Gestione infermieristica delle causticazioni in emergenza
Trattamento chirurgico
Per quanto riguarda le lesioni profonde, possono essere attuati due principali tipi di trattamenti: la cicatrizzazione diretta e l’escissione-innesto precoce.
La cicatrizzazione diretta permette di aspettare prima di diagnosticare con certezza la profondità della lesione e, di conseguenza, limitare gli innesti di cute in quelle ustioni che non si cicatrizzano spontaneamente. Seguendo questo tipo di trattamento, l’indicazione chirurgica viene posta dopo 10-15 giorni di evoluzione.
Invece, nel caso in cui si esegua l’escissione-innesto precoce, questa comporta nei primi otto giorni, la rimozione delle escare e il recupero cutaneo. La guarigione avviene più rapidamente rispetto alla cicatrizzazione spontanea, con assenza di proliferazione del tessuto di granulazione che può favorire l’insorgenza di retrazioni cicatriziali.
Tuttavia, è un trattamento che può essere messo in atto solo se la diagnosi di ustione profonda è confermata.
In ogni caso, le indicazioni terapeutiche, effettuate dal chirurgo plastico, vengono ponderate in base alla profondità, alla superficie disponibile, alla localizzazione delle lesioni e alle condizioni generali del paziente.5
Altri trattamenti che possono essere effettuati comprendono l’innesto e i lembi.
Per innesto di intende una tecnica chirurgica che prevede il trapianto “avascolare” di uno o più tessuti, da una zona donatrice a una zona ricevente. L’innesto non è dotato di una vascolarizzazione propria una volta posizionato sul sito ricevente.
In particolare, parlando di innesti cutanei, questi sono classificati in base al loro spessore, alla loro amplificazione e alla loro origine. Gli innesti cutanei sottili, il più delle volte, vengono utilizzati nel paziente ustionato in fase acuta.
Mentre, gli innesti espansi sono da prediligere qualora si desideri favorire il risultato estetico, soprattutto in prossimità del volto.
In generale, la guarigione di un soggetto ustionato passa attraverso tecniche di innesti autologhi poiché qualsiasi epidermide estranea è destinata al rigetto.
Qualora non si possa subito considerare un innesto di pelle autologo, risulterà comunque necessario effettuare una copertura dell’ustione.
La mancanza di copertura, in aggiunta al dolore che provoca, aumenta il rischio di essiccazione, di sovrainfezione e del verificarsi di lesioni più profonde.
Per cui distinguiamo: copertura temporanea e copertura permanente.
La copertura temporanea prevede l’apposizione di una protezione temporanea per evitare l’insorgenza di infezione, per il controllo degli scambi di elettroliti, per la protezione meccanica, l’analgesia e il mantenimento di un substrato favorevole ad un successivo innesto autologo.
Nella copertura permanente, invece, vengono utilizzati sostituti dermici e modelli di pelle totale ricostruiti.
I lembi, invece, hanno delle indicazioni specifiche per il loro utilizzo, soprattutto se è presente l’esposizione di strutture nobili inaccessibili ad un innesto o per salvare un’amputazione degli arti.
Un’altra indicazione vede l’utilizzo dei lembi per scopi funzionali ed estetici, in sedi in cui l’innesto di pelle è considerato insoddisfacente a causa dell’elevato rischio di briglie retrattili e antiestetiche.
Chiaramente risulta essere un trattamento di seconda scelta, poiché viene sempre preferita l’escissione-innesti. Anche qui, la scelta è prettamente del chirurgo.
5 A. Baus, F. Combes, A. Lakhel, J.-P. Pradier, M. Brachet, A. Duhoux, P. Duhamel, S. Fossat, E. Bey, “Chirurgia delle ustioni gravi in fase acuta” – EMC – Tecniche chirurgiche – Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, 2017 (volume 15)
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gestione infermieristica delle causticazioni in emergenza
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Lena |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Scienze Infermieristiche |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Francesco Stagno D'Alcontres |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 66 |
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