Il giornalismo sociale on line
I giornali di strada
Con l’espressione “giornali di strada” si possono intendere due cose: la prima, il fatto che provengano realmente dalla strada, nel senso che non si trovano nelle edicole e nei supermercati, ma vengono distribuiti da persone senza fissa dimora; la seconda, il fatto che parlino della vita di strada.
Il giornale di strada si rifà alla tradizione della penny press americana dell’Ottocento, in cui gli “strilloni” vendevano per strada i quotidiani a un cent.
Oggi la redazione dei giornali di strada è composta sia da giornalisti sia da volontari che vogliono dare un’occasione di riscatto alle persone emarginate, che vivono per strada. I senza fissa dimora, allora, trovano una maniera per uscire dal circolo vizioso dell’elemosina e un’opportunità per rimettersi in gioco. Cercare di entrare nel circolo “virtuoso” della società. La società odierna accetta ben volentieri le persone che lavorano e che producono e gli SFD (sans domicile fixe), attraverso la distribuzione dei giornali, entrano nei meccanismi produttivi della società. Altrimenti, continuerebbero ad essere allontanati. Senza discutere sulle logiche societarie, più o meno
condivisibili, più o meno criticabili, possiamo dire che questi esclusi possono rientrare nella società e avere, magari, una seconda occasione.
I primi giornali di strada nascono negli Stati Uniti alla fine degli anni ’80 del Novecento. Raggiungono l’Europa e nel 1991 esce il primo numero di “The Big Issue”, giornale di strada londinese. Dal 1993, è un settimanale diffuso anche in Scozia dove raggiunge le 70.000 copie.
In Francia, il giornale di strada più famoso è il “Macadam Journal”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
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Informazioni tesi
Autore: | Viviana Lucca |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Editoria, media e giornalismo |
Relatore: | Gianni Lucarini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 146 |
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