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Nuove tecnologie, nuove opportunità
1.1 Le caratteristiche del mezzo
Le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Internet in prima linea,
aprono un ventaglio di opportunità e di nuovi strumenti che promettono di dar vita a
mutamenti o vere e proprie rivoluzioni in molti campi dell’attività sociale. Per tentare
un’analisi accurata delle prospettive cui la comunicazione politica va incontro grazie allo
sfruttamento del nuovo medium, è necessario preliminarmente descrivere quali sono le
caratteristiche peculiari del mezzo, al fine di comprendere come queste possano modificare
la comunicazione e, come si vedrà, a volte anche l’azione dei soggetti politici. Tra le
peculiarità attribuite a Internet dalla maggior parte degli studiosi e ricercatori, ve ne sono
alcune che meritano maggiore attenzione per l’impatto che hanno, o possono avere, sulla
comunicazione politica; in particolare sarà opportuno analizzare le implicazioni delle
caratteristiche di: economicità, velocità, assenza di confini, multimedialità,
disintermediazione della comunicazione, interattività e compresenza di flussi comunicativi
verticali e orizzontali.
Partendo dalla caratteristica della economicità, si può intuire la notevole portata di
Internet nel fornire a qualsiasi soggetto politico, almeno potenzialmente, la possibilità di un
canale comunicativo con i cittadini. La spesa da affrontare per l’apertura di un sito web
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dipende dal numero di pagine che lo compongono (300 € circa per la homepage e 60 € per
ogni altra pagina). A questa cifra si devono aggiungere i costi di manutenzione per tenere il
sito aggiornato (circa 60 € per ogni pagina modificata), così, un sito di una quindicina di
pagine, aggiornato abbastanza frequentemente, verrebbe a costare dai 6.000 € ai 10.000 €
annui. Tuttavia la spesa può essere molto più contenuta per un partito politico, qualora
questo potesse contare sul lavoro volontario di membri dotati delle conoscenze dei linguaggi
di programmazione per le pagine web. In questo caso la somma necessaria sarebbe ridotta a
una cifra che varia dai 45 € ai 210 € annui che occorrono per l’acquisto del dominio e dello
spazio web, essendo la costruzione e il mantenimento del sito curati dagli iscritti in maniera
volontaria e gratuita. Con tale livello di costi si apre, anche per le formazioni politiche
minori, la possibilità di mantenere una comunicazione con un numero elevato (almeno
1
La spesa è stata calcolata facendo una ricerca sui siti di alcuni webmaster, e confrontandone le tariffe
per i servizi da essi offerti.
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potenzialmente) di persone
2
. Osservando la realtà italiana attuale, è possibile vedere come
tutte le formazioni politiche maggiori, almeno livello nazionale, affidino la realizzazione dei
loro siti web a professionisti, investendo risorse di cui le sezioni locali non dispongono; tra
queste ultime, quelle che mantengono una presenza in rete, si affidano in maggioranza al
lavoro volontario di iscritti tecnologicamente alfabetizzati
3
.
Per ottenere uno spazio di rappresentanza sui media tradizionali è necessario invece
disporre di grandi risorse economiche, basti pensare che, per uno spot televisivo di 30’’ su
Rai1, si parte dai 19.000 € della fascia oraria della mezzanotte, per arrivare ai 110.000 € per
lo stesso spot mandato in onda nel prime time
4
; o ancora, prendendo in considerazione la
stampa, sono necessari 42.000 € per l’acquisto di 1 pagina a colori su “La Repubblica” (IV
pagina dell’Inserto)
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. Questi costi così elevati precludono l’accesso al sistema dei mass-
media per i soggetti minori che non dispongono di tali risorse. Per questo motivo in alcuni
paesi europei la possibilità di comprare spazi sui mezzi di comunicazione di massa è regolata
dalla legge, e in alcuni casi, come l’Italia ad esempio, è addirittura vietata per non creare
squilibri tra i soggetti politici. La caratteristica di economicità di Internet potrebbe avere
ripercussioni anche sul potere delle lobbies di esercitare pressioni sui partiti politici. Infatti,
se non fossero indispensabili notevoli risorse economiche per organizzare le campagne
elettorali, i partiti probabilmente non sarebbero costretti ad accettare finanziamenti da gruppi
industriali che esercitano poi delle pressioni, più o meno forti, sulle scelte politiche dei
soggetti da essi finanziati. Tuttavia tali considerazioni vanno prese con cautela, poiché nel
futuro immediato Internet non può sostituirsi all’ attuale sistema di comunicazione di massa,
ma può solo affiancarsi ad esso.
Considerando la caratteristica della velocità del mezzo, le osservazioni che si possono
trarre sono molteplici. Una di queste riguarda la contrazione temporale tra la produzione del
messaggio e la sua trasmissione. Se si fa il confronto ad esempio tra il giornale di partito,
unico spazio di comunicazione non mediata a disposizione dei partiti politici prima di
Internet, e la rete, ci si accorge che il momento della produzione e quello della ricezione,
grazie alle nuove tecnologie, si avvicinano estremamente e, per mezzo di alcuni strumenti,
2
La notevole variazione dei prezzi è determinata dal fatto che alcuni Internet Service Provider (ISP)
rivolgono agli acquirenti degli spazi web diversi tipi di offerte che variano nelle dimensioni degli
spazi stessi e in alcune altre caratteristiche su cui non è opportuno soffermarsi in questa sede. È da
segnalare tuttavia che anche questo tipo di spesa potrebbe essere ridotta a zero se si utilizzasse uno
spazio gratuito messo a disposizione da alcuni provider. Questo tipo di spazi sono tuttavia legati ad
alcuni vincoli: sono relativamente limitati (variano dai 10 ai 50 Megabyte) e soggetti all’inserimento
di pubblicità da parte del provider che offre il servizio.
3
Le organizzazioni giovanili di partito, secondo quanto dichiarato dai webmaster dei siti nazionali
della Sinistra Giovanile (SG) e dei Giovani Comunisti (GC), si avvalgono dei contributi volontari di
membri dell’organizzazione stessa anche a livello nazionale. (cfr. par. 7.3)
4
Fonte: Sipra (http://www.sipra.it/tv/listini/marzo_2004/tv02_listinotabellare_excel_marzo2004.xls)
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Fonte: http://www.diecimaggio.it/2003/pubblicitari.htm
7
come le chat line ad esempio, arrivano addirittura a coincidere. Il vantaggio che si ottiene è
misurabile in termini di tempestività della comunicazione; si possono soddisfare le
aspettative dei cittadini che richiedono ai politici una rapida presa di posizione in momenti di
crisi o in occasione di eventi improvvisi, oppure si ha la possibilità di rettificare in qualsiasi
momento il contenuto di un messaggio che si riveli “scomodo”, anche se una tale correzione
può comunque risultare vana in alcune occasioni. A questo proposito è interessante citare il
caso di un sondaggio apparso nel Novembre 2003 sul sito nazionale di Forza Italia, che
suscitando grosse polemiche, metteva in relazione il terrorismo con i toni usati dai sindacati
per opporsi alle politiche del governo; nonostante questo sondaggio sia stato
tempestivamente cancellato dal sito, la notizia ha creato scalpore nell’opinione pubblica
grazie all’effetto spillover che ha prodotto un’eco sui media tradizionali.
La velocità di circolazione delle informazioni in rete, se presa in considerazione
nell’ambito della funzione di networking interno
6
, crea la possibilità di organizzare iniziative
in maniera tempestiva. Alcuni esempi di come si possa sfruttare tale possibilità, sono
rintracciabili nelle iniziative, messe in atto da alcuni attivisti pacifisti facenti capo al
movimento dei “Disobbedienti”, prima e durante l’inizio della guerra in Iraq nel 2003. Sul
sito di Indymedia-Italia alcuni di questi attivisti riportavano delle notizie di spostamenti di
mezzi militari, italiani o della NATO, diretti in Iraq, e invitavano chiunque volesse opporsi
alla guerra, a partecipare ad azioni di disturbo organizzate a volte anche in poche ore. Il
risultato fu che in quel periodo, lungo i percorsi dei mezzi militari, ci furono molti
assembramenti di persone che si opponevano al passaggio di tali mezzi bloccando le strade e
rendendo necessario l’intervento delle forze di polizia per consentire il passaggio dei
convogli militari. Il fatto che queste possibilità siano sfruttate meglio dai movimenti politici
e non da organizzazioni partitiche è sintomatico del ritardo che i partiti hanno rispetto ai
movimenti civili, come si vedrà anche più avanti, nel cogliere le opportunità che le nuove
tecnologie offrono loro.
