L'Asia Centrale dall'indipendenza dall'Unione Sovietica a oggi. I casi del Kazakistan e dell'Uzbekistan
Kazakistan: l'addio di Nazarbaev
Il 19 marzo 2019, Nursultan Nazarbaev, leader unico del Kazakhstan per ventotto anni - addirittura trentacinque considerati gli anni passati come Segretario del Partito in epoca sovietica - annunciò le dimissioni in diretta televisiva.
Nato nel 1940 nella regione di Chemolgan nei pressi di Alma Ata (l'attuale Almaty) Nazarbaev proveniva da una famiglia di agricoltori che subì le pesanti conseguenze delle politiche di collettivizzazioni sovietiche staliniste. Il padre a seguito di queste politiche, decise di trasferire la famiglia in montagna per riprendere una vita nomadica. Questa esistenza bucolica continuò fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando la famiglia ritornò a Chemolgan dove il giovane Nazarbaev frequentò la locale scuola. A fine studi passò un periodo di apprendistato presso gli impianti siderurgici di Temirtau a Karaganda - città industriale nel nord del Kazakhstan- e quindi in Ucraina a Dniprodzerzhynsk presso le acciaierie del Donetsk.
Dopo una giovinezza trascorsa quindi a stretto contatto col mondo operaio, nel 1960 conseguì la laurea in ingegneria e nel 1962 si iscrisse al Partito Comunista, facendo carriera prima nella Lega dei Giovani Comunisti (Komsomol), e poi come segretario della sezione universitaria del politecnico di Karaganda. La sua scalata nel partito proseguì e nel 1976 fu nominato secondo segretario del Comitato regionale del partito comunista di Karaganda, e nel 1984 primo ministro della repubblica nel governo del kazako Dinmukhamed Kunayev.
Nel suo ruolo riuscì abilmente a consolidare il potere tanto a emergere nel panorama del collasso sovietico non solo come figura locale di riferimento ma pure come influente personalità a livello Centrale moscovita.
Nel 1986 in occasione della sedicesima sessione del partito comunista del Kazakhstan, Narazbaev criticò pesantemente Askar Kunayev, fratello di Dinmukhamed e responsabile dell'accademia delle scienze, per non aver riformato il dipartimento. Si aprì una lotta di potere con Dinmukhamed tanto che Mosca rimpiazzò Kunayev con l'etnico russo Kolbin, che in realtà ebbe ben poca autorità in Kazakhstan.
Segno che i tempi stavano cambiando e velocemente, si ebbe con le reazioni in Kazakhstan, dove la nomina di un etnico russo fino ad allora segretario di un oblast nella RSFRS, causò violente proteste ad Almaty. Durante i tumulti Nazarbaev tenne un basso profilo e il 22 giugno 1989, fu nominato Segretario del partito succedendo a Kolbin.
Dal 22 febbraio 1990, Nazarbaev ricoprì la carica di Presidente del soviet supremo kazako e il 24 aprile fu nominato primo Presidente del Kazakhstan.
La sua relazione molto positiva con Gorbaciov lo fece avvicinare favorevolmente alla riforma della perestroika, tanto che Gorbaciov gli propose la carica di vice presidente dell'Unione Sovietica; proposta che egli rifiutò.
Nell'agosto del 1991 sostenne il presidente russo Boris Eltsin contro il tentato colpo di Stato. Il collasso dell'URSS lo vide assai diffidente e scettico, tanto che pur aderendo senza esitazioni alla CSI con la firma ad Almaty del trattato di adesione alla Comunità degli Stati indipendenti (CSI), il Kazakhstan sarà l'ultima delle repubbliche ex sovietiche centroasiatiche a dichiarare l'indipendenza.
In seguito con la consueta abilità riuscì a conservare il potere vincendo le elezioni del primo dicembre 1991; prime di una serie di trionfali consultazioni elettorali. Gli anni a venire lo videro come costruttore dell'identità nazionale e come leader della transizione dal sistema economico sovietico al capitalismo di mercato. In tutto questo frangente costruì un apparato di governo di cui ebbe il controllo totale tramite la maggioranza assoluta conquistata nel Majilis (il parlamento) dal partito Nur Otan (radiosa patria), da lui fondato, e con opportune misure costituzionali che rafforzarono il suo ruolo; come rendere illimitato il numero di volte in cui poteva competere alle elezioni. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'Asia Centrale dall'indipendenza dall'Unione Sovietica a oggi. I casi del Kazakistan e dell'Uzbekistan
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Giorgio Antonino Giuseppe Vanni |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Storiche |
Corso: | Storia contemporanea |
Relatore: | Silvia Conca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 148 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi