In-Game Advertising: le percezioni degli utenti sul videogioco come veicolo pubblicitario

I videogiochi possono essere usati anche come strumento di informazione ed educazione. In questo senso il gioco nasce intorno ad un messaggio non commerciale con lo scopo di sensibilizzare gli utenti su tematiche sociali, economiche o politiche.

Michael, Michael, Go Recycle! cerca di educare i bambini ad un comportamento ecosostenibile. Bisogna aiutare il protagonista a riciclare i rifiuti e a fermare coloro che mettono in pericolo la pulizia del parco nel quale è ambientato il gioco.

Quando i videogiochi sono usati come strumento di critica per boicottare quelle stesse multinazionali che hanno fatto dell’advergame un elemento del proprio communication mix, si parla di anti-advergame.

Il primo caso italiano è stato McDonald’s realizzato dalla software house Molleindustria al fine di incentivare i giocatori a riflettere sull’operato della multinazionale americana in relazione a precarizzazione dei posti di lavoro, desertificazione, deforestazione, vendita di prodotti OGM e avvelenamenti alimentari. Obiettivo del gioco è incrementare i guadagni di McDonald’s limitando le spese attraverso il controllo di ogni fase del processo produttivo degli hamburger: dal pascolo alla macellazione delle mucche, dal management del punto vendita a quello della marca. Per vincere occorre essere spietati e avvalersi delle pratiche scorrette messe a disposizione, come precisa la presentazione del gioco: “Ricorda: per avere successo e rimanere alla guida della più grande catena di ristorazione al mondo non dovrai farti nessuno scrupolo”. Giocando infatti l’utente si accorge che per massimizzare i profitti e quindi vincere dovrà abbattere foreste tropicali, sottrarre terreno alle popolazioni indigene, nutrire i bovini con farine animali e ormoni, maltrattare i dipendenti e lanciare subdole campagne pubblicitarie per aumentare la clientela. […]