L’assenza di confini è forse la peculiarità strutturale più visibile di Internet , e
sicuramente quella che ha prodotto le conseguenze più evidenti. Grazie infatti alla sua
struttura, Internet consente scambi comunicativi non assoggettati a confini spaziali o
temporali. È possibile in pochi secondi connettersi a qualsiasi punto del globo, e far
compiere ad una informazione il giro del mondo, bypassando ogni tipo di frontiera. In questo
modo la rete ha contribuito in maniera decisiva al coordinamento internazionale di alcuni
movimenti definiti impropriamente “no-global” e che si autodefiniscono “new-global”,
permettendo loro di organizzare iniziative volte in genere a contrastare il potere delle
multinazionali, in uno spazio che va aldilà dei confini di un singolo stato. Un esempio di tali
6
Cfr. par 1.4
8
iniziative è costituito dal sito McSpotlight.org; questo sito, nato in Inghilterra, ha raggiunto
in poco tempo una presenza di gruppi di attivisti in 22 Paesi distribuiti in 4 continenti. Una
delle attività proposte dal sito è quella di adottare un ristorante Mcdonald’s, tale iniziativa
consiste nell’attuare una distribuzione di volantini davanti alla sede di uno di questi
ristoranti, al fine di informare i consumatori sulle politiche aziendali della catena
internazionale di fast-food, invitandoli a boicottarla. Un ulteriore effetto dell’assenza di
confini in rete, ha consentito ad un movimento come l’Ejército Zapatista de Liberaciòn
Nacional (EZLN), di raggiungere la visibilità dell’opinione pubblica mondiale attraverso un
sito sul quale il Subcomandante Marcos, a capo del movimento, riesce a pubblicare i propri
comunicati, rivolti non solo ai messicani ma anche ai cittadini di tutto il mondo, non ostante
il tentativo di oscuramento sui media tradizionali del suo Paese.
Un altro elemento che distingue Internet dagli altri mezzi di comunicazione è
rappresentato dalla multimedialità. Da più parti Internet viene considerata, oltre che un
network di network, anche il medium dei media, e cioè il mezzo di comunicazione che può
veicolare gli altri mezzi di comunicazione. La tecnologia attuale consente ormai, da un
computer o da un telefonino connessi in rete, sia di leggere il giornale che di ascoltare la
radio, o ancora, di guardare un film o un telegiornale, e il tutto usando sempre lo stesso
mezzo. La possibilità di veicolare i contenuti attraverso la rete, usando una molteplicità di
codici, grazie alla combinazione delle caratteristiche dei testi scritti, di quelli auditivi e di
quelli visivi, potrebbe influire sulle stesse modalità comunicative e sulle capacità richieste a
un individuo per comunicare; basti pensare al linguaggio sincopato e spesso sgrammaticato
che si usa nelle chat, oppure a quello usato nei forum di discussione dove è possibile trovare
testi in cui alcune parole sono sostituite da segni iconici come le emoticon.
Se, come ci insegna Marshall McLuhan (1964), “il medium è il messaggio” (p. 15),
siamo di fronte a una delle più importanti rivoluzioni che interessano la comunicazione nel
suo insieme, e di questo dovranno tenere conto anche le organizzazioni partitiche
nell’elaborare le loro strategie comunicative. Questi soggetti infatti, sono chiamati a valutare,
ad esempio, se sia più opportuno offrire il testo scritto di un comizio o di un’ intervista a un
esponente politico, piuttosto che fornire una registrazione audio o video degli stessi
documenti; tali decisioni vanno prese considerando anche i mezzi tecnici a disposizione
dell’audience, se si scegliesse ad esempio di offrire solo il video, sarebbero tagliati fuori, con
ogni probabilità, tutti quegli utenti che non dispongono di connessioni a banda larga
(broadband) e impiegherebbero troppo tempo a scaricare un file di grosse dimensioni.
La caratteristica di Internet cui i partiti politici guardano con maggiore interesse è
senza dubbio la disintermediazione della comunicazione. Sin dalla loro nascita, i media a
diffusione di massa, sono stati ben accolti dai partiti politici che pensavano di ottenere,
9
grazie ad essi, l’opportunità di raggiungere con la propria comunicazione un elevato numero
di cittadini. L’evoluzione del sistema mediatico tradizionale ha effettivamente offerto ai
politici un ampio pubblico cui rivolgersi, il rovescio della medaglia è però costituito
dall’impoverimento della comunicazione politica veicolata attraverso i mass-media
(soprattutto la televisione); la voce dei politici è stata ridotta al sound bite, una brevissima
presa di parola che si riduce spesso a mero slogan.
