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La difesa militare nel Regno di Sardegna nell'età di Filippo II

La difesa costiera nel Regno di Sardegna

Affrontiamo ora il problema della difesa costiera sarda. L’isola è sempre stata un bersaglio preso di mira da nemici della Corona spagnola durante il XVI secolo e oltre, e ciò a causa della sua conformazione e della sua posizione nel Mediterraneo. Se si presta attenzione alla sua ubicazione infatti si potrà notare che la Sardegna si trova più o meno ad uguale distanza dall’Africa, dalla Sicilia, dall’Italia e dalla Spagna, e quindi non troppo lontana per rendere difficili gli assalti corsari e allo stesso tempo non abbastanza vicina per essere soccorsa tempestivamente, come affermava l’ingegnere Rocco Capellino.
Osservando le coste invece si potrà cogliere:

una singolare disparità fra quella orientale, poco tortuosa e quella occidentale al contrario estremamente propizia al riguardo, caratteristica che sembra quasi predestinarla ad una sua propensione verso il blocco spagnolo […]. Ne conseguì infatti un agevole sviluppo delle relazioni con la sponda iberica. Su quella costa […] si edificarono le principali città sarde.

Inoltre non bisogna sottovalutare il ruolo di scalo marittimo al centro del Mediterraneo, e anche se non godeva di un grande traffico mercantile, a causa delle piccole dimensioni dei golfi e dei porti, ciò la rendeva un comodo appoggio da difendere e allo stesso tempo una ghiotta occasione di assalti e razzie. Risultava assolutamente «Prioritario quindi fortificare i porti, in genere abbastanza modesti, e munire le loro adiacenze di un sistema di avvistamento a breve raggio, una sorta di torri di controllo dell’epoca».
Si può benissimo immaginare, alla luce di quanto spiegato nel capitolo precedente, quanto potessero risultare devastanti gli attacchi corsari, soprattutto barbareschi, specie se potevano contare sull’aiuto di qualche rinnegato originario del luogo.
Per la Spagna, la Sardegna assumeva anche una grande importanza strategica, perché grazie alla sua posizione rappresentava un buon avamposto naturale contro la Barberia, svolgendo un ruolo di contenimento contro l’espansionismo turco e barbaresco. D’altra parte l’isola sarà perennemente minacciata dalle incursioni e «I molti avisos che si scambiano i viceré dei regni mediterranei attestano che la presenza turca e francese, al pari di quella barbaresca, è sempre incombente nel mediterraneo occidentale». Gli avisos diventavano man mano più numerosi con l’avvicinarsi della bella stagione, ricordiamo infatti che era quello il periodo di crociera dei corsari. Un esempio lampante è quello di Terranova, che appunto nell’estate del 1553 fu saccheggiata brutalmente da Dragut.

Il sistema difensivo costiero della Sardegna ha subito una significativa trasformazione nel corso del XVI secolo, metamorfosi che venne generata da ciò che accadde nel Mediterraneo: nella prima metà del secolo si vi erano solo poche piazzeforti che difendevano punti focali, ma dalla seconda metà del secolo, precisamente dagli anni Settanta e con un incredibile accelerazione dopo la caduta della Goletta, si cercherà di usare un sistema di avvistamento litoraneo, che forniva una copertura più completa delle coste. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La difesa militare nel Regno di Sardegna nell'età di Filippo II

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Manchia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2013-14
  Università: Università degli Studi di Sassari
  Facoltà: dipartimento di storia, scienze dell'uomo e della formazione
  Corso: Filosofia
  Relatore: Giuseppe Mele
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 40

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Parole chiave

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filippo ii
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