Dating Online: il caso Tinder
L’algoritmo di Tinder
La risposta è: nessuna. Secondo alcuni studi sull’algoritmo di Tinder, si è evidenziato che l’algoritmo ad un certo punto smette di collaborare nel momento in cui rileva che l’utente dispone di un abbonamento base. Questa non-collaborazione comporta la notevole riduzione delle possibilità di fare match, in quanto l’algoritmo inizia a remare in senso opposto nei confronti dell’utente proponendo, piuttosto, membri che abbiano un quantitativo ridotto di caratteristiche e affinità nei nostri confronti. La logica di mercato che sta dietro a questo processo starebbe nel voler incrementare il fatturato di Tinder attraverso l’incremento del numero di iscrizioni all’abbonamento Tinder Plus, il quale con una piccola somma al mese, mette in risalto il nostro profilo e rende l’algoritmo maggiormente partecipativo nel fare il nostro interesse (David, Cambre, 2016). Al di là della mera logica economica vi è un’altra particolarità di sua maestà algoritmo: esso viene paragonato ad un Elo Score. Questo Elo score descritto da Duportail (2020) potremmo facilmente definirlo come social rating; la valutazione sociale del nostro profilo viene effettuata dagli altri utenti che hanno interagito con noi ed hanno dunque contribuito a costruire questo indice di desiderabilità del nostro profilo. In definitiva, è vero solo in parte che abbiamo pieno controllo dell’algoritmo; anche perché c’è da dire che spesso e volentieri l’uomo è il male di stesso. Ed è per questo che esiste un altro grande fattore che fa interferenza nel perseguire il nostro obiettivo di trovare una persona con cui instaurare una relazione amorosa: le nostre fantasie. Lo sottolinea Ferrero (2022) nel momento in cui ci fa notare che noi stessi sviluppiamo delle supposizioni, immaginiamo una tipologia di partner piuttosto che un’altra, mettendo in confusione noi stessi. Questo perché, fondamentalmente, neanche noi a volte sappiamo chi o cosa vogliamo realmente ed è per questo che il nostro stesso comportamento può risultare fuorviante ottenendo appuntamenti poco efficaci. Ma non dobbiamo disperarci; ricordiamoci che Tinder ha alla sua base un algoritmo collaborativo per cui è tutto nel suo interesse che gli utenti ottengano una buona performance di risultati. L’esperienza positiva nell’utente non farà altro che farlo ritornare sulla piattaforma una volta conclusosi il rapporto amoroso perché Tinder ha effettivamente contribuito in positivo nella vita di quell’individuo.
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Dating Online: il caso Tinder
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Informazioni tesi
Autore: | Noemi Pulvirenti |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2021-22 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Davide Bennato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
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