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pochi giorni (week-end o long week-end).
Tutto questo è possibile e realizzabile grazie alle numerose offerte elaborate dai diversi stabilimenti
termali che propongono i trattamenti terapeutici e sopratutto estetici in pratici e comodi pacchetti
vantaggiosi anche sul piano economico per chi alloggia in hotel.
Il culto del corpo e del benessere è sicuramente un valore da recuperare per poter poi affrontare la
routine lavorativa quotidiana con una carica di energia in più.
La cura di sé o il sano edonismo è uno dei valori che porta il turista a scegliere una vacanza termale
magari in un ambiente silenzioso e a contatto con la natura come quello del Parco Regionale dei
Colli Euganei, un territorio ricco di tradizioni e di cultura interessante anche per un tipo di turismo
eno-gastronomico.
Scopo del mio lavoro di ricerca è stato quello di valutare se le terme o meglio “il termalismo”
quale tema catalizzante , possa rivelarsi uno strumento sul quale costruire un’offerta attrattiva
per incentivare lo sviluppo turistico del territorio dei colli euganei.
Il lavoro è stato organizzato in cinque fasi: la prima traccia un’analisi storica delle terme antiche
focalizzata sul territorio della provincia di Padova, la seconda fase sulle cure termali,
principalmente sull’applicazione del fango, la fangoterapia.
La terza fase entra nel cuore dell’argomento tracciando le caratteristiche principali dell’economia
del sistema turistico termale euganeo, la sua rilevanza rispetto all’economia veneta in generale e
uno sguardo approfondito sulle realtà aziendali e imprenditoriali.
La quarta fase è dedicata alle strategie di marketing già adottate e da adottare per il rilancio
del turismo termale, mentre la quinta fase presenta la conclusione del mio lavoro riportando
le ipotesi di sviluppo e le idee raccolte durante tutta questa fase di ricerca , tracciando una politica
di sviluppo integrata, in cui il filo conduttore sono appunto le terme.
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Capitolo 1
LE TERME NELL’ANTICHITA’
Con la nascita dei primi insediamenti urbani in epoca romana emerge la necessità di edificare degli
stabilimenti termali, dei veri e propri centri benessere, dove praticare il culto dell’igiene e della
pulizia del corpo.
Il bagno termale, un tempo privilegio dei ricchi, ma entrato già nel corso del I secolo a.C, a far
parte delle abitudini di cittadini di altri ceti che, sempre più numerosi vi accorrevano dalle prime ore
del pomeriggio alla sera inoltrata, il bagno era ormai diventato, nel II secolo dell’Impero, una
possibilità veramente alla portata di tutti.
La massa del proletariato poteva usufruire delle terme pubbliche sovvenzionate dallo Stato
o da privati che offrivano ingressi a prezzi bassi o addirittura gratuiti.
I procedimenti da seguire per fare il bagno termale erano regolati da precetti medici e igenistici,
secondo un ideale processo di purificazione compiuto in tre tempi: sudorazione abbondante,
lavaggio in acqua calda e infine nuotata in acqua fredda. Il processo era preceduto da esercizi
ginnici di riscaldamento e seguito da massaggi e profumazioni.
Gli ambienti termali erano cosi’ espressamente studiati in base alla loro specifica funzione e
soprattutto collocati in logica successione; prima di tutto si trovava lo spogliatoio ( apodyterium ),
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la sala del bagno caldo ( calidarium ), l’ambiente intermedio moderatamente riscaldato (tepidarium)
e la sala del bagno freddo ( frigidarium ) completata dalla piscina ( natatio ) solitamente all’aperto.
Si trovavano anche altri ambienti secondari come il sudario, la saletta per le unzioni e i massaggi,
gli ambienti per i bagni speciali, medicamentosi, e in fine la palestra.
Nessuna proibizione formale aveva impedito per lungo tempo alle donne di prendere il bagno
insieme con gli uomini, ma di fatto fin dalle origini, i bagni furono distinti rigorosamente per i due
sessi , attraverso la costruzione di due stabilimenti distinti o di sezioni distinte nello stesso
stabilimento.
