Il desiderio di narrarsi attraverso il gioco: una proposta ludica

A questo punto dello studio crediamo importante dare corpo alla ricerca fin qui svolta attraverso un’attività che in modo pratico riassuma i punti toccati dall’indagine teorica. Prima di far ciò risulta utile riprendere velocemente alcuni punti studiati.

Abbiamo visto qual è l'importanza della narrazione di alcuni episodi della propria vita: mentre un narratore da forma al proprio racconto egli rielabora il proprio vissuto prendendone parte. Abbiamo visto come i simboli rimandino ad un "qualcosa d'altro" che cambia da persona a persona ma che in alcuni casi può accomunare chi parla e chi ascolta nel momento dell'attribuzione di significato dato alle parole e alle immagini.

E' stato approfondito il ruolo importante di chi ascolta perchè alla base del riconoscimento dell'altro. Abbiamo osservato come la tensione nel gioco possa essere una forma per creare un legame tra gli attori che partecipano ad una relazione. Il gioco impone ai giocatori un confronto con la propria umanità fatta di limiti: uno spazio condiviso ed un tempo limitato sono due esempi di questi confini.

Assodato che questi elementi sono costitutivi dell’uomo, vediamo come un educatore possa creare uno strumento che utilizzi assieme queste caretteristiche all'interno del proprio ambito professionale. E’ doveroso premettere che non abbiamo ambizioni da game designer e sopratutto il nostro non è un progetto che mira all’infallibilità del motore ludico.
Abbiamo pensato tuttavia di creare uno strumento pratico che dia forma concreta al desiderio di narrarsi attraverso il gioco, per l’importanza che come abbiamo visto esso riveste.