fig. 1.1 – Modello mediatico della comunicazione politica
Fonte: Mazzoleni (1998, p. 27)
Grazie alla possibilità di bypassare i giornalisti attraverso una comunicazione non
mediata (almeno nei contenuti), i partiti ritengono di potersi riappropriare di un rapporto
diretto con i cittadini. Prendendo in esame il modello mediatico della comunicazione
politica
7
descritto da Mazzoleni (1998), secondo il quale gli scambi comunicativi tra politici
e cittadini vengono interamente inglobati dai mass-media, che da un lato si fanno portavoce
del sistema politico e dall’altro vengono considerati interpreti della voce dei cittadini, si può
ipotizzare, come fa Bonchek (1996), che Internet diventi l’arena in cui i tre soggetti della
comunicazione politica (partiti, media tradizionali e cittadini) si incontrano e danno vita ad
7
Cfr. fig. 1.1
10
una rete di rapporti multidirezionali nella quale ogni soggetto può interagire in maniera
diretta con gli altri
8
.
fig. 1.2 - Struttura Network , ( le frecce indicano dei collegamenti attraverso network media )
Fonte: Bonchek (1996, p. 14)
Un’ulteriore caratteristica, relativa al flusso della comunicazione, è quella
dell’interattività, definita sotto diversi aspetti da vari autori. Hacker (1996) ha definito
l’interattività come due o più scambi comunicativi (mediati o no) tra persone, nei quali il
terzo messaggio o quelli successivi sono in risposta dei primi. Downes e McMillan (2000)
descrivono sei dimensioni dell’interazione:
- Direzione della comunicazione
- Flessibilità temporale
- Senso dello spazio
- Livello di controllo
- Possibilità di feedback
- Scopo percepito della comunicazione
8
Cfr. fig. 1.2. È da notare che per Bonchek i soggetti diventano cinque, poiché egli distingue da una
parte i cittadini in: cittadini attenti e attivisti; e dall’altra il sistema politico in: governo e
organizzazioni
Governo
Organizzazioni Stampa
Attivisti Citt. Attenti
11
Mentre la definizione di Hacker coglie l’aspetto della bi-direzionalità della
comunicazione interattiva e il circuito di feedback che questa genera, Downes e McMillan
invitano ad ampliare le considerazioni ponendo l’attenzione sul controllo esercitato sullo
scambio comunicativo, che diventa equo (o quantomeno più equilibrato) tra emittente e
ricevente. Questo aspetto può avere ripercussioni positive sia sul cittadino, che non si
sentirebbe più “muto” nei confronti dei politici, sia sul politico, che avrebbe l’opportunità di
verificare cosa viene recepito del proprio messaggio e in che modo.
Altri studiosi si soffermano sull’individuazione di tipi diversi di interattività, come fa
ad esempio Stromer-Galley (2000) indicando due tipi di interattività: la prima è quella
definita dall’interazione tra persone mediata dal computer, la seconda è quella che avviene
tra la persona e lo stesso medium. Questi due tipi di interattività danno luogo a opportunità
diverse, da un lato la possibilità di intessere una rete organizzativa di rapporti tra persone
grazie alla mediazione di Internet, dall’altro lato è possibile per l’utente interagire
direttamente col medium clickando sugli hyper-link e costruendosi in tal modo un proprio
palinsesto informativo.
Infine, l’ultima delle caratteristiche sopra elencate, è la compresenza di flussi
comunicativi verticali e orizzontali. Come già anticipato a proposito dell’interattività, grazie
alla struttura di Internet è possibile dare vita a diversi tipi di scambi comunicativi. E’
possibile ad esempio per un partito, costruire un sito web che avvii una comunicazione top-
down ricalcando il consueto modello piramidale caratteristico delle strutture classiche dei
partiti di massa. All’interno dello stesso sito, inserendo degli strumenti come i forum o le
chat, si dà vita a un flusso comunicativo orizzontale che mette i cittadini in contatto tra loro e
con gli stessi esponenti politici, pensiamo ad esempio ad un segretario di partito che per due
ore alla settimana si rendesse disponibile a partecipare a una chat line. Un ulteriore esempio
di sfruttamento della comunicazione orizzontale è rappresentato dall’iniziativa di alcuni
elettori statunitensi durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali 2000. Questi
hanno aperto alcuni siti web
9
per realizzare uno scambio di voti tra i sostenitori di Ralph
Nader, che avrebbero votato per Al Gore negli stati in cui il proprio candidato non aveva
speranze, e i sostenitori di Gore, che avrebbero contraccambiato negli stati in cui George
Walker Bush era nettamente favorito sul proprio candidato. Sebbene il successo
dell’iniziativa, che suscita comunque alcuni dubbi etici, non sia misurabile in termini di voti,
il fatto che tali siti abbiano ricevuto un considerevole numero di contatti è indicativo delle
capacità di questo nuovo medium, di instaurare reti di rapporti tra cittadini anche in stati
diversi.