La costruzione delle terme imperiali segno’ una vera rivoluzione nell’ambiente generale e per la
vita che in esso si svolgeva: all’edificio principale si aggiunsero dei giardini con viali, delle sale
convegno, dei luoghi per delle rappresentazioni teatrali e di spettacoli.
Le terme cessarono cosi’ di essere il luogo dove si prendeva semplicemente il bagno, per diventare
qualcosa di molto piu’ complesso, un cento di attrazione e di ritrovo, di divertimento e persino di
mondanità, capace di polarizzare per ore e ore l’interesse dei cittadini e tale da sostituire gli altri
luoghi di riunione e si vita quotidiana.
Accanto al benessere fisico e al divertimento, era possibile soddisfare anche i piaceri dello spirito.
I piu’ raffinati vi andavano per leggere e ascoltare conferenze, per conversare e ammirare opere
d’arte, per discutere di politica e di filosofia.
Le terme diventarono cosi’ un polo di vita culturale e sociale, luogo dove passare il tempo libero,
divertendosi collettivamente.
Una cura particolare era rivolta all’aspetto architettonico e alle decorazioni delle grandi sale termali
proprio per offrire un ambiente comodo e accogliente alle persone che si recavano anche per
distendere i nervi e ricreare lo spirito, in particolare durante l’età imperiale la comodità e
l’ostentazione del fasto erano diventate una precisa esigenza della clientela.
Si camminava quindi su pavimenti ricoperti di gemme o di marmi bellissimi, oppure sopra a
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mosaici con tessere bianche e nere o policrome, rappresentanti soggetti allusivi al mondo delle
acque e dei mari, oppure atleti, attori, giocolieri, o scene mitologiche e le varietà dei motivi
ornamentali geometrici e naturalistici che con l’effetto dell’acqua sembravano animarsi.
Le pareti erano rivestite di spessi intonaci e spartite da finte architetture o da statue di tutte le
dimensioni, copie di capolavori famosi od originali venuti dalla Grecia e dall’Oriente ellenistico e
disseminate nelle nicchie, nelle esedre, alle finestre e al centro delle scale.
Alla decorazione degli ambienti provvedevano ancora bacini e vasche di marmo, sedili di bronzo,
grandi vasi, tripodi, mentre l’acqua, l’elemento principale e sovrano, oltre che riempire i grandi
bacini e le vasche da bagno, sgorgava da cento bocche , zampillava dalle fontane, usciva dalle
statue, scorrendo ininterrottamente e ovunque.
Lo stabilimento termale che fissa in maniera definitiva il modello per l’edificazione delle terme è
quello di Traiano, fatto erigere sul colle Oppio sui resti interrati della Domus Aurea di Nerone
da Apollodoro di Damasco, architetto celebre per altre imprese costruttive civili e militari e favorito
dell’Imperatore.
Apollodoro apportò delle modifiche interessanti, il “reparto” termale innanzitutto era separato dal
“reparto” del tempo libero, entrambi racchiusi però all’interno dello stesso perimetro, permettendo
cosi’ una migliore distribuzione dei bagnanti i quali seguivano semplicemente un percorso circolare
e non erano costretti a ripassare attraverso gli stessi camerini per uscire.
Grazie a questa ottimizzazione dello spazio operata da Apollodoro, lo stabilimento termale riusci’ a
ospitare sempre piu’ persone portando ad un potenziamento dei servizi e ad un aumento dei tecnici
e dei sorveglianti e si moltiplicarono le mansioni e le specializzazioni del personale.
Per quanto riguarda i sistemi di riscaldamento, era possibile far funzionare contemporaneamente
impianti diversi. Il calore proveniva dai forni centrali e veniva distribuito sotto i pavimenti
e lungo le pareti delle sale da riscaldare.
L’edificazione di stabilimenti termali è stata possibile chiaramente grazie alla presenza di
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numerose fonti naturali e alla eccezionale capacità del popolo romano di creare opere di pubblica
utilità come gli acquedotti ,le fognature, utili per convogliare l’acqua dalle campagne
vicine verso il centro e le strade.
Di particolare importanza è la strada consolare tracciata da Marco Emilio Lepido nel 175 a . c. che
univa Padova con Bologna.
A seguito di un decreto di Giulio Cesare gli abitanti di Padova e della zona termale divennero
cittadini romani nel 49 a.c.
Il toponimo Abano terme deriva dal nome della divinità tutelare Aponus, un nume capace di
Infondere alle acque proprietà curative.
Senza dubbio però i reperti ritrovati nel bacino euganeo testimoniano una presenza di un
insediamento umano a partire dall’età del bronzo ma solo nell’età atestina ( fine VIII e inizio VII
sec a.c.) la zona termale aponense sembra aver avuto un particolare sviluppo soprattutto nella zona
di Montegrotto.
Numerose sono le testimonianze letterarie antiche sulla zona termale aponense,
nella “Naturalis Historia” di Plinio ci sono due passi in particolare che rimandano alla descrizione
del paesaggio della zona termale e in particolare alla presenza di erbe verdi nelle acque.
Lo scienziato fa riferimento alle alghe che si formano nell’acqua e che danno al fango le proprietà
radioattive per la cura delle malattie articolari.
Oltre alle considerazioni di Plinio uno dei più importanti documenti dell’antichità ritrovati è il
carme di cento versi di Claudiano che visitò il luogo .
Dal componimento si evince che il nome Aponus è usato come teonimo: Aponus è infatti il dio
protettore della fonte termale e che il luogo era rinomato.
Particolarmente interessante risulta essere la lettera che il segretario del re Teodorico indirizza
all’architetto padovano Aloisio esortandolo a prendersi cura degli edifici di fons Aponi i quali si
trovavano in uno stato di rovina e necessitavano di un restauro. Si fa naturalmente accenno anche
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alle proprietà curative delle acque e al paesaggio incantevole della zona.
La rovina della zona termale aponense fu dovuta sicuramente alla crisi economica e sociale
dell’impero romano , alle incursioni dei barbari di Attila e a fenomeni di tipo bradisismico.
Un altro ostacolo allo sviluppo del termalismo è dato dalla diffusione del cristianesimo e del
concetto di spirito, contrastante con l’edonismo e il culto per il fisico professato dai romani.
Con l’avvento della religione cristiana spariscono così tutti i culti pagani , come quello dedicato
all’oracolo Gerione: un demone infernale triforme che fu ucciso da Eracle.
Diversi imperatori romani nei loro viaggi verso nord si fermarono prima di una battaglia a
consultare l’oracolo che si nascondeva tra i vapori delle acque e le insenature delle rocce dei colli.
Nell’epoca medievale la zona termale è particolarmente colpita, il risveglio comincia dopo il 1000.
Di notevole importanza è la legge del 1272 che stabilisce l’obbligo per le “ville” della zona termale
di tener puliti i bagni e sgombri i canali che servivano per condurre l’ acqua dalle sorgenti bollenti.
Nel 400 si può così dopo numerosi interventi da parte delle famiglie nobili abitanti la zona
constatare la rifioritura dell’attività termale, supportata anche da diversi scienziati dell’Università
di Padova ai quali fu chiesto di adeguare la struttura dei bagni alle esigenze moderne.
Con il passaggio poi di Padova sotto il controllo della Repubblica di Venezia si dà inizio ad una
serie di interventi di bonifica del territorio termale dando la possibilità ai nobili veneziani di
edificare splendide ville rinascimentali.
Solo nel 700 però cominciano a sorgere i primi alberghi termali . Si tratta di un vero e proprio
rilancio della zona; numerosi studiosi e artisti si interessarono al progetto e contribuirono a
rendere Abano una città turistica.
Significativo a riguardo è senz’altro l’apertura della linea ferroviaria Padova – Bologna , e la
creazione di sorgenti private grazie all’infissione di pozzi artesiani che permettono la nascita di più
alberghi dislocati sul tutto il territorio.
Presto i turisti aumentano, in maggioranza sono italiani ma si comincia già a registrare la presenza
di gruppi di stranieri.