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I "Sacri Concerti" di Suor Claudia Francesca Rusca e il Monastero di Santa Caterina in Brera

Ipotesi di lavoro: esecuzione delle musiche

Oltre all’analisi storica e musicale delle musiche della Rusca ho intrapreso anche la preparazione all’esecuzione delle stesse. Il lavoro mi ha permesso di entrare molto più nello specifico e di “leggere” le musiche non in modo esterno, da musicologo o ricercatore, ma dall’interno e cioè da musicista. Attraverso questa esperienza ho potuto affrontare tutte le tematiche legate al suono, all’intonazione, all’interpretazione, all’orchestrazione e anche alla possibile disposizione dei musicisti durante l’esecuzione.
Per il progetto sono previsti alcuni strumenti (clavicembalo, viole da gamba, fiffera e flauti, chitarra barocca, arciliuto, organo positivo) e richiesta la presenza del doppio coro e di alcuni cantanti solisti. Per il programma sono stati selezionati 15 dei 29 brani prendendoli dalle varie sezioni riportate nella tavola dell’edizione. Quindi alcuni brani a una voce, a due, alcuni concertati, i due strumentali, un brano a “versetto spezzato”, alcuni mottetti a 8 e il Magnificat. Si è deciso di lavorare con voci dispari, quindi di immaginare una esecuzione fuori dall’ambiente monastico, e che coinvolgesse quindi le reali voci di Tenore e di Basso. Ad un ascolto delle musiche si evince da subito i vari stili compositivi utilizzati dalla Rusca. Nei brani a voce sola c’è un maggior impiego dell’espressività, del libero dispiegarsi delle linee melodiche in nome anche di una ricerca del rapporto testo–musica più approfondito. Qui abbiamo voluto sottolineare i vari momenti episodi musicali con l’alternanza degli strumenti di basso continuo (la chitarra e il liuto, il cembalo, l’organo). In qualche caso la combinazione tra voce e strumento accompagnatore è stata fatta in base al significato testuale (come in “Salve regina caelorum”). Nei brani concertati con strumenti il carattere è sicuramente più giocoso. Il rapporto tra strumenti e voci deve essere regolato, oltre che dalla intonazione, anche dalle dinamiche intrinseche degli strumenti; ho optato per una scelta più morbida, e quindi l’uso della fiffera e del violone invece del violino e del trombone. In questi brani (“Gaudete gaudio magno”, “Cantate Domino” “Jubilate Deo”) il ritmo fa da padrone. Non a caso si è scelto l’uso della chitarra barocca per le sezioni più ritmiche. Durante l’esecuzione viene naturale il desiderio di diminuire e improvvisare sulle parti.
Per i mottetti ho pensato dapprima alla disposizione dei cori e degli strumentisti per ben rendere l’idea della spazialità corale. In realtà la disposizione dei musicisti è diventato un elemento di discussione all’interno del gruppo degli esecutori. Da una parte si tendeva a favorire una esecuzione più “filologica” secondo i criteri di fascicolazione delle musiche (vedi cap. 4.3) e quindi di creare dei gruppi di musicisti che leggessero dallo stesso fascicolo (quindi i tenori e i soprani vicini tra loro con la fiffera, e gli alti e basso con il violone) ma ciò rendeva problematica la vicinanza degli strumentisti nell’esecuzione dei brani strumentali e concertati. Si è optato per una disposizione che evidenziasse la spazialità dei tre cori (posti distanti tra loro) e la sezione strumentale posta in centro, con i relativi bassi continui vicini al corrispettivo coro. In questo modo il dialogo tra i cori è risultato molto efficace, gli effetti “eco”, le imitazioni e le reiterazioni hanno dato un forte senso di spazialità. Il risultato sonoro finale è stato veramente coinvolgente. Le capacità compositive della monaca di Santa Caterina si evidenziano nell’uso magistrale dei colori, delle masse sonore dei cori, dei caratteri dei toni salmodici (vale per tutti il senso di “passionalità” del brano “Adoramus te Christi”), e dell’ utilizzo degli “affetti” nei brani a voce sola. Anche nelle due “canzoni da sonar” (sicuramente il linguaggio compositivo meno frequentato dalla Rusca), l’equilibrio tra le parti è ben misurato e il gioco ritmico e imitativo è ben scritto. L’esperienza della preparazione al concerto ha creato molto entusiasmo ma soprattutto molta curiosità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I "Sacri Concerti" di Suor Claudia Francesca Rusca e il Monastero di Santa Caterina in Brera

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Informazioni tesi

  Autore: Marcello Serafini
  Tipo: Tesi di Master
Master in Polifonia Rinascimentale
Anno: 2008
Docente/Relatore: Diego Fratelli
Istituito da: Conservatorio Statale di musica “Tito Schipa” di Lecce
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 406

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