Le Learning Organizations
Realtà manifesta e realtà latente: la doppia dimensione organizzativa
La prospettiva psicodinamica considera il fenomeno organizzativo analizzabile a due livelli di realtà:
- A livello di realtà manifesta, l’organizzazione è direttamente osservabile e valutabile, per quel che riguarda sia i compiti e le mete che si propone di raggiungere, sia i comportamenti direttamente osservabili dei suoi membri.
- Invece, il livello di realtà latente appare evidenziabile solo attraverso un’analisi più approfondita del contesto organizzativo.
Un’organizzazione, oltre alle strutture direttamente osservabili, è formata anche da relazioni e legami affettivi tra i suoi membri, i quali tendono a canalizzare nel rapporto l’aggressività e le pulsioni libidiche. È una dimensione inconscia basata su un livello comunicazionale simbolico ed affettivo che garantisce la stabilità del sistema e riproduce collusivamente le relazioni che i singoli individui hanno esperito nei loro più precoci rapporti sociali, quelli familiari. Nel momento in cui questa dimensione non è presa in considerazione, essa si trasforma in una serie di resistenze nei confronti di ogni tentativo che comporti delle modifiche alla realtà esistente.
Per sottolineare questa differenza tra realtà organizzativa manifesta e latente, Renzo Carli introduce una distinzione tra due dimensioni del fenomeno organizzativo, la dimensione organizzativa e quella istituzionale.
Con il termine «organizzazione» egli si riferisce all’aspetto razionale del comportamento individuale e sociale, basata sul giudizio e la consensualità. Mentre definisce “istituzione” «quella particolare modalità relazionale che, nell’ambito di ogni struttura sociale, viene collusivamente assunta dalle sue componenti al fine di garantire la reciprocità affettiva al suo interno, od in altri termini, al fine di regolare l’aggressività intraspecifica che renderebbe impossibile, se non fossero “istituite” delle strutture razionali di controllo, quell’interazione produttiva che costituisce il fine di ogni struttura sociale, considerata nel suo versante organizzativo.» Le “istituzioni” fronteggiano le angosce sempre presenti in ogni rapporto sociale, attraverso modalità relazionali che riproducono le stesse angosce elaborate dal bambino nel primitivo rapporto con le figure primarie. Tramite l’istituzione si fondano dei legami di reciprocità affettiva tra i membri della struttura sociale, in essa vengono canalizzate la pulsione libidica e l’aggressività delle dinamiche relazionali mantenendo la stabilità della struttura.
Ogni struttura organizzativa nasconde una dimensione istituzionale funzionale ad essa, che si caratterizza come elemento di forte resistenza inconscia in caso di cambiamento organizzativo; pertanto, prima di modificare la struttura razionale, bisognerà ristrutturare l’assetto istituzionale per evitare la formazione di meccanismi di resistenza.
Secondo la prospettiva psicodinamica, per realizzare un cambiamento che sia autentico occorre ritornare alle vicende dei singoli, alle loro ansie, ambivalenze e conflitti, ma dato che essi confluiscono nel vissuto organizzativo, il materiale fantasmatico prodotto dal e nel gruppo potrà divenire una chiave di lettura privilegiata per l’interpretazione e la risoluzione delle problematiche organizzative.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Le Learning Organizations
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Informazioni tesi
Autore: | Melita Di Giovanni |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'Educazione |
Relatore: | Orazio Licciardello |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 176 |
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