Devianza e dipendenza da gioco d'azzardo: un nuovo settore di intervento per l'educatore professionale
I servizi per la dipendenza da gioco d'azzardo
In Italia le richiesta d'aiuto di persone con problemi di gioco giungono a vari servizi sia pubblici che privati. Oggigiorno il mercato del welfare offre numerose opportunità di trattamento del problema: tali opportunità, tuttavia, sono spesso di difficile accesso per il giocatore eccessivo. In primo luogo si nota che nel settore dei servizi pubblici, nei SERT (Servizi per le tossicodipendenze), la dipendenza da gioco non sempre viene trattata, mentre proprio i SERT dovrebbero essere le strutture idonee ad occuparsi del fenomeno. In secondo luogo i servizi più specializzati sono distribuiti sul territorio nazionale a notevole distanza tra loro: quindi, chi deve scegliere a quale rivolgersi, incontra evidenti difficoltà e si trova a poter accedere al massimo ad una o due strutture diverse.
Accade spesso che un dipendente da gioco si rivolga ad un servizio non propriamente dedicato a risolvere i suoi problemi: si produce pertanto una situazione di spaesamento, in un contesto per lo più inadatto, nel quale l'incontro con utenti con dipendenze diverse dalle sue non facilita la presa in carico. Generalmente il giocatore eccessivo abbandona il servizio di questo tipo; inoltre è spesso la struttura stessa ad orientarlo verso centri di trattamento più idonei, attraverso il servizio di sportello unico interno. Questa situazione si verifica solitamente nei servizi che si occupano di psichiatria o nei SERT che non trattano la dipendenza da gioco.
In alcuni SERT si è iniziato da tempo a trattare anche il problema del gioco eccessivo (ad esempio a Verbania, Siena, Foggia, Rimini). In questo caso l'intervento e la presa in carico del dipendente da gioco sono legati alla bipartizione del servizio che si fonda sulla distinzione tra dipendenza prodotta da "sostanza" e quella da "non sostanza".
I SERT attuali sono il risultato della trasformazione di servizi cui si sono aggiunte strutture amministrative: i SERD (servizi per le dipendenze), che tengono unite le strutture pubbliche e private che intervengono nel settore delle dipendenze.
In tempi recenti (Provvedimento 21 gennaio 1999) le competenze dei SERT sono state ampliate e suddivise in settori specifici (ad esempio il NOA, dedicato agli alcoolisti, cioè ai soggetti dipendenti da sostanze "legali").
Poiché il servizio pubblico che si occupa dei soggetti dipendenti da gioco d'azzardo è lo stesso che si prende in carico i tossicodipendenti "da sostanza", è frequente nel dipendente da gioco il rifiuto della struttura; questo accade sia perché la sua condizione è vissuta soggettivamente come del tutto diversa dalla "tossicodipendenza" (anche per lo stigma sociale che questa seconda comporta), sia perché la comune frequentazione di strutture (i SERT) utilizzate anche dai tossicodipendenti risulta problematica per l'eventuale "disagio psicologico" che questi possono provocare nel dipendente da gioco.
A causa dell'esiguità delle domande di presa in carico da parte di giocatori dipendenti, non tutti i SERT trattano il problema, sulla base anche del fatto che, per avviare un programma di trattamento specifico, occorre personale formato e in qualche misura "specializzato". La logica "aziendale" che permea il Servizio Pubblico e che valuta i servizi offerti in base al rapporto costi/benefici, proprio in ragione dell'esiguità di domanda (e quindi di un'insufficiente utenza) rende difficile l'istituzione generalizzata di servizi dedicati ai giocatori dipendenti. Più spesso, nei SERT, un apposito servizio di sportello informativo provvede ad indirizzare chi presenta problemi di dipendenza da gioco verso altre strutture, spesso private.
I servizi di auto-mutuo-aiuto sono tra i più efficaci nel trattamento della dipendenza da gioco, in quanto essi fanno leva sulla condivisione dello stesso problema, sulla "comprensione" e sulla "solidarietà" che unisce persone legate dal medesimo dramma. L'utente-giocatore si trova quindi in un gruppo di "simili" che capiscono e condividono i suoi problemi.
L'unica difficoltà per questo tipo di servizi sta nell'avere un numero di utenti/partecipanti tale da potere costituire un gruppo di auto-mutuo-aiuto.
In questa categoria rientrano vari servizi che si differenziano tra loro per la modalità di approccio e di organizzazione adottata: ad esempio la Giocatori Anonimi (Gamblers Anonymous, nata nel 1957 a Los Angeles) forma esclusivamente gruppi di persone dipendenti da gioco, ex dipendenti, familiari di giocatori ed ex giocatori; i gruppi non vengono seguiti da operatori ma sono i partecipanti stessi ad auto-moderarsi. L'obiettivo è quello di aiutare il giocatore eccessivo ad abbandonare definitivamente il gioco. Il fenomeno "dipendenza" in questa associazione viene inteso come patologia compulsiva e l'utente viene chiamato giocatore compulsivo. Altri servizi invece adottano un moderatore all'interno dei gruppi: questo svolge negli incontri un'attività di mediazione aumentando il grado di partecipazione. Tale figura può essere uno psicologo, uno psichiatra, un educatore professionale o un altro tipo di operatore sociale: in questo caso tale operatore coincide con la figura del "saggio" descritta da Goffman.
Ai gruppi di auto-mutuo-aiuto possono quindi prendere parte anche i familiari dei giocatori o altre figure ad essi vicine. Questa soluzione, come ha dimostrato R. de Luca, per la terapia di gruppo è fondamentale ai fini del trattamento.
Sulla base delle statistiche fornite dall'associazione AGITA di Campoformido (Associazione degli ex Giocatori d'Azzardo e delle loro famiglie), e citate dallo stesso de Luca, risulta che il 30% dei familiari partecipa alle sedute di terapia nonostante la persona interessata dal problema non sia presente. "I familiari di chi gioca d'azzardo, infatti, subiscono le stesse traumatiche perdite di chi pratica questa attività (sia sul piano economico che sul versante emotivo e psicologico) e costituiscono per lui un supporto e soprattutto un'importante prospettiva di confronto per le interpretazioni del terapeuta sul problema".
I servizi esistenti sono in buona parte a carattere misto: in essi l'utente trova più figure professionali che operano in équipe multidisciplinari al fine di fornire alla persona un servizio il più completo possibile. [...]
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Devianza e dipendenza da gioco d'azzardo: un nuovo settore di intervento per l'educatore professionale
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Rebesan |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Brescia |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Educatore Professionale |
Relatore: | Frediano Sessi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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