale (capitolo 7) e infi ne il comportamento sociale (capitolo 8).
- Per ultimo affronteremo due nuove comunicazioni nate con il cellulare, molto dif-
fuse nel mondo giovanile: gli squilli e gli SMS, i due usi impropri del cellulare (capitolo
9 e 10).
Vista l’ampiezza del fenomeno, procederemo con un approccio di tipo multidisciplinare,
spaziando dalla sociologia dei media alla semiotica degli oggetti, fi no alla psicologia.
I ragionamenti sviluppati nel corso di questo studio sono supportati da tratti di interviste
condotte da sociologi e istituti (Censis 2002, 2003, Di Gregorio 2003, Fortunati, Katz,
Riccini 1997, Katz, Aakhus 2002, Ling, 2001, 2004) e da alcuni esempi di comunicazione
pubblicitaria (TIM, Vodafone, 3, Nokia, Motorola, Ericcson).
Cercheremo infi ne, nelle conclusioni, di trovare una morale che ci aiuti nella stretta con-
vivenza con questa tecnologia.
8DATI ECONOMICI E NON
“Questo cellulare ha un terribile singhiozzo”.
“Singhiozzo?”
“Continua a interrompere. Io lo chiamo ‘singhiozzo’”
Ragazzina di 11 anni
1.1 Il telefonino nelle altre lingue
Nelle diverse lingue del mondo il nome del cellulare trasmette un signifi cato che ruota
attorno a tre concetti: la mobilità, la corporeità e l’affettività.
In America viene chiamato cell phone o semplicemente cell. In Inghilterra, Australia e
Nuova Zelanda mobile, che sta a signifi care un oggetto mobile, spostabile, rapido, ma
anche instabile, volubile. In tedesco viene chiamato handy, quasi a sottolineare il rapporto
metonimico che esiste tra l’oggetto tecnologico e la corporeità di chi lo utilizza. In Sviz-
zera natel, In Russia trubka o tube.
L’Italia è l’unico Paese che utilizza un diminutivo affettuoso: telefonino, nomignolo che
indica la relazione affettiva che si istaura con lo strumento comunicativo. Un tentativo di
umanizzare un oggetto tecnologico, che altrimenti sarebbe freddo.
1.2 Dati economici
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita mondiale delle tecnologie dell’informa-
zione e in particolar modo quelle della comunicazione mobile.
I dati economici ci forniscono delle informazioni molto indicative: solo in Italia ad esem-
1
parte I
9pio, mentre nel 2003 la spesa delle famiglie italiane ha presentato un netto calo, per alcuni
privilegiati settori si è registrato un trend positivo, come appunto quello dell’informatica
(+2,3%) e quello delle telecomunicazioni (+4%) (dati Censis). Hi-fi , cd, televisioni, com-
puter e cellulari sono stati i prodotti più venduti, a dimostrazione di quanto ormai questi
accessori siano indispensabili nella nostra vita, a prescindere dalla situazione economica
e dalle crisi fi nanziarie.
Il 2002 è stato un anno decisivo per la storia delle telecomunicazioni mobili: il numero
dei telefonini nel mondo ha superato quello delle linee fi sse (box 1 e 2).
Il cellulare oggi è diffuso anche negli strati sociali più bassi della popolazione, perfi no tra
chi non possiede un computer. Esso ha creato un nuovo aspetto in cui tutti gli uomini sono
uguali, per età, genere, cultura, reddito e posizione sociale (Puro, 2002).
Il successo che questo fenomeno ha fatto registrare nel nostro paese è però un dato più
signifi cativo rispetto agli altri: l’incredibile diffusione della telefonia mobile è avvenuta
in un “diffi cile contesto tecnofobico come quello italiano” (Fortunati, 2002), dove la dif-
fusione dell’informatica e Internet è al di sotto della media mondiale.
L’Italia, infatti, si piazza tra i primi Paesi dove regna la telefonino-mania: è leader euro-
pea per utenze, presentandosi al terzo posto sul mercato internazionale e con 32 milioni
di utenti.
Anche i suoi gestori si collocano fra i colossi del mercato mondiale: TIM, con il 13% del
mercato internazionale, occupa il primo posto tra i gestori europei (terzo fra i gestori di
tutto il mondo); Vodafone, con il 6,82%, si colloca al terzo posto.
Oggi, nel 2005, gli utenti abituali del cellulare sono pari al 93,7% della popolazione (box
4): ciò signifi ca che, in un tempo davvero minimo – 10 anni dall’invenzione del GSM, un
Box 1fonte: ITU
Paesi con più cellulari che linee fi sse
200
400
600
800
1000
1200
1400
0
cellulari
1993 1995 1997 1999 2001 2003
Box 2
Utenti nel mondo (in milioni)
fonte: ITU
linee fi sse
10
momento storico per il cellulare - più di un italiano su due lo possiede. Uno a testa per la
verità, se si se si escludono bambini e anziani.
Si contano circa 43 milioni di apparecchi in circolazione: solo la televisione riesce a fare
di più, con un 94,6% di utilizzatori, ma parliamo di un media con cinquant’anni di storia
alle spalle.
Per queste ragioni molti autori defi niscono quello delle telecomunicazioni mobili come
un caso del tutto italiano.
1.3 Altre dimensioni
Non dobbiamo tuttavia fermarci di fronte a numeri tanto sbalorditivi: la situazione econo-
mica è solo uno dei tanti aspetti di questo fenomeno.
Ogni nuova tecnologia ha sempre portato dei risvolti psicologici e sociali, e questo è ancor
più vero nel caso del cellulare: esso non può essere visto semplicemente come un oggetto
neutro, ma come uno strumento che infl uenza l’esperienza e che provoca delle trasforma-
zioni nei nostri atteggiamenti, nel nostro modo di pensare e di percepire la realtà.
Rispondere o effettuare chiamate, anche se la situazione non lo permetterebbe, è diventata
una pratica irresistibile, una nuova forma di piacere a cui non possiamo sottrarci, anche
perché il cellulare è stato costruito apposta per quello: renderci reperibili in qualsiasi mo-
mento, qualsiasi cosa stiamo facendo.
Se esistessero dei luoghi, dei tempi, seppur minimi, in cui non potremmo utilizzarlo, il
telefonino perderebbe tutta la sua magia, il suo potere tanto ostentato dalla comunicazio-
ne pubblicitaria.
Per questo il suo utilizzo, che sfocia spesso in situazioni al limite del patologico, si tra-
Box 3
Utenti cellulari (per 100 abitanti)
Taiwan
Lussemburgo
Italia
Svezia
101,34
93,7
88,5
Finlandia
Danimarca
Spagna
83,33
82,28
Inghilterra
84,5
84,49
106,45
fonte: ITU
Box 4
Quote di penetrazione dei media
Cellulare 93,7
Radio 82,3
Libri
66,1
Quotidiani 60,1
Internet 58,7
Televisione 94,6
fonte: ITU