Sonno, attività fisica e performance atletica

Con il termine attività fisica ci si riferisce a qualsiasi forma di movimento corporeo che comporta un dispendio energetico al di sopra del livello basale e che comprende le diverse attività della vita quotidiana, professionale e il tempo libero (Lang et al., 2016). L’American College of Sport Medicine e l’American Heart Association, al fine di promuovere la salute pubblica negli adulti, raccomandano di svolgere attività fisica aerobica di intensità moderata (in cui vi è aumento della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria ma è possibile conversare tranquillamente) della durata di 30 minuti per cinque giorni alla settimana o attività fisica aerobica ad alta intensità (in cui vi è un aumento della frequenza cardiaca e della frequenza respiratoria e la conversazione risulta difficile) per un minimo di 20 minuti per tre giorni alla settimana (Chennaoui et al., 2015).

L’attività fisica e il sonno sono considerati due aspetti fondamentali dello stile di vita di un soggetto in quanto particolarmente importanti nel prevenire le principali malattie croniche che possono manifestarsi in età adulta (Mitchell et al., 2016). E’ solito pensare che entrambi siano due comportamenti completamente distinti e guidati da meccanismi fisiologici totalmente differenti. Tuttavia, le maggiori conoscenze scientifiche acquisite sul sonno hanno permesso di ipotizzare collegamenti diversi tra il sonno e l’attività fisica (Atkinson e Davenne, 2007).

Infatti, da lungo tempo, l’attività fisica viene associata ad un sonno migliore e, nel corso degli anni, si sono andate accumulando diverse prove sperimentali circa l’efficacia dell’attività fisica come trattamento non farmacologico alternativo per i disturbi del sonno. Al tempo stesso, ricerche più recenti hanno suggerito che un sonno povero potrebbe contribuire a bassi livelli di attività fisica sottolineando l’esistenza di un rapporto reciproco e bidirezionale tra attività fisica e sonno (Kline, 2014).