L'origine del design Perugina
L’"arte" del confezionamento
Luisa dal 1923 dirige sia il reparto Lavorazione, che quello Confezioni di Lusso. Sono a pari titolo i reparti chiavi dell’impresa: la cura per gli incarti e i contenitori, con tutto l’impegno creativo che presuppone e la notevole quota di mano d’opera che richiede, è non meno fondamentale della creazione e realizzazione dei prodotti.
Per il cartonaggio, la Perugina fin dal 1912 si avvaleva della Borrani di Firenze, stabilimento cromo-litografico-tipografico. Negli anni Venti, la stessa Borrani è in difficoltà e la Perugina ne rileva attività e maestranze (114 operai molto validi), costituendo la società Anonima Arti Poligrafiche Italia Centrale (APIC), dotata di 1 milione di capitale, posseduto a maggioranza da Buitoni e Perugina. A Seneca è affidata la direzione artistica. Nel ’26 lo scatolificio è trasferito nella fabbrica della Perugina e nel ’28 Borrani e Perugina ne lasciano l’intera proprietà alla Buitoni.
Nel 1929 Giovanni inventa la prima scatola di cioccolatini preconfezionata. Fino a quella data i cioccolatini si acquistavano sfusi. Nascono così le scatole di lusso del Grande Assortimento Perugina.
Le scatole di assortimenti sono la versione moderna e industriale di un raffinato cadeau che risalirebbe al Seicento francese, regalo prezioso che determina lo status del prodotto come bene di lusso. Per reagire alla recessione degli anni Trenta, la Perugina concentra grandi sforzi su questi articoli, aprendo a Bologna un laboratorio artistico per le confezioni, che crea 400 diversi tipi di scatole, ma anche cofanetti di altri materiali (legno, ceramica, ebano, vetro). Seppur ridimensionato dalla II guerra mondiale, questo tipo di offerta di alto contenuto creativo persiste fino agli anni Sessanta.
L’incarto e il confezionamento vengono meccanizzati in maniera soddisfacente nel secondo dopoguerra.
Per le occasioni speciali come la Pasqua, fin dagli anni Venti l’azienda cura con grande attenzione la confezione delle Uova, che sono di tipi, dimensioni e confezioni diverse. Preziosa e originalissima è l’iniziativa per la Pasqua del 1933, che inserisce nelle uova al cioccolato morbidi indumenti d’angora per bimbi.
Non mancano “Nidi” e “Cassette” di ovetti, tuttavia solo negli anni Sessanta le Uova diventano prodotti di massa. Quelle di lusso contengono una sorpresa e sono un dono non per tutti i portafogli, ma da fine anni Settanta le sorprese si generalizzano a tutte le Uova, mentre le più costose sono addirittura firmate da stilisti famosi.
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Informazioni tesi
Autore: | Maddalena Iacco |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Scienze Ambientali |
Corso: | Scienze e tecnologie agrarie, agroalimentari e forestali |
Relatore: | Francesco Musotti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 45 |
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