I nuovi disturbi del comportamento alimentare: B.E.D. - Ednos - Obesità. Diagnosi e cura
Terapia cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitivo-comportamentale sembra dunque essere efficace nel DAI così come nella Bulimia Nervosa, con l’adozione di alcune modifiche estrapolate dagli schemi di trattamento per l’obesità: con maggiore frequenza rispetto alla terapia della Bulimia Nervosa, viene applicata una psicoterapia di gruppo cognitivo-comportamentale, con una durata però inferiore alle 24 settimane canoniche. Studi controllati hanno dimostrato l’efficacia a breve termine di quest’approccio sul binge-eating, con una normalizzazione del pattern alimentare, in assenza, però, di un significativo decremento ponderale e di un effetto di prevenzione delle ricadute, a volte presenti anche durante il periodo di trattamento.
Il calo ponderale, se presente, è maggiore in quei pazienti divenuti completamente astinenti dalle abbuffate durante le prime settimane di trattamento.
Rimane da determinare quale sia l’evoluzione del calo ponderale nel lungo termine e se sia necessario far seguire la terapia cognitivo-comportamentale di gruppo da un programma specifico di riduzione del peso ( Wilfley e coll., 2002; Hay e coll., 2004; Vaidya, 2006).
Secondo Marcus (1997) tuttavia, il trattamento sembra più efficace se condotto individualmente.
Nell’applicare la CBT bisogna tenere presente, inoltre, che le pazienti con DAI presentano alcune differenze significative rispetto alle pazienti con Bulimia Nervosa (Fairburn, Marcus & Wilson, 1993):
-Obiettivi diversi: la motivazione maggiore per queste pazienti è la perdita di peso e non l’eliminazione delle abbuffate, come invece si osserva nella bulimia nervosa.
-Diverso comportamento alimentare: anche se nella loro storia clinica le pazienti con DAI riportano numerosi episodi di dieta e di fluttuazioni di peso, quando si presentano al trattamento mostrano bassi livelli di restrizione alimentare e non utilizzano altre condotte compensatorie.
-Minori distorsioni cognitive: la maggior parte dei soggetti con DAI mostra preoccupazione per il proprio eccesso ponderale, pochissimi però presentano distorsioni cognitive estreme come quelle osservate nella Bulimia Nervosa.
Le differenze sopra riportate hanno determinato la necessità di modificare la terapia cognitivo-comportamentale utilizzata nella Bulimia Nervosa; quella applicata al DAI, fino ad ora, nei trial randomizzati di ricerca è stata messa a punto presso l’Università di Pittsburgh ed è basata sul modello di Fairburn, ritagliato per la terapia individuale.
La durata del trattamento è più lunga (22 sedute in 24 settimane), ma la struttura è identica a quella applicata nel trattamento della Bulimia Nervosa (Marcus, 1997).
Questo periodo di tempo più lungo sembra essere necessario per favorire la normalizzazione del comportamento alimentare dei pazienti e aumentare sensibilmente il numero di potenziali responder (Eldredge e coll., 1997).
La prima fase della terapia (8 sedute) si pone i seguenti obiettivi:
Spiegare il razionale del trattamento: il terapeuta deve sottolineare che l’obiettivo principale del trattamento è la riduzione graduale delle abbuffate, la normalizzazione del comportamento alimentare e dei pensieri disfunzionali ad esso associati.
La perdita di peso quindi dovrà essere messa in secondo piano perché l’obiettivo primario del trattamento è quello di ridurre le abbuffate.
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I nuovi disturbi del comportamento alimentare: B.E.D. - Ednos - Obesità. Diagnosi e cura
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Informazioni tesi
Autore: | Lucia Ciarini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Urbino |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Mario Rossi Monti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 57 |
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