Applicazioni informatiche nel processo civile in diritto comparato
Il ruolo del giurista nella knowledge society
Chi si occupasse dello studio dell’evoluzione della figura del giurista nel corso del tempo non può trascurare l’influenza ormai irreversibile che la velocità determinata dall’utilizzo di tecnologie informatiche sempre più potenti ha sulla mentalità del giurista e sulle abilità di ragionamento. Nell’ordinamento italiano, ove il precedente giurisprudenziale non ha valore vincolante, ma solo persuasivo, l’immediatezza della ricerca giurisprudenziale ha provocato, a parere di chi scrive, un palese ed immediato effetto: la diminuzione del tempo dedicato alla riflessione e allo studio della questione giuridica concreta. È sufficiente digitare alcune parole chiave per trovare materiale giurisprudenziale e dottrinale adeguato al caso in esame. Questa circostanza parrebbe contribuire alla diminuzione del prestigio del precedente giurisprudenziale che, seppure non vincolante nel nostro ordinamento, dovrebbe mantenere una certa efficacia persuasiva. Ciò contrasta con le migliori intenzioni di chi desidera potenziare le banche dati giurisprudenziali, soprattutto quella del Centro Elettronico di Documentazione (CED) della Cassazione per favorire una maggiore (se non completa) conoscibilità dei provvedimenti emessi dal Supremo Collegio proprio al fine di rafforzare la persuasività del precedente giurisprudenziale, rendendolo accessibile e conoscibile.
Si potrebbe quasi sostenere che non sia stato tenuto in conto il «fattore velocità» provocato dalla maggiore facilità di accesso alle informazioni e dalla perdita di prestigio di dati che si potrebbero qualificare come «vecchi» o «superati». Si potrebbe fare una riflessione sulla «durata» temporale del prestigio persuasivo di una pronuncia di legittimità. Si faccia un esempio: su una banca dati giurisprudenziale si digitino le parole «danno» and «non» and «patrimoniale». In giurisprudenza, sia di legittimità sia di merito, ancora non vi è concordanza di opinioni, e ne consegue un vivace dibattito che vede protagoniste non solo le corti di merito, ma anche le Corti di Cassazione e Costituzionale. Da una indagine empirica effettuata sulla banca di dati giuridici Juris Data, inseriti i parametri sopra citati, la ricerca ha prodotto 2.736 risultati. È altamente improbabile che un qualsiasi operatore giuridico buon organizzatore del proprio tempo legga tutti i risultati ottenuti. Probabilmente leggerà solo i più recenti e, se questi sono pubblicati su riviste cartacee, approfondirà la conoscenza del dibattito con la lettura della nota a sentenza, trovando in quella sede un breve sunto del problema giuridico e degli orientamenti dottrinari e giurisprudenziali con i relativi riferimenti. Ecco quindi dimostrato come venga delegato alle banche di dati giuridici (e, soprattutto, al suo programmatore) una parte importante della conoscibilità dei problemi relativi all’applicazione del diritto.
Si manifesta, dunque, un fenomeno paradossale che vede collegati in senso inversamente proporzionale tempo e persuasività, soprattutto in riferimento alle pronunce di legittimità: la pronuncia di legittimità rimane persuasiva fino a che non venga «superata» da una più recente. Difficilmente è possibile esportare questo discorso in ordinamenti ove il precedente sia vincolante: è assente il meccanismo di autoalimentazione della giurisprudenza della Corte Superiore. Il precedente rimane vincolante e il Giudice che desidera distaccarsene deve fare un’accurata opera di distinguishing sugli elementi della fattispecie sottoposti al suo giudizio. Si può sostenere, quasi con fermezza, che nella società della conoscenza si riduca sempre di più lo spazio riservato al giurista, soprattutto al giurista positivista in senso stretto.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Applicazioni informatiche nel processo civile in diritto comparato
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Informazioni tesi
Autore: | Elena Falletti |
Tipo: | Tesi di Dottorato |
Dottorato in | Dottorato in diritto comparato |
Anno: | 2006 |
Docente/Relatore: | Antonio Gambaro |
Istituito da: | Università degli Studi di Milano |
Dipartimento: | Istituto di diritto civile |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 331 |
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