La religione dei Germani tra storia e storiografia
L'avvento del cristianesimo e le sue conseguenze
Com'è stato esposto nel primo capitolo, le fiabe sono lo specchio della società in cui vivevano i cantori, ma, come evidenzia Propp, ogni favola, ogni mito non è altro che una variante delle altre a prescindere dalla provenienza culturale. Dobbiamo però sottolineare che le storie a noi pervenute da popoli che non conoscevano la scrittura ci sono state raccontate da terzi, che vedevano le tradizioni dei popoli con cui venivano a contatto secondo la loro morale e le loro credenze. Bisogna quindi tenere a mente che una buona parte della letteratura antica corrisponde a racconti di carattere religioso, che con l'avvento del monoteismo sono andati a costituire una produzione culturale.
L'introduzione del cristianesimo in Danimarca e Svezia avvenne nella prima metà del IX secolo e, duecento anni dopo, fu portato in Norvegia e negli arcipelaghi occidentali; in quell'arco temporale da un lato si sviluppò l'età d'oro dei poeti cortesi dal linguaggio dotto e forzato, dall'altro lato, il IX e X secolo fu l'età dei vichinghi, dei poemi anonimi più semplici e solitamente più forti che andarono a comporre le collezioni dell'Edda, scritta probabilmente tra il IX e il XII secolo e poi edita nel XIII secolo dallo studioso islandese Snorri Sturluson.
Ulteriori tracce della vita della popolazione e della religione scandinava le possiamo trovare nell'opera di Adamo Di Brema, opera che viene divisa in quattro volumi nei quali vengono riportate le missioni di cristianizzazione inaugurate nell'832; anche se il teologo non fece mai quei viaggi in prima persona, ma scrisse l'opera facendo affidamento alla tradizione documentaria e letteraria dei testi antichi e medievali, e anche su quella orale.
Fin dai suoi inizi il cristianesimo si è progressivamente costituito contro le religioni politeiste, sebbene i popoli antichi non fossero coscienti di essere politeisti, dato che il termine fu introdotto solo da un pensatore ebraico del I secolo d.C. (Filone di Alessandria). Il termine "politeismo", quindi, andò a indicare un complesso di credenze e di riti che si rivolgono a più divinità e non a un dio unico. Il politeismo, dunque, si costituisce come categoria opposta a quella di monoteismo.
Il cristianesimo progressivamente si pose contro le religioni classiche, relegandole nel territorio della falsità e dell'errore, divenendo poi la religione dominante in molte zone del mondo. Adamo di Brema sottolinea che gli abitanti dei territori scandinavi "adoravano quelli che per natura non erano dèi", che questi dèi non erano rinchiusi in templi, né raffigurati in statue dalle fattezze umane. L'arrivo dei cristiani nelle terre del nord diede il via alle missioni di conversione da parte dei capi religiosi e dei monaci, che avevano il compito di portare i pagani, che vivevano in quelle terre, verso "la parola di Dio" imponendo il cristianesimo anche con violente campagne di persecuzione. Altro compito di questi "missionari" era quello di riportare la storia dei popoli con i quali entravano in contatto, facendo i conti con una tradizione scritta povera, dalla quale però si sono ricavati nomi di re che hanno preceduto l'avvento dell'invasione cristiana e che in alcuni casi coincidono con figure presenti nella tradizione orale mitica, come Björn il quale, secondo la succitata tradizione, fu un re di Scandinavia semi-leggendario.
Con la diffusione e l'affermazione del cristianesimo, le religioni antiche sono ricordate come una religione superata, sconfitta dal monoteismo e dal progresso della civiltà, secondo una visione evoluzionistica alla quale hanno contribuito teologi, filosofi cristiani e gli stessi storici della religione. Durante quest'evoluzione, il cristianesimo applicò una censura sulle antiche religioni riducendone gli dèi a personaggi di una generica mitologia, una componente di racconti fantastici, di favole. Adamo Di Brema attesta che la religione germanica si sarebbe distinta dalle altre religioni politeiste (come quella romana e greca) grazie a un tratto molto forte: la brutalità dei riti e non solo. Il teologo riferisce non solo di violenze durante gli scontri tra pagani e cristiani, ma anche di sacrifici umani e di torture disumane, riportando le parole di un re dei Danesi:
"Sgozzati come bestie tutti gli altri, sessanta preti furono mantenuti in vita per scherno. Tra di loro c'era il preposito maggiore del luogo che aveva come nome Oddar ed era nostro consanguineo. Insieme agli altri fu così martirizzato: con un coltello venne a ciascuno incisa la pelle della testa in forma di croce e messo a nudo il cranio; poi, legate loro le mani dietro la schiena, i confessori di Dio furono trascinati per ogni centro degli slavi e tormentati con percosse o in altro modo fino a che morirono".
Nell'opera del teologo scene di questo tipo ricorrono frequentemente e non solo in momenti dove la narrazione illustra avvenimenti di guerra, ma anche in situazioni di tentativi di conversione, come quello narrato al paragrafo 60 del secondo libro: quando un certo Volfredo, anglo che predicava l'amore di Dio, arrivò in Svezia e si mise a maledire il dio che i pagani del posto chiamavano Thôrr e ne ridusse a frantumi il simulacro che stava al centro dell'assemblea. A quest'azione gli abitanti lo trafissero e poi ne gettarono il corpo dilaniato in una palude.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La religione dei Germani tra storia e storiografia
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Simeoli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Studi Umanistici |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Carmine Pisano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
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