Disturbo Borderline di Personalità: Un mare di mostri. Emozioni e Terapie.
Lo Stigma del DBP: L'opinione dei terapisti
Capire lo stigma del disturbo borderline di personalità, è ritenuto un processo molto difficile anche dalla stessa V. Porr, la quale racconta che quando si avvicinò per la prima volta a questo disturbo e quando partecipò a una conferenza tenuta da Marsha Linehan a New York, non riusciva a comprendere lo stigma non sapendo cosa fosse realmente il disturbo borderline di personalità.
Lo stigma proviene principalmente da professionisti che considerano il paziente borderline come il più difficile, motivo per cui spesso non accettano di trattarne troppi perché, secondo loro non migliorano, sono manipolatori, sono stati tutti abusati, vogliono solo attenzioni, fingono il loro dolore e non possono essere diagnosticati in adolescenza. È stata proprio la TARA a fare questi sondaggi riguardo l'atteggiamento generale dei professionisti sul disturbo borderline di personalità.
Oltre a questo, sono stati conservati tutti i dati raccolti anche direttamente dai pazienti durante le telefonate, potendo fare un sondaggio sulle diagnosi errate e i maltrattamenti che ai tempi ottenne oltre duemila risposte. I risultati comprovarono che a molti pazienti che si avvicinarono alla TARA, non era stato diagnosticato il disturbo, anzi erano proprio le famiglie che si diagnosticavano da sole disturbi di ansia, depressione, bipolari e così via. La Porr ha raccontato, sempre durante la conferenza che un terapista aveva erroneamente diagnosticato disturbo per un paziente, definito "Temper Dysregolation Dirorder" e fu proprio la TARA a chiamare il terapista per parlare del fatto che si potesse parlare di DBP, ma non fu accettata. (Porr libro)
Lo stigma può giocare un ruolo decisivo sulla considerazione che una persona ha di sé stessa. Quando parliamo di stigma, ci riferiamo ad un atteggiamento ostile nei confronti di caratteristiche percepite come negative (Goffman, 1963) che vengono attribuite a determinati individui, riconosciuti come diversi, sbagliati, appartenenti ad un gruppo potenzialmente pericoloso, con conseguenze sullo status e le opportunità sociali (Link e Phelan, 2001). L'incompetenza, la pericolosità e l'irresponsabilità sono tra gli stereotipi più comunemente applicati alle persone con malattie mentali (Corrigan e Kosyluk, 2014).
La stigmatizzazione può diventare estremamente invalidante, a causa di processi di internalizzazione (Sheehan, Nieweglowski, Corrigan, 2016) che spingono la persona ad auto-attribuirsi caratteristiche negative percepite come stabili e immutabili, con effetti dirompenti sulla qualità della vita e il mantenimento della psicopatologia. Queste auto- attribuzioni negative solitamente germogliano in ambienti di sviluppo invalidanti, per poi venire ulteriormente rinforzate dalla cultura in cui siamo immersi, per mezzo dei messaggi impliciti ed espliciti che la società diffonde attraverso i media.
In un recente studio nel Regno Unito, Bowen (2019) ha voluto valutare il ruolo della stampa nei processi di stigmatizzazione delle persone con disturbi di personalità, attraverso un'analisi del linguaggio utilizzato negli articoli di stampa popolare. Attraverso la linguistica dei corpora, un metodo per l'indagine linguistica è stato esaminato il 50% di tutte le pubblicazioni dal 2008 al 2017 che si riferivano ai disturbi di personalità, per un totale di 260 articoli.
Dai risultati è emerso come le descrizioni utilizzate incoraggiassero un immaginario di violenza, attraverso il racconto e la descrizione di comportamenti violenti, di strumenti di violenza e etichette identitarie (assassino, mostro, psicopatico, bestia). Come sottolineato dall'autore dello studio, questo linguaggio "crudo incoraggia i lettori a costruire immagini vivide di violenza e potenti risposte emotive di orrore e disgusto, associate a persone con diagnosi di disturbo di personalità".
Molte persone con il disturbo borderline hanno avuto esperienze negative con i terapisti, dalle quali si sono sentiti incompresi e senza speranze, per questo motivo sono scettici riguardo a sperimentare nuovi trattamenti come la DBT. Di conseguenza quando le famiglie si affidano alla TARA per l'addestramento, spiega la presidentessa, il lavoro più difficile è far accettare alla persona con DBP un trattamento basato sull'evidenza.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Disturbo Borderline di Personalità: Un mare di mostri. Emozioni e Terapie.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Elisa Jone Giuliani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Scienze psicologiche |
Relatore: | Nicoletta Vegni |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 174 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi