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La politica mediata. Uno studio sulla comunicazione orientata al cittadino con l'utilizzo dei nuovi media

Internet politics dei cittadini: piattaforme di aggregazione virtuale e il caso M5S

L’uso di Internet per fare politica è risultato utile non solo ai diretti esponenti pubblici, ma anche alle persone comuni interessate all’attivismo. Dagli anni Novanta, ma con una grande accelerazione soprattutto dai primi anni Duemila, sono sorti specifici blog e luoghi virtuali di aggregazione e confronto “dal basso”, creati da cittadini di comunità locali e volontari allo scopo di poter organizzare incontri nel mondo reale in cui poter discutere faccia a faccia o manifestare in gruppo: si parla di “associazioni grassroots”, e si differenziano da quelle orchestrate dai tradizionali gruppi di potere. Uno degli strumenti più importanti in questo senso è il sito di Meetup.com: con diciannove milioni di iscritti, dal 2001 è la più grande rete al mondo di gruppi locali e permette di creare il proprio o cercarne uno tra gli oltre novemila attivi ogni giorno. Alcuni servizi simili hanno avuto ruoli fondamentali per panificare manifestazioni e cortei di protesta contro politiche di governo, monetarie, di istruzione, di alimentazione e cultura, a livello statale e oltre. Esempio famosissimo: in Spagna il movimento degli Indignados, diventato molto famoso nel 2011 per via delle proteste iniziate contro il governo Zapatero a causa della pessima situazione economica in cui versava il Paese, ha preso corpo per merito di un grande numero di sostenitori di varia preferenza politica, credo religioso, cultura ecc. accomunati dalla medesima preoccupazione e indignazione per la corruzione del sistema politico e bancario; questi cittadini si sono organizzati grazie alla piattaforma Internet offerta dall’associazione ¡Democracia Real YA!, e in seguito hanno utilizzato soprattutto Twitter e Facebook per pianificare dei sit-in di protesta e occupazione cui hanno partecipato molte migliaia di persone. Il movimento degi Indignados ha riscosso grande successo anche negli Stati Uniti con il movimento Occupy Wall Street, in Germania, Francia, Italia e altri Paesi: di tutto ciò è importantissimo evidenziare il ruolo logistico fondamentale svolto dai new media basati sulla Rete. Un altro esempio di organizzazione online dal basso: nelle rivolte della Primavera Araba, molte proteste in diversi paesi sono state preparate, programmate e condotte con l’utilizzo di alcuni social media (uno fra tutti, il microblogging istantaneo permesso da Twitter) e appositi siti dedicati.

Questa introduzione sulle piattaforme virtuali di aggregazione sociale consente di introdurre il blog di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Esso venne inaugurato nel 2005 ad opera del comico e dell’esperto di marketing del Web Gianroberto Casaleggio, attirando in poco tempo un’ampia partecipazione con duecentomila visite giornaliere e più di mille commenti per ogni post pubblicato; divenne il primo blog italiano per numero di collegamenti e tra i primi al mondo per numero di accessi [Biorcio e Natale 2013]. Questo sito ha basato la propria organizzazione a livello locale sull’utilizzo della citata piattaforma Meetup, che ha permesso di organizzare ogni volta piccoli eventi circoscritti sulla base di agende autonomamente gestite dai cittadini con la collaborazione degli attivisti. Il meccanismo ha avuto un successo enorme in meno di dieci anni, tanto che al 2013 si contavano 865 gruppi di "amici di Beppe Grillo" in 711 città di tutto il mondo, comprese Londra, Parigi, Ginevra, San Francisco [Luna 2013, in https://www.repubblica.it/politica/2013/03/05/news/meetup_rivoluzione53890946/]. Il Movimento è riuscito così a spostare la mobilitazione dal mondo virtuale a quello reale, con diverse manifestazioni di successo: le più famose sono state i V-Day, raduni che hanno raccolto decine di migliaia di persone in luoghi diversi e aventi lo scopo di mandare un messaggio forte alla classe politica; il primo e più famoso di essi, tenutosi nel 2007 davanti al Parlamento Europeo, costituiva il risultato di due anni di campagne informative “indignatorie” e organizzazione online contro la presenza di 23 deputati condannati in via definitiva nel Parlamento italiano.

La scommessa di Grillo è stata quella di puntare sulla crescente diffusione di Internet sfruttando le potenzialità della Rete come motore di cambiamento sociale e fonte di libera informazione: così come avvenuto nel 1994 con Berlusconi, che ha saputo proficuamente utilizzare la televisione per proporsi alla popolazione italiana come alternativa ai vecchi partiti, anche il comico è riuscito a ottenere un vasto consenso adoperando un canale comunicativo relativamente nuovo e ancora non ben sfruttato a tal scopo (almeno in Italia). Ma le somiglianze tra i due leader si fermano qui, perchè al di là degli evidentemente differenti programmi di riforma della società e delle idee e valori di ispirazione, sono proprio le modalità comunicative profonde a cambiare. La natura del vecchio medium televisivo permette soltanto una comunicazione di tipo unidirezionale tra la fonte dei programmi, cioè chi gestisce i canali televisivi, e il pubblico dei cittadini: in questo modo esso rimane sostanzialmente passivo e ricettivo; non vi è la possibilità di esporre giudizi, commentare, fornire feedback di qualunque tipo. Una comunicazione di questo tipo afferisce dunque, in modo non molto diverso, a quella che possono permettere tradizionali media quali giornali e radio. La vera novità del Web invece è che consente la partecipazione continua degli utenti finali al processo comunicativo, interazione potenzialmente feconda che può creare spazi di discussione e facilitare l’impegno di tutti i fruitori: una forma di “democrazia diretta” non rappresentativa, plebiscitaria, anche se solamente online. Il messaggio politico che si vuole mandare con l’adozione di una “democrazia virtuale” di questa specie è che i cittadini non si fidano più dei loro rappresentanti politici, e vogliono riprendersi la delega affidata ai partiti. Oltretutto, almeno potenzialmente, tale sistema garantisce la circolazione di informazioni senza filtri e censure dettate dai partiti e dai poteri forti che nel nostro Paese detengono un’enorme influenza sui mezzi d’informazione tradizionali: Reporter Senza Frontiere nel 2013 classificava l’Italia al 57esimo posto nel mondo per libertà d’informazione, a causa della grave penalizzazione del reato di diffamazione e del periodico riproporsi di molte “leggi bavaglio” [Reporter Senza Frontiere, in www.rsfitalia.org]. Nel 2014 la situazione ha visto un miglioramento fino alla posizione 49 grazie all’approvazione di una legge sulla diffamazione a mezzo stampa che prevede non più il carcere ma solo sanzioni pecuniarie per i giornalisti [Atto del Senato n. 1119, XVII Legislatura]; tuttavia si consideri che da più parti tali provvedimenti sono stati anche additati come attacchi intimidatori alla libera informazione, sia a causa di multe troppo salate, sia a causa della possibilità di oblio e rettifica senza replica delle pagine Web e giornali che hanno ricevuto una denuncia [per approfondimenti, si veda in sitografia: Online-news 2014]. In definitiva, l’Italia non mostra ancora una sufficiente libertà di stampa, e per questo motivo la possibilità per le persone di informarsi in modo più libero tramite la Rete è uno dei diritti fondamentali dei cittadini che il Movimento propone: “La verità ormai non passa più attraverso i media convenzionali, ma attraverso la Rete e questo nostro blog ne è un esempio” [Grillo 2005, in https://www.beppegrillo.it/2005/11/stand_up_clean.html]
Il blog ufficiale si è trasformato nel corso degli anni da esperimento di aggregazione virtuale a piattaforma di coordinazione vera e propria, da strumento d’espressione delle opinioni personali del suo leader a “portale di cittadinanza attiva in grado di fare emergere, e di sviluppare con una relativa continuità, analisi e discussioni su molti problemi italiani, spesso in aree dedicate” [Biorcio e Natale, 2013; pag. 97].

Questo brano è tratto dalla tesi:

La politica mediata. Uno studio sulla comunicazione orientata al cittadino con l'utilizzo dei nuovi media

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Ghibaudo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Francesco Paolo Colucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 51

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Parole chiave

politica
new media
social network
teoria della comunicazione
attitude change

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