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propria presenza a più gente possibile. Con il terzo capitolo si cercherà, pertanto, di
evidenziare le fasi salienti che conducono alla costruzione di un sito Web di qualità con
particolare attenzione ai target di utenza, agli obiettivi, alla pianificazione e alla Grafica
del sito. Quest’ultima sarà, poi, trattata in modo approfondito nel quarto capitolo,
poiché rappresenta un importante mezzo comunicativo, in grado di attrarre i visitatori,
che comporta, però, l’attenta conoscenza e valutazione dei suoi punti di forza ma anche
dei suoi eventuali risvolti negativi.
In ultimo luogo, la parte teorica sopra citata verrà applicata concretamente nella
realizzazione di un sito Web che avrà per oggetto la Grafica in ambito Internet e che
sarà illustrato nel quinto capitolo.
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1. LA COMUNICAZIONE NELL’“ERA” DI INTERNET
1.1. Le “ere” della comunicazione
La Preistoria è stata suddivisa dagli storici in tre grandi estensioni temporali
(paleolitico, mesolitico, neolitico) distinte dal modo in cui l’uomo lavorava i suoi
utensili, infatti, l’evoluzione della specie umana avvenne mediante la produzione di
tecnologie in grado di garantirle una più lunga conservazione.
DeFleur e Ball-Rokeach, pur ritenendo utile tale schema ai fini dell’individuazione
della crescita tecnologica e dell’aumento della produzione di utensili, propongono
un’ulteriore ripartizione che metta a fuoco un aspetto ancora più importante
dell’esistenza umana: la capacità di comunicare.
A loro parere, pertanto, “un modo più esplicativo di guardare allo sviluppo umano
consiste nell’individuare una serie di «epoche» in cui i nostri progenitori, sia primitivi
che moderni, realizzano successivi progressi nella capacità di scambiare, tramandare,
recuperare e diffondere informazione” [DeFleur-Ball-Rokeach 1989: 18].
Secondo gli autori citati, è stata proprio la competenza comunicativa a permettere agli
uomini di tramandare ad altri le soluzioni ai problemi dell’esistenza, consentendo loro
di modificarle, perfezionarle ed inventarne di nuove.
Tenendo conto di questa importante idea, si potrebbe, a mio parere, suddividere
l’arco storico in sei grandi “ere”: l’era dei segni e dei segnali, della parola, della
scrittura, della stampa, della comunicazione di massa e di Internet.
La prima “era” è quella dei “segni e dei segnali” in cui gli uomini si esprimevano,
proprio come gli animali più evoluti, mediante rumori e movimenti del corpo che, però,
impedivano loro di effettuare contemporaneamente altre operazioni. Essi comunicavano
attraverso un numero limitato di suoni ma, in tempi lunghissimi, queste facoltà
iniziarono a divenire più articolate e relativamente efficienti. Nonostante ciò, questa
forma di comunicazione continuava a presentare enormi limiti, infatti, non permetteva
la manifestazione di sentimenti, di stati d’animo e di emozioni, e impediva all’uomo
l’articolazione di proposizioni e periodi complessi.
Il passaggio all’ “era della parola”, che avvenne in un periodo compreso fra 90.000 e
40.000 anni fa, non fu un incidente dell’evoluzione, ma, una conquista molto importante
5
che, come afferma il linguista Raffaele Simone [2000: 33-44], presenta una serie di
vantaggi semiotici e pratici.
La voce (e quindi il parlare), difatti:
- è flessibile in rapporto all’ambiente, poiché permette di comunicare a distanza in
qualsiasi condizione;
- libera la mano dall’impegno della comunicazione gestuale;
- è molto economica, poiché, con pochi materiali, consente di creare una larga gamma
di messaggi;
- è portatile, nel senso che non richiede attrezzi, strumenti e congegni, ma è parte
integrante del corpo umano;
- è modulabile in relazione alle esigenze espressive;
- rende possibile una sintassi più complessa, mediante la strutturazione di frasi e
periodi più ampi.
Col padroneggiare dei simboli, delle regole del linguaggio e della logica, l’uomo fu in
grado di operare classificazioni, astrazioni, analisi, sintesi ed ipotesi che gli
consentirono di affrontare il suo ambiente fisico e sociale in modi esclusivamente
innovativi e impensabili nel passato. Essi erano in grado di apprendere, produrre e
ricordare messaggi più complessi di quelli consentiti nell’era dei segni.
La “scrittura” fece la sua prima comparsa soltanto 5.000 anni fa determinando
l’inizio di una nuova “era”. Evolvendo dalla forma geroglifica a quella alfabetica
determinò enormi cambiamenti nella società apportando fondamentali innovazioni: il
pensiero poteva essere conservato, organizzato e trasmesso alle generazioni future.
Insieme agli utensili, alla scoperta del fuoco e al linguaggio verbale, la scrittura
alfabetica può essere considerata una delle più importanti conquiste che gli esseri umani
abbiano mai conseguito. È con essa, infatti, che la storia ha inizio e, senza, l’intera
popolazione sarebbe ancora oggi analfabeta.
Intorno al 2.500 avanti Cristo viene superato anche lo scoglio della trasportabilità
ancorato alle tavolette di argilla. Gli egiziani, difatti, scoprirono un metodo per ricavare
dal midollo del papiro strisce sottili che, sovrapposte in due strati perpendicolari,
formavano un foglio. Questa nuova tecnologia, unita al sistema di simboli scritti, creò le
condizioni per grandi cambiamenti culturali e sociali. Furono aperte biblioteche e
trascritte le dottrine religiose, le scritture sacre e le cure mediche più efficaci.
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In campo sociale, il saper scrivere fu una capacità molto apprezzata e gli scribi
divennero, così, una classe privilegiata in grado di influire, senza armi né denaro, sulle
scelte dei potenti.
La quarta “era” della comunicazione, quella della “stampa” ebbe inizio nel XVI
secolo quando un veneziano, Aldo Manuzio (utilizzando l’invenzione tecnica messa a
punto cinquanta anni prima da Johann Gutenberg), fece nascere una nuova attività:
l’editoria.
La tecnica di stampa, sperimentata ed usata per diversi secoli, prevedeva una procedura
abbastanza semplice: i caratteri mobili in lega posti sul compositoio di legno e intrisi di
inchiostro venivano appoggiati sul foglio di carta da stampare e, mediante la pressione
di un altro piano, si otteneva il foglio stampato.
Questo sistema portò con sé una trasformazione inimmaginabile: si potevano pubblicare
milioni di libri in tempi relativamente rapidi e chiunque poteva acquistare, a prezzi
accessibili, riviste e quotidiani divenendo, così, continuamente aggiornati sui fatti del
mondo.
Migliore capacità espressiva, maggiore permanenza del ricordo e rapidità di diffusione
della parola furono, quindi, gli elementi peculiari di quest’era, inoltre, la disponibilità
dei libri e la loro economicità stimolarono sempre più gli individui ad imparare a
leggere, tanto da far scendere vertiginosamente il tasso di analfabetismo.
Verso la metà del XIX secolo Guglielmo Marconi inventò il telegrafo sfruttando le
onde elettromagnetiche. Si aprì, così, l’“era della comunicazione di massa”
caratterizzata dalla contemporaneità: ciò che accadeva a New York poteva essere
conosciuto in Italia un attimo dopo.
All’alba del XX secolo la società occidentale si preparava a vivere uno sviluppo delle
tecnologie di comunicazione che, un secolo prima, nemmeno le più ardite fantasie
avrebbero potuto immaginare. Nel primo decennio il cinematografo divenne la migliore
forma di intrattenimento per famiglie e, in rapida successione, entrarono a far parte della
mobilia di casa la radio e la televisione.
Enormi furono i cambiamenti che la comunicazione di massa apportò nelle
organizzazioni e nel funzionamento della società. Per usare le parole di Cooley [1909:
67], «la nuova comunicazione di massa ha rappresentato una rivoluzione in ogni
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ambito di vita; nel commercio, nella politica, nell’istruzione, perfino nella vita sociale
più informale e nel pettegolezzo».
Ma, nonostante gli evidenti progressi ottenuti nell’ “era della comunicazione di massa”,
ancora un problema continuava ad essere irrisolto: l’informazione era a senso unico,
pochi la producevano e molti la subivano.
L’ultima “era”, quella attuale, nata da poco e ancora in forte progressione, colma
proprio questa lacuna. “Internet”, infatti, rende possibile la costruzione collaborativa del
processo comunicativo senza reinventare un nuovo modello, ma semplicemente
integrando i tradizionali in un unico strumento. La comunicazione elettronica interattiva
consente all’utente di collocarsi in un sistema in cui: può decidere come e dove trovare
informazioni e non è costretto ad ascoltare solamente ma può anche “parlare”.
La rete viene definita dalla sociologa Zocchi Del Trecco la “ragnatela comunicativa”
che sta trasformando il mondo, la cultura e noi stessi. Con essa, infatti, tutte le barriere
spazio-temporali vengono abbattute, tutto diventa vicino e presente, non ci si incontra
più in un determinato luogo, ma in un preciso tempo. Questo ha dato vita sia a nuovi tipi
di azione (a distanza) sia a nuove forme di interazione [Di Nardo-Zocchi Del Trecco
1999: 3-4]. Le valutazioni, a tal proposito, si moltiplicano.
Molti attribuiscono alla comunicazione in rete una valenza negativa visto che, come
sostiene De Carli [1997: 139], non si potrebbe neanche parlare di interazione poiché
ognuno comunicherebbe solo con se stesso.
Altri, invece, affermano che la rete, non solo permette lo sviluppo di rapporti di tipo
“network” fra individui, che hanno interessi comuni, ma facilita la cosiddetta “intimità a
distanza” [Elkins 1997: 146] abbattendo le barriere che derivano dall’età, dalle malattie,
dall’handicap, dal ceto di appartenenza, ecc., favorendo, così, l’integrazione sociale.
La rete presenta, però, anche un aspetto ambivalente: se da un lato ridurrebbe l’ansia
che deriva dalla percezione spazio-temporale, rendendo più rapide e più fluide le
modalità con cui avvengono gli scambi comunicativi in ogni parte del mondo, dall’altro
sarebbe fonte di nuove ansie, poiché aumenta la sensazione di non aver tempo
sufficiente per gestire l’enorme quantità di dati con i quali si entra in contatto. Internet,
infatti, ha determinato uno straordinario incremento delle informazioni causando i
numerosi problemi connessi alla gestione dei dati.
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Chiunque, quindi, potrebbe perdersi nell’infinito e sovraffollato mare di informazioni ed
affogare in esso poiché i processi di selezione e valutazione di ciò che può essere
effettivamente utile diventano piuttosto difficili.
L’aumento dei dati, inoltre, indurrebbe, l’utente, che non è stimolato per ragioni di
tempo, a dedicarsi sempre meno alle informazioni presenti nella rete e ad avere una
minore capacità critica.
In conclusione, l’evoluzione della comunicazione, a partire dall’ “era dei segni” fino
a “quella di Internet”, innegabilmente ha rappresentato uno sviluppo delle capacità
culturali, sociali e tecnologiche dell’uomo. Nonostante ciò, le caratteristiche strutturali
dell’“era” che stiamo vivendo, che si evolve e modifica troppo rapidamente, ci devono
indurre ad una costante, attenta e critica riflessione sul nuovo tipo di comunicazione da
essa avviato e sulle sue possibili conseguenze.
1.2. Le modalità della comunicazione in Internet
I modi per comunicare con gli altri utenti della rete variano a seconda delle esigenze
e del numero delle persone da contattare.
Il noto libro “Internet 2000” distingue due diverse tipologie di interazione
comunicativa:
1. forme di interazione in cui soggetti comunicano “in differita”, con un apprezzabile scarto
temporale che separa l’invio di un messaggio, la sua ricezione e l’eventuale risposta
(modalità asincrona).
2. forme di interazione in cui lo scambio informativo avviene in “tempo reale”, senza
l’intercorrere di pause significative fra un messaggio e la sua ricezione (modalità sincrona)
[Calvo-Ciotti-Roncaglia-Zela 1999: 175].
Gli strumenti che consentono di operare con la modalità asincrona sono: la posta
elettronica, i newsgroup ed il Web.
La posta elettronica, o e-mail, è stato il primo servizio ad essere implementato su
Internet ed ancora oggi, nonostante l’avvento del Web, rimane senza dubbio il servizio
più utilizzato al mondo. Sia le aziende che i privati si avvalgono della velocità di questo
9
mezzo per scambiarsi, in tempi estremamente ridotti, sia messaggi che altri tipi di file
1
.
Condizione essenziale della posta elettronica è che mittente e destinatario siano in
Internet, ossia posseggano un indirizzo che normalmente viene assegnato dal provider
2
.
Sebbene le possibilità sembrino adattarsi a quasi tutte le esigenze, bisogna stare attenti a
non superare le dimensioni massime dei messaggi da inviare, stabilite spesso dai gestori
dell’accesso ad Internet. È pertanto sconsigliato allegare ad un messaggio file di
dimensioni superiori a 2 Mb. Nel caso in cui, invece, si presentasse la necessità di
inviare allegati particolarmente pesanti, si suggerisce di ricorrere all’FTP
3
o di avvisare
in tempo il destinatario dell’invio.
Poiché, la posta elettronica non mette in relazione più utenti contemporaneamente, è
considerata uno strumento di comunicazione “interpersonale” (uno a uno).
Un newsgroup è un gruppo di discussione che si forma intorno a un tema ben
definito, scelto fra quelli presenti nel news server (stanza delle bacheche), e che dà
spazio alle opinioni di chi vi partecipa. I messaggi che gli utenti inviano vengono
raccolti in una bacheca virtuale così che chiunque possa leggerli, commentarli e
rispondere.
I newsgroup trattano gli argomenti più disparati, dalla politica alla musica,
dall’economia al cibo, esistono, pertanto, migliaia di newsgroup nel mondo. Per
organizzare e strutturare al meglio la partecipazione ai vari gruppi di discussione sono
state create diverse classificazioni che, mediante un meccanismo gerarchico, permettono
di individuare a colpo d’occhio il gruppo d’interesse.
Se i messaggi di posta elettronica sono in genere privati, quelli affissi nei newsgroup
sono in genere pubblici e non sono soggetti a nessun tipo di controllo: chiunque può
pubblicare e leggere qualsiasi tipo di messaggio.
La comunicazione è pertanto “a rete” (molti a molti).
Il Web, o WWW, infine, è l’ultima funzionalità di Internet ad essere stata sviluppata
e, pur essendo stata poco utilizzata fino al 1993, ha portato, in seguito, una vera e
propria rivoluzione nel panorama tecnologico degli strumenti di comunicazione.
Dal punto di vista dell’utente, il Web si presenta come uno sconfinato spazio
informativo costituito da documenti multimediali interconnessi tramite una rete di
1
Insieme organizzato di informazioni tra loro correlate, considerate come una unità.
2
Società che fornisce l’accesso a Internet e altri servizi Web.
3
Protocollo per il trasferimento dei file in Internet (cfr par 2.6.).
10
collegamenti. In questo spazio informativo, l’utente può ricercare con estrema rapidità e
facilità informazioni, testi, immagini, dati, curiosità e prodotti usando dei programmi
definiti browser
4
.
Le caratteristiche che, in questi ultimi anni, hanno determinato il successo del Web
possono essere riassunte nei seguenti punti:
- la sua diffusione planetaria;
- la facilità di utilizzazione delle interfacce;
- la sua organizzazione ipertestuale;
- la possibilità di trasmettere/ricevere informazioni multimediali;
- la semplicità di gestione per i fornitori di informazione.
Ciascun individuo può, quindi, pubblicare, attraverso pagine Web, informazioni
consultabili in rete da chiunque è interessato.
In questo caso la comunicazione avviene in modalità “broadcasting” (uno a molti).
A differenza degli strumenti che operano in modalità asincrona, quelli della modalità
sincrona si fondano sull’ipotesi che la comunicazione avvenga in tempo reale. Essi si
dividono in due principali categorie: le chat (conferenze testuali), in cui due o più
persone hanno la possibilità di “chiacchierare” mediante l’uso della scrittura, e le
audio/videoconferenze, che permettono uno scambio comunicativo verbale e visivo.
Le chat sono strumenti che permettono lo svolgimento di vere e proprie
“conversazioni”, fra due o più persone, mediante la scrittura alla tastiera di un computer
anziché con i mezzi più tradizionali del telefono o della viva voce.
Il sistema più diffuso e famoso tra quelli di conferenza testuale è l’IRC (Internet Realy
Chat), dove gente di tutto il mondo si incontra per parlare in tempo reale.
Per usare l’IRC è necessario disporre di un programma client
5
e dell’indirizzo di un
server IRC; tramite il programma è possibile collegarsi al server
6
che ospita molteplici
conversazioni (denominati canali) a cui partecipano contemporaneamente diversi utenti.
Quando uno di essi scrive qualcosa, il messaggio viene inviato immediatamente agli
altri utenti che, generalmente, non sono identificati col vero nome ma con uno
pseudonimo (nickname) che ciascuno può scegliere. Questo, secondo numerosi
sociologi, porta ad una spersonalizzazione dell’individuo che non tende a mostrarsi così
4
Programma per la visualizzazione dei documenti multimediali diffusi nel Web (cfr. par. 3.1.).
5
Software che comunica con un server. In ambiente Web il browser è un client.
6
Computer che può interagire con altri chiamati client che accedono al server per prelevare dati.
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come è, ma ad identificarsi in ciò che ha sempre desiderato essere. Lo pseudonimo è la
maschera che cela la vera identità personale e, nello stesso tempo, dà una nuova
identità; ciascuno può assumere nella chat le sembianze che vuole: uomo o donna, bello
o brutto, giovane o maturo.
La videoconferenza, è una forma di comunicazione basata non esclusivamente sul
testo, ma sull’audio o su audio/video. A differenza della chat, però, può presentare dei
limiti poiché è di fatto impraticabile per chi non possiede una connessione di rete fissa o
dedicata, a meno che non ci si accontenti di una qualità molto bassa.
Per effettuare una videoconferenza via Internet tramite normale PC è necessario
installare un apposito software e una telecamerina (webcam) da connettere al computer.
Il software di videoconferenza più conosciuto in tutto il mondo è senza dubbio il
CU-SeeMe sviluppato dalla Cornell University, un ateneo americano, e, attualmente,
disponibile per Macintosh e per Windows. Questo programma permette la trasmissione
sulla rete di immagini e suoni, ripresi da una telecamera, che vengono inviati ad un
riflettore (reflector), ossia ad un computer che riceve i segnali di una o più telecamere
diffondendoli ad un certo numero di altri utenti.
CU-SeeMe è capace di supportare una videoconferenza avente fino a otto partecipanti
attivi e un numero indefinito di osservatori passivi (lurkers); inoltre dispone di una
lavagna condivisa e di un modulo per lo scambio di file.
Un altro strumento alternativo al Cu-SeeMe è il NetMeeting della Microsoft, fornito
gratuitamente insieme al browser Internet Explorer 5. Le sue funzionalità permettono di
effettuare chiamate tramite server di elenchi in linea e pagine web. Oltre alla possibilità
di effettuare una chat testuale in parallelo alla videoconferenza, NetMeeting consente
agli utenti una piena collaborazione da qualsiasi applicazione per Windows, usufruendo,
ad esempio, della lavagna elettronica o condividendo in tempo reale programmi e
documenti mediante l’accesso al desktop
7
degli interlocutori collegati in meeting.
La caratteristica sfavorevole di NetMeeting è rappresentata dall’indirizzo IP (Internet
Protocol) univoco, assegnato di volta in volta dal provider e quindi sempre differente.
Quando, infatti, un utente vuole mettersi in contatto con altri, deve stabilire la
connessione internet, verificare l’indirizzo IP assegnatogli e, se si possiede una sola
linea telefonica, comunicarlo mediante e-mail o cellulare.
7
Area racchiusa nello schermo di Windows dove vi compaiono le icone e la barra di stato.