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I "Sacri Concerti" di Suor Claudia Francesca Rusca e il Monastero di Santa Caterina in Brera

Con questa tesi mi propongo di aggiungere un piccolo tassello a questo repertorio già particolarmente esiguo, attraverso la trascrizione completa dell’intera raccolta “Sacri Concerti” di Suor Claudia Francesca Rusca e un analisi accurata e specifica dei brani in essa contenuti. Inoltre, dato che il monastero di Santa Caterina in Brera non esiste più, mi sono interessato anche alla sua storia, dalle origini fino alla scomparsa definitiva. Questo monastero infatti è stato il luogo che ha ospitato giorno e notte Suor Rusca e ha “ascoltato” più volte le sue musiche, luogo di sicura ispirazione ad almeno una parte dei suoi lavori, determinandone lo stile, la forma e il carattere.
Ho altresì tentato di ricostruire la vita della monaca, ricercandone le origini. Questo avrebbe permesso di chiarire definitivamente se fosse di origini italiane o ticinesi. Ho voluto anche inserire degli stralci di vita quotidiana all’interno dei monasteri femminili, che ne delineassero le gioie e le sofferenze di una scelta (se di scelta si può parlare) molto singolare.
Il lungo lavoro di trascrizione dell’opera completa, che comprende ben 29 composizioni, ha l’obiettivo di offrire le musiche a coloro che non praticano la lettura dalle fonti antiche. Per consentire un raffronto con l’edizione originale ho aggiunto, in appendice, anche le xerocopie.
Nell’apparato critico ho inserito i testi e la loro relativa funzione all’interno del repertorio liturgico e gli errori di stampa.
Infine una bibliografia essenziale sulle argomentazioni musicali e di carattere generale.

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1.3 – IL MONASTERO AI TEMPI DELLA RUSCA Concentrando ora la nostra attenzione sul periodo in cui visse Suor Rusca (sec. XVII), possiamo dire che il monastero di S. Caterina era, a quel tempo, frequentato da più di 80 persone, comprese, oltre alle suore, le educande e le addette ai servizi. Dalle numerose documentazioni sulle monacazioni del ‘600, risulta che l’ingresso in monastero costasse circa L. 4000. Non era una cifra particolarmente consistente, ma sicuramente solo famiglie di ceto medio potevano permetterselo. Una volta versata questa somma, però, la famiglia non doveva più sostenere altre spese per la figlia monaca, a differenza del matrimonio che, oltre al notevole investimento di denari per la cerimonia, comportava continui sostentamenti. Inoltre, elemento di fondamentale importanza, la monacazione escludeva la figlia dall’eredità dei possedimenti familiari. In alcuni casi la dote per l’ingresso in monastero poteva avere degli “sconti” se la futura sorella aveva delle doti o virtù particolari; è il caso delle monache musiciste (generalmente organiste) che si ritrovavano frequentemente nei monasteri bolognesi (Angela Venturoli venne presa in convento per L. 1000 invece di L.4000 perché potesse svolgere il ruolo di organista e di insegnante di canto). Ma il vero problema dell’ingresso in monastero non era certo il lato economico, ma bensì, le motivazioni che spingevano le ragazze ad affrontare una vita così particolare. Solitamente la monacazione era forzata dalla volontà della famiglia (più spesso solo dal padre…la madre era tacita spettatrice), e raramente per vocazione. Alcune testimonianze sono molto esplicite a riguardo (ne abbiano parlato anche prima in merito a Marianna de Leyva) tra cui risalta la storia di Arcangela Tarabotti 11 . Attraverso i suoi scritti denunciò pubblicamente la forzatura delle monacazioni. La passione per la letteratura profana e la visione che ebbe di Dio che la invitava a dedicarsi alla scrittura, la portò a compilare il libro “L’inferno monacale” che non venne mai pubblicato durante la sua vita e che solo nel ‘900 venne riscoperto. 11 Il vero nome è Tarabotti Elena, nata a Venezia nel 1605 e morta nel 1652. Prese i voti a sedici anni e cambiò il nome in Arcangela. Dal carattere particolarmente ribelle e scontenta della vita monacale, si diede alla letteratura pubblicando alcuni libri, tra cui il più importante è : “L’inferno monacale”. In tarda età accettò le condizioni di vita del monastero e scrisse “ Paradiso monacale”. Molto importanti sono le “lettere” del 1650, raccolta epistolare molto vasta. 21

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Informazioni tesi

  Autore: Marcello Serafini
  Tipo: Tesi di Master
Master in Polifonia Rinascimentale
Anno: 2008
Docente/Relatore: Diego Fratelli
Istituito da: Conservatorio Statale di musica “Tito Schipa” di Lecce
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 406

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