Cracking Art, Sogni di Plastica

I Crackers vogliono contaminare il territorio con le loro opere invasive, avvicinandosi ad un artista singolo e ad un movimento, che hanno fatto del territorio urbano il loro campo di sperimentazione artistica: Il Graffitismo e Christo Javacheff.
Il Graffitismo è inoltre legato all’Internazionale Situazionista; ma per spiegare bene il rapporto tra Graffiti e Cracking, bisogna fare un discorso più ampio partendo dalle parole dell’etnologo francese, Marc Augé nel suo celebre La guerre des rêves, sul rapporto del mondo odierno con le immagini, Augé dice: « La finzionalizzazione del mondo è legata alla sovrabbondanza di immagini e all’astrazione dello sguardo che ne deriva», dove immagini di attualità, di guerra, pubblicitaria, documentaristica o di così detta tele-verità si mescolano e si sovrappongono senza sosta, in un confuso melange di reale e fittizio pur nella consapevolezza che si trattasse di fatti reali, esemplare in questo caso la Guerra del Golfo, dove lo spettatore veniva “convocato” davanti alla tv.
Era stato Debord a fare una tragica profezia, già nel 1967, descrivendo già allora la perdita di senso e di consistenza del reale in funzione di un immenso, straripante, eternamente debordante, vero e proprio “cattivo sogno della società moderna incatenata”, messo in scena in ogni aspetto della nostra vita quotidiana principalmente attraverso l’invadenza delle immagini.
Un paesaggio chiuso in cui i punti di riferimento ci portano inevitabilmente verso il passato: falliti i sogni delle utopie urbanistiche moderne, è ciò che appaiono, oggi, le città contemporanee, sospese tra le necessità commerciali di costruisce e vi agisce economicamente, e le frustrazioni di chi si trova invece ad abitarle.