9
Tali siti sono stati numerosi (es. VoteExchange.com, NaderTrader.com, ecc.) e sono sorti in diversi
stati suscitando anche forti polemiche sulla liceità dell’iniziativa.
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Dall’esame di queste caratteristiche peculiari di Internet è facile intuire le enormi
potenzialità che offre il mezzo, tuttavia è necessario verificare come e se tali potenzialità
saranno tradotte in realtà. Nei prossimi paragrafi verranno quindi esplorate le funzioni che
Internet può assolvere o agevolare nell’ambito della comunicazione politica; in tal modo si
avrà un riferimento per analizzare la comunicazione realizzata in rete dai soggetti cui è
rivolto questo studio.
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1.2 Produzione, gestione e diffusione dell’informazione
Il rapporto diretto tra politici e cittadini, che esisteva prima dell’affermazione del
tradizionale sistema dei mass-media, aveva come teatro, oltre alle varie occasioni di incontro
fisico, la stampa di partito. Quotidiani e periodici d’informazione, il cui controllo era nelle
mani dei partiti politici, consentivano a questi di mantenere un flusso comunicativo verso i
cittadini, senza dover subire alcun tipo di influenza da parte del sistema dei media. Il declino
di tali organi di partito, il cui esempio più clamoroso in Italia è stato la liquidazione de
“L’Unità” da parte dei DS, e la posizione di egemonia raggiunta dai mass-media nel mediare
la comunicazione politica, hanno ridotto la possibilità di presa di parola degli esponenti
politici relegandola al sound bite. “Questa centralità dei media nell’arena politica […], [che]
è una esclusività dell’età contemporanea fortemente segnata dalla comunicazione di massa”
(Mazzoleni, 1998, p. 50), può essere messa in discussione dalle nuove tecnologie, le quali,
grazie alle caratteristiche in precedenza descritte, consentirebbero la possibilità di un ritorno
a una comunicazione diretta tra il pubblico e i partiti; una comunicazione che, anche se non
annulla totalmente il peso dei media tradizionali, come alcune delle analisi definite
ottimiste
10
vorrebbero, tuttavia rappresenta un importantissimo canale che si affianca al
sistema dei mass-media contrastandone il monopolio consolidato.
In realtà, più che di semplice ritorno a un rapporto diretto, si può parlare di un nuovo
rapporto tra politici e cittadini, che rispetto al precedente, quello in cui l’informazione era
affidata agli organi di partito e agli incontri face-to-face, presenta un importante valore
aggiunto che deriva dalle peculiarità di Internet. L’informazione che può essere veicolata
dalla rete assume diverse forme e direzioni: può essere interna, rivolta cioè ai militanti e ai
sostenitori, come nel caso della presenza nel sito di pagine web con aggiornamenti sugli
appuntamenti, o di pagine contenenti documenti dei congressi, ecc.; oppure può essere
rivolta verso l’esterno, come nel caso si voglia pubblicizzare qualche iniziativa del partito, o
presentare ai cittadini la posizione dello stesso su una determinata issue. Inoltre
l’informazione può seguire un flusso di direzione opposta grazie all’interattività del mezzo
che la veicola, ed è questa la componete che dà il valore aggiunto di cui sopra. I partiti così,
oltre ad avere uno strumento che consente loro di diffondere informazione, grazie allo stesso
10
Secondo alcuni autori come Thompson (1998), Grossman (1995) e Rheingold (1994), Internet
porterà ad un nuovo tipo di democrazia. Basandosi sulle potenzialità che le nuove tecnologie possono
sviluppare, i cosiddetti “ottimisti”, arrivano alla conclusione che finalmente i cittadini torneranno ad
essere inclusi in maniera attiva nel sistema politico. Alcuni di questi autori, come verrà descritto più
avanti, portano l’antica democrazia ateniese come termine di paragone del futuro sistema politico che
si prefigurerebbe grazie ad Internet.
14
hanno la possibilità di raccogliere le informazioni provenienti dai cittadini. Opportunità
importantissima quest’ultima, se fosse vero che “Nella repubblica elettronica, la politica […]
non potrà fare a meno del contributo e della partecipazione diretta dei cittadini; in questo
senso, interpretare l’opinione pubblica e capire cosa pensa la gente sta diventando il nucleo
centrale dell’intero processo politico” (Grossman, 1997, p. 63)
Un’ulteriore differenziazione dell’informazione veicolata dai partiti attraverso la rete
può essere basata sulle diverse finalità cui essa risponde. Una prima finalità potrebbe essere
quella pedagogica, quella cioè, che si pone l’obbiettivo di far comprendere e condividere la
linea politica del partito attraverso l’offerta di informazioni che costituiscano una sorta di
percorso formativo per gli utenti. Un’altra finalità è quella del mantenimento della memoria,
e può essere attuata mediante la realizzazione di archivi che contengano documenti, articoli
di leaders politici o personaggi importanti, filmati di congressi o iniziative passate, e
quant’altro è ritenuto utile per conservare la memoria del partito o della stessa storia.
Un’ulteriore finalità che può avere l’informazione diffusa dai partiti su Internet è quella di
dare visibilità a informazioni che non trovano spazio in altri canali mediatici, e strettamente
collegata a questa, è la finalità di influire nel processo di agenda setting tentando di dare
risalto a issue che si vogliono far entrare nell’agenda dei media e in quella dei cittadini. A
dire il vero tali tentativi vengono attuati anche al di là dell’uso di Internet, organizzando
eventi cui i mass-media non possono non concedere spazio. Un esempio è costituito dal “Tax
day”, organizzato da Berlusconi durante la campagna elettorale del 1996, che aveva come
scopo quello di portare alla ribalta il tema delle tasse. Organizzare un incontro su tale
questione ha fatto sì che l’attenzione dei media si concentrasse su un terreno di discussione
favorevole al Polo delle Libertà. Sullo stesso piano si può collocare la risposta dell’Ulivo,
che intendeva portare alla ribalta il tema delle riforme con l’organizzazione del “Labour
day”, iniziativa che, tra le altre cose, ha rappresentato un’innovazione costituita dall’utilizzo
del satellite per trasmettere contemporaneamente in alcune piazze italiane un messaggio di
Massimo D’Alema, leader del principale partito della coalizione dell’Ulivo.
Ancora sul versante della produzione di informazione da parte dei partiti politici, è
importante evidenziare la necessità, per questi, di tenere conto delle richieste degli utenti.
Innanzitutto è da tener presente che “la ricezione […] richiede al ricevente un qualche grado
di attenzione e di attività interpretativa, [e che] mezzi di comunicazione differenti
consentono, e richiedono, diversi gradi di attenzione, concentrazione e sforzo” (Thompson,
1998, p. 64 ), inoltre, “la gente dimostra notevoli capacità di apprendimento soprattutto
quando è interessata e motivata” (Graber, 1987, p. 87, citato in Thompson, 1998, p. 65).
Da questi assunti si può ipotizzare che Internet, facendo passare l’utente dalla
condizione di “bersaglio” a quella di “cacciatore” di informazione, è forse il medium che più
15
di tutti si rivolge ad un pubblico attento, il quale seleziona i contenuti informativi che
consuma. A conferma di ciò, molti studi hanno dimostrato che, le persone che usano la rete
come risorsa informativa, gradiscono informazioni accurate e vanno alla ricerca di notizie
che non è possibile trovare sui media tradizionali, di cui peraltro sono generalmente assidui
consumatori. Ad esempio, uno studio condotto negli USA da Ahern, Stromer-Galley e
Neuman, presentato alla conferenza annuale dell’International Communication Association
svoltasi in Messico nel 2000, dimostra che un sito contenente elementi di comparazione con
le posizioni degli avversari, crea maggiore coinvolgimento nell’utente rispetto a un sito che
fornisce un solo punto di vista.
Queste osservazioni, e il fatto che l’utente della rete abbia a disposizione numerose
fonti d’informazione comparabili tra loro, dovrebbe far abbandonare ai partiti il classico
metodo di produzione delle notizie che, per rispondere alle esigenze dei mass-media, e
soprattutto della televisione, ha impoverito il contenuto della comunicazione partitica
riducendolo spesso a ragionamenti demagogici, o addirittura a sterili insulti che i
rappresentanti politici di schieramenti opposti si scambiano nei talk-show. Grazie a Internet
quindi, gli effetti indesiderati della “spettacolarizzazione” della politica, in primis lo
spostamento dell’attenzione dai contenuti dei programmi dei partiti all’immagine che i loro
leaders riescono a trasmettere, possono essere contrastati; la rete potrebbe riportare la
discussione al livello dei contenuti, svincolandola dalle esigenze dello spettacolo.
Per ciò che concerne la gestione dell’informazione, è da ricordare la rapidità con cui è
possibile in ogni momento rettificare l’informazione diffusa, la possibilità di creare dei
percorsi che l’utente può seguire attraverso gli hyper-links, o la possibilità di organizzare e
classificare le informazioni in archivi che ne rendano facile e immediato l’accesso. Ma il
punto forse più importante, e probabilmente anche più sottovalutato, è quello che riguarda la
gestione dell’informazione proveniente dagli utenti sottoforma di feed-back. L’aspetto più
innovativo dell’offerta informativa attraverso la rete consiste nella possibilità di verificare
come i cittadini rispondano all’informazione dei partiti e in che modo essi la percepiscano.
Per fare ciò è necessario predisporre degli strumenti che siano in grado di raccogliere le
reazioni degli utenti. Ad esempio uno strumento può essere rappresentato dal sondaggio, o
ancora dai forum in cui si invitano le persone a partecipare a discussioni, più o meno libere,
su determinati argomenti. Nonostante questo aspetto sia senza dubbio molto interessante e
foriero di ulteriori opportunità di approfondimento della conoscenza dell’opinione pubblica,
pare che i partiti politici dimostrino ancora di sottovalutarlo, proponendo anche sulla rete il
classico approccio top-down che mira a mantenere nelle mani del vertice il controllo sul
dibattito politico interno al partito stesso. Questa riflessione ci porta direttamente al tema
16
della partecipazione dei cittadini al processo politico che sarà sviluppato nel prossimo
paragrafo.
1.3 Partecipazione (alla discussione) politica
La partecipazione politica può essere intensa in diversi modi, e può comprendere una
grande varietà di comportamenti e attività. Per questo motivo si rende necessario definire
preliminarmente un quadro di riferimento onde evitare possibili fraintendimenti. Pasquino
(1986) dà questa definizione:
“[La] partecipazione politica è quell’insieme di atti e atteggiamenti diretti a
influenzare in maniera più o meno diretta e più o meno legale le decisioni dei detentori
del potere nel sistema politico o in singole organizzazioni politiche e la loro stessa
selezione, in vista di conservare o modificare la struttura (e quindi i valori) del sistema di
interessi dominante” (p. 192).
Barbagli invece propone una classificazione dei comportamenti nei quali si articola la
partecipazione (Barbagli e Maccelli, 1985, citato in Mazzoleni, 1998, p.), e precisamente:
iscriversi ad un partito
dare soldi a un partito
dedicare tempo e lavoro ad un partito
partecipare a un corteo
inviare lettere o reclami ad una autorità pubblica
cercare di convincere qualcuno a votare per un partito o per un candidato
rivolgersi ad un uomo politico per ottenere favori
firmare per leggi di iniziativa popolare e referendum
Ai fini di questo lavoro, entrambe le definizioni sembrano essere eccessivamente
generiche. La maggior parte dei comportamenti indicati da Barbagli come articolazioni della
partecipazione, ad esempio, rinviano piuttosto al concetto, che sarà trattato più avanti, di
mobilitazione dei cittadini; allo stesso modo appare eccessivamente aperta la definizione di
Pasquino, in quanto consente di far rientrare nella partecipazione anche i comportamenti
descritti da Barbagli. In questa sede la partecipazione verrà intesa esclusivamente come
attività che consente ai cittadini di prendere parte alla definizione dell’agenda politica, alla
scelta della linea da seguire per il partito, alla programmazione di iniziative, alla costruzione
della piattaforma programmatica del partito.
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Prendendo in considerazione la caratteristica dell’interattività di Internet, nell’ambito
della riflessione sulla partecipazione politica, molti studiosi e ricercatori, tra i quali
Thompson, Rheingold, Grossman e altri, sono giunti, “ottimisticamente”, ad attribuire al
nuovo medium la capacità di riportare il funzionamento dei sistemi politici alla democrazia
dell’antica Atene (cfr. Thompson, 1998; Grossman, 1995; Rheingold, 1994) dove erano tutti
i cittadini a partecipare all’attività politica
11
. Senza entrare in profondità su questo
interessante dibattito dalle notevoli implicazioni politico-filosofiche, e rinviando, per un
approfondimento, alla lettura degli autori citati, si possono comunque intuire le difficoltà nel
realizzare un simile modello di democrazia. In primo luogo è da considerare se sia possibile,
nella struttura politica attuale fondata su ordinamenti nazionali e sovranazionali che
raggruppano insieme milioni di persone, applicare un sistema che ha funzionato storicamente
solo all’interno di piccole realtà come le città stato greche e i comuni italiani del tardo
medioevo. Qualora poi si riuscisse a trovare il modo di applicare questo sistema a contesti
così vasti, non è automatico che scatti nei cittadini la volontà di partecipare all’attività
politica solo per il fatto di poterlo fare. Pur riconoscendo le difficoltà appena descritte, è
comunque ipotizzabile che l’attuale sistema della democrazia rappresentativa venga
modificato proprio sotto la spinta innovativa delle nuove tecnologie, e tale cambiamento
dovrebbe seguire la direzione di una sempre maggiore inclusione dei cittadini nel processo
politico.
Se osserviamo la situazione italiana, notiamo in entrambi gli schieramenti politici un
fenomeno di “scollamento della base” dal vertice di alcuni partiti. E’ il caso ad esempio dei
Democratici di Sinistra, i quali hanno ricevuto una durissima critica da quella parte di società
civile che si colloca nell’area di centrosinistra, e che ha ritenuto di non essere stata
rappresentata in modo adeguato dai propri leades, accusandoli anche di non sapere o non
volere ascoltare la voce degli elettori. E’ significativo il seguito che questa critica ha avuto, e
cioè la nascita di un movimento spontaneo, quello dei “girotondi”, capace di organizzarsi a
livello nazionale (anche grazie all’uso di Internet), per dar vita a incontri e dibattiti che
permettessero ai cittadini di partecipare in modo attivo alla creazione di proposte per
influenzare l’azione politica dei propri rappresentanti, i quali, non potendo ignorare tale
iniziativa, sono stati in qualche modo costretti a organizzare un incontro con questo
movimento per recepirne le proposte. Questo fenomeno di “scollamento” è trasversale agli
schieramenti politici.
11
È comunque doveroso precisare che la forma di democrazia dell’antica Atene non sarebbe oggi
soddisfacente. È vero infatti che tutti i cittadini potevano e dovevano partecipare alla vita politica
della città-stato, ma erano considerati cittadini solo i maschi adulti liberi nati nella città.
Fortunatamente non sarebbe pensabile oggi escludere dalla vita politica le donne.
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Infatti, anche Alleanza Nazionale ha visto nascere accese discussioni interne in seguito
alle dichiarazioni del suo leader in visita in Israele, riguardo i mali del fascismo. Decidendo
di rompere ogni legame col fascismo, il segretario di AN, ha trovato l’opposizione e la
critica della componente più radicale del suo partito. A questo proposito è utile riportare il
contenuto di una breve discussione tra due iscritti apparsa sul forum del sito di AN
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:
iscritto1: “Troppo facile abbandonare quando le cose non vanno come vogliamo. Se ti
riconosci negli ideali di AN la tua battaglia di dissenso la devi fare all'interno
del partito ed in questo modo contribuire alla cresita del tuo partito. Se
diversamente non ti riconosci negli ideali di AN hai sprecato un bel po di
anni.”
iscritto2: “Mi pare invece che gli ideali del Partito siano cambiati nelle ultime settimane.
Mi pare che non siano più ideali di destra. Mi pare che siano stati sostituiti
dalla voglia di arrivare alla presidenza del Consiglio ad ogni costo. Sto
facendo l' unica cosa utile per fare riportare la barra di AN a destra:
contribuire a dare un grosso segnale elettorale: vedremo chi ha ragione...”
Questo breve scambio, oltre a confermare l’acceso dibattito presente nel partito, fa
emergere come gli elettori (e in questo caso gli stessi iscritti al partito) non abbiano una
partecipazione attiva nello stabilire la linea politica del proprio partito, ma possono solo
reagire a posteriori, quando le decisioni sono già state prese. Inoltre questo esempio è anche
un indice di come i nuovi strumenti a disposizione dei politici non vengano sfruttati
pienamente, infatti non vi è traccia nel sito neanche di un “mini” sondaggio che avrebbe
potuto mirare a conoscere l’opinione del pubblico prima del rilascio delle importanti
dichiarazioni di Fini in Israele.
Osservando i fenomeni appena descritti, appare chiaro che, a circa dieci anni
dall’ingresso di Internet sulla scena della comunicazione politica, i partiti sono ancora
impreparati ad un uso efficace del nuovo mezzo, anche se in effetti sono stati fatti notevoli
passi avanti dal 1994 (e la presenza di un forum sul sito web di AN, anche se non sfruttato al
meglio, ne è testimonianza). Si coglie ancora, nel modo di rapportarsi ai cittadini,
quell’approccio top-down che continua a caratterizzare i partiti politici, i quali sembrano
riluttanti a concedere agli elettori occasioni effettive di partecipazione alla definizione
dell’agenda, delle linee politiche, e degli interessi da perseguire, e continuano a mantenere
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Lo scambio di battute tra gli iscritti ad AN è presente in versione integrale sul forum del sito
nazionale di questo partito, all’indirizzo:
http://www.alleanzanazionale.it/forum02/ubbthreads.php?Cat=. Il testo è stato riportato fedelmente.