Elementi Pneumatologici nel Contra Eunomium e nel De Spiritu Sancto di S. Basilio di Cesarea
Lo Spirito Santo è al di sopra della creazione, come attestano le Scritture
Basilio nell’ultima parte del III libro presenta lo Spirito Santo come al di sopra della creazione. Tale considerazione, nasce dalla necessità di rispondere alle affermazioni di Eunomio secondo le quali lo Spirito Santo non potendosi annoverare come “ingenerato”, né come “generato”, doveva necessariamente definirsi “creatura” e “opera”. Questa deduzione verrebbe dall’esegesi di alcuni brani scritturistici operata dagli pneumatomachi, ai quali Basilio oppone una esegesi fedele più rispondete al significato testuale.
«Essi portano prove a favore del fatto che anche lo Spirito Santo sia stato creato. Una viene dal profeta che dice: “Colui che rafforza il tuono e crea lo spirito” (Am 4, 13); l’altra dal Vangelo: “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lui” (Gv 1, 3). Noi invece siamo convinti che le parole del profeta non si riferiscano allo Spirito Santo, ma a questo vento comune, la corrente dell’aria. È evidente da ciò, dal fatto che non ha detto: Colui che ha creato lo spirito, ma Colui che crea lo Spirito. […] Inoltre l’espressione: “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lui” (Gv 1, 3) non ci indica affatto che lo Spirito Santo sia creato, come se lo Spirito fosse connumerato insieme con tutte le altre cose, perché, se lo Spirito Santo è uno solo e unico, come può ciò che è proprio della natura monadica essere compreso insieme con tutte le cose?».
Dinanzi a tale tesi Basilio, pur ammettendo una certa sua ignoranza sullo Spirito Santo, afferma che bisogna restituire allo Spirito quella glorificazione testimoniata dalle Scritture, nelle quali certamente lo Spirito non viene definito “ingenerato” né “generato”.
«Perché dunque dovremmo destare meraviglia, se ammettiamo la nostra ignoranza, senza vergognarcene, anche riguardo allo Spirito Santo, restituendogli quella glorificazione che gli è stata testimoniata incontestabilmente? Che egli sia al di sopra della creazione ce lo indicano sufficientemente le parole trasmesse dalle Scritture, poiché è impossibile che siano della stessa natura il santificatore e i santificati, chi insegna e chi riceve l’insegnamento, il rivelatore e chi ha bisogno della rivelazione. Nessuno è così completamente fuori di senno da osare chiamare ingenerato altri se non il Dio dell’universo e da parlare di un altro Figlio, poiché l’Unigenito è uno solo».
Se lo Spirito Santo non è né “ingenerato” né “generato”, con quale nome bisognerà allora rivolgersi allo Spirito per esprimerne la superiorità rispetto alla realtà creata? Basilio risponde attraverso appellativi scritturistici:
«Spirito Santo (Gv 14, 26), Spirito di Dio (Rm 8, 9), Spirito di verità (Cf. Gv 14, 17; 15, 26; 16, 13), inviato da Dio, fornito attraverso il Figlio, non servo, ma santo, buono, sovrano (Sal 50, 14), Spirito vivificante (Cf. Gv 6, 63), Spirito d’adozione (Cf. Rm 8, 15), che conosce tutte le cose di Dio (Cf. 1Cor 2, 10–11). Così il principio dell’unità sarà salvaguardato anche nella Trinità, se confesseremo un solo Padre e un solo Figlio e un solo Spirito Santo».
È chiaro allora come Basilio per esprimere la non creaturalità dello Spirito faccia affidamento su una base scritturistica solida, la quale gli consente, con una consistente stabilità, di affermare la sussistenza (hypòstasis) dello Spirito Santo.
Basilio volendo concludere il III libro sullo Spirito Santo, rimanda per una conoscenza piena e perfetta dello Spirito, ai tempi escatologi nei quali si comprenderà tutta la verità. Fino ad allora ci si dovrà limitare, se sembra poco, ad affermare soltanto ciò che la Scrittura ci dà da conoscere.
«Una mente pia evita di attribuire allo Spirito Santo ciò che nelle Sacre Scritture è stato taciuto ed è persuasa che la sua esperienza e la sua precisa conoscenza ci siano riservate per il secolo futuro, quando, superata la visione della verità che ora abbiamo attraverso uno specchio e in modo oscuro, saremo giudicati degni della contemplazione faccia a faccia».
Se questo III libro del Contro Eunomio riguardante la dottrina sullo Spirito Santo, sia da considerarsi relativamente breve, ciò è da attribuire al fatto che Basilio deve rispondere, per il momento, soltanto ad un breve capitolo dell’Apologia di Eunomio. Si riserverà di approfondire e motivare ancor di più la sua pneumatologia in un vero e proprio trattato, che analizzeremo nel prossimo capitolo, a cui darà un titolo inequivocabile: “De Spiritu Sancto”.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Elementi Pneumatologici nel Contra Eunomium e nel De Spiritu Sancto di S. Basilio di Cesarea
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Informazioni tesi
Autore: | Simone Gentile |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Pontificia Facoltà dell'Italia Meridionale |
Facoltà: | Istituto Teologico Salernitano |
Corso: | Teologia |
Relatore: | Antonio Cantelmi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 111 |
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