Skip to content

Fake news e post-verità: le sfide del giornalismo digitale

Disinformazione e deepfake

Un fenomeno strettamente legato a quello delle fake news riguarda quello della disinformazione. Consiste nello specifico nella pratica di “diffusione intenzionale di notizie o informazioni inesatte o distorte allo scopo di influenzare le azioni e le scelte di qualcuno.” (https://www.treccani.it/vocabolario/disinformazione).
A tal proposito, la già citata giornalista americana Claire Wardle, ha dato un contributo importante all’argomento, essa è infatti direttore esecutivo di First Draft, un progetto nato nel 2015 con il chiaro intento di combattere la disinformazione online, grazie all’unione di nove organizzazioni riunite da Google news Lab che comprende colossi come Facebook e Twitter.( https://firstdraftnews.org/about/). A questo progetto, la giornalista americana ha contribuito descrivendo tre tipologie di cattiva informazione. Oltre alla dis-information (disinformazione) già citata, distingue la mis-information e la mal-information, con cui si intende rispettivamente per la prima un’informazione falsa, divulgata però involontariamente, mentre per la seconda la strumentalizzazione di informazioni basate su fatti realmente accaduti create con lo scopo di danneggiare persone, istituzioni o intere comunità (Cosenza, 2020). Individua poi sette diversi modi di disinformare, con il fine di aiutare ad orientare le persone nell’approccio alla disinformazione, elaborati anche in seguito alla disinformazione che aveva caratterizzato l’ultima campagna elettorale negli Stati Uniti. Il primo modo è quello che riguarda i contesti ingannevoli, ovvero quando il contenuto reale è accompagnato da informazioni contestuali false, il contenuto è vero ma viene utilizzato in un contesto falso. Il secondo modo riguarda i contenuti ingannevoli, dove il contenuto viene presentato come proveniente da fonti realmente esistenti quando in realtà sono false. Abbiamo poi i contenuti falsi, basati interamente sulla finzione, costruiti appositamente per ingannare e trarne profitto. Il quarto modo fa riferimento ai contenuti, quali foto o video, che vengono manipolati appositamente per trarre in inganno. Il quinto modo è quello che fa riferimento all’uso manipolatorio della satira che avviene quando il contenuto satirico viene utilizzato inconsapevolmente per trarre in inganno. Il sesto modo riguarda i contenuti fuorvianti cioè l’informazione reale viene utilizzata a scopo ingannevole per inquadrare una persona o un problema. E infine abbiamo i collegamenti ingannevoli, cioè quando titoli, immagini o didascalie differiscono dal contenuto. (https://www.valigiablu.it/fakenews-disinformazione/)

Una conseguenza ancora più grave della disinformazione che sfocia nelle fake news è quella che riguarda invece il fenomeno del deepfake. “Per deepfake si intende la nuova tecnica che sfrutta l’intelligenza artificiale per sovrapporre il volto di una persona ad un’altra ripresa in un video. Grazie al deep learning, i volti di due persone vengono così sostituiti, manipolando i video per far dire a chiunque tutto quello che si vuole, riproducendo la voce e sincronizzando il labiale. In questo modo, un video fake viene reso indistinguibile da uno autentico. Di solito si tratta di celebrità o politici, manipolati in modo tale che i nuovi video “fake” sembrino reali, finendo così per alterare l’informazione.” (https://www.am.pictet/it/blog/articoli/tecnologia-e-innovazione/deepfake-significato-e-pericoli-per-l-informazione-la-politica-e-la-finanza). Quello che rende questa pratica particolarmente pericolosa è l’accuratezza e la precisione con cui essa viene applicata e usata, capace di rendere difficile il riconoscimento della finzione dalla realtà, in modo tale da confondere maggiormente chiunque si imbatta in questo tipo di contenuto, proprio perché i software con cui sono creati sfruttano l’intelligenza artificiale e presentano un livello di artificialità così alto da rendere quasi impossibile distinguere il vero dal falso. Un esempio di questi software può essere l’applicazione FaceApp, creata nel 2018, con cui è possibile ricreare foto e video apportando modifiche ai volti, scambiandoli anche con altri. “Con l’ausilio della rete neurale artificiale e la potenza del processore grafico dai tre ai quattro gigabyte di memoria, FaceApp riesce a produrre video totalmente falsi. Per fare ciò in modo credibile, il programma ha bisogno di molti contenuti visivi relativi alla “vittima”, in modo da apprendere quali caratteristiche dell’immagine debbano essere modificate, mediante l’utilizzo di un algoritmo di deeplearning fondato su sequenze di video e immagini.” (Cosenza, 2020). Quasi tutte le applicazioni del genere si basano su questa logica, la cosa che preoccupa però è il potenziamento che potrebbero avere questi tipi di software e le ripercussioni che possono esserci su chi è vittima di questa pratica. Questo nuovo fenomeno dovrebbe preoccupare tutti, soprattutto nei casi di uso per atti vandalici o pornografia, ad oggi, infatti, non è molto difficile recuperare foto e video di qualsiasi persona, basta essere iscritto ad un qualsiasi social network e aver caricato dei contenuti propri. In merito a questo l’articolo di Federica Bertoni, informatico forense, presente sulla rivista “Ciberspazio e diritto”, offre uno spunto di riflessione importante: “I deepfake rappresentano il nuovo cancro dell’informazione on line. Sono fake d’acciaio, nate dalla costola di alcune tecniche che l’intelligenza artificiale sottintende. I deepfake plasmano il mondo del verosimile in una maniera tanto sofisticata da cancellare i confini fra ciò che è vero e ciò che è falso, fino a forgiare una seconda realtà, parallela alla prima. I deepfake sono profondi nel loro grado di realismo e nelle intenzioni di chi li produce, ma sono profondi, soprattutto, nel grado d’impatto politico e sociale che possono raggiungere. Considerati alla stregua di potenziali armi cibernetiche sfruttabili contemporaneamente su tutti i piani su cui poggia oggi la nostra esistenza, i deepfake debbono essere attentamente monitorati e studiati; nondimeno un’accurata analisi condotta su di essi potrebbe svelare tutti gli elementi utili per disegnare le linee guida essenziali ai fini della loro corretta gestione, nell’ottica della fisiologica trasversalità del problema tecnologico-giuridico che incarnano.” (Bertoni, Ciberspazio e diritto, n. 62, 2019)

Questo brano è tratto dalla tesi:

Fake news e post-verità: le sfide del giornalismo digitale

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Antonia Rinaldi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2019-20
  Università: Link Campus University - L'Università internazionale a Roma
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della Comunicazione
  Relatore: Eliseo Sciarretta
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

stampa
digitalizzazione
giornalismo digitale
fake news
post-verità

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi