Tecniche SEO e contenuti: storia personale di un sito Web culturale
Promozione – Ottenere segnalazioni Internet
Sia in riferimento al discorso dell’utile aumento del PageRank del dominio, tramite link ad elevato PageRank che puntassero al sito, sia per il semplice ed intuitivo fatto che maggiormente viene segnalato, più possibilità meramente statistiche vi sono che un contenuto Web venga visionato, letto ed apprezzato, dalla nascita del progetto “Appunti di Scienze Sociali ed Altro” sorgeva il problema di reperire collegamenti ipertestuali in Rete, non avendo il curatore la possibilità di reperire fondi sufficienti a garantirsi forme di pubblicità per il proprio sito sui più costosi mass-media.
La qual cosa può essere agevole per una azienda multinazionale che voglia avviare una campagna di sostegno al proprio brand tramite il proprio sito Web, magari di e-commerce, ma non certo per uno studente universitario non benestante. La soluzione è venuta dalla ricerca di tutti gli articoli, messaggi nei newsgroups, post di blogs, suggerimenti nei forum, che permettessero di conoscere i canali migliori per ottenere link al proprio sito.
Un prima forma di diffusione del proprio sito venne dalle storiche web directory.
Una web directory consiste in un portale in cui le risorse sono organizzate per tematiche, e vengono presentate come indici o come alberi che si ramificano in nodi più specifici.
Tramite esse fu possibile inizialmente avere un minimo di presenza presso altri siti. La verità è che le directory Web, con il tempo, hanno perso notevolmente importanza, al punto che taluni osservatori del Web le definiscono come obsolete, se non addirittura ‘morte’. Ad ogni modo, la bontà dei contenuti del sito “Appunti di Scienze Sociali ed Altro” ha dato la possibilità al sito di riuscire ad essere inserito nella web directory più importante del pianeta, la storica ed ambita Dmoz, che per anni ha fornito i propri indici allo stesso Google.
Insieme alle segnalazioni nelle directory, invero molte piccole e poco frequentate, il laureando, per iniziare a costruire un buon PageRank, ricorse al trucco da ‘smanettone’ di seguito descritto: cercando guestbooks tramite Google, Yahoo e altri motori di ricerca, cioè i libri degli ospiti dei siti Web, in cui i visitatori lasciavano un messaggio di saluto o ringraziamento, si cercavano i guestbooks che avessero nelle pagine archiviate un PageRank pari almeno ad 1 o superiore; in questa maniera, si otteneva il duplice, piccolo vantaggio di ottenere visite di curiosità dai successivi visitatori e di avere un link di ritorno al proprio sito che ‘passasse’ PageRank.
Da notare che stiamo parlando dei primi anni di vita del sito, quando il dominio era ancora su hoster gratuito, e l’autore non aveva né il capitale culturale né le conoscenze tecniche per ottenere link di qualità. Questi cominciarono ad arrivare dopo anni, quando la validità del lavoro contenutistico, “scientifico”, unito alle posizioni raggiunte nei risultati di ricerca e al PageRank, salito nel frattempo, permisero di poter richiedere scambi di links diretti o cross-linking, cioè la possibilità di inserire il proprio sito Web su altri siti in cambio della medesima ospitalità nel proprio. Con il passaggio al dominio .it, e la sempre maggiore presenza capillare nelle ricerche degli utenti, si creò un effetto valanga, cosa che ê connaturata all’aspetto virale dei buoni contenuti Internet, per cui siamo arrivati al vertice della qualità dei link al sito: i link spontanei. I links spontanei non sono link frutto di negoziazione, ma collegamenti ipertestuali che chiunque, sia azienda, che istituzione, che blogger, desidera inserire nel proprio dominio Web per segnalare una risorsa utile ai propri visitatori.
In questo modo, editori della celeberrima enciclopedia libera Wikipedia desiderarono premiare la qualità e la quantità dei contenuti Internet del sito del laureando attraverso segnalazioni nelle pagine del sociologo professore emerito Franco Ferrarotti, con il quale il laureando ha corrispondenza assidua cartacea, e nelle pagine dedicate ai sociologi Thomas Luckmann e Robert K. Merton. Links del tutto spontanei, provenienti da siti di qualità come Wikipedia, aumentano il TrustRank del sito Web. Andiamo ad analizzare questo parametro, tramite le parole di un esperto SEO riconosciuto, il professionista Giorgio Taverniti.
Un primo test sulla funzione del TrustRank venne effettuato in questo modo:
- l'algoritmo identifica ed offre serie di pagine seme delle quali non è però ancora certo che presentino o meno spam;
- un controllo umano assegna ad esse un punteggio di 0 o 1, che indica se la pagina presenta spam o meno;
- a tutti i documenti presenti nel database l'algoritmo assegna un valore di trust a seconda della vicinanza (attraverso i link) alle pagine seme risultate prive di spam.
L'individuazione delle pagine seme si basa su un concetto semplice: difficilmente un sito di alta qualità linkerà mai un sito di bassa qualità. Grazie ad uno studio partendo da un campione di 31.000.000 di siti si è visto come come il PageRank non assicuri che le SERP presentate siano anche di qualità, mentre il TrustRank presenta SERP molto più valide, eliminando una grossa percentuale di spam.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Tecniche SEO e contenuti: storia personale di un sito Web culturale
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Informazioni tesi
Autore: | Roberto Di Molfetta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della comunicazione |
Relatore: | Ugo Ceipidor |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 67 